Save My Lost Soul
Questa ff è AU. È la prima che
scrivo su questo manganime (Full Moon Wo Sagashite), vi prego, commentate! é-è
Prologo:
My Lonely Soul - Prima Parte
Da quando sono
così?
Perché mi comporto così? Perché aiuto tutte le persone che
incontro, anche quelle che non conosco?
Perché mi sento quasi in obbligo
verso tutti? Solo perché ho questi poteri?
Ma cosa mi pongo a fare
queste domande…? Tanto, sia come sia, ormai la mia vita ha preso questa svolta…
e nessuno la potrà cambiare…
*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*
Certo che, a
pensarci, è strano… la tua vita è perfettamente come l’avevi meditata… vivi
tranquillamente… a volte neanche tanto diversamente dai tuoi coetanei…
Abiti
da solo, in un piccolo monolocale, fai qualche lavoretto per pagarti gli
studi…
Certo, a volte ti sembra di sentirti solo, ma quando pensi ai tuoi
amici e…
A colei che ami…
Se pensi che un giorno, probabilmente
condividerete la casa, la famiglia, e la vita stessa…
Ma tu…
Delle
volte, l’unica cosa che puoi fare…
È proprio pensarlo…
Immaginare,
fantasticare… mi piaceva farlo con lei… soffermarmi a figurare nella mente il
nostro futuro insieme…
*°*°*°*°*
-Hmm…-
-Buongiorno, Hikari, ben
svegliata, eh? Guarda che ora è! Abbiamo tutti e due lezione stamattina o
sbaglio?-
-Takuto? Che ci fai tu a casa mia?-
-Scema, sei rimasta a
dormire da me ieri notte, non ricordi…?-
La ragazza recuperò i ricordi della
sera precedente così in fretta che si sentì quasi scossa da tutte quelle
sensazioni, e arrossì un poco in volto…
Nonostante fosse una bella ragazza,
era la prima volta che si fidanzava seriamente con qualcuno…
Takuto l’aveva
colpita dal primo momento che lo aveva conosciuto, in università, era così
gentile, intelligente, e non era una persona che badava alle
apparenze…
Insomma, la classica persona che ti fa sentire speciale…
La
sera prima, loro due erano finalmente diventati una cosa sola…
-Ehi, va
tutto bene?-
-Sì, sì, certo, ero solo pensierosa…-
-A che pensavi? A noi
due?-
-Ehi!- disse arrossendo ancora di più
-Cos’ho detto di male, scusa?
Prima fai tanto la matura, e poi quando si parla di queste cose assumi
quell’atteggiamento infantile…-
-Takuto!-
-Dai, scherzo, sei un amore
quando fai così… dai, vieni velocemente, ho preparato la
colazione!-
-Arrivo…-
I due mangiarono in assoluto silenzio, piaceva
molto loro stare vicini così, senza parlare…
Takuto però interruppe questo
silenzio con una domanda…
-Hikari, se dovessimo avere un figlio, come lo
chiameresti?-
-COSAAAA?!?-
-Non urlare così tanto che non siamo nella tua
villa, in un condominio ci sono anche altre persone, sai…-
-Smettila, quando
fai lo spiritoso così mi dai i nervi!-
-Te invece sei troppo permalosa… ora
non si può neanche fare una domanda innocente?-
-Beh, risponderò, risponderò…
se avessi un figlio maschio… lo chiamerei…- disse, e arrossendo un po’ aggiunse
–lo chiamerei come te, Takuto!-
-Eh? Takuto come me? Dai, un po’ di
fantasia…-
-…sperando che a lui il nome si addica un po’ di più*…- disse
facendo finta di mettere il broncio
-Oh, come sei scontrosa stamattina! Non
si può neanche più scherzare?-
Le diede un bacio leggero e dolce sulla punta
del naso, dopo che si allontanò dal suo volto e, guardando l’orologio, disse che
era davvero tardi… usciti dall’appartamento, i due si recarono insieme
all’università.
-Hikari, tu comincia ad andare, io trovo posto per
l’auto…-
-Va bene, vado, ti aspetto nell’aula 4 di informatica, ok? Ieri
avevo lasciato lì un quaderno…-
La ragazza andò a passo svelto. Di lì a poco
sarebbe cominciata una delle lezioni che frequentava, e poi, a dirla tutta,
aveva una strana sensazione…
Andava avanti, nello scuro corridoio, con quei
suoi passi piccoli e svelti.
Sempre più svelti, più svelti, più
svelti…
Arrivò alla fatidica porta che aveva quasi il fiatone.
La aprì di
colpo…
Quanto avrebbe desiderato, in quel momento, che quella sua
sensazione fosse stata infondata…
L’aula di fronte a sé era praticamente a
soqquadro, due uomini ben coperti stavano rubando computer, documenti, tutto ciò
che capitava loro sottomano…
Vide che uno dei due aveva una pistola infilata
nella tasca dei pantaloni.
Rimase paralizzata dalla paura…
L’unica cosa
che riuscì a fare fu urlare…
- TAKUTO!!!!-
Uno dei due
uomini la afferrò…
-Taci, o ti ammazzo!-
-Takuto, Takuto, Takuto!!!!-
ripeteva senza sosta, come ad invocarlo, mentre tirava piccoli pugni
all’aggressore…
Quest’ultimo si allontanò un po’ dalla donna, intimidendola
con la pistola puntata verso di lei, e ripetendo la sua minaccia…
E poi
avvenne.
Un attimo.
Un lasso di tempo così breve, di quelli che
non c’è neanche il tempo di rendersene conto.
Un rumore. La porta era
stata aperta.
Quello sguardo che ti fa sentire al sicuro.
Quei modi che ti
fanno capire di essere amato.
Ma, nel contempo…
Un
dito…
Che preme…
…Un
grilletto…
-HIKARIIIIIII!!!!!!-
Quello fu la
fine di tutto.
Lì finirono i miei giorni spensierati, quella mia sottile
ricerca della felicita nelle piccole cose di ogni giorno…
Chissà, forse
se non fossi entrato in quella stanza forse quell’uomo non avrebbe sparato,
forse Hikari non sarebbe morta.
Altro che proteggerla…!
Mi faccio
pena da solo.
Non sono riuscito a fare niente per lei.
Hikari è morta
davanti a me, e io non ho fatto niente…
…Niente…
E poi…
Se
tutto questo mi fosse capitato quando c’era anche lei, se avessi acquisito
quella dote allora, questo fardello che sono obbligato a portare si
alleggerirebbe…
Forse…
To Be
Continued…
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*Takuto è la traslitterazione giapponese della
parola inglese "tact", ovvero tatto. ^ ^