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Autore: Black Mariah    31/10/2011    4 recensioni
-Io...noi non possiamo...- gli disse non guardandolo, cercando di aggiustarsi alla meglio il vestito.
Gerard le si avvicinò di nuovo e cercò nuovamente di baciarla, non dandole ascolto.
-No, basta...davvero...Io non voglio...- disse lei allontanando il viso dal suo per non farsi corrompere nuovamente dalle sue labbra.
-Perchè?- disse quasi arrabbiato Gerard. Che le prendeva? Non poteva darsi di nuovo a lui e poi allontanarlo quando voleva lei.
-Perchè sono fidanzata, cazzo.- rispose Annie arrabbiata con se stessa -E non ho intenzione di tradire il mio ragazzo, nè tanto meno di essere la tua amante!- continuò ad alta voce.
"SEGUITO DI LIKE A FUCKIN' ROCKSTAR" (non è necessario leggere la prima storia)
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gerard Way, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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And in mine into your icy blues
And then I’d say to you we could take to the highway
With this trunk of ammunition too
I’d end my days with you in hail of bullets…
 
La notte fu lunga ed Annie non dormì molto bene, sia perché condividere il letto con Chace era alquanto scomodo e sia perché i pensieri che la tormentavano erano molteplici.
Il bus aveva viaggiato per tutta la notte alla volta di San Bernardino e il loro era stato uno dei primi pullman ad arrivare sullo sterrato adibito al concerto.
Il profumo del ragazzo addormentato al suo fianco era penetrante e le inebriava le narici. La sua testa era sul petto di Chace e si alzava e si abbassava lentamente, in sincronia con il suo respiro.
Rimase a guardare forse per più di un’ora il lato lungo del letto…Che cosa aveva fatto?
Era una sensazione strana. Si sentiva in colpa per aver tradito il suo fidanzato, ma allo stesso tempo non se ne pentiva e proprio per questo motivo si sentiva ancora più in colpa, o meglio non si pentiva di essere stata con Gerard, e la motivazione era semplice: in quel momento lei voleva soltanto lui, pensava soltanto a lui.
Se ripensava ai momenti trascorsi le veniva il mal di stomaco, il cuore le batteva forte e le mani le tremavano, ma non per il terrore o qualcosa del genere, semplicemente si emozionava di nuovo a ripensare a quegli attimi.
Summertime…sorrise debolmente. Solo lui era capace di farle provare quelle cose, sia nel bene che nel male…
Si alzò delicatamente da sopra il petto di Chace e scese silenziosamente dal letto a castello. Tutti dormivano. Erano solo le nove di mattina, ma loro erano arrivati lì da qualche ora ed Annie decise di andare a fare colazione da qualche parte, sempre se da quelle parti ci fosse stato un bar…
Si sciacquò, si vestì e uscì dal bus.
Non c’erano molti tour bus, probabilmente sarebbero arrivati nel primissimo pomeriggio. Iniziò a camminare, andando alla ricerca di un caffè con il latte.
Era dal pomeriggio prima che ci pensava, forse avrebbe dovuto dirlo a Chace, non voleva ferirlo, né tanto meno aveva mai avuto intenzione di tradirlo benché il giorno prima l’avesse fatto. Lui era sempre così dolce, così bravo e apprensivo con lei…non si meritava una tale mancanza di rispetto.
Ragionò un attimo per assurdo…e se confessasse davvero al ragazzo l’accaduto?
Magari lui si sarebbe arrabbiato, l’avrebbe anche lasciata, ma per lo meno lei sarebbe stata sincera e almeno in minuscola parte sarebbe stata leale.
Era tutta colpa di Gerard. Era sempre colpa sua. Erano quasi tre anni che tutta la sua esistenza era subordinata a lui, anzi non solo tre anni, era da quando aveva conosciuto i My Chemical Romance per la prima volta che Gerard la ossessionava.
