Sotto il Cielo del Nejiten

Immagine di: ~evanescence-moon su deviantART

Il vento aveva cominciato a soffiare molto forte ultimamente. I rosei petali di ciliegio venivano trasportati chissà dove, sotto un cielo color piombo; e ovunque la fresca brezza sollevava fiori ed erba, con la stessa facilità con cui un bambino spinge via le bolle di sapone dal cerchietto. In quel pomeriggio di folate piuttosto violente, Tenten si trovava piuttosto a disagio: le ampie vesti gonfie d'aria la rallentavano enormemente e, complice il peso del grosso rotolo sulle spalle, le era alquanto difficile mantenere l'equilibrio. 
Alla fine, stanca e infreddolita, si lasciò cadere sull'erba in modo da attutire i capricci del vento... Peccato che anche qualcun altro aveva avuto la sua stessa idea. 
Con la coda dell'occhio, Neji e Tenten si accorsero di essere praticamente fianco a fianco; entrambi distesi ad aspettare che il vento smettesse di soffiare; tuttavia era alquanto insolito che si trovassero tutti e due nello stesso posto per caso. 
Al comprensibile reciproco stupore, seguirono lunghi attimi di silenzio. 
Tutti e due avvertivano una sensazione strana, diversa dal brivido di quelle folate, eppure non avrebbero saputo spiegare di cosa si trattava. Non era certo la prima volta che si trovavano così vicini, date le lunghe ore di allenamento e le missioni insieme, ma non gli era mai capitato di provare quella sensazione prima d'ora. Probabilmente in un'altra circostanza non ci avrebbero fatto caso ma, con quella forte brezza che scivolava su di loro, era impossibile non accorgersi di quello stranissimo tepore; un calore intenso e avvolgente che, partendo dal punto in cui le loro teste si "sfioravano", sembrava diffondersi ovunque in tutto il corpo. 
Nessuno dei due disse nulla, nemmeno si mossero tanto erano confusi e imbarazzati, tuttavia i loro occhi si incontrarono inevitabilmente come due calamite. Il Genio degli Hyuga, silenzioso e taciturno, e la Maestra d'Armi, allegra e spensierata; soli e immobili, proprio come due bambini in imbarazzo, a malapena capaci di guardarsi. 
Qualunque cosa stessero pensando, era certo che nessuno avrebbe mai avuto il coraggio di rompere il silenzio che regnava lì intorno, a parte il fischiare incessante sopra le loro teste... E il vento continuava appunto a soffiare, sotto un cielo imperscrutabile come i loro cuori.

FINE