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Autore: Echelena    30/10/2011    4 recensioni
Questa storia mi è venuta in mente guardando Jared alle sfilate Parigine. E se invece di fare la Divah con Terry, fosse incappato nel bel mezzo di indagini con traffici di droga e il Commissario di Polizia fosse donna , affascinante e per giunta Italiana?E lui ci resta impantanato senza volerlo. Un Jared ovviamente inventato dalla mia fantasia che alla fine ne esce anche eroe! Una specie di Distretto dei...Mars!!Buona lettura!
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jared Leto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Carla
 
 
Arrivai al “La tour d’Argent “ alle 12,30 esatte. Lui era già lì, mi fece accomodare. Era vestito tutto di nero ed era molto affascinante, accidenti!
-        Ciao, - mi salutò con un altro bacio sulla guancia e io mi sciolsi! Ma perché mi faceva questo effetto?Mi chiese se avevo portato la camicetta alla lavanderia. Se ne sarebbe occupato lui per il ritiro.
-        Ma l’ho data al mio albergo per farla smacchiare. Non importa Jared, è cosa da poco!
Dissi io , ma benedivo mentalmente quella camicetta, che ci aveva fatto incontrare.
-        Ma se non riescono a smacchiarla? – mi chiese guardandomi coi suoi occhioni blu che mi incantarono. Mi ripresi dallo spettacolo che mi offrivano quegli occhi e risposi :
-        Ma chi se ne frega , Jared! – Cioè … ero io quella che aveva parlato?
Lui rise della mia risposta e io cercai di cambiare discorso e smanettai col telefono , cercando di far finta di nulla.
Ero io quella! Si , era il Commissario di Polizia in missione in Francia , tra l’altro una missione pericolosa, che si perdeva dietro due occhi blu.
Arrivò un cameriere e ci portò il menù. Subito dopo arrivò l’aperitivo, che Jared , ovviamente, aveva ordinato prima, senza chiedermi nulla. Il suo
lato di regista ogni tanto veniva fuori, pensai.
-        Mi sono permesso di ordinare un Banana Kalhua, è poco alcolico, sai , io non bevo alcolici e sono Vegan. – mi disse sempre guardandomi dritto negli occhi.
Accettai  volentieri l’aperitivo e sperai che mi facesse ordinare almeno il pranzo, visto le sue manie di protagonismo.
Era molto affascinante, ma mi rendeva nervosa questo suo lato. Forse a causa del mio lavoro, che mi portava sempre a dirigere io gli altri?
Cercai di cambiare pensieri e mi immersi nella lettura del menù.
Ordinammo, ridendo un po’, tra una battuta e l’altra. Jared si rivelò essere molto simpatico, in fondo.
Alla fine ordinai le sue stesse cose, cercando di essere in linea col suo essere Vegan. Del resto ci tenevo a tenermi leggera anche io e non amavo tanto la carne.
Lui mi guardò con ammirazione. Lo colpì il fatto di non essere “cannibale”?
Mi raccontò che lui non sopportava cibarsi di animali “morti”, io gli risposi che almeno i derivati avrebbe dovuto mangiarli, non ero molto in linea con la sua dieta troppo restrittiva.
Tra una battuta e l’altra, sentì in cuffia Paolo che mi chiamò con voce preoccupata. Così feci finta di sentire il cellulare vibrare e mi allontanai per rispondere a Paolo. Mi scusai con Jared e lui mi guardò sorpreso.
-        Paolo cosa c’è? – Risposi piano al microfono appiccicato alla mia camicetta.
-        Carla, a quanto pare sta entrando proprio lì “Flagelo “. –
-        Proprio qui? Il ristorante dove sono io, intendi?- Risposi allarmata.
-        Yes! – rispose lui – Sta incontrandosi a pranzo con Baronio e Armadillo i due che devono trattare con lui.  Probabilmente intendono mettersi d’accordo per la vendita. Li teniamo d’occhio e ci sarà un po’ di movimento, Carla. Mi dispiace per il pranzo galante col tuo amico. –
L’ultima frase, ovviamente era sarcastica.
-        Si , certo, galante … - dissi io delusa – col casino che ci sarà adesso, ci sarà poco da fare i galanti. Spero non si accorga di nulla, porca miseria. Vado adesso , lascio i microfoni aperti. –
-        Si ma non sbaciucchiatevi, che vi sentono tutti. – mi prese in giro lui.