Se non l’avesse mai incontrato, se non l’avesse trovato in quel locale di Los Angeles, se lui non avesse fatto l’orgoglioso del cazzo trattandola male, non sarebbe successo mai niente.
Se lui non le avesse dato buca o non avesse perso il suo numero di telefono, non si sarebbero mai baciati davanti a Starbucks, non sarebbero mai andati al Comic Con, non avrebbero mai cantato in macchina insieme e non sarebbero mai andati a letto la sera del Galà di beneficenza a New York. E se tutto ciò non fosse mai successo loro non si sarebbero messi mai insieme su quella dannatissima panchina, lei non avrebbe passato il periodo più bello della sua vita e lui non l’avrebbe mai lasciata un anno dopo. Gerard non avrebbe mai scritto Summertime, non sarebbe mai venuto a New York a pregarle di ritornare insieme, non si sarebbero incontrati al Project, non avrebbero fatto sesso mentre entrambi erano fidanzati con persone diverse e di conseguenza lei non si sarebbe mai trovata in quella situazione, non avrebbe camminato per strada pensando a lui e ad una soluzione e tutti sarebbero stati più felici.
Girare a zonzo per lo sterrato e guardare i tecnici mentre montavano il palco non fu molto inspirante, però la fecero giungere ad una conclusione. Non sapeva se quella era la cosa giusta da fare ma al momento le sembrava l’unica cosa sensata: parlare…con Gerard.
Capire lui come si sentiva, che cosa voleva fare, se anche lui ne volesse parlare con Linsdey…e magari aiutarsi a vicenda, in fondo l’errore, se così lo si voleva chiamare, l’avevano fatto entrambi.
Si era data questa motivazione, probabilmente era solo una scusa per mascherare a se stessa il desiderio di volerlo rivedere, ma era anche un modo per mettere fine a quella storia, non poteva continuare a stare con due piedi in due scarpe.
Mentre stava per avvicinarsi nuovamente al suo tour bus vide la porta aprirsi. Chace era appena uscito. Vedendolo le salì un po’ l’ansia e di nuovo il cuore prese a battere più velocemente, da ieri si sentiva molto in soggezione quando gli era vicino.
Il ragazzo la vide da lontano e le si avvicinò, mostrando il suo splendido sorriso. I suoi occhi quella mattina erano più celesti del solito.
-Ehi, ti sei già alzato?- gli chiese Annie.
-Sì, mi sono accorto che non c’eri…Ma dove te ne sei andata?- fece lui. Chace la raggiunse e le diede un bacio sulla fronte.
-Ah, scusami se ti ho svegliato…- rispose la riccia –Mi sono svegliata e non riuscivo più ad addormentarmi così sono uscita per trovare qualche bar, ma da qui non c’è niente!- riassunse la ragazza cingendo il bacino del giovane.
-Mmm…ti va di andarne a trovare uno?- le domandò Chace. Era bello colpito dai raggi del sole.
-Certo.- rispose Annie con un sorriso. Quando si dimenticava per un attimo di averlo tradito con un altro, stargli vicino era più facile del previsto.
L’attore intrecciò le dita tra quelle della ragazza e insieme si diressero alla ricerca di qualche bar.
-Allora dormito bene nel bus?- domandò Annie a Chace mentre si guardavano attorno.
Il ragazzo sorrise. –Mmm…devo abituarmi al nuovo materasso- rispose scherzando.
-Eh…non credo ci farai mai l’abitudine, io sono tre anni che me lo ripeto…-
Chace stava guardando la sua ragazza, secondo lui c’era qualcosa che non andava. Era come se le stesse nascondendo qualcosa, come se lo stesse evitando almeno con lo sguardo…
Magari era semplicemente scombussolata per i viaggi o per le tappe del tour, doveva essere abbastanza stressante fare una vita del genere.
-Che facciamo oggi?- le chiese. Voleva stare un po’ da solo con lei, parlare un po’ o anche visitare San Bernardino, non ci era mai stato.
