Anime & Manga > Capitan Harlock
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Autore: danish    30/10/2011    4 recensioni
Che cosa può accadere nel momento in cui si resta a corto di carburante a causa di un esperimento fallito? Occorre andare alla ricerca di rifornimenti. Ma se per farlo ci si spingesse troppo oltre?
Potrebbero insorgere seri "grattacapi"....
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1iiii

"Quella nave arriverà in breve all'ingresso del nostro regno...."

Il Guardiano Supremo osservava con preoccupazione la sfera luminosa, situata al centro della stanza, dentro alla quale si distingueva la sagoma di una nave spaziale con insegne piratesche.
Era molto raro che viaggiatori interstellari si spingessero fino agli estremi confini dell'universo ma questa volta parevano essere in procinto di oltrepassarli per approdare in un mondo a loro totalmente sconosciuto.

"Dobbiamo fare in modo che si allontanino. Date ordine a Kiele di scatenare una tempesta magnetica tale da spazzare via quei curiosi!"

Ordinò il Guardiano ad uno dei suoi uomini sorridendo quasi compiaciuto. Provava sempre un sottile piacere quando doveva allontanare gli ignari "turisti spaziali"
Si avvicinò alla sfera e la toccò con una mano. Questa emise un bagliore accecante per diventare un istante dopo nera come la pece.
Il Guardiano Luz era un giovane uomo dai folti  capelli biondi lunghi fino alle spalle che gli incorniciavano il viso nascondendone scompostamente un lato. L'abito nero, simile ad una lunga marsina settecentesca, stretto vita e più ampio sul fondo e impreziosito da ricami dorati, ne metteva in evidenza il fisico alto e asciutto. Le spalle erano adornate da lunghe piume nere e sul petto era appuntata una rosa rosso scarlatto. Guanti di pelle scura proteggevano le mani.(1)
Nonostante l'apparente giovane età, da tempo immemore presiedeva quel palazzo e suo compito era quello evitare che visitatori occasionali arrivassero sin lì, più o meno intenzionalmente e che varcassero il Confine.
Nessuno doveva oltrepassare quei cancelli,  almeno finché non fosse giunto il momento adatto.


E quello, per Harlock e la sua ciurma, non lo era ancora.

Il soldato si allontanò velocemente, uscendo dalla sala del Guardiano di gran lena.
Saltò agilmente sul suo destriero che lanciò al galoppo verso la collina. Doveva eseguire al più presto l'ordine impartitogli dal suo signore affinché Kiele provocasse la tempesta magnetica.
Era da tempo che non accadeva che qualcuno giungesse fino a loro.
L'ultima volta era successo innumerevoli anni prima ma erano riusciti ad allontanare gli ignari visitatori spaziali servendosi di un vento cosmico.
In un battito di ciglia il soldato raggiunse la sommità della collina e, dopo aver lasciato il destriero, si introdusse nel palazzo di Kiele attraversando di corsa il maestoso colonnato antistante.

Seduta sul suo trono di pietra, nascosta dalla penombra,  Kiele attendeva imperturbabile l'uomo.

"Che cosa ti porta fin qui, soldato?" gli chiese con voce annoiata.

"Il Guardiano Supremo  ha avvistato probabili visitatori indesiderati. Ordina che voi produciate una tempesta magnetica per allontanarli e difendere il regno."  rispose con deferenza, inginocchiato al suo cospetto.

Kiele si alzò lentamente, mostrandosi in tutta la sua bellezza:  alta, dalla lunga chioma bruna, gli occhi blu come la notte e la pelle pallida come la luna.
Sulla fronte portava un piccolo diadema scintillante a forma di spirale. Indossava un lungo vestito bianco composto da veli impalpabili sovrapposti, stretti all'altezza della vita da un'alta cintura dorata. 
Al polso destro  portava un bracciale rigido su cui era inciso un agrifoglio a simboleggiare il compito che le era stato assegnato sin dalla notte dei tempi. 

"Così sia. Riferisci al Guardiano che eseguirò il suo ordine. Come sempre."