-        Stronzo! – risposi ridendo e tornai da Jared.
Era un po’ nervoso quando  mi allontanavo e smanettava pure lui col cellulare.
Lo posò sul tavolo e mi sorrise. Io al suo sorriso mi sciolsi. Era proprio un bell’uomo con dei tratti delicati, il nasino all’insù, oltre a quegli occhi che ipnotizzavano e una pelle liscia e diafana.
-        Scusa Jared. Ma i miei collaboratori mi chiamano di continuo, anche per stupidate. – dissi cercando un tono normale. Ma dentro di me ero agitatissima per l’arrivo del Boss.
-        Oh, - disse lui – ma la sfilata è stasera e ti disturbano anche a pranzo? –
-        Si , perché non sanno come organizzarsi tra di loro su come piazzarsi nell’Atelier, stasera. – Mentì spudoratamente. Per lo meno, dicevo la verità
sul piazzamento, ma non era per ammirare di certo la sfilata!
-        Carla! – La voce di Giulia mi chiamò ancora nelle cuffie. Allarmata dissi a Jared che dovevo andare subito in bagno e mi allontanai precipitosamente. Jared fece una faccia strana, ma non disse niente. Sicuramente pensò che fossi strana ad allontanarmi di continuo.
Pensai seriamente  sarebbe stato un pranzo molto, ma molto movimentato.
-        Che c’è? – dissi piano , mentre mi dirigevo di corsa alla toilette.
-        Carla, guarda che anche la squadra di Martin verrà al ristorante. Ci sarà un po’ di confusione. Dove li piazzo? – Chiese Giulia un po’ confusa.
-        Giulia, dentro stateci tu e Paolo, ma non fatevi notare. Prendete un tavolo e fate i finti innamorati. Poi mettete due come camerieri, per controllare la situazione in sala. Prendi Boldini e Garofalo, sanno agire in fretta in caso di intoppi. Fategli indossare subito due divise da camerieri. Piazzate delle cimici-spia, appena “Flagelo” prende il tavolo. Martin e i suoi uomini piazzali fuori , sennò qui diventa troppo affollato e rischiamo di essere scoperti. E non chiamatemi sempre, che Jared si insospettisce! Mi dirigo al mio tavolo!-
Terminai il discorso un po’ arrabbiata. La cosa di allontanarmi continuamente, stava facendo innervosire Jared. Non potevo alzarmi dal tavolo ogni cinque minuti, ma non potevo parlare davanti a lui!
Tornai al tavolo e trovai Jared un po’ nervoso e aveva ragione.
-        Scusami – dissi , cercando di sembrare normale, mascherando meglio possibile l’agitazione.
-        Ma come mai sei andata di corsa in bagno? Non stai bene? – mi chiese un po’ preoccupato.
-        No, no … - non sapevo che scusa dire – mi dovevo mettere il lucidalabbra! Non so stare senza! – cercai di distrarmi sorseggiando l’aperitivo.
Lui mi guardò a bocca aperta, alla mia risposta idiota!
Santo Cielo, ma che razza di scusa avevo trovato? Ma non sapevo proprio che dire in quel momento, avevo il cervello in subbuglio. Se Flagelo ci avesse scoperti, saltava l’intera operazione.
-        Dovevi mettere il lucidalabbra? – sottolineò lui esterefatto.
-        Si, certo! Ti sembra strano? Se non sono in ordine, non mi sento tranquilla! – risposi stizzita. Ormai era fatta. La figura da oca non potevo evitarla…
-        Ti credevo una donna più determinata e meno formale. Più tosta , insomma! –
disse lui con tono deluso.
-        Oh, una tosta che si mette il lucidalabbra, non è abbastanza determinata, per te?- mi avvicinai a lui , mentre parlavo.
-        Ecco, adesso sei di nuovo quella di prima. Quella che dà le risposte sagaci e intelligenti. Sinceramente col lucidalabbra mi hai lasciato … attonito! – disse avvicinandosi anche lui verso di me.
Che occhi! Restai abbagliata dal suo sguardo di ghiaccio e magnetico.