-In che senso?-
Avevano preso una strada che sembrava portare ad un chioschetto.
-Mmm…nel senso che ti sto chiedendo di andare da qualche parte- le rispose Chace sorridendo. Annie gli sembrava un po’ svampita.
-Ah- aveva risposto semplicemente lei. Si stava guardando le scarpe. –Certo. Dove vuoi andare?-
-Non lo so. Non c’è nulla da queste parti? O non ti va? Magari dopo il concerto sei stanca…- Le fece apprensivo lui.
La sua dolcezza era come tanti pugni nello stomaco.
-No, non ti preoccupare- gli disse Annie lasciandogli la mano. –Vediamo che c’è in città, ok?-
-Va bene. Senti posso farti una domanda…-
Annie guardò Chace per qualche secondo. Le tremarono le gambe e il cuore iniziò a batterle veloce nel petto.
-Dimmi- fece lei con molta calma, cercando di fingere al meglio. Sperava che non si fosse accorto di nulla.
-Ti vedo strana da ieri…E’ successo qualcosa?-
Quelle parole le rimbombarono nella testa. Doveva fingere ancora, e doveva farlo meglio. Non poteva farsi scoprire, ma soprattutto, come aveva fatto ad accorgersene Chace? A lei sembrava di aver finto bene.
-Mmm no, perché?-
-Boh, ti vedo un po’ strana…pensierosa…o è una mia impressione?- domandò il ragazzo.
-Ah, no…che dici…- cercò di rimediare Annie. La sua voce si fece un po’ più stridula. -E’ che mi devo un po’ riabituare alla vita in tour bus…-
Sembrò una scusa alquanto stupida anche a lei.
Chace non sembrava molto convinto ma non volle indagare ulteriormente, magari era così o era semplicemente una sua impressione.
-Ok- disse. –Però promettimi che se c’è qualcosa che non va me lo dici, ok?- le disse lui dandole un bacio sulla fronte.
-Certo- gli disse Annie sorridendogli. Le venne il mal di stomaco. Era una stronza ecco che era. E lui non meritava niente di tutto ciò.
 
**
-Dio Gerard ma come cazzo ti è venuto in mente di fare una cosa del genere?- gli domandò Frank dopo aver sentito cosa era successo la sera prima con Linsdey.
-Non lo so, non lo so…- continuava a ripetere Gerard mettendosi le mani tra i capelli. Il caffè bollente davanti a lui aveva assunto un’aria strana…avrebbe voluto affogarsi.
-Ma vi siete lasciati? L’hai sentita? Che ha detto?-
-Che cazzo ne so…- rispose il cantante scazzato. –No, non l’ho sentita…Cioè…non mi sembra di aver fatto una cosa tanto grave…insomma mi sono semplicemente alzato da sopra di lei!- Aveva cercato di giustificarsi il ragazzo con un tono quasi di innocenza. Ma come non aveva fatto niente di grave!?
Frank aveva assunto un’espressione tra lo schifato e il comprensivo.
-Mentre facevate sesso!- aveva sussurrato avvicinandosi a Gerard e chinandosi sul tavolo.
-Quello è un dettaglio…- disse Gerard guardando da un’altra parte.
-Ma quale dettaglio!- aveva urlato il chitarrista.
-Sì, lo so. Mi sento uno schifo.- commentò il rosso con voce questa volta rassegnata. -Cioè solo a pensarci mi sento in colpa e mi dispiace per lei! Ma è stato più forte di me! Non ce l’ho fatta!- Esclamò Gerard sorseggiando l’allora freddo caffè nero.
Frank scosse la testa. Non poteva continuare così…Diviso tra due ragazze…se mai lo fosse stato veramente.
-E’ stato per Annie non è vero?- gli aveva chiesto. Sapeva anche che probabilmente l’amico non gli avrebbe risposto sinceramente.
