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Autore: _Shadow_96    31/10/2011    2 recensioni
È facile fingere di non vedere quello che in realtà sai.
E lei lo sapeva che quell’uomo le avrebbe fatto del male, che ne avrebbe fatto anche a sua madre, che non sempre le apparenze ingannavano.
Non si era mai sentita così fragile: solo una bambola di ceramica tra le mani di qualcuno che non aveva dato importanza al cartello “Attenzione, maneggiare con cura”.
Doveva fidarsi però dello spiraglio di luce che era riuscito a penetrare nell’oscurità e sperare di riuscire a risalirne.
Dal capitolo 3
“Oh si hai ragione, per me va bene sempre tu quando puoi?”
“In realtà io…perché non ce la studiamo ognuno per i fatti propri, no?? Non voglio farmi vedere in giro con te e rovinarmi la reputazione, non so se capisci” Eliana sentì il sangue ribollirgli nelle vene ma cercò di mantenere il controllo.
“Dovremmo vederci invece perché altrimenti non avremo sintonia”
“Oh piccola se vuoi un po’ di “Sintonia” io sono sempre disponibile”mormorò lui con voce roca.
“Vaffanculo, Russo Fai quello che ti pare”
Accidenti alla prof!!!Accidenti a Russo!! Accidenti a mamma e soprattutto, accidenti a Davide!!!!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Aiutami a non avere più paura del buio

Saaalve,
questo è il quarto capitolo. In origine doveva essere più piccolo ma volevo far contenta _Raven_ così ho deciso di allungarlo e inserire anche la seconda parte con Federico. In questo periodo ho un blocco, le idee ci sono ma ogni volta che scrivo qualcosa non mi sembra mai abbastanza...pensavo di ritirarmi xD
Detto questo volevo specificare delle cose:
-chi conosce J.R. Ward sa che lo "ZeroSum" è la discoteca dove si riuniscono i fratelli, ho usato questo nome perchè è una delle saghe più appassionanti che io abbia letto e mi piaceva anche come nome per un locale.
- il soprannome della professoressa non è molto divertente ma è una cosa vera visto che è così che viene soprannominata una mia professoressa di storia.
Vabbè vi lascio al capitolo e ringrazio EliBeke, Aly_Swang e _Raven_ per aver commentato il capitolo scorso e tutti quelli che hanno letto.
UN BACIONE <3
Maddalena

Capitolo 4
 

Via le mani dagli occhi...


La versione di latino era andata bene come sempre e Eliana si sorprese della proposta di uscire insieme per la ricreazione di Daniela. Non che non si parlassero ma la compagna di banco non aveva mai lasciato intendere di voler creare un rapporto d’amicizia con la ragazza. Eliana si scostò una ciocca di capelli dal viso cercando di raggiungere Daniela che a passo di carica si stava dirigendo ai bagni.

“Sono distrutta” mormorò sciacquandosi il viso con acqua fredda “Quella cavolo di versione sembrava arabo”

“La mia era facile” disse Eliana facendo spallucce guadagnandosi un’occhiataccia e un sorriso dalla mora.

“ La tua è sempre facile. Mi chiedo come faccia a ricordarti tutte quelle regole” sospirò asciugandosi il viso con un fazzoletto.
 
“Molto tempo libero in biblioteca direi”

“Io invece proporrei di occupare quel tempo libero con una cioccolata calda in centro oggi alle quattro.Ti va??” Eliana le sorrise sorpresa e annuì.
 
“Mi va. Ora torniamo in classe, la Pennetti non si perde mai neanche un minuto di lezione” Daniela aggrottò le sopracciglia e con un sospiro indicò la porta.
La Pennetti, prof di fisica, era già in classe con i suoi occhialini sulla punta del naso e la penna rossa tra le mani. Il povero Marco Rossi, che era stato chiamato alla lavagna, si muoveva come uno zombie. Le interrogazioni della Coccodè, soprannominata così per la cresta naturale dei capelli biondo cenere, erano infatti tra le più temute di tutte. Eliana si sistemò sulla sedia e appoggiò la fronte al vetro notando due bambini con la madre che si lanciavano palle di neve sorridendo felici. Li invidiava, non poteva evitarselo, come non potè evitarsi di sorridere quando Daniela le passò un foglietto.
 
Giochiamo a Tris??
 