Ma fu solo un attimo. Perché nelle mie cuffie e, di conseguenza nelle mie orecchie, succedeva il finimondo. Sentivo un sacco di voci che si accavallavano tra di loro. I miei che parlavano in francese con la squadra del Comandante Martin, che non era d’accordo a stare fuori e voleva stare dentro il ristorante all’arrivo di Flagelo. Insomma, i francesi volevano avere una parte meno marginale nell’operazione. La solita gelosia francese, pensai.
-        Non dici niente? Sei rimasta di sasso?- La voce di Jared mi riportò alla realtà. Vidi che la sua mano si era appoggiata alla mia e sentiì dei brividi lungo la schiena.
-        Cosa? – dissi, cercando di concentrarmi su di lui.
-        Ti vedo distratta, c’è qualcosa che ti turba, forse? – Era sveglio il ragazzo o ero io che ero troppo agitata? Non seppi darmi risposta.
-        No, no, non mi turba niente. – sorseggiai l’aperitivo , cercando di sembrare normale.
Intanto entrò Flagelo nel locale, vidi che era insieme a due uomini.
Aveva un fare molto sicuro. Camminavano in fretta e parlavano tra di loro, ma io riuscivo a tenerli d’occhio lo stesso. Li seguì con lo sguardo, perché mi stavano di fronte. A un certo punto andarono alle mie spalle e non li vidi più. Così mi girai e notai che si sedettero a un tavolo appartato, proprio alle mie spalle. Dovevo cercare assolutamente una scusa per cambiarmi di posto con Jared, in modo di averli sempre sott’occhio.
Così feci la domanda a Jared, con la prima scemenza  che mi passò per la testa, per scambiarci di posto.
-        Jared, ti dispiacerebbe fare a cambio di posto? C’è una persona che conosco proprio di fronte e non voglio osservarla.- Mi alzai subito, per spingerlo allo scambio.
-        Oh, si certo! – fece lui un po’ spiazzato.
“Merda” pensai. “Oggi sto combinando un casino!”
Avrei dovuto scappare da lì, ma ormai ero in trappola, avrei destato troppi sospetti in lui. Si, ero nella merda fino al collo… Flagelo con quei criminali proprio di fronte a me, i miei uomini nel locale,  i francesi fuori e le voci di tutti che parlavano dentro le mie cuffie e nella mia testa. E lui di fronte a me che pensava di essere a pranzo. Si, pensava, perché in realtà quel pranzo sarebbe stato un disastro. E non potevo di certo mandarlo via. Cosa gli avrei detto?
Sentivo nelle cuffie Paolo che dava ordini a Boldini e Garofalo, vestiti da camerieri. Dovevano avvicinarsi al tavolo di Flagelo e piazzare  le cimici- spia, mentre uno di loro portava il menù, come da miei ordini.
-        Bene ! – dissi a voce alta.
-        Cosa è bene? – chiese Jared più confuso che mai.
“Merda” , pensai subito! Avevo parlato a voce alta, ancora! Oh no…
-        Oh, bene!- aggiunsi, cercando di sembrare più normale possibile – cioè… bene, da qui non vedo più quella persona di cui ti dicevo prima! Allora… - cercai di cambiare discorso – ti sono piaciute le sfilate di questi giorni? Ma un cantante che fa anche l’attore, si interessa anche di moda? –
Oddio, saltavo di palo in frasca, ma che discorsi facevo? Ormai ero nel panico…
-        Beh, si! A me la moda piace tanto, specie l’Alta Moda!- disse lui convinto.
Avrei voluto aggiungere che non l’avrei detto, visto  il suo abbigliamento
un po’ strano, ma tralasciai. In fondo era un uomo di palcoscenico e quella categoria non veste di certo in modo formale. Piuttosto in modo da attirare l’attenzione su di sé. Ma queste erano mie considerazioni e le lasciai tali!
-        Carla, Carla! – ecco ancora Giulia che mi chiamava nelle cuffie.
Cielo, se andavo ancora via, Jared mi avrebbe considerato una folle! Così  decisi di rispondere facendo finta che mi avesse vibrato il cellulare con una chiamata.
-        Dimmi Giulia! – speravo mi capisse lo stesso, anche se non avrei parlato liberamente.
-        Scusami Jared, è una mia collaboratrice – Così facevo capire a Giulia che  avrei parlato cifrata, poiché Jared era di fronte a  me.
