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Autore: Martolilla96    01/11/2011    4 recensioni
Cross-over tra Castle e Merlin.
Un incantesimo sbagliato. Un omicidio. Draghi ed assassini. Nuove avventure per lo scrittore e la detective che dovranno fare i conti con un mago parecchio imbranato, un principe attira disgrazie e taaanti guai.
Genere: Comico, Fluff, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quasi tutti
Note: AU, Cross-over, Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Allora prima di iniziare a leggere vi devo avvertire di una cosa. Alcune di voi mi hanno fatto notare che le parentesi con gli nd spesso spezzavano i capitoli, rendendone così difficile la lettura e facendo perdere spesso il filo, così ho pensato ad una soluzione. Sparsi per il capitolo troverete dei numeri tra le parentesi che si riferiscono a quelli riportatu a fine capitolo, non è necessario che voi incontrando questi numeri andiate subito sotto a leggere, essi infatti si riferiscono solo alla parte in cui si trovavano le parentesi.
Vi ringrazio per la cortese attenzione.



Las Vegas, Nevada, McCarran International Airport, 3:30 a.m. circa.

“Castle! Muoviti che siamo in ritardo!” urlava Beckett trascinandosi dietro un piccolo bagaglio e uno scrittore esausto. (1)

 “Che dici Beckett?” chiese lui calcando sul cognome della ‘collega’ “Il nostro volo è tra quindici minuti e abbiamo già fatto il cheek in! Avremmo avuto tutto il tempo per fare qualche partitina alle slot machine al terminal” si lamentò lo scrittore.

“Appunto tra solo un quarto d’ora” disse lei “e se non l’avessi capito mio caro, è già grave arrivare con quasