Anime & Manga > Capitan Harlock
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Autore: danish    01/11/2011    4 recensioni
Che cosa può accadere nel momento in cui si resta a corto di carburante a causa di un esperimento fallito? Occorre andare alla ricerca di rifornimenti. Ma se per farlo ci si spingesse troppo oltre?
Potrebbero insorgere seri "grattacapi"....
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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2iiiii

La tempesta magnetica generata da Kiele aveva travolto senza scampo il satellite Ombra di Morte al cui interno si erano rifugiati Harlock, i suoi compagni e l'intera nave nel tentativo di evitare la distruzione totale della stessa.
Un silenzio irreale regnava sovrano all'interno dell'Arcadia.

Si sentiva unicamente un leggero ticchettìo provenire dalla radio di bordo, una specie di segnale in codice morse.
Tori fu il primo a riprendere i sensi.
Lanciò il suo grido straziante più volte con l'intento di risvegliare il suo padrone.

Anche Maji era arrivato sul ponte pochi istanti prima che il turbine magnetico li travolgesse scuotendoli come foglie.
Si sentiva giustamente responsabile per aver messo i suoi amici in quella situazione che sembrava essere senza via d'uscita.
Era stato lui a svolgere le ricerche per trovare un pianeta nelle vicinanze su cui scendere ed estrarre il gravium che avrebbero lavorato sul posto per trasformarlo in prezioso carburante.

"Che mi prenda un accidente!! Siamo ancora tutti interi!!" borbottò rialzandosi dal pavimento su cui si era trovato riverso senza ricordare come ci fosse finito.
Si mise in piedi e corse accanto ad Harlock il quale si stava massaggiando la testa . Probabilmente aveva preso un forte colpo durante gli sballottamenti subiti.

"Sembra di sì, mio caro Maji." rispose con calma Harlock.

"..capitano ecco...io...." biascicò l'uomo con aria mesta.

Sapeva che il suo capo macchinista si sentiva colpevole per la situazione in cui erano finiti ma non voleva infierire su di lui. Gli avrebbe dato un bel pugno in faccia e via!  
Detto fatto, l'uomo si ritrovò nuovamente a terra, stordito e con il naso sanguinante.


"Ora alzati e cerca di fare qualcosa. Non è possibile far tornare il gravium ancora contenuto nei serbatoi al suo stato...naturale?"gli domandò speranzoso. Ma l'espressione che vide formarsi sul viso dell'uomo gli fece morire sul nascere ogni aspettativa.

Un improvviso grido di stupore li fece girare entrambi verso le vetrate del ponte.
Mimeh osservava incantata il paesaggio circostante la nave.
Harlock sbattè la palpebra più volte per essere sicuro di quello che appariva di fronte a loro.

Distese verdi infinite, boschi dal fogliame rigoglioso, montagne dalle cime innevate e fiumi azzurri che attraversavano il territorio circostante.

"Ma dove siamo finiti??" chiese improvvisamente Tadashi, riprendendosi dal torpore.

"Che meraviglia, ah aha!! Sembra il Paradiso Terrestre!! Ma...ma come ci siamo finiti mi chiederei io!" gridò Yattaran saltando su una poltrona per vedere meglio al di fuori.

"Non credo che sia esattamente il Paradiso....." disse Harlock con voce grave. 

Gli uomini lo guardarono interdetti. Poi si scambiarono uno sguardo interrogativo l'un l'altro alla ricerca di una spiegazione.  Il primo a parlare fu Maji.

"Che intendete dire Capitano?"

"..... che abbiamo oltrepassato il Confine e siamo aldilà..." rispose Mimeh lasciando cadere a terra la sua arpa.

"Ehi un momento...volete dire che siamo morti???"  chiese improvvisamente Maji cominciando a sudare freddo.


****       ******


"Mi domando come sia stato possibile che quegli esseri siano giunti sino a qui nonostante la tempesta cosmica generata da Kiele."

Il Guardiano camminava avanti e indietro nel salone in preda ad una forte agitazione, rimuginando sull'accaduto.
Era la prima volta che il fenomeno cosmico non portava al risultato che gli era stato richiesto.
Era la prima volta che Kiele falliva una missione affidatale.
Osservava all'interno della sfera di cristallo l'immagine della nave che loro stessi erano stati obbligati a far scendere lì nel momento stesso in cui avevano visto vanificarsi il tentativo di allontanarli. 

"Supremo Luz, non so spiegarmi come sia accaduto...."

Kiele entrò nella sala del Guardiano in quel preciso istante.
Si inginocchiò appena giunta davanti a lui e si toccò la fronte con la punta delle dita in segno di saluto.
Appena le diede il permesso si rialzò e si avvicinò all'uomo che la guardava con aria seria e preoccupata.

"La tempesta era perfetta. Come tutte quelle precedenti del resto. Non capisco....." cercò di giustificarsi la donna.
Per lei che sovrintendeva agli agenti atmosferici il fallimento di un incarico significava la destituzione dalla carica.


"Qualcosa ha interferito....ma non so cosa. Vi supplico, concedetemi di scoprire quale forza si sia intromessa facendo indebolire la potenza del mio uragano ..." chiese Kiele con tono di preghiera.

"Ora la cosa più importante è evitare che capiscano dove si trovano. Non possiamo trattenerli perché non è ancora il loro momento...ma dobbiamo assolutamente tenerli a bada ed evitare che scoprano troppo di questo posto. Soprattutto il loro comandante. E' un tipo imprevedibile." disse il Guardiano dopo un lungo sospiro.

"Giusto. Lasciate che sia io ad occuparmene. Se me lo concedete chiederò a Gretal, Lilak e Vanalika di aiutarmi in questo compito!"
rispose rincuorata Kiele prostrandosi al guardiano e baciandogli la mano sinistra.

"Vada per Gretal e Lilak."
Il Guardiano sembrò leggermente alterato.
Nei suoi occhi colore del ghiaccio, semi-nascosti da ciocche di capelli scomposte ad arte, sembrò passare un'ombra. Congedò immediatamente Kiele e tornò a scrutare la sfera di cristallo.


"Chi o che cosa può aver interferito......deve trattarsi di una forza misteriosa a noi sconosciuta....."

Il guardiano Luz continuò  a guardare la sfera alla ricerca di una possibile risposta.  I suoi occhi vagavano indagatori sulla superficie liscia del globo, tentando di capire, di trovare una soluzione.

"Non sprecate tempo, Supremo Luz! Conosco la spiegazione di quanto è accaduto..."

All'udire quella voce femminile il guardiano si voltò. Dal fondo del corridoio stava arrivando qualcuno.

"Vanalika! Vieni avanti!" ordinò il guardiano, incuriosito da quell'affermazione.

La donna avanzò fino a giungere al centro della stanza. Si inchino' e salutò il guardiano.
Indossava un lungo mantello bianco, adornato di piume bianche sulle spalle, che le avvolgeva tutto il corpo.
In testa portava un elmo alato di colore dell'oro che le incorniciava il candido viso, sugli occhi portava calata la visiera. Sulla schiena le ricadevano, legati in una lunga coda, folti capelli colore del sole. Ai lati del viso  scendevano altre due code più piccole.

"Sentiamo quello che hai da dire." le chiese Luz , fregandosi le mani guantate con crescente interesse.
 

   
 
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