-Probabilmente- disse solo il cantante. La sua testa era appoggiata sulla mano stretta a pugno.
-Com’è andata ieri pomeriggio?- chiese Frank. I due non avevano ancora avuto modo di parlare del giorno prima e di quello che lui e la cantante avevano passato.
A Gerard venne il dolore allo stomaco. Com’era andata? Bella domanda.
Gli stava per rispondere “E’ stata la scopata più bella della mia vita” ma definirla in quella maniera gli sembrava molto squallido. Si limitò a mentire. Ormai faceva solo quello.
-Abbiamo parlato-
-Sì, come no…in quale lingua?- rispose l’amico di fronte.
-No sul serio- cercò di mentire il giovane.
-Quindi non hai tradito Linsdey? Lei non ha detto nulla sulla canzone?- domandò il chitarrista.
Gerard tacque per qualche secondo. –Mmm…già-
Frank stentava a crederci.
-Quando sarai pronto e quando la finirai di mentire anche a te stesso fammelo sapere…- gli disse sorseggiando una lattina di Pepsi.
Il rosso sospirò. Frank aveva ragione e quel suo tono quasi paterno, a metà tra il rimprovero e la comprensione, gli dava terribilmente fastidio.
-E’ solo che…io non so che fare. Anzi io lo so che fare…è…è lei che…non lo so…- iniziò a dire.
-Tranquillo- fece Frank. Aveva capito che il ragazzo davanti a sé avrebbe voluto sfogarsi o confidarsi perciò gli diede del tempo per parlare.
-Io…lascerei Linsdey anche ora, se solo avessi la conferma che Annie si rimetterebbe con me-
Finalmente l’aveva detto a qualcuno. Si era liberato. Lui era con Annie che voleva stare ecco perché quella reazione la sera prima, lo sapeva. L’aveva capito durante la notte insonne. Il corpo di Linsdey non gli apparteneva, non più almeno.
-Perché aspettare Annie? Gerard, non puoi stare con una persona solo perché non sai se quell’altra è ancora disposta a rimettersi con te. E’ una mancanza di rispetto e una presa in giro. Per Linsdey in primis, ma soprattutto una presa in giro per te. L’hai visto tu stesso. Non puoi stare con una persona se per lei non provi nulla.-
-Lo so…ma lei non vuole lasciare Chace, ieri…l’ha baciato davanti a me. Poteva evitare…- replicò il rosso. Dopotutto Frank aveva ragione e lui sapeva di stare sbagliando.
-Senti, io non so bene cosa è successo tra voi ieri, e anche se tu mi dici di no, sicuramente ci sarà stato qualcosa…di fisico e non…ma perché non ci parli chiaro una volta per tutte? Dille che la rivuoi e basta, che la ami, io…non lo so cosa provi per lei. So solo che tutta questa storia ti sta stressando e non hai bisogno di altro stress, e capisco anche che inizialmente ti sei messo con Linsdey perché ti piaceva sì, ma anche perché ti sentivi solo vedendo tutti noi sposati e fidanzati, ma se con lei non sei felice, e Gee diciamocelo, non lo sei anche se è una brava persona, è inutile continuare…- 
Non aveva mai detto queste cose in maniera franca a Gerard, aveva sempre avuto paura di ferirlo in qualche modo ma allora era arrivato ad un punto di non ritorno. Lo guardava negli occhi e lo vedeva malinconico e depresso, e non era da Gerard, soprattutto nell’ultimo periodo, inteso come negli ultimi due anni.
Le parole del tatuato colpirono il rosso. Aveva centrato l’obbiettivo. Si era messo con lei solo perché si sentiva a disagio a stare insieme a tutti i suoi amici felicemente accasati. Sì, Linsdey gli piaceva, ma fino ad un certo punto.
Stava per rispondere a Frank quando improvvisamente l’amico cambiò espressione.
-Non ti girare- gli disse il chitarrista.
