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Autore: _Frame_    01/11/2011    1 recensioni
Mio padre morì il 28 gennaio 2010. Era un poliziotto. Mia madre il 14 febbraio 2011. Lei era un'ex attrice e modella. Entrambi erano seppelliti nel cimitero a due passi da casa. Questo era tutto ciò che sapevo dei miei genitori all'età di cinque anni. Anzi, questo era tutto quello che volevano farmi sapere.
Genere: Dark, Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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 22. IL FIGLIO DI KIRA 
 

-Il mio nome è Ryuzaki Yagami!
Non lo avevo degnato di uno sguardo per tutto il tempo in cui eravamo stati l’uno accanto all’altro.
Non riuscivo a guardarlo negli occhi.
Ma quelle parole mi martellavano dentro la testa e le sentivo pulsare, pulsare e pulsare.
Sembrava quasi che mi stessero fracassando il cranio.
Yagami…Yagami…Yagami…
Quella cantilena mi stava riducendo a poltiglie il cervello.
Mi girai di scatto, segnando un profondo solco nel terreno a causa della brusca frenata.
Trovai il coraggio di guardarlo in faccia.
La prima volta che lo avevo visto, pensai ad un’allucinazione.
Light Yagami.
Quel ragazzo era vergognosamente sputato a lui.
Solo i capelli differivano, questi lunghi fino alle spalle, con qualche ciocca ribelle.
Ma gli occhi…
Pur non emanando la stessa aura diabolica, parevano due gemme fabbricate dallo stesso intagliatore.
Non avevo mai valutato l’ipotesi che Kira avesse potuto avere dei figli.
Ma ora ne ero certo.
Non poteva essere altrimenti.
Colui che mi trovavo di fronte, colui che aveva intrattenuto con me una pacifica conversazione, colui che ogni settimana portava i fiori sulla tomba di L, era il figlio di Light Yagami.
Light Yagami.
Kira.
Sollevai  leggermente un angolo della bocca, senza variare nessun  altro tratto facciale.
Non sapevo nemmeno io a cosa pensare, in quegli istanti di pietra.
Non credo, di aver provato paura. Era quasi un senso di eccitazione. Piuttosto innaturale, ma certamente non si era trattato di un incontro stabilito solo dal caso.
Non ho mai creduto in un volere divino.
Come non l’ho mai fatto in nient’altro che non fosse la mia ragione.
Tuttavia, ebbi come l’impressione che, qualcuno, avesse deciso di farmi riprendere mano ai dadi, per ricominciare il gioco.
Ero sicuro al novantanove percento, che quel ragazzo non fosse a conoscenza del passato del proprio padre, ed anche se lo fosse stato, ciò non cambiava le carte in tavola.
I quaderni rimasti sulla Terra li avevo bruciati io stesso e, senza di loro, la sfida non sarebbe nemmeno esistita.
No, la lotta non si stava riaprendo. Colui che mi sorrideva davanti agli occhi non era Kira e non avrebbe mai potuto avere i suoi poteri, eppure…
Ghignai, nascondendo le labbra sotto l’ombra dei capelli agitati dal vento.
…sarebbe stato alquanto interessante, esaminare il frutto della sua mente, anche senza uno scopo preciso.
Avrei voluto essere a conoscenza del suo passato,sapere con chi aveva vissuto e che tipo di educazione aveva ricevuto, prima di tutto.
Ma, tentare un approccio così diretto non sembrava la scelta migliore da applicare.
L’ideale sarebbe stato parlarne con chi lo conosceva già da anni, e che lo aveva visto crescere sotto i suoi occhi.
Aveva detto di avere degli zii, bèh… in tal caso, non potevano essere altri che…
  

   
 
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