Kiele congedò il soldato con un gesto della mano.
Tornò a sedersi e chiuse gli occhi. Appoggiò ciascuna mano sui braccioli del trono alle cui estremità erano incastonati due grandi cristalli trasparenti che, al contatto con la sua pelle, divennero di colore rosso fiammante.
Nell'istante stesso in cui riaprì gli occhi, nello spazio si generò una immane tempesta cosmica.

"Per loro fortuna il Guardiano ritiene che questo non sia ancora il momento adatto...Che peccato...il loro capo mi sembrava un tipo alquanto interessante....."

mormorò Kiele sorridendo.

***  ****


"AAAAh!!! Capitano!! Il radar segnala una forte tempesta spaziale in arrivo!"
Yattaran, risvegliatosi improvvisamente dalla sua quotidiana pennichella, sobbalzò sulla poltrona all'udire il suono di allarme degli strumenti di bordo.

"Ma bravo!! Ce ne siamo accorti venti minuti fa, quando tu eri ancora nel mondo dei sogni!!"
Rispose canzonandolo Tadashi.

"Ah-ah!! Davvero? E avete anche visto che ha una forza tale da spazzare via l'intera nave nel giro di trenta secondi??"
ribattè l'uomo indispettito dal tono del ragazzo.

Harlock, seduto sulla sua poltrona, osservava in divertito silenzio la scena. Stava pazientemente aspettando, come al solito,  che i due finissero di battibeccare per impartire il suo ordine.
Accanto a lui Mimeh, tenendogli una mano sulla spalla,  guardava con rassegnazione i due pirati cantarsele per le rime.

"Non si sopportano. Nemmeno dopo dieci anni trascorsi l'uno accanto all'atro per giorni e notti intere!"
mormorò la donna accarezzando il rapace Tori appollaiato sullo schienale della poltrona.

Harlock sorrise lievemente.
"Fermate i motori della nave!" ordinò ad alta voce. "Tadashi, fai una scansione della zona e trova il posto più vicino in cui ripararci!"

Il ragazzo ubbidì immediatamente.

"Non sprecare energie....non ci sono asteroidi che possano farci da scudo...anzi, a ben guardare qui non c'è niente di niente. Zero pianeti! Zero stelle! Nada de nada!!" osservò Yattaran scrutando i suoi strumenti.

" e allora cosa suggerisci,  genio?" ribattè Tadashi guardandolo in malo modo.

"Siamo spacciati!! ah ah ah!!" rispose l'ufficiale appoggiandosi allo schienale della sedia con le mani incrociate dietro la testa. "non c'è nulla da fare! a meno che......"

" A meno che Ombra di Morte non ci raggiunga in pochi istanti....." concluse Harlock.

"Hai sentito il capitano, pivello??? Datti da fare e chiama la nostra base segreta!" ridacchiò Yattaran abbandonando la sua posizione per prendere posto al timone che avrebbe manovrato manualmente.

"C-come??? I-io non conosco la procedura!!! Era Kei ad occuparsene...!!" protestò flebilmente Tadashi.

Sulla nave calò il gelo. Tutte le persone presenti sul ponte guardarono verso la postazione che la loro amica occupava abitualmente.
Lei però non era più lì con loro.
Quattro anni prima aveva lasciato la nave per riprendere gli studi e portare a termine il sogno di suo padre di costruire colonie spaziali. Da allora non avevano più avuto sue notizie.

"Ehhhh, ho già capito! Lo farò io."
Borbottò Yattaran affiancandolo e digitando sui pannelli le coordinate spaziali, calcolando la rotta più rapida affinché il satellite artificiale li potesse raggiungere nel minor tempo possibile.
"...tu apri bocca solo per dar aria ai denti...lascia che passiamo anche questa e poi andrò a cantergliene quattro anche a Maji!! E' tutta colpa sua se ci troviamo inguaiati in questa  situazione..."  borbottò scuotendo la testa.

Tadashi lo guardò annuendo.
"Già!! Accidenti a lui e alla sua idea di modificare il gravium per renderlo più potente!! Eccoci qui invece, senza carburante per la nave. E come se non bastasse per trovarlo abbiamo dovuto spingerci fino agli estremi confini dell'universo conosciuto." concluse sospirando.

Secondo i calcoli di Maji, in quella zona dove ora si trovavano, avrebbe dovuto esserci un pianeta con ricchi giacimenti di Gravium in forma minerale.
Ma da quel che potevano vedere, sia ad occhio nudo che con l'aiuto dei rilevatori spaziali, non vi erano corpi celesti nei dintorni.  Solo buio profondo tutto intorno e nemmeno una stella per orientarsi visivamente.

L'attenzione del ragazzo fu catturata improvvisamente da un bagliore azzurro proveniente dall'esterno della nave che lampeggiò per una frazione di secondo.

"C'è qualcosa là fuori! Forse stiamo per raggiungere CRV1!"
Esclamò, mettendosi ad armeggiare con i pulsanti della sua postazione per tentare di individuare sul radarl'origine  di quella strana luce.
Anche Harlock se ne accorse e si alzò improvvisamente dalla sua poltrona per raggiungere il ragazzo.

"Hai visto anche tu quel bagliore, Tadashi?" chiese a bassa voce.

"si capitano....ho visto una luce azzurra lampeggiare per un solo istante. Sto tentando di localizzarne la posizione  sulla mappa galattica..." rispose proiettando l'immagine della cartina  sullo schermo principale.

"Se è ciò che penso.....credo che non la troverai mai su una mappa....." rispose Harlock in tono grave.

Tadashi si voltò a guardarlo incuriosito. "Che significa?" chiese.
Non potè non notare l'espressione attenta e allertata del suo capitano.

Harlock si allontanò velocemente portandosi al timone della nave, stringendo la ruota con forza.
Nel medesimo istante il satellite artificiale Ombra di Morte li raggiunse, inglobandoli al suo interno in modo da proteggerli dalla tempesta spaziale che cominciava ad imperversare all'esterno.

"Harlock....ti vedo preoccupato. Che cos'era quella luce azzurra che abbiamo visto poco fa?"
sussurrò Mimeh affiancandolo e appoggiandogli lievemente una mano sul braccio.

"Temo che quello sia il faro che segna il Confine. Se lo oltrepassassimo... non rientreremmo mai più  da questo lato dell'universo...." disse con voce grave. "...nessuno è mai tornato a raccontare cosa vi sia al di là....".

"Ma se non andremo oltre non potremo estrarre il gravium che secondo i nostri calcoli si trova proprio lì..." aggiunse Yattaran che aveva già intuito tutto. "L'alternativa è restare da questa parte dello spazio....a secco...ad attendere la fine!!" concluse sedendosi sul pavimento della nave a completare un modellino di aeroplano.

"Come??" gridò Tadashi esterrefatto. "Ma capitano!! Perché non ci spostiamo utilizzando Ombra di Morte e ce ne andiamo verso il primo pianeta qui intorno?"

Harlock lasciò che fosse Mimeh a rispondere al suo posto.
"Perché anche il nostro satellite non ha abbastanza autonomia per tornare indietro a cercare carburante con cui rifornirci..."

"...quindi....siamo spacciati!!" farfugliò incredulo il ragazzo lasciandosi cadere sulla poltrona.

In quello stesso istante la nave fu scossa da una fortissima onda di energia che la fece tremare in ogni sua  singola parte. La tempesta cosmica stava sferzando il satellite artificiale con una forza inimmaginabile

"Capitano?! che cosa facciamo ora??" chiese il Dottor Zero che aveva da poco raggiunto il ponte.

Harlock andò a sedersi sulla sua poltrona, incrociò le braccia al petto e chiuse gli occhi.
"Niente! Aspettiamo che passi la tempesta senza opporre resistenza!" rispose sorridendo.

***   ***

Oltre il Confine il Guardiano osservava la scena per mezzo della sfera di cristallo iridescente.

"Che audace comportamento! Invece di invertire la rotta e battere in ritirata si stanno lasciando travolgere dalla furia del turbine cosmico...ancora non capisco per quale motivo si siano spinti fino a qui....."



(1)Ok, lo ammetto:  l'aspetto del  Guardiano ricorda  Kamijo dei Versailles in "Serenade"...che è esattamente quello che volevo.... :-))))


   
 
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