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Autore: Satiel    31/10/2011    2 recensioni
In osservanza alle regole dell' ordine arriva il momento per ogni assassino di avere una discendenza.
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Capisco -  mormorò Malik.
Hassam invece le rivolse un' occhiata molto comprensiva e molto chiara " Non posso aiutarti ,ma hai tutto il mio appogggio " , e di questa frase silenziosa e complice gli fu molto grata,anche se era ben lontana da infonderle qualcosa di simile alla calma.
- Dovrò andarmene,vero ? - indagò per prepararsi meglio al suo colloquio.
Era una domanda sciocca,scontata,quante volte era successo ,che lui ricordasse, che una " vedova" venisse allontanata ? Praticamente sempre! Ma mai una di queste si era dimostrata utile in qualsiasi altra mansione che non fosse la procrezione, rimuginava tra sè il medico.
Perchè non provare a chiederla per sè ? Quanta differenza di età poteva passare tra lui e Nasser per giustificare un no da parte del Maestro ? Dopo così tanti anni prestati alla causa degli assassini, dopo tanti sacrifici  e tante lotte per strappare dalla presa della morte quei giovani che la affrontavano con tanta convinzione, perchè lui avrebbe dovuto rifiutargliela ? In fondo avrebbe giovato a entrambi !
La familiare sensazione di agire nel modo giusto gli confermò la sua posizione.
- Vi spiace se mi allontano ancora per un pò ? Ero così preso che mi sono dimenticato di un affare urgente che merita tutta la mia attenzione. - improvvisò.
 Nelle sue intenzioni avrebbe desiderato che il suo tono di voce fosse neutro e inespressivo,ma così non fu,e l' orecchio attento di Malik intuì che qualcosa non andava.
Hassam si rese conto che la sua recita vacillava e si affrettò ad andarsene.
- Non ti sarai messo nei guai per colpa mia ? - azzardò Malik per provocarlo, richiamandolo sull' uscio.
Vide Hassam sorridere in modo superficiale e distratto, con troppa poca convinzione,mentre scuoteva il capo in un segno di dissenso.Ne restò confuso,e preferì non indagare.
Satiel rimase male per quella leggerezza dimostrata nei confronti della sua domanda,ma si consolò pensando  che sarebbe stata sola con Malik ancora per un pò,perciò si piegò in un leggero cenno di saluto concludendo che in fondo non poteva  responsabilizzarlo per i suoi problemi,aveva fatto fin troppo per lei.
Si rivolse verso il malato e cecò di svuotare la mente in fermento concentrandosi su di lui.
- Posso fare qualcosa per te Malik ? - chiese per allontanare il panico che già iniziava  a strisciarle dentro.
- Credi che sia sordo e cieco Satiel  ? Sei tu quella che ha bisogno di aiuto adesso. - disse pacato.
Satiel si irrigidì come una statua, assumendone anche involontariamente il pallore, mentre la sua mente frenetica elaborava pensieri su pensieri.
- Non riesco a vedere soluzioni alla situazione Malik,non potrei in alcun modo proporre qualcosa che Al Mualim possa trovare tanto interessante da fargli cambiare idea e tenermi con voi.E qualora mi cacciasse, bhè, per un fatale errore non avrei neanche chi mi sta aspettando nel luogo da cui provego, se non i trafficanti di schiavi che mi hanno procurata a Nasser ! - scattò piena di rancore.
Malik osservava con attenzione la paura celata nel suo cuore evolversi in rabbia sul suo volto,trovando deliziosa la tinta cremisi che le aveva imporporato le guance e dato risalto al colore degli occhi.Sarebbe stata veramente una degna compagna per uno dell' ordine, aveva abbatanza sangue nelle vene per generare figli pieni di coraggio e forza di volontà.Si stupì di se stesso nello scoprirsi a formulare tali ipotesi,questi erano pensieri che riguardavano la parte finale della carriera di un assassino,quando l' avanzare ell' età rendeva i riflessi lenti e la vista non più vigile quel tanto da garantirgli un buon margine di successo nell' affrontare le missioni.
Le missioni... che missioni poteva svolgere adesso con un braccio solo...
- E questo e quanto ! - terminò Satiel dando finalmente sfogo a totto ciò che provava.
Malik sobbalzò come se fosse stato punto da qualcosa, dispiaciuto di essersi perso nel filo dei suoi discorsi e aver anche lui ignorato le esigenze di quella ragazza cui  doveva la vita.
- Satiel, hai mai valutato l' ipotesi che qualcuno ti possa desiderare come compagna ? - insinuò ritenendo questo un motivo valido per non farla mandare via.
- Non saprei ,nessuno mi ha mai fatto capire le sue intenzioni in questo senso... - fece confusa, col cuore che batteva veloce come le ali di un uccellino in gabbia.
Malik sorrise per l'ingenuità dimostrata dalla giovane.
- Nessuno te lo sarebbe venuto a dire spontaneamente sciocchina,ma da quanto mi ha detto Hassam hai curato molti assassini oltre il sottoscritto,forse qulacuno di loro ti ha notata. Non pensi che avrebbe potuto riferirlo ad Al Mualim ? Forse invece che mandarti via vuole parlarti di questo, non dirmi che non ci hai pensato ! - esclamò ritenendo ovvio aspettarselo da parte sua.