Giocarono per tutta l’ora rischiando anche di essere sorprese dalla professoressa. All’uscita da scuola si accordarono per la scelta del locale poi, mentre Daniela saliva sulla moto di Lorenzo, il suo nuovo ragazzo, Eliana si avvicinò alla fermata dell’autobus.
Quel pomeriggio con maglioncino viola, un paio di jeans scuri,stivali neri al ginocchio, giubbotto in piuma d’oca e sciarpa Eliana era seduta al tavolino del bar “ZeroSum” con una cioccolata alla vaniglia tra le mani e una Daniela logorroica di fronte.

“ Cioè stavamo insieme da una settimana non poteva aspettarsi che scoppiassi in lacrime per il fatto che mi stava lasciando, sarebbe stato da deficienti” Daniela le aveva appena raccontato di aver litigato con Lorenzo, col quale sembrava andare d’amore e d’accordo solo qualche ora prima. Il motivo della discussione era stato un sms di Francesco, il loro compagno di classe, che aveva ricevuto lei mentre erano sul divano di casa sua a baciarsi. Eliana si limitava ad annuire lanciando occhiate alla televisione e ai tavoli vicini ascoltando la storia della ragazza “Pronto, Terra chiama Eliana”

“Ti seguivo” le sorrise inzuppando un biscotto. Non riuscì a impedirsi di ridacchiare quando alzando gli occhi dalla sua cioccolata calda vide lo sguardo accigliato dell’amica.

“Se lo dici tu. Allora secondo te ho ragione??”
 
“ Non ne capisco molto di rapporti amorosi ma credo che una settimana sia poco per disperarsi”
 
“Oh meno male che almeno tu mi capisci” Eliana le sorrise e tornò ad osservare il nuovo videoclip di Rihanna e Eminem “Dio, amo questa canzone!!” esclamò Daniela iniziando a canticchiare
 sottovoce.
 
“Sei brava”disse Eliana stampandosi un sorriso serio e luminoso sulla faccia.
 
“ Lo credi davvero? Amo cantare da…prima che nascessi credo”

“ Si vede che ti piace, ti si illuminano gli occhi”
 
“Oh grazie” per la prima volta Eliana vide Daniela arrossire e capì il perché del suo successo con i ragazzi: era di una bellezza reale ,semplice e luminosa con le gote arrossate e gli occhi brillanti, non artefatta come quella delle tre grazie. Le sorrise e annuì sentendosi fiera per la gioia e l’orgoglio che illuminava le iridi color cioccolato di Daniela “Come va con Russo?? Ho saputo che una delle oche ti hanno minacciato di tenere giù le mani”cambiò subito argomento.

“Oh non me ne parlare: è un cafone, montato e…stronzo”

“Wow direi che ti ha proprio rapito il cuore” ridacchiò Daniela con voce ironica.

“Cioè non ha neanche voluto provare insieme per Non rovinarsi la reputazione ti rendi conto? Come se stesse parlando di me come.…un essere amorfo”
 
“ Amorfo?? Esiste questa parola??”

“Non lo so” rispose Eliana sospirando prima di lasciarsi andare alla prima risata dopo tanto tempo.
Terminata la cioccolata le due ragazze pagarono e uscirono affrontando senza paura il freddo dell’esterno. Entrarono in decine di negozi senza mai acquistare nulla e osservarono con i nasi schiacciati contro le vetrine gli abiti di Dolce e Gabbana, Armani e Jean Paul Gautier.
Si divertirono come bambine a fare le linguacce ai passanti e a cantare sedute nell’ultima fila dell’autobus. Daniela riusciva a tirare fuori in Eliana il lato infantile, quello che ama divertirsi, quello folle e coraggioso.
 
“Bene io sono arrivata” sospirò Eliana, dispiacendosi che quel bel pomeriggio fosse già terminato. Quello che però la sorprese fu la risata argentina di Daniela “Che c’è?? Perché ridi?”
 