-Che c’è?- fece lui agitandosi. –Perch…-
-Non girarti- ripetè Frank guardando da un’altra parte.
Gerard non lo ascoltò e si girò guardando il punto in cui qualche secondo prima gli occhi di Frank erano posati.
Gli venne una fitta allo stomaco.
Si rigirò di scatto e si immobilizzò. Le mani iniziarono a tremargli.
-Te l’avevo detto di non girarti- gli fece Frank.
-Cazzo- esclamò Gerard. Aveva il cuore in gola. Sembrava un sedicenne alle prese con il suo amore platonico.
-Calmati,  non devi per forza parlarle ora. Anche perché non credo sarebbe il caso…- commentò Frank guardando la coppia che si era appena seduta.
-E’ con Chace?- domandò il cantante a bassa voce.
-Sì-
Un’improvvisa voglia di scappare si impossessò del suo corpo.
-Ci ha visto?- aggiunse nervoso.
-Mmm non credo. Si è seduta di spalle. Anche se non è che passi inosservato con questi capelli rossi, eh- cercò di sdrammatizzare Frank. Quella ragazza gli faceva un effetto assurdo. Cioè Gerard era davanti a lui, rosso in volto e tremante come una foglia. Quando mai aveva reagito così? Sicuramente il giorno prima non avevano solo parlato…
-Cazzo, lo so.- mugolò portandosi una mano tra i capelli. –Me l’ha detto anche ieri-
-Cosa ti ha detto ieri?- chiese Frank curioso.
-Che sembro un coglione con questi capelli, è vero?- gli fece Gerard insicuro e spaventato.
-Ahah, ma no Gee, te l’avrà detto per scherzo, è da te cambiare colore di capelli!-
Il rosso sbuffò.
-No, non me l’ha detto per scherzo. Mi ha detto che ero più bello quando stavo con lei…- fece Gerard ripetendo le parole usate dalla ragazza.
Frank sorrise.
-Ahah, e perché te l’avrebbe detto? Da dove se né uscita?-
-Noi…noi stavamo…beh…sai…- iniziò a balbettare Gerard.
Frank capì ed emise una specie di verso simile ad un “oh” sospirato.
-Mi ci giocavo la Gibson che non avevate solo parlato…- fece Frank sorridendo. Era impossibile che Annie non avesse fatto né detto niente per la canzone.
-Che fanno?- chiese il cantante.
-Non lo so- disse Frank sporgendosi un po’ per vedere meglio.
-Si baciano? Ti prego dimmi di no, dimmi che non si baciano, che non stanno mano nella mano e che non sono appiccicati…-
Frank sorrise. –No, non stanno facendo  nulla di tutto ciò che hai detto-
Sentì l’amico sospirare. Era una situazione tra il ridicolo e il dispiacevole.
-Stanno ordinando- aggiunse vedendo la cameriera prendere appunti sul taccuino.
-Sicuramente starà prendendo un caffè con il latte. Lei prende sempre il caffè con il latte…- Ok, stava decisamente esagerando secondo Frank. Continuava a mordicchiarsi le unghie.
-Basta Gerard o ti sentirai male- gli fece Frank.
-Non ce la faccio. Cazzo, hai visto quant’è bello? Io non posso competere.-
-Ma finiscila- gli intimò Frank Queste paranoie da adolescente proprio non le sopportava.
-Se n’è andata la cameriera?- chiese Gerard. Era ancora molto nervoso.
-Mmm…sì. Si sta alzando.-
-Chi?- urlò quasi l’amico.
-Annie. Sta andando in bagno.- rispose Frank molto calmo, seguendo la ragazza con gli occhi fino alla porta di servizio. –Dove cazzo stai andando?- aggiunse dopo con voce più alta e spaventata, vedendo Gerard alzarsi dalla sedia.
-Io…la devo vedere- rispose il rosso non curante delle imprecazioni del chitarrista.