-        Oh Carla, c’ è Jared, lo vedo! –
Lei era piazzata con Paolo a un tavolo al centro della Sala. Adesso li vedevo.
-        Com’è bello! – disse lei incantata.
-        Mi hai chiamata per dirmi questo? – dissi un po’ contrariata.
-        Ma cos’ha questo Jared che io non ho? – chiese Paolo a un tratto.
Mi veniva da ridere. Ma il momento era serio e quei due facevano gli stronzi.
-        Ordine Giulia! Non tollero questi discorsi! – feci la finta dura.
Jared mi guardò rapito. Forse era attratto anche dalle donne che comandavano?
Giulia tornò seria.
-        Carla noi spiamo Flagelo e i suoi discorsi. Lo dovresti sentire pure tu. Da adesso non parliamo e ascoltiamo. I francesi sono fuori. A dopo e buon pranzo. –
Chiusi la comunicazione. Jared sorseggiava il suo aperitivo.
-        Li metti sull’attenti, eh? Ci sono problemi? – mi chiese guardandomi con quei suoi occhioni azzurro-oceano, che mi stregavano. Cercavo di guardarlo meno possibile, sennò mi sarei distratta.
-        Non ci sono problemi, ma se non fanno come dico, mi arrabbio. – Feci finta di essere disturbata dalle telefonate.
Bene, ero riuscita a non alzarmi di nuovo e avevo comunicato coi miei. Mi dispiaceva coinvolgere suo malgrado Jared, ma ormai le cose erano andate così. Ed ero lì lo stesso e ascoltavo i discorsi dei criminali. Anche se a volte ero distratta da quello che diceva Jared e non capivo i loro discorsi .
Certo avrei preferito essere più attenta ai discorsi di Jared, di sicuro più interessanti di quelli dei trafficanti. Ma il mio lavoro aveva il sopravvento sulle mie questioni personali.
Il pranzo andò avanti e ci portarono il primo piatto. Mentre mettevo in bocca il primo boccone, sentì Garofalo chiamarmi.
-        Commissario, venga in cucina, presto!- Quasi mi strozzai…
-        Jared , scusami un attimo – mi alzai e andai via dal tavolo di corsa.
Lui restò con la forchetta a mezz’aria e non gli lasciai il tempo di replicare.
Corsi in cucina.
-        Cosa succede qui? – Entrai di corsa in cucina.
-        Commissario, qui si rifiutano di farmi servire al tavolo di El Carrera – disse Garofalo. El Carrera era il vero nome di Flagelo.
-         Commissario sono il Direttore di “La tour d’Argent”. Non avete portato la documentazione necessaria per l’operazione e noi ci potremmo rimettere il nome del locale, nel caso succedesse qualcosa! – Disse quel deficiente del Direttore.
-        Senta Direttore delle mie scatole, se lei mi blocca le operazioni, la facciamo arrestare per intralcio alle indagini in corso. Quindi si tolga di mezzo e lasci il campo libero ai miei uomini! – Gli urlai.
In cucina regnò per un attimo il silenzio più assoluto. Poi i cuochi ripresero il loro lavoro e trafficarono ai fornelli come prima. Il direttore mi lanciò uno sguardo di fuoco.
-        Adesso vado dal Capitano della Police e vado a lamentarmi. Sentirà parlare di me! Telefono al mio avvocato!- disse lui furioso.
Sicuramente non aveva digerito la mia sfuriata, specie davanti al personale.
-        Ma vada pure dal Presidente Sarkozy e mi saluti tanto Carlà!- Gli urlai di rimando.
-        Qui si fa come dico io, ok? E non intralciate il lavoro dei miei uomini .- Dissi a voce alta, rivolta allo Chef  e ai suoi cuochi. Loro annuirono e ripresero il loro lavoro.
-        Bene, Garofalo. Qui è tutto a posto. Boldini dov’è? – nel frattempo osservavo il Direttore che, furioso, usciva dalla cucina.
-        Boldini è in Sala. A lui faccio servire i tavoli a fianco. Così mi affianca se succede qualcosa, Commissario. – Garofalo era un uomo in gamba. Gli diedi una pacca e gli raccomandai prudenza, per via del luogo dove eravamo.
Con tutta quella gente intorno dovevamo essere più che prudenti.
