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Autore: Tanuki    31/10/2011    5 recensioni
Piccola riflessione sul mio modo di vedere il mondo, ora che la miopia se n'è finalmente andata.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un mio piccolo, stupido pensiero.
Recentemente mi sono operata agli occhi con la chirurgia laser, e la miopia se n'è andata.
Ora tutto mi appare nitido, mi sembra quasi irreale, questo mondo così distinguibile.

Ringrazio tutti coloro che leggeranno e recensiranno!




Non esistono nuvole nel mio cielo

 



Il mio cielo è color lavanda, come se il sole dovesse fargli visita da un momento all’altro.

Il sole, però, non arriva mai; non squarcia mai quel leggiadro attimo di transizione con la sua luce che a volte è troppo forte.

Troppo forte per i miei occhi, che da poco si sono liberati dalla nube che nascondeva la bellezza del mio mondo, rendendolo sfocato e indistinguibile alle mie iridi.

Un raggio rosso come il fuoco, rapido come un battito d’ali di farfalla, una lama vermiglia e impalpabile che ha trafitto il nembo accucciato da troppo tempo sotto le mie palpebre; in un ultimo impeto di rabbia ha scaricato su di me il suo sangue limpido come acqua di sorgente, bagnandomi gli occhi in modo che piangessi come lui.

Poi il mio cielo si è presentato gradualmente dinanzi a me, svolgendosi dolcemente come un fiore che apre i suoi petali, nitido e meraviglioso come non mai.

Senza nuvole né nebbia, niente ora mi impedisce di rimanere immobile a fissarlo, cogliendone ogni minimo particolare.

La dolce sfumatura violetta che si schiarisce sempre più in attesa della luce.

Nell’etere aleggia un sentore di rugiada, sembra che aspetti di essere respirata a pieni polmoni quest’aria fresca, pregna di un fascino crepuscolare così intenso da sembrare quasi sovrannaturale.

Nel mio cielo non esistono nubi sprezzanti, gravide di paura e malinconia, i pochi, timidi cirri che lo sporcano appena vengono spazzati via da un venticello nuovo che carezza la mia pelle, odoroso di vita e speranze.

Sono una fenice che rinasce dalle ceneri di una nuvola scura e morente, dalle sue ali scivolano lacrime di dolore effimero, subito spodestato dalla gioia infinita della visione del mio mondo non più confuso e sfocato, ma chiaro e bellissimo anche nelle sue imperfezioni.

Perché adesso le posso vedere, queste imperfezioni, prima il mio mondo era indefinito, non riuscivo a cogliere i difetti perché prima ai miei occhi era tutto un’immensa imperfezione, una congerie di difetti e carenze indistinguibile, folle nella sua confusione.

Adesso né follia né paura né ansia infestano il mio mondo e il mio cielo color lavanda, dove non esistono più nuvole ma solo solitarie scie di aerei che lo dividono in due.

Quelle linee candide e nette che ora i miei occhi riescono a vedere sono piccoli sprazzi di gioia pura e semplice, e suscitano in me sempre più il desiderio di volare.

Come un passerotto che si alza traballante dal nido e spiega le alucce, smanioso di librarsi nel cielo, e godere di quella libertà ancora insonnolita tra le sue piume.

Non ho più paura del mio cielo senza nuvole.

  
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