“ No..è che...io abito due case più avanti da.. Scusa non ce la faccio..” Eliana aspettò che la ragazza si calmasse osservandola con le sopracciglia aggrottate “ E non guardarmi così!! È un anno e mezzo che abitiamo vicino e non l’abbiamo mai saputo” Eliana l’aveva osservata distendendo la fronte poi, dopo essersi guardate intorno entrambe avevano iniziato a ridere come due ubriache. Con uno slancio degno di un atleta Eliana si era fiondata ad abbracciare Daniela, chiedendole, silenziosamente di dedicarle ancora un po’ del suo tempo e perché no, anche la sua amicizia. Quella sera con il sorriso stampato sulle labbra Eliana aveva ripreso la chitarra dall’angolo dell’armadio in cui era sepolta e aveva pizzicato quelle corde: le corde della sua anima che stava riprovando a rinascere.
Chissà, forse questo progetto mi darà più dei punti di credito, pensò prima di lasciarsi andare alle braccia di Morfeo.
 
****
 
La prima settimana era andata sprecata visto che studiare da sola era inutile. Daniela si era anche proposta per aiutarla con le parti di Romeo ma non era servito a nulla e Eliana era ancora a zero. Tutte erano a buon punto persino Erica non faceva che vantarsi di come Daniel fosse un attore magnifico oltre che un ragazzo da Sbav miagolando come una gatta in calore. Per colpa di quel Russo avrebbe perso i punti di credito e la borsa di studio per andare via da quell’inferno. Era talmente tesa che per poco non scoppiò in lacrime scoprendo che aveva iniziato a piovere e lei da stupida qual’era non aveva l’ombrello. Sbuffando si sedette sul gradino dell’ingresso torturando la chiusura dello zainetto in attesa di una tregua da parte del temporale.

“Ehi” la salutò una voce facendola irrigidire per lo spavento. Quando si voltò e trovò il viso di Federico si dovette trattenere dal lanciargli lo zaino in faccia.

“Cosa vuoi?” gli chiese acida come mai lo era stata.

“Ti ho vista qui e mi sono chiesto cosa fosse successo” ridacchiò sedendosi accanto a lei che si ritirò come se fosse stata punta da uno spillo “Potresti ripetermi come ti chiami, sai con tutte le ragazze  che mi passano sotto il naso è difficile ricordare tutti i nomi”
 
“Eliana. Stronzo!” rispose lei digrignando i denti lottando contro l’impulso di dargli un pugno per la sua risatina scema.

“Oh si ora ricordo. La volta scorsa mi hai mandato a ‘fanculo, oggi mi chiami stronzo, non ti hanno detto che mi piacciono le micine con carattere??”Eliana lo fulminò con lo sguardo scattando in piedi come una molla.

“ Sei un deficiente”

“ E siamo a tre. Allora cosa è successo, hai dimenticato l’ombrello??” livida dalla rabbia Eliana si limitò ad annuire e stringere i pugni quando lui iniziò a ridere apertamente senza interessarsi del fatto che si stesse comportando come un maleducato e un villano “ Oh ma potevi dirlo subito ti do un passaggio con la macchina, micina”
 
“Solo perché mi serve”
 
“Oh tranquilla non mi aspettavo che fosse diversamente” la sua auto era una Mini Cooper grigio metallizzato con specchietti e tettuccio neri e Eliana non riuscì a trattenere un urletto estasiato quando la vide guadagnandosi un’occhiata interrogativa del ragazzo “ Ti piace??”

“Ho sempre sognato di entrare in una Mini, è la mia auto preferita” lui le sorrise e per la prima volta lei sentì un mattone del muro che aveva eretto contro di lui crollare. Sembrava totalmente differente dal sorrisetto da sbruffone che le aveva dedicato fino a quel momento. Salirono in macchina e lei si accorse per la prima volta del buon odore che il ragazzo si portava sulla pelle e i vestiti: muschio bianco con una lieve traccia di….cioccolato?
Restarono in silenzio per tutto il tempo e Eliana notò che aveva un modo di guidare fluido ed elegante non sembrava certo quella di un ragazzo appena diciottenne “Casa mia è di là”
 
“ Lo so, me lo hai detto prima”

“ E quindi? Dove diamine mi stai portando?”

“ Sorpresa” lei arricciò il naso e si sistemò sul sedile con le braccia incrociate e il viso rivolto verso il finestrino. Dopo qualche minuto proprio prima che Eliana entrasse in uno stato di dormiveglia l’auto si fermò facendola sobbalzare “ Siamo arrivati Bella Addormentata” lei gli fece la linguaccia e slacciò la cintura uscendo in fretta dalla vettura. Si trovò davanti ad una piccola trattoria in legno la cui insegna, per metà illuminata recava la scritta La violetta.

“Cosa dovrei fare qui??”