Satiel sentì qualcosa rompersi dentro di lei, e subito seppe che era il suo sogno mormorato al vento sere prima.Malik non si era minimamente riferito a sè in tutto quel discorso .Ostinata decise di giocare il tutto per tutto.
- Nessuno di coloro che ho curato  sarebbe potuto essere un mio potenziale compagnio Malik, nessuno di loro aveva i requisiti di Nasser, nè ...aveva riportato ferite tanto gravi che non gli avrebbero permesso di maneggiare più le armi .- disse d' un fiato consumando tutto il coraggio che aveva.
Dio! L' aveva detto! Gli aveva celatamente confessato che lo avrebbe accettato se l' avesse chiesta al Maestro! Non poteva credere che lo aveva fatto davvero!
Era così felice,così convinta che anche dall' altra parte le sue parole sarebbe state accettate con la stessa gioia che le animava il petto e la faceva quasi lievitare da terra , così inconsapevole dell' effetto che aveva provocato in chi le aveva ascoltate ,che la sua gioia fanciullesca si tramutò di botto in paura quando si ritrovò a fissare gli occhi di Malik.
Finalmente comprese il terrore delle vittime che se lo erano ritrovato davanti. Quegli occhi scuri e caldi ,dove aveva sempre trovato calma e comprensione si erano tramutati in due fessure sottil  e taglienti cariche d' odio e desiderio di sangue. Fu così raggelata nel trovarsi difronte Malik l' assassino, che si portò inconsapevolmente una mano alla gola in un primitivo gesto di difesa.
- Mi stai forse dicendo che preghi affinchè ne capiti uno sotto le tue cure ?- sibilò tagliente.
- No,non, non intendevo, hai frainteso... - cercò di difendersi debolmente.
" Io volevo solo essere la tua compagna, non hai capito che mi sono innamorata di te ? "
Avrebbe tanto voluto dirgli invece. Malik continuò ,spietato.
- Vuoi  l' ordine decimato e distrutto ? Ci vuoi tutti mutilati e indifesi così che tu possa giocare a prenderti cura di noi ? - le urlò , ormai completamente fuori controllo.
Hassam aveva sbagliato a non valutare che se da un lato le ferite del corpo di Malik miglioravano, dall' altro quelle dell' anima forse non si sarebbero rimarginate mai.Troppo recenti erano  ancora la rabbia e il dolore cocente dell' assassino,troppo era  immaginare che fosse  riuscito a venire a patti con l'idea della nuova vita di inattività fuori dell' ordine  che lo aspettava ,era tutto troppo per affrontare serenamente questo genere di discorsi.
Satiel si sentì fisicamente male per quelle parole completamente sbagliate che la dipingevano come una persona priva di valori e opportunista. Il cuore le martellava sordo nel petto e sentiva l' aria venirle meno come se stesse per svenire, sentirsi così  tangibilmente odiata.Non credeva possibile che potesse succederle tutto questo per delle semplici parole fraintese.
Incominciò a indietreggiare come se fosse una fuga , desiderando solo mettere piu' distanza possibile tra lei e quell' uomo. 

Aprì di scatto la porta e senza pensare a nulla si catapultò fuori.
" Ho sbagliato tutto " considerava tra sè mentre si dirigeva all' esterno svoltando in quei corridoi che il tempo le aveva insegnato a conoscere.
Giunta sulla soglia del passaggio che portava nell' ingresso principale si fermò a guardare gli assassini impettiti messi di guardia in prossimità delle colonne.
Non si seppe spiegare perchè ma le tornò in mente  Nasser, ripensò alle sue mani, alla sua voce, a quel suo strano modo di fare che lo portava a passare rapidamente da uno stato di rabbia furiosa a uno di calma profonda, e percepì chiaramente tutto il vuoto della sua assenza. Chissà dov ' era adesso Nasser, forse era tornato in quella sua casa abbandonata che voleva rimettere in buono stato e la stava guardando scuotendo leggermente la testa perchè c'era troppo lavoro da fare e non avrebbe fatto in tempo a ristrutturarla in fretta...avrebbe messo le mani sui fianchi e avrebbe trovato una  soluzione particolare ,borbottando come un vecchio brontolone, pensando contemporaneamente a qualcos' altro da fare ,perchè era una persona attiva,e non voleva essere messo in panchina ancora per molto ...Nasser...
- Vorrei che fossi qui, tu sapresti cosa fare. - mormorò.
Prese un gran respiro e camminò difronte a quegli assassini che pur riconoscendola non le impedirono di passare,  non  mollandola d' occhio fino a che la pendenza del sentiero non la nascose alla loro vista.
Percorse a passo veloce il sentiero ripido ,costeggiando l' arena da dove venivano i rumori degli allenamenti, continuando a tenere lo sguardo fisso a terra per non farsi notare, e continuò per quella discesa,tra la gente , tra le altre donne come lei , ma allo stesso tempo diverse da lei, fino ad arrivare all' ingresso della città senza nemmeno accorgersi del  tragitto percorso.
- Dio, ti prego ,fammi andare via di qui,fa che non mi fermino. - pregò intensamente.
Alzò gli occhi su quell' enorme cancello di legno ,e le sembrò invalicabile,sempre  controllato da qualche vecchio assassino seduto  sotto gli alti pali della recinzione, intento a  registrare colla mente l' andirivieni delle persone che aveva visto transitare di lì in quel giorno,intrattendendosi con la naturalezza di chi capita nei pressi per caso e si siede per riposare un poco.
