Avevo tutto quello che avessi potuto desiderare, non c'era nulla che mi mancasse.
O almeno, questo era ciò che pensavo prima di incontrare lei...
Quella mattina, quando mi svegliai, il mio letto era immensamente grande e freddo.
Un anno prima avevo deciso di cambiare il tradizionale letto singolo con uno a due piazze, per stare più comodo e muovermi quanto volevo durante la notte, ma quel giorno, per la prima volta, mi parve troppo grande per una persona sola.
Forse era perchè da quando i miei incontri con Jenny erano diventati più frequenti la sognavo ogni notte , con quel magnifico sorriso e quegli occhi sinceri che mi avevano colpito dal primo istante, e ogni volta che mi svegliavo speravo di girarmi e trovarla distesa accanto a me, anche se sapevo benissimo che non era possibile.
Non ci eravamo mai incontrati in un posto che fosse diverso da quel bar all'angolo sotto casa mia, e la cosa cominciava a starmi stretta.
Avevo passato tutta la sera precedente a pensare a come chiederle un appuntamento, finchè non ero giunto alla conclusione che dovevo farlo e basta, senza prepararmi nessun discorso di circostanza. Jennifer non era una ragazza come le altre per me, e pertanto meritava un trattamento diverso.
Quel pomeriggio arrivai prima del solito al bar, e mentre aspettavo tirai fuori un testo di una canzone che avevo scritto, per riguardarlo. Ero talmente assorto in quello che stavo facendo, che non mi accorsi di Jen che si sedeva davanti a me e prendeva a fissarmi con attenzione.
« Sei bello quando sei assorto nei tuoi pensieri » disse facendomi sobbalzare.
Alzai gli occhi, inizialmente senza capire cosa aveva detto, e poi lei arrossì, abbassando gli occhi.
A scoppio ritardato, il cuore mi saltò un battito, quando realizzai cosa mi aveva appena detto.
Avrei voluto rispondere dicendole quanto lei fosse bella, e non solo quando era concentrata, ma sempre. O magari ammettere che la notte la sognavo, anche se non avrei dovuto, perchè il suo viso era sempre nei miei pensieri, e che ciò che più desideravo era poterla stringere forte per sentire il suo profumo.
« Scusa, non ti ho sentita arrivare », mi limitai a dire reprimendo tutto il resto.
Lei fece spallucce, sorridendo come sempre. « Ti pare. Non volevo interromperti.»
« No, no, non m' interrompi affatto » mi affrettai a rassicurarla.
« Che cosa stavi leggendo? » chiese indicando i fogli che tenevo in mano con un cenno della testa.
« Oh, niente di che. Solo una canzone alla quale sto lavorando » risposi distrattamente affrettandomi a ripiegarli e metterli via.
« Posso vederla? » chiese con la voce di una bambina mentre mi guardava con quei meravigliosi occhi marroni.
« Ancora non è finita » mi giustificai. Il pensiero che Jenny leggesse qualcosa che avevo scritto mi imbarazzava da morire. Avevo paura del suo giudizio, perchè sapevo che sarebbe stato il più sincero, e anche il più importante.
« Quando l'avrai finita però me la farai sentire? » mi sorrise, cercando di essere persuasiva.
« Sì, certo » annuii senza nemmeno pensarci.
Per un attimo ci fu silenzio, prima che decidessi di raccogliere il coraggio e prendere l'iniziativa. « Che ne dici se domani invece di trovarci qui facessimo un giro a Central Park? » proposi sperando che non mi prendesse per un pazzo maniaco.
Lei mi guardò per due secondi interminabili, prima di parlare.
« Bella idea! In fondo è lì che ci siamo conosciuti, magari stavolta riuscirò a pattinare senza venirti addosso! »
Non mi pareva vero che avesse accettato, ero convinto che avrebbe pensato che stavo correndo, che in fondo non ci conoscevamo così bene... ma un'altra volta mi ero sbagliato. Non era affatto strano; Jenny era stata capace di sorprendermi fin dall'inizio, e non si smentiva mai.
« Matt, avrei una cosa da chiederti » disse ad un certo punto, smettendo di bere quello che la cameriera le aveva portato ormai da un paio di minuti.
Io la guardai, sorpreso « Certo, dimmi pure » la incoraggiai.
Jen abbassò la testa, esitando ancora per qualche secondo.
« C'è una cosa che ho scritto che vorrei farti leggere... mi diresti che cosa ne pensi? »
chiese timida. Io m'illuminai, quasi incredulo. « Certo, con molto piacere! » assentii anche troppo veementemente.
Lei sorrise e si girò a cercare qualcosa nella borsa. Ne tirò fuori un plico non troppo alto, rilegato con una pinza colorata, e me lo porse. « Ecco »
Io lo sfogliai distrattamente, solo per valutare quanto tempo avrei impiegato a leggerlo. Non era troppo lungo, non sarebbe stato un problema.
« E' un racconto breve che ho scritto un paio di anni fa. L'ho riletto e rivisto e volevo sapere cosa ne pensavi » spiegò.
Non capivo cosa potesse avere di tanto speciale il mio parere, ma ero felice che avesse scelto proprio me. Non vedevo l'ora di iniziarlo.
« Sarà un piacere » sorrisi sinceramente. « Non vedevo l'ora di leggere qualcosa di tuo » ammisi. Lei sorrise e abbassò un po' la testa, come faceva sempre quando era imbarazzata. Ormai cominciavo a conoscerla un po' meglio, anche se per me rimaneva sempre affascinante e misteriosa. Qualcosa che sei vicino a toccare, ma che per qualche ragione sconosciuta non riesci ad afferrare.
« Oddio, è tardissimo! » esclamò tutto d'un tratto. Quelle parole mi colpirono, rattristandomi.
« Scusami ma devo proprio andare. Ci vediamo domani? Stessa ora, Central Park, all'entrata sulla diciassettesima. » disse in fretta e furia raccogliendo le sue cose e lasciando i soldi per saldare il conto sul tavolo. « Ok, a domani » risposi, ma lei era già sparita nel nulla.
Note dell'autrice:
Ciao a tutte! Ebbene sì, alla fine ce l'ho fatta ad aggiornare!
Come dice la pubblicità: "Sembrava impossibile, ma ce l'abbiamo fatta!"
( Che rivisitata da mio cugino è: " Sembrava impossibile, ma l'abbiamo rotto!" XD ahahhaahaha )
Ma comunque.... non è molto lungo, ma come avrete capito questa storia non vuole essere molto lunga, voglio capitoli brevi, scritti bene ( se mi riesce XD ) e basati sopratutto sui dialoghi e le sensazioni di Matt. Ho deciso di scrivere tutto dal punto di vista di Matt perchè normalmente io scrivo dalla parte della ragazza, a volte cambio Pov, ma fondamentalmente descrive lei. Invece questa storia, come si capirà meglio in seguito, mette al centro LUI. Perchè a me pare che gli uomini facciano sempre più fatica ad innamorarsi, e volevo invece scrivere di uno che è capace di amare tanto e più di una donna. Sto parlando dell'amore plateale, di quello della vita. Parlo di un ideale che ho intenzione di rappresentare in Matt. Per cui, spero che capirete il mio intento, anche nei capitoli prossimi, e che apprezziate.
In ogni caso, lasciate un vostro parere. Bello o brutto che sia, è bene accetto.
In fondo, noi scrittori viviamo di opinioni. :)