-        E brava Carlà! – Sentì Paolo che mi prendeva in giro nelle cuffie.
-        Smettila idiota! – lo rimbeccai.
-        Carla, Jared è nervoso e smanetta col suo Blackberry. – mi disse Giulia.
-        Si, ci manca pure lui! – Alzai gli occhi al cielo.
-        Se non lo vuoi ti sostituisco io! – urlò Giulia.
-        Taci scema, mi hai rotto un timpano! – eravamo in confidenza, ma ci sentivano pure gli altri.
Infatti Boldini dal centro della Sala sorrise.
-        Ordine! E chiamatemi solo se strettamente necessario! – li rimbeccai.
-        Agli ordini Commissario!- dissero loro due in coro.
Che idioti, appena li prendevo gliel’ avrei fatta pagare!
Tornai al tavolo dove Jared era molto nervoso. Certo al suo posto anche io ci sarei rimasta male.
-        Scusami Jared – dissi con la faccia un po’ tirata. Dovevo inscenare una scusa.
-        Ma mi era venuto un crampo allo stomaco  esono corsa in bagno. Adesso sto bene, è passato. – dissi con un gran sorriso.
-        Ma non stai bene? – si preoccupò lui. – Se vuoi ti riaccompagno! –
-        No, no. Adesso è tutto ok! Pranziamo, non voglio rovinarti la giornata. – dissi sincera.
Lo guardai, era proprio tenero in quel momento. Ma il mio sguardo andava anche al di là delle sue spalle, a quei criminali che stavano stringendo l’accordo. Capì che stavano definendo i piani di vendita, per l’ultimo giorno della settimana della Moda, proprio all’ombra di essa.
In qualche Capannone doveva trovarsi la merce. Non capì bene dove, i loro discorsi erano confusi, ma i miei collaboratori sentivano tutto. Le cimici- spia funzionavano alla perfezione.
-        Carla, Jared  ha scritto su Twitter che è a pranzo con una donna affascinante e misteriosa. – Era la voce di Giulia nelle mie cuffie.
-        Cosa? – Urlai, senza rendermene conto a voce molto alta. Diciamo che urlai!
Jared mi guardò confuso.
-        COSA. E’. QUESTA. COSA. NEL. PIATTO? – Scandì bene le parole e feci finta di essere disgustata per aver trovato un insetto nel piatto. Infatti quando urlai, lui era zitto e dovevo trovare una scusa per il mio urlo improvviso.
Che figuraccia! Poteva pensare che ero pazza e parlavo da sola.
-        Hai trovato qualcosa nel piatto?- era sempre più confuso. – Ora mi sentono!-
Chiamò un cameriere che passava di lì.
-        La signora ha trovato qualcosa nel piatto! – disse lui molto seccato.
Il cameriere si rivolse gentilmente a me : - Cos’ha trovato , signora?-
-        Un insetto ... – risposi cercando di mostrarmi più sicura possibile. Volevo sprofondare , in realtà!
Ma perché un attimo prima in cucina sembravo Hitler e adesso un agnellino?
Questa cosa mi sconvolgeva...
-        Ci scusi signora. Ci perdoni infinitivamente, le faccio cambiare subito il suo piatto. – mi fece un inchino e si portò il piatto.
Sentivo nelle cuffie Giulia e Paolo  che ridevano a crepapelle.
Era ormai sicuro che li avrei uccisi. Però anche lui, Jared , a scrivere una cosa del genere su Twitter. E che cazzo, pensai dentro di me! Non me lo aspettavo.
-        Sei arrabbiata? – mi chiese gentilmente Jared.
In quel momento, per come mi guardava, lo avrei baciato volentieri. Ma non potevo. E non potevo neanche chiedergli di smetterla di scrivere su Twitter su di me. Avrei complicato la situazione, già di per sé infelice.
-        Ma no, non preoccuparti, non sono arrabbiata – lo rassicurai.
-        E’ strana questa cosa dell’insetto. Questo è un ottimo ristorante. Non capisco come possa essere successo. – Era rammaricato.
-        Ma non fa niente – dissi io distratta, mentre cercavo di ascoltare anche i discorsi  del trafficante  e dei suoi loschi affari.
-        Certo è anche vero, continuò Jared – che non ho mai pranzato con una donna così ... assente. – Disse mentre si appoggiava allo schienale della sedia.