-Gerard…Gerard!- disse a voce un po’ più alta. L’amico era arrivato già al centro della sala.
-Cazzo- mugolò tra sé e sé. Menò un’occhiata al tavolo di Chace. Stava leggendo qualcosa. Per fortuna non l’aveva visto.
Gerard sentiva crescere l’eccitazione mista all’emozione e alla paura di rivederla e di rincontrarla. Non aveva la più pallida idea di quello che stava facendo, di quello che le avrebbe detto, e delle conseguenze.
Abbassò la maniglia della porta ed entrò nella piccola hall del bagno.
Il suo cuore sobbalzò. Era lì davanti a lui, di spalle, con i capelli sciolti che le ricoprivano la schiena. Avrebbe voluto semplicemente abbracciarla da dietro e baciarla, ma non lo fece.
-Annie- disse piano.
La ragazza si girò di scatto. Non era una voce che si aspettava.
Rimase immobile, quasi non respirava. Incontrò i suoi occhi verdi e fu come essere colpita da due fari accecanti, da due smeraldi.
Che ci faceva lì? Chace era fuori. Perché era venuto?
Deglutì piano, la gola le si stava iniziando a seccare di nuovo.
-Che…che fai qui?- domandò piano. La sua voce era ridotta ad un sussurro.
-Non lo so- rispose sincero Gerard. Perché si sentiva così? Perché era totalmente preso da lei?
Fece un passo in avanti e si avvicinò di più.
-Come mi hai trovato?- chiese Annie ancora a bassa voce. Non sapeva che fare. Aveva paura che Chace venisse da un momento all’altro per chissà quale ragione.
-E’ stato un caso…- rispose Gerard. Non riusciva a staccarle gli occhi di dosso.
–Senti…io…forse dovremmo parlare-
-Lo so. Ma non ora…- disse la ragazza.
-Perché?- domandò il rosso.
-Non..non…- iniziò a balbettare lei.
-Per Chace?- chiese Gerard con un pizzico di insofferenza. Sempre lui…
Annie non rispose. Abbassò semplicemente lo sguardo.
-Senti ieri…io volevo dirti che…- iniziò a dire lei. Che cosa voleva dirgli? Che era stato uno dei momenti più belli dell’ultimo anno? Che gli dispiaceva per quello che era successo dopo con Chace? -…mi è dispiaciuto per ieri…quando mi sono abbracciata con…- disse a stento. Non riusciva nemmeno a pronunciare il suo nome. Lui era anche nella sala affianco, cazzo.
A Gerard venne la pelle d’oca. Allora non era così stronza come aveva pensato. Se n’era accorta.
-Oh- disse solo lui sospirando. Non gli sembrava di respirare, gli stava mancando l’ossigeno. –Non…non fa niente-
Annie fece per andarsene. Non poteva più stare lì, con lui. Come fece per avviarsi però le dita di Gerard le strinsero il polso e la fermarono, e fu come sentire le fiamme sulla pelle, fu come sentire il sangue ribollire nelle vene, ancora una volta.
-Cosa hai intenzione di fare, ora?- le chiese Gerard. Non la stava guardando. Guardava un punto fisso di fronte a loro, non voleva incontrare i suoi occhi cangianti, l’avrebbero ferito.
-Per cosa?- gli fece Annie.
-Per…ieri…- rispose lui con tono soffocato. Aveva un voglia incredibile di raccontarle che cosa era successo con Linsdey…solo per farle capire che non era più la stessa cosa ora…
-Tu che cosa vuoi fare?- gli chiese Annie vedendo lo sguardo perso nel vuoto del ragazzo. Gerard non rispondeva. A secondi alterni la guardava imbambolato e dischiudeva la bocca come se volesse dire qualcosa, ma non emetteva suono.
Annie non riuscì ad interpretare quel silenzio e si decise a parlare, a dirgli la verità.