“ Beh, giudicando dai rumorini del tuo stomaco durante il tragitto e dall’ora che segnano le lancette del mio orologio sarebbe proprio il caso di pranzare”

“Mi…mi hai portata a pranzo?” mormorò lei stupidamente sgranando gli occhi. Lui annuì scoccandole un'occhiata che sembrava dire Adesso lo hai capito? “Oh..”
 
“Entriamo?” Eliana si guardò intorno poi accettò l’invito. Il locale all’interno era caldo e accogliente con le sedie in legno e il pavimento in maioliche. Federico indicò un tavolino accanto al caminetto e la precedette sedendosi per poi fare un cenno con la mano a una cameriera. Eliana si tolse il cappotto e si sedette prendendo a sfogliare il menù cercando di evitare gli sguardi languidi dei due e non vomitare per la spudoratezza con la quale lei metteva in mostra il reggiseno nero dalla camicetta con i primi bottoni strategicamente slacciati.
 
“ Io prenderei….”

“Due pizze ai funghi, una coca cola e una birra grazie” rispose lui facendo l’occhiolino alla cameriera che svanì con le ordinazioni.
 
“Con che diritto ordini per me?” sbraitò lei adirata lanciandogli un’occhiata tutto fuorché amichevole.

“È la migliore, vedrai”

“Questo non ti autorizza a scegliere per me. Se fossi stata allergica ai funghi, eh?”

“ Sei allergica?” le domandò lui tranquillamente come se la sua rabbia non lo sfiorasse minimamente stravaccandosi sulla sedia.

“N..no però..”

“ E allora va bene così. Relax”  Eliana borbottò un’imprecazione e si dedico all’osservazione dei disegni sulle piastrelle. Quella pizza era la più buona che avesse mai mangiato e dovette trattenersi dal sospirare estasiata al primo morso: non voleva dargli soddisfazione. Lui si limitò a mangiare la sua pizza lanciando occhiate alla cameriera e scambiando messaggini ogni due minuti. Nonostante ciò però fu bello per Eliana pranzare con lui invece che da sola in cucina per poi rintanarsi in camera a chiave o fuggire in biblioteca. Osservò la compostezza con la quale mangiava e si meravigliò di trovare sexy il modo in cui le sue labbra si poggiavano intorno al bicchiere come in un delicato bacio a stampo. Era bello e lei non poteva negarlo. Mentre lei terminava la sua pizza Federico si alzò dicendole che sarebbe andato in bagno quando tornò però Eliana vide lo scontrino che infilava nel tasca dei jeans e lo fulminò con lo sguardo.
 
“Non dovevi pagare anche per me”

“Sciocchezze. Allora hai finito ho un appuntamento con Antonella tra..dieci minuti. Quindi non ho altro tempo da perdere”
 
“ Se avevi altro da fare perché non mi hai semplicemente portato a casa mia. Mi sarei risparmiata il mal di stomaco che mi è venuto per sopportarti”

“Shh ma sei impazzita” la afferrò per il polso trascinandola fuori dal locale “Ti sembra il modo di urlare?”

“Sei…sei…un deficiente”
 
“Grazie del complimento ingrata” Eliana gli fece la linguaccia incrociando le braccia al petto.

“Non sono ingrata e poi io non ti ho chiesto niente…”

“Lo so, ora muoviti” Eliana salì in macchina sbattendo la portiera “Accidenti e fa con calma”salì anche lui e mise in moto. Per il resto del tempo non parlarono e non si punzecchiarono e la ragazza si sorprese vedendo la sua casa dal finestrino della macchina. Federico parcheggiò in un angolo e spense il motore “Arrivati”

“Grazie” gli disse lei abbassando il viso. Era sempre stata dannatamente orgogliosa ma per quella volta aveva deciso che nonostante il suo comportamento da stronzo era stato gentile con lei e si meritava di essere ringraziato. Lui scosse la testa e continuò a guardare il manubrio sospirando profondamente.
 
 “Senti ci ho ripensato. Dobbiamo provare, hai ragione. Giovedì alle 20.00??”  Eliana annuì e scese dalla macchina guardando la sua macchina svoltare la stradina e sparire dalla sua visuale.





*Angolino me(scrivere autrice mi sembra troppo)*
Vi piacerebbero delle One Shot con alcuni momenti della FF visti con gli occhi di Federico? Fatemi sapere!!!
  
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