-        Eh? – feci io cercando di captare anche il suo discorso.
-        Assente- continuò lui – sei ASSENTE! Sei qui con me, ma non ci sei in realta’. E non fai che alzarti. Sono praticamente a pranzo da solo. Vabbè che mi danno dell’egocentrico, ma mi sembrava di essere qui con te. E invece tu sei così misteriosa da lasciarmi di stucco. Mi nascondi forse qualcosa , Carla? – mi chiese serio.
Aveva ragione, ma feci la faccia offesa lo stesso. Mi sembrava di avere un cappio al collo.
-        Ma cosa dici, Jared? – dissi, cercando di fare la faccia meravigliata.
Intanto il Maitre in persona mi portò un altro piatto, porgendoci le sue più sentite scuse e una bottiglia di Champagne, per scusarsi dell’imbarazzante inconveniente. Ovviamente offriva la casa.
Jared ringraziò e sorrise.
-        Che discorsi sono Jared? Io non nascondo nulla. – Mi discolpai, continuando il nostro discorso di prima.
-        Oh,certo. Adesso  spero non ti alzerai di nuovo! Almeno fino al dessert. – fece lui e mi strizzò l’occhio.
Non ero sicura di poter accontentare Jared, ma mi sforzai di farlo. E pregai mentalmente un Dio da qualche parte, di far finire quel pranzo senza altri intralci. Il resto del pranzo, per fortuna, filò liscio. Cercavo di ascoltare i discorsi, che a volte sentivo nelle cuffie, degli uomini che seguivano tutta l’operazione.
Ero nel caos più assoluto. Cercai di stare calma fino alla fine, ma la cosa era molto complicata.
A un certo punto mi alzai e dissi a Jared che dovevo proprio andare. Lui fece il broncio, però mi avrebbe accontentata con la promessa che ci saremmo rivisti.
-        Stasera sei alla sfilata di Saint Laurent? – Mi chiese.
-        Certo che ci sono!- Ripensai al mio vero ruolo durante la sfilata. Dovevo a tutti i costi, non destare sospetti.
-        Allora ci vediamo lì e poi al party che segue la sfilata! Che ne pensi, vieni con me? – Aspettava una risposta.
Quindi voleva rivedermi? Lo avevo forse colpito? Cosa sarebbe successo ancora? Mille domande mi attanagliavano ed ero convinta che sarebbe successo di tutto quella sera.
Di sicuro Flagelo, avrebbe incontrato altri “compratori” in serata.
Le sfilate servivano per depistare l’attenzione  pubblica.
Mentre uscivamo dal ristorante, eravamo sulla porta e Flagelo si alzò dal suo tavolo.
Pagò e si diresse anche lui verso l’uscita.
Pensai subito al fatto che  se mi avesse vista, notata e poi rivista in serata, avrebbe potuto insospettirsi. Se avesse notato sempre la mia faccia in giro, si sarebbe posto delle domande. Così non ci pensai su due volte, mentre Flagelo si avvicinava, mi attaccai a Jared e lo baciai all’improvviso! Lui all’inizio fu sorpreso e per un attimo restò di sasso, ma poi mise la sua mano dietro la mia nuca e mi attirò di più a sé, ricambiando il bacio.
Io tenevo chiuse le labbra, volevo solo fare finta di baciarlo, ma lui dischiuse le sue labbra ed esplorò la mia con la sua lingua.
Era diventato un bacio vero, infuocato e mi lasciai travolgere dalla passione...
 
 
Ecco finalmente il tanto agognato 3 capitolo. Scusate se non ho potuto prima, scusate gli errori, ma è stato un periodo ricco di avvenimenti e di distrazioni. Oltre che di inconvenienti...tecnici! Jared è bello che tornato dalla Francia da un bel po’ e adesso si ritrova a iniziare le date di Novembre. Ma a noi non interessa, giusto? La mia storia l’ho già completata, devo solo postarla e spero per i prossimi capitoli di essere più puntuale! Ringrazio le mie sis che mi seguono, Vivi, Vale, Ale, Niki e Sara, compagna di concerti Marziani, che , ahimè, stavolta, andrà senza di me!! E ringrazio quanti mi seguono e ricordo che i vostri commenti incitano a scrivere....Grazie a tutti e ... buona lettura!
   
 
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