-Io avevo pensato anche di dirglielo a Chace…-
Quelle parole fecero sgranare gli occhi del ragazzo. Come voleva dirlo a Chace? Era impazzita.
-…Io non voglio mentirgli…né tanto meno ferirlo…- concluse la ragazza.
Il cervello di Gerard iniziò a fumare. Erano troppi i pensieri che lo affollavano. Aveva ragione, non aveva intenzione di lasciarlo…Era perfino disposta a confessargli il tradimento…Assurdo a suo parere. Iniziò ad innervosirsi. Era come se quello tradito ora fosse lui. Era vero, non si aspettava niente da lei, ma allora era svanita anche l’ultima possibilità.
La guardò. Aveva gli occhi bassi. Voleva riuscire ad odiarla.
Annie stava per aggiungere qualcos’altro, qualcosa di molto importante ma che non fece in tempo a dire. Avrebbe voluto dirgli che però se lui aveva un’altra soluzione, se lui le avesse dato quello che solo lui sapeva darle, le cose sarebbero andate diversamente, ma non lo disse.
-Bene- mugolò questa volta arrabbiato il ragazzo dai capelli rosso fuoco. –Bene- ripetè scuotendo la testa. –Diglielo- intimò più convinto. Voleva solamente ferirla, e questa volta l’avrebbe fatto bene. –Magari raccontagli anche tutto ciò che abbiamo fatto fino ad ora, dato che non sa nemmeno che io sono il tuo ex ragazzo.- Il suo tono era acido e cattivo. Annie si sentì quasi aggredita da quelle parole pronunciate con un nuovo sentimento. Aggrottò la fronte e alzò lo sguardo: il ragazzo era rosso in viso e respirava veloce.
Rimase spiazzata da quelle parole, ma soprattutto dall’istintività di Gerard. Non aveva mai reagito con quella rabbia.
-Anzi no. Non mettermi in mezzo. Ho…ho…una reputazione da salvare…- disse in fine. Stava commettendo l’errore più grande della sua vita, lo sapeva, si sentiva come due anni prima, quando la chiamò. Ma questa volta non gli importava, avrebbe dovuto soffrire anche lei se mai gliene fosse importato qualcosa…
-Cosa?- domandò quasi allibita Annie. Che diavolo stava blaterando? Perché si era agitato così tanto? Se solo le dava il tempo di parlare lei gli avrebbe spiegato…
-Sì…vuoi dirglielo…dillo. Vuoi salvare la tua storia con il figo di Hollywood di turno? Fallo. Ma lasciami fuori. Devo pensare ad un matrimonio- sputò queste parole come veleno, soprattutto l’ultima frase. Finta naturalmente.
Annie sbiancò. Il suo respiro cessò. Forse non aveva sentito bene…
-Matrimonio?- ripetè piano, sull’orlo di una crisi, guardando l’espressione arrabbiata di Gerard.
“Che cazzo stai facendo” pensava il ragazzo tra sé e sé, ma ormai c’era dentro, quando si inizia a ricorrere alle bugie, non si esce facilmente.
Cercò di pronunciare quella frase con il maggior tono di superiorità possibile. Voleva farla sentire una nullità, come si sentiva lui ogni volta quando la vedeva con Chace.
-Sì. Mi sposo con Linsdey- e scandì bene le parole in modo tale che arrivassero all’orecchie di Annie appuntite come lame.
La ragazza voleva morire. L’uomo della sua vita…tradita ancora una volta…
Iniziò a respirare veloce, il fuoco cresceva dentro di lei. Era un falò di odio e dolore. Matrimonio…Lui e quella…sposati…il vestito bianco…le fedi…Le venne il volta stomaco. Cacciò dentro a fatica le lacrime, ma poi gli occhi verdi di Gerard le fecero perdere letteralmente la testa. Non riuscì più a controllarsi. Iniziò ad urlare.
-E quand’è che avevi intenzione di dirmelo, sentiamo?- sbraitò quasi.