Vederli così innocui,ma saperli così letali le fece correre un brivido lungo la schiena e per un momento pensò di desistere , tornare indietro per profondersi in mille scuse con tutti e supplicarli di occuparsi di lei.
"No , non devo cedere! Ce la devo fare !  "
 Prese ad avanzare risoluta, guardando gli uomini di sottecchi, notando che anche loro la stavano fissando pur non tradendo nessun movimento che rivelasse la direzione e l' interesse dei loro sguardi.
- Così sapranno sicuramente che sono passata di qui, ma non mi importa ! - disse piano per farsi coraggio. L' uscita si avvicinava ,ma loro non accennavano nè ad alzarsi ,è a fare qualcosa per fermarla.
Si toccò la gola con un gesto nervoso e si mosse con cautela  fino a che fu fuori dalla linea immaginaria che segnava il confine del piccolo villaggio di Masiaf.
La casa di Nasser non era  distante, bastava procedere fiancheggiando la montagna, verso est, fuorimano, fuori pericolo...
Continuando a  mantenere il passo lento che l' aveva aiutata a passare  voltò il viso indietro, sopra la sua spalla e non vide nessuno.Si girò e si lanciò in una corsa a perdifato.

Era grigia e polverosa come la ricordava,era la casa che ricordava,il resto erano solo piccoli dettagli accumulati senza significato alcuno.
Si accoccolò in un angolino che le sembrava  essere un nascondiglio abbastanza sicuro e provò a dissipare la tensione accumulata  stiracchiandosi e prendendo profondi respiri.La polvere che galleggiava nell' aria la fece tossire nervosamente , ricordandosi della prima volta che era entrata lì dentro.Divenne se possibile ancora più triste.
Si adagiò di lato sperando di prendere sonno,e attese paziente quell' oblio che giunse a fatica .

Sentì una leggera pressione scuoterla sulla spalla con insistenza.
In una dolorosa associazione di idee il tocco così familiare le ricordò sua madre,e si raccolse in un pigro gesto di risveglio, crogiolandosi in quella sensazione.
Quando aprì gli occhi e mise a fuoco le vesti lunghe e bianche di uno dei priori di Masiaf non potè fare a meno di urlare.
- Calmati .- le sussurrò una voce profonda.
Satiel percepiva che l' uomo continuava a tenerla per la spalla ,come se avesse paura di vederla evaporare sotto il suo tocco,troppo terrorizzata per staccare gli occhi dai pochi particolari del suo viso che l' ombra del cappuccio celava appositamente.
- Calma - ripetè suadente, e  potè avvertire una nota molto più gentile insinuarsi nell'inflessione della  sua voce, pur trovando la richiesta da parte sua veramente irrealizzabile.
Come poteva chiederle di tranquillizzarsi se sapeva che di lì a poco l' avrebbero uccisa per essersene andata senza permesso ?
- Non ci riesco - balbettò.
- Sst , tranqullizzati,sapevo che saresti venuta qui. Sei stata prevedibile. - cercò di distrarla per farla rilassare.
- Davvero ? Forse non avrei dovuto fermarmi. - rispose amaramente, ma  il bisogno di ritrovare i suoi ricordi piacevoli era stato troppo forte.
L' assassino diminuì la pressione della  presa su di lei e accennò a una specie di sorriso beffardo.
- Ti avrei ritrovata comunque. - constatò.
Satiel si sentì senza scampo, e pur sapendo che era  effetivamente così non le piacque.
- Andiamo,ti stanno  aspettando. - la esortò, e mettendosi in piedi provò a tirarla su con sè , pensando che l ' avrebbe seguito docilmente.
Si ritrovò spiazzato difronte a quella sua reazione repentina  e disperata, come se  volesse obbligarla a seguirlo con l' intenzione di  farle del male.
La vide divincolarsi con uno strattone violento , e cercare di spingerlo via per sgusciare fuori prima di lui.Con uno scatto le afferrò un polso, tirandola violentemente a sè e inchiodandola con entambe le mani alla parete, non risparmiandole una stretta ferrea suoi polsi che la fece gemere.
- Mi dici che cosa hai ? Non mi hai riconosciuto ? Pensi voglia farti del male ? - le disse aspramente piegandosi su di lei quasi a sfiorarle il collo.
La ragazza impallidì , confusa da tutta quella vicinanza e dal calore intenso di quel corpo.
- Non so affatto chi sei, e anche se lo sapessi io lì non ci torno ! - gridò.
- Lasciami, che ve ne fate di una come me ? non andrei bene nemmeno come schiava ! - continuava a urlare dibattendosi contro di lui per allentare senza alcun risultato la stretta.
L' assassino la lasciava divincolarsi senza fare altro che trattenerla,aspettando il momento in cui lo sforzo prolungato l' avrebbe ricondotta alla calma e alla ragione.
L' inutille ribellione di Satiel durò parecchio, fino a ridurla col fiato corto per gli sforzi ,e la voce roca per le grida. Quando finalmente smise di dibattersi , sentì la stretta diminuire del tutto,e percepì le braccia dell' uomo spostarsi dai suoi polsi ai lati del suo viso, racchiudendola in un abbraccio che aveva molto in comune con la costrizione di un recinto.
- Se fossi stata un uomo ti saresti battuta con onore. - commentò ironico.
- Mi dispiace dirti che ho una stretta molto forte ,anche secondo l' opinione di molti dei miei confratelli. - la prese in giro.
Sentendosi umiliata e derisa ,girò il volto di lato e aspettò. Molto bene, che ridesse pure, in fondo se lo era meritato, pensò.
Lui le prese delicatamente il viso e la fece voltare nella sua direzione.
- Me lo dici adesso perchè non vuoi tornare a Masiaf ? Hassam non lo ammetterebbe nemmeno sotto tortura, ma era pallido per la pena. - spiegò.
Satiel sussultò a quell' informazione e guardandolo preoccupata decise di collaborare.
- Tu chi sei ?, io non ti conosco. E' Al Mualim che ti ha mandato a riprendermi ? - domandò .
- Si, è stato Al Mualim  su insistenza del tuo medico su cui sembri esercitare un notevole ascendente. - Disse sorridendo.
- Che ci trovi di tanto buffo ? -
- Mi domando come abbia fatto a convincerti Nasser a seguirlo fin qui considerato che il povero Hassam nemmeno ha fatto in tempo ad informarti che ottenuto di averti come compagna che già ti sei volatilizzata ! -
Satiel imapallidì.
- Che cosa ? -
- Hai capito bene ! Al Mualim ha accolto la sua richiesta ed ora sei la sua compagna , ecco perchè mi hanno mandato a riprenderti, se no stai certa che a quest' ora avresti fatto davvero una brutta fine ! -
La mancata reazione di sollievo lo insospettì, e capì che c'era dell' altro.
- Non era per questo che eri venuta qui ? Non eri qui per dire addio al tuo precedente legame ? - le chiese perplesso.
- Tu sai tante cose di me , e pretendi di leggermi dentro ,ma io ancora devo capire che sei. - rispose invece.
- Altair, Satiel. Io sono Altair. -

 

Satiel lo fissò convinta di aver capito male.Forse i ricordi risalivano a un evento troppo distante per essere ricordato con dovizia di particolari e sbagliava nell' associare un nome a un volto,oppure semplicemente c'erano due assassini con lo stesso nome...non poteva essere che fosse proprio lui la persona che avevano mandato per ritrovarla,ma soprattutto  se era veramente lui , non riusciva a credere di essere ancora tutta intera.
Senza rendersene conto si accarezzò distrattamente il busto e le braccia per verificare che non ci fossero tagli o ematomi sotto lo sguardo attento di  Altair, che  lo prese per un gesto di timidezza, e si rallegrò pensando che aveva finalmente smesso di resistergli.
- Ritengo che sia arrivato il momento di incamminarsi per tornare indietro. - la esortò bonariamente allontanandosi da lei.
Gli occhi della ragazza furono attraversati da un lampo di ribellione che gli piacque poco, si era aspettato molta più ragionevolezza da parte sua.
In fondo era una donna,valutò, e le donne sono rinnomate per essere incomprensibili,doveva invece ritenersi fortunata che ci fosse qualcuno che si era esposto per lei, e poi Hassam anche se non più giovanissimo non era affatto un partito da scartare su due piedi ! In molte avevano provato a essere notate da lui, doveva solo ringraziarlo per averla preferita alle altre.
Vedendola ancora immobile incrociò le braccia sul petto ragionando sul fatto che quella non era la reazione giusta per una semplice fuga dettata da un attacco di nervi  .La fissò cupo cercando di capire.
- C' è qualcuno che ti sta aspettando qua fuori ? - insinuò subdolamente.
Le sue parole le schioccarono addosso come un colpo di frusta facendola sussultare.
- No, nessuno . - si affrettò a smentire allarmata da quel cambio repentino di umore.
- Allora mi fai intendere che il problema è Hassam ? Cos' è,  hai forse paura di lui ? Credi che con te non si dimostri gentile ? - la provocò per farle mostrae il suo punto debole.
Satiel rimase colpita da quelle parole perchè non avrebbe mai creduto  che fosse capace di destreggiarsi in simili discorsi, e le elaborò rapidamente.
Hassam non era il vero problema del suo turbamento,ovvero, non lo era in parte,perchè quando avrebbe preteso qualcosa in più dalla loro relazione che non fosse un aiuto coi malati ,avrebbe dovuto rendergli  conto di alcune realtà che l' avrebbero messa in guai molto seri,e al solo pensiero rabbrividì visibilemente.
- Ho indovinato. - confermò cinico l' assassino alla sua reazione.
La ragazza avvampò di vergogna, come si permetteva di essere così diretto ?
- L' argomento non ti riguarda minimamente ! - scattò inviperita.
- Pensavo fossi stata istruita al riguardo, non vedo il motivo di tanta ritrosia. - continuò intuendo che la stava tenedo in pugno.
- A meno che tu non mi stia nascondendo qualcos' altro che dovrebbe essere reso noto, Satiel. - la sua voce si fece più dura.
- Ti consiglio di parlare in fretta,non avevi alcun motivo di fuggire così, nessuno ti aveva fatto nulla ! A chi stai passando informazioni qua fuori ?- disse avanzando verso di lei come se la volesse minacciare.Con un movimento rapido le afferrò un polso e glielo torse con decisione dietro la schiena facendole emettere un grido di dolore.
- Nessuno,ti giuro, non ho mai parlato con nessuno ! Sono fuggita e basta ! Ti prego ,lasciami ! -
- La verità ! - le disse aspramente accentuando la torsione.