Gerard non si aspettò una reazione così forte e fece un passo indietro.
-Allora?- continuò la ragazza. Era stata presa in giro, ecco cosa…la canzone, l’amore, il sesso…tutte stronzate. Era un coglione, un approfittatore.
–O te lo sei dimenticato perchè eri troppo impegnato a fottermi nel frattempo?- disse più che arrabbiata, ferita come un cane bastonato. Spinse Gerard verso la porta e il ragazzo cercò di non indietreggiare. Cazzo, incavolata era riduttivo.
-Mi fai schifo- aggiunse. Era totalmente fuori di sé e stava quasi urlando.
Gerard non disse nulla, stava studiando la sua reazione. Se si arrabbiava così tanto vuol dire che aveva fatto centro, ma l’aveva fatto in una maniera del tutto sbagliata, e lo sapeva, come ogni volta che sbagliava con lei.
Quelle parole lo ferirono, sì, ma mai quanto quelle che la cantante pronunciò dopo.
-E sai una cosa…quasi mi dispiace per Linsdey- disse. Pronunciare quel nome le faceva sempre male. -…tradita prima del matrimonio- commentò mettendo enfasi sull’ultima parola. –Ma non ti vergogni? Non ti…non ti rendi conto di come sei diventato?-
Il ragazzo continuava ancora a guardare a terra. Aveva ragione…avrebbe dovuto vergognarsi…
Nella sala affianco il vociferare dei clienti del bar era cessato. Delle voci strane provenivano dal bagno. Erano tutti in silenzio, cercavano tutti di capire cosa stesse succedendo.
Chace era quasi shockato. Era la voce di Annie quella, per forza. Era da molto tempo in quel bagno…stava respirando piano. Non poteva essere lei…
Di fronte a lui Frank aveva capito ogni cosa. Aveva visto lo sguardo perso del ragazzo e aveva capito che forse aveva intuito che qualcosa non andava. Avevano sentito tutti, lui compreso. Un dolore allo stomaco gli venne quando vide il ragazzo dagli occhi blu alzarsi dal suo posto e dirigersi verso la porta del bagno.
-Porca puttana- mugolò il chitarrista alzandosi per seguirlo. Doveva fare qualcosa, doveva fermarlo...
-Chace! Chace!- esclamò a gran voce. –Ehm…mi fai un autografo? E’ per la mia ragazza!- disse quando gli fu vicino. “Dio, fa che funzioni” pensava.
L’attore si girò lentamente, quasi in trance e guardò Frank. Un autografo…
-Ehm…ora non posso- disse con compostezza, con quell’educazione e quella calma che solo lui sapeva avere. Si girò e si diresse nel bagno.
Annie…era lì, con un ragazzo. Aveva sentito bene. “Eri troppo impegnato a…” A…quello.
La sua Annie…
Frank gli andò dietro cercando di fermarlo ma inutilmente.
-Sai che ho visto la nuova serie del telefilm? Ehm…sei bravo!- Oddio, che cazzo gli stava blaterando? Tanto ormai la porta l’aveva quasi aperta.
-…Era un altro il ragazzo di cui mi ero innamorata – concluse Annie, questa volta con tono normale, quasi rassegnato e frustrato.
A Gerard mancò il pavimento da sotto i piedi. Era delusa, i suoi occhi erano delusi.
Dietro di loro Annie sentì e vide la maniglia della porta abbassarsi. Iniziò a tremare.
“Fa che non sia lui” continuava a ripetersi.
 Prima che la maniglia si abbassasse e la porta si aprisse del tutto chiuse gli occhi.
-Annie, che…che sta succedendo?-
Una fitta allo stomaco.
Era lui.


*** 
ecco chi non muore si rivede D: si lo so scusatemi ho tipo aggiornato dopo un secolo! ma spero di essermi fatta perdonare! non mi dilungo, sapete che la mia pagina facebook è questa! Un bacio, Mariah.

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