Satiel non resse, il suo fisico non ne aveva la forza,la sua mente cercava solo un appiglio,un punto saldo da cui ripartire e riorganizzare tutto, e negare le risposte non l' avrebbe facilitata in questo.
In fondo era sola e senza scampo, quella proposta inaspettata le poteva garantire un pò di quella solidità che non aveva più, perchè comprometterla ?Perchè resistere ?
- Fuggivo perchè credevo che mi avreste abbandonato per strada, o messa in vendita  alla prima occasione! Non credevo che qualcono si facessa avanti per me ! - provò a convincerlo.
- Piccola bugiarda, perchè non vuoi che ti riporti indietro allora ? Quella che ti si offre è una vita sicura ! - la contraddì.
Satiel non ce la faceva a rimanere lucida quel tanto che bastava per costruire una scusa convincente che facesse diminuire l' ostilità verso di lei, e contemporaneamente continuasse a nascondere la verità.Cedette con rabbia a quella situazione,sapendo che per lei era finita comunque.
- Perchè Nasser non mi ha mai toccata ! E Hassam se ne accorgerà quando sarò sola con lui nel suo letto , avvertirà Al Mualim e verrò condannata come traditrice ! Ma tanto non fa alcuna differenza dal momento che te ne ho messo a conoscenza e che molto probabilmente provvederai tu stesso a togliermi la vita ! -esclamò tra le lacrime copiose che le invasero il volto. 
Altair era incredulo e furioso.
- E per tutto questo tempo ci hai mentito solo per avere un tetto sicuro sopra la testa ! - esclamò.La girò con rabbia verso di sè e la schiaffeggiò irato per il suo raggiro.
Il colpo fu forte,non poteva negare che le aveva fatto parecchio male, ma non osava ribellarsi perchè sentiva di meritarlo tutto.Aveva tradito in un modo o nell'altro la fiducia di tutti coloro che le avevano teso una mano, e adesso le veniva presentato un conto troppo alto da pagare per le sue risorse.
- Nasser mi aveva lasciato un suo pugnale ,il giorno in cui morì . -pronunciò debolmente,smarrita come se stesse raccontando un sogno.
- L' aveva fatto per garantirmi un ' ultima possibilità di difendermi se ne avessi avuto il bisogno. L' ho rigirato nelle mani tante di quelle volte, il giorno in cui mi hanno informata che era morto ,che credo di averlo consumato tutto.Avrei dovuto usarlo  su di me in quella circostanza, solo ora me ne rendo conto,così starei ancora al suo fianco. - riferì con dolore e nostalgia.
Altair ascoltando quella parole  non si capacitava di come due persone potessero essere tanto unite spiritualmente, e tuttavia così lontane sul piano fisico.
- Hassam era un uomo speciale. - mormorò convinto .Satiel alzò lo sguardo per guardarlo meglio, stupita da quell' ammissione.
Uno spasmo involontario attraversò il viso dell' uomo al ricordo di quel maledetto giorno di ritorno dalla missione al Tempio di Salomone, e del fatto che era stato il suo gesto a portare a quella morte fuoriluogo.
- Non capisco perchè abbia deciso di condurre un simile rapporto ,ma dalle tue parole ho la prova che teneva a te.Hai fatto male a tenerlo nascosto al Maestro, forse ti avrebbe saputa aiutare. - concluse senza più traccia di tutta quella rabbia palesata poco prima.
Allentò la stretta quel tanto da sentirla smettere di fremere per cercare di sottrarsi alle sue percosse, dispiaciuto che da una singola azione fosse scaturito tanto male.
- Cosa mi accadrà, sei in grado di dirmelo ? - chiese ormai rassegnata
- Dipende da Hassam, se intende coprire questa situazione , credendoti, oppure consegnarti nelle mani di Al Mualim per aver ingannato tutta la confraternita e infangato la memoria del tuo defunto compagno. Aggiungi che la tua fuga avrebbe quindi una spiegazione logica, e che molto probabilmente verresti condannata ,e  frustata pubblicamente fino al sopraggiungere della morte. In genere è così che finiscono le traditrici che hanno venduto l' ordine. - sipegò con una naturalezza agghiacciante.La ragazza deglutì.
- Ma io non ho tradito nessuno. - accennò in sua difesa.
- Non hai detto la verità e ti sei presa gioco di noi, questo equivale a tradimento. - rispose secco.
- Ti consiglio di dirlo subito appena arrivati, forse otterrai una morte più clemente. - Satiel trasecolò non credendo alle proprie orecchie.
Si aggrappò con disperata urgenza al braccio di Altair e lo supplicò semi soffocata dalla paura.
- Ti prego, uccidimi adesso. Ti prego risparmiami l' umiliazione, in fondo non lo merito. Avrò lo stesso la fine che mi spetta per mano tua. - sussurrò con la voce spezzata dal pianto.
Altair la fissò, rivide in quel volto giovane il dolore causato da un errore non voluto, il suo errore non voluto.Gli tornò in mente quella volta che si erano visti tutti assieme e che era venuto alle armi con Nasser, comprendendo che era anche per lei che lo aveva affrontato, per non fare brutta figura,constatò sorridendo lieve.Nasser, questa vita che volevi per te , non l' avrai nemmeno questa volta.
Prese su due piedi una decisione folle.
- Cosa sei disposta a rischiare per sopravivere ?- la incalzò d' un tratto.
- Non capisco ! - rispose disorientata a questa domanda inaspettata.
- Tutti pensano che hai avuto  un momento di debolezza e che sei voluta tornare in un luogo famigliare, se io appoggissi queste convinzioni saresti disposta a rischiare ancora per sfuggire alle conseguenze del vostro gesto ? - la stava affrontando apertamente,chiedendole di mettere da parte tutto ,superare il passato per continuare a vivere, e riparare in un certo senso alle sue colpe, ma lei sembrava non capire.Questa sua ostinazione gli fece sorgere qualche dubbio.Che avesse deciso la morte come ultima vera soluzione ? Che si tirasse definitivamente indietro ? Non poteva essere !
- Cosa mi stai chiedendo di fare Altair ? - disse presa dal panico, compleamente incapace di seguirlo nei suoi ragionamenti.
- Lo capirai presto. - e con rabbia la obbligò a ricevere un suo bacio , bloccandole i polsi e schiacciandola contro la parete.
Satiel impietrì contro di lui, serrando le labbra e rifiutandogli l' accesso alla sua bocca.Altair si staccò bruscamente e la fissò con risolutezza, facendole chiaramente intendere che aveva deciso per entrambi, e che la cosa non era minimamente da mettere in discussione. 
- Apri le labbra. - scandì come se impartisse un ordine a un subalterno.
- Ti prego . - supplicò lei con voce tremula,non lasciando intendere se gli chiedeva di ucciderla comunque, o di fare piano mentre la prendeva.
- Non ti faccio male, stai tranquilla. - le mormorò  rassicurandola, ammirando estasiato la paura dentro il suo sguardo.Si sentì eccitato da quella sensazione di potere su di lei, desiderando sempre più violare l' intimità di quel corpo premuto al suo e separato dalla barriera di semplici indumenti,così facile da infrangere. Si avvicinò e incominciò a esplorarla da vicino ,con pochi intimi tocchi che la fecero inarcare sotto di sè, facendo crescere la voglia di possederla.
Satiel chiuse gli occhi accettando la sua soluzione e lo lasciò fare, attenta a come le si muoveva addosso, alle labbra calde che le sfioravano il collo, alle mani che si allentavano dai suoi polsi per accarezzarla dappertutto, piacevolmente coinvolta da quei gesti esperti.
Altair mantenne fede alle sue parole fino in fondo,trascinandola sull' orlo di un baratro dove era facilissimo perdersi.
Alla fine la tenne stretta,finchè il suo corpo non smise di essere scosso da brividi irrefrenabili, serrandola contro di sè in attesa che si risvegliasse unita a lui.

La risalita verso Masiaf non le era mai sembrata così aspra, e dire che aveva percorso ormai in diverse circostanze quelle strade polverose, ma questa volta il senso di colpa l' appesantiva prepotentemente, rendendo ogni suo passo trascinato e  vacillante.A intervalli regolari percepiva il cumulo di tensione formarsi familiare nel petto, sovrastandola fino quasi a farla gemere,ma  ogni volta che voltava la testa alla ricerca di una parola di conforto , lo sguardo fermo dell' assassino la dissuadeva con facilità, esortandola a proseguire.
Non aveva più detto una parola dall' ultima volta, mantenendo un ferreo  silenzio che permeava l' aria e la rendeva greve di impegni  da assolvere e promesse da mantenere. Da quando si era ripresa le uniche parole che gli aveva sentito pronunnciare erano semplici esortazioni a fare in fretta, non accennando minimamente a quello che era successo tra loro.
Satiel avrebbe invece voluto porgli mille domande , da che cosa gli avesse fatto cambiare idea così bruscamente, al perchè l' avesse fatto , al più romantico se gli era piaciuto.Alla fine ruppe il riserbo e decise per la domanda che avrebbe generato più conseguenze.
- Altair - lo chiamò piano senza girarsi.
Non udendo una risposta si fermò e si girò verso di lui.Era sicura che l' aveva sentita, quindi perchè non risponderle? Forse ce l' aveva con lei ?
- Ecco... io, volevo sapere... - farfugliò abbassando il capo e rendendo quasi impercetibili le parole che seguirono.
L' assassino la raggiunse e le si fermò difronte a pochi passi da lei, il viso serio, concentrato  nello sforzo di capire cosa gli dovesse chiedere.
- Mi domandavo ... se era possibile che noi, che io cioè ... - il suo silenzio non la aiutava.
- Se è possibile che io abbia un figlio da te . - Disse d' un fiato snocciolando in fretta le parole.
Lo guardò in un misto di speranza e innocenza , prima di essere spiazzata dal ghigno truce che vide formarsi sulla sua bocca.
- Io non genero bastardi in giro. Non ti preoccupare, sono stato attento per tutti e due. - rispose.
 Io non genero bastardi in giro, io non genero bastardi in giro....
Quelle parole richiamarono al suo udito il rumore di qualcosa di molto delicato e fragile che era stato lasciato cadere di proposito  al suolo, e fu certa di intravedere nitidamente l' immagine al rallentatore di quel gesto crudele e inutile.
Non ebbe più voglia di parlare di niente. Si girò veloce affrettando il passo, rimpiangendo solo di non averlo supplicato abbastanza per convincerlo a ucciderla.
Si sentiva sporca  come se fino ad allora avesse trascorso la vita a rotolarsi nel fango,indegna ,uno stupido intrallazzo per uomini ubriachi.
I ricordi corsero rapidi alla sua famiglia, a sua madre che teneva così tanto a fare di lei una padrona di casa perfetta, e a suo padre, che trascorreva le nottate a valutare quale tra i possibili pretendenti fosse il marito che le avrebbe garantito una vita maggiormente piena di agi.
Ecco ora qual' era la verità, quella di una ragazza crudelmente resa orfana, rapita da un trafficante in vite umane per soddisfare i desideri di un adepto dell' ordine degli assassini.
Rapidamente resa  "vedova", e costretta a mentire per salvarsi  da una morte atroce, violentata da un altro membro della setta, che dopo averla definita alla stregua di una cagna bastarda ,l' avrebbe riconsegnata nelle mani dei suoi precedenti padroni per farla diventare la  fattrice di un suo confratello! Nessuno avrebbe saputo augurarle di meglio ! Complimenti Satiel, un futuro roseo oltre ogni previsione!
Accecata dalle lacrime che le scendevano copiose sul viso non si accorse di essere a meno di cinquanta metri dai cancelli.
D' un tratto sentì la presenza di Altair farsi tangibile accanto a lei, e premerla con decisione facendola deviare verso una nicchia formata dalle pareti delle rocce che incanalavano il sentiero.Così nascosti un po' da tutti, si osservarono silenziosi .
- Asciugati quelle lacrime - disse, e non le sfuggì la nota stranamente premurosa della sua voce.
- Quando saremo dentro, faremo come ti ho detto. La mia versione sarà semplice e sicura,e soprattutto deve coincidere alla perfezione con la tua.Ti ho ritrovato nella casa di Nasser in lacrime, in preda a un crollo di  nervi perchè non sapevi che cosa aspettarti dalla decisione di Al Mualim sul tuo futuro, e sconvolta perchè ancora sei legata al tuo compagno morto. -
Sentirlo usare con tanta naturalezza  argomenti che la toccavano profondamente, la fece sussultare di dolore per il cinismo dimostrato.
-  Nessun riferimento ad Hassam, nessun accenno a quello che ci siamo detti,nè naturalmente a quello che abbiamo fatto, mi sembra logico. - fece una pausa scrutandola in volto per accertarsi che avesse afferrato tutto. Satiel fece un cenno affermativo con il capo.
- Bene.Se a un certo punto ti venisse in mente di cambiare idea e ritrattare facendo il mio nome, sappi che saprei ritorcere contro di te tutto quello che ti verrà di dire, e  da tutti puoi avere la conferma che sono un maestro in questo genere di manipolazioni. - la minacciò.
Altair vide la paura sul suo viso e si dette dello stupido per non essersi saputo moderare. Non stava conducendo l' ennesimo interrogatorio con un uomo non avvezzo a farsi intimidire,ma con una ragazzina che poteva dire di aver quasi violentato,e che fino a poco fa lo supplicava di toglierle la vita.
In quello stato di terrore non ce l' avrebbe mai fatta a resitere a una sola delle eventuali domande propostele,e Al Mualim era impossibile da ingannarre,troppo abile anche per persone con una certa esperienza come lui.Si sarebbe fatta scoprire subito.Prese un profondo respiro, il fatto di essere in parte coinvolto non lo metteva a suo agio.
- Cerca di concentrarti su poche cose e mantieni la calma. Da quando sei partita hanno creduto che fossero questi i motivi della tua fuga, dovrai solo limitarti a confermarli.Tutto il resto ignoralo, siamo intesi ? Pensi di farcela  ? - le domandò rassicurante.
- Ce la farò Altair. - rispose  debolmente.
La guardò preoccupato. Doveva essere più convinta, forse avrebbe dovuto anche consigliarla sul "dopo" , per farle acquisire maggiore scioltezza.
- Satiel, un ' ultima cosa. Con Hassam, se sentissi che per te è proprio insopportabile,ti prego, mostrati mansueta,cerca di fingere.Daresti troppo nell' occhio se ti rifiutassi. -
La ragazza avvampò.
- Seguirò i tuoi consigli. - sussurrò.
- Non sono capace di avere due donne. Non potrei mai pensare di avere dei figli con un' altra che non fosse lei. - confessò a un tratto.
Si girò veloce e le fece segno di accostarsi a lui. Satiel ancora spiazzata da quanto era successo fece fatica a coglire il vero senso di quelle ultime parole,ma che qualcosa fosse cambiato lo intuì dal fatto che adesso l' assassino le camminava al fianco e non più dietro di lei,distante.

Appena giunti , tutto successe in fretta.
Le guardie davanti all' ingresso del cortile, adeguatamente allertate, invitarono Altair a recarsi subito da Al Mualim, e presero in consegna con piglio vigoroso una terrorizzata Satiel che si sentì afferrare rudemente per le braccia e trascinare verso un ingresso laterale di cui aveva fino a quel momento ignorato l' esistenza.
Non fu stupita nel vedersi difronte Hassam preoccupato e in parte incredulo di vederla sana e salva, recapitata dai due assassini che l' avevano scortata sin lì.
- Vi ringrazio,adesso è con me. - li congedò. Si concesse un bel respiro solo quando li vide lontani.
Le rivolse un ' occhiata indecifrabile, aspettandosi  che  lei parlasse per prima,ma quando accennò a iniziare il discorso la bloccò subito, troppo felice di averla per sè per aspettare ancora a lungo.
- Ti informo che ci sono stati notevoli cambiamenti riguardo alla tua posizione mentre eri via. - iniziò con un tono mezzo serio mezzo ilare.
Satiel si sentì inspiegabilmente nervosa per questo suo ottimismo, e si trattenne a malapena dalla gran voglia di confessare che conosceva  già la verità.
Il medico le riservò uno dei suoi incoraggianti sorrisi e riprese fiducioso .
- La tua fuga ci ha messi tutti in ansia, ma comprendiamo bene il tuo stato d' animo dovuto ai recenti sviluppi, e in parte siamo propensi a passarci sopra. Spero non ti dispiaccia sapere che per ottenere ciò ho perorato la tua causa difronte al Maestro, e insieme abbiamo anche trovato un accordo che garantisce a vita la tua permanenza tra queste mura. -
 Tacque e aspettò un commento. Il silenzio accolse le sue aspettative. Hassam in tutta franchezza si aspettava una reazione più entusiasta da parte sua dopo le belle parole pronunciate. Fu un pò deluso nel vederla solo accennare di si col capo, ma ingenuamente attribuì il tutto alla tensione accumulata.
- E dimmi, ti hanno gà informata ? - chiese premuroso.
- Non so niente. - continuò a recitare Satiel, proprio come Altair le aveva consigliato.
- Da adesso tu ed io siamo compagni, ho già ottenuto il consenso del Maestro, anche se tu eri fisicamente lontana. - la informò.La fissò attento, cercando di capire la sua posizione al riguardo dai suoi minimi gesti.
La ragazza rimase immobile difronte a lui, se non avesse respirato l' avrebbe scambiata per un manichino per gli allenamenti, il volto tirato in un ' espressione seria.
- La vicinanza di Altair è contagiosa, mi domando cosa sarebbe dei suoi allievi ,se ne avesse, se su una semplice ragazza ha operato metamorfosi coì prodigiose. Praticamente avete lo stesso volto. -
constatò lievemente contrito dopo una lunga pausa.
- Arguisco che la cosa non è di tuo gradimento ?- domandò alla fine.
- Non ti piaccio ? - insistette.
Allarmata da quelle domande Satiel si affrettò a reagire, lanciandosi in scuse profonde e spiegazioni dettagliate di quanto ancora fosse stordita da tutto. Fece uno sforzo enorme a rivolgergli parole e gesti vagamente affettuosi che potessero dargli la prova che gradiva anche la sua vicinanza fisica,terrrorizzata all' idea che ritirassse tutto facendo verificare la peggiore delle ipotesi.
La cosa sembrò convincerlo, perchè la prese per la mano con fermezza, portandola con sè dentro l' edificio.
- Credo che per sentirti meglio non ci sia nulla di più efficace di un pò di calore umano. - scherzò finalmente disteso, facendo chiara allusione a quello che sarebbe successo di l' a poco tra loro.
Satiel fu felice solo che preso com' era da tutto il suo slancio, non si fosse accorto del suo tremore.

- Voi assassini avete delle stanza in luoghi davvero introvabili. - commentò una volta arrivati.
- Minimizziamo il rischio che qualcuno ci trovi con facilià e ci uccida nel sonno. - spiegò blandamente.
Chiuse la porta dandole le spalle ,mentre lei si guardava nervosamente intorno.
" Che buffo, c'e' uno scaffale. " annotò mentalmente."E' molto più adorna di quanto pensassi ".
- Ah !- le sfuggì dalle labbra quando sentì all' improvviso le mani di Hassam calarle lentamente il vestito dalle spalle.
Incrociò involontariamente le mani sul seno come pre proteggersi, accorgendosi subito dell' errore del suo gesto. L' uomo lo notò e sorrise vicino al suo collo.
- Forse è passato troppo tempo dall' ultima volta ? - le chiese lieve non dandole tregua.
Delicatamente le fece abbassare le mani e e le sfilò il vestito anche dalle braccia,che si produsse in un suono ovattato quando toccò terra, facendola rimanere nuda davanti a lui, enormemente a disagio e incerta su cosa fare.Non osò voltarsi, ma potè chiaramente distinguere il rumore dei gesti che anche lui compiva per liberarsi degli indumenti.Chiuse gli occhi e si concentrò a pensare ad altro.Dapprima furono pensieri banali, poi, man a mano che l' uomo la conduceva sul letto e la posizionava sotto di sè, incomincò a ripensare alla sua prima volta con Altair, e senza darsi una spiegazione fu grata che fosse stata con lui.
- Apri le gambe ,Satiel. - sussurrò al suo orecchio con la voce resa roca dal desiderio.
Lei lo assecondò come meglio potè, facendo come le era stato suggerito, cercando di farsi coinvolgere più che poteva, facendo passare  i suoi sussulti in mugolii di piacere, nell' attesa che finisse in fretta.
Quando rimase immobile circondata dal suo abbraccio, la fredda consapevolezza che non avrebbe mai provato nulla più che affetto per quell' uomo la pervase.
Hassam era gentile,  sentiva che i suoi gesti erano premurosi e le sue richieste mai forzate,ma ogni volta che la prendeva per lei era come se fosse un estraneo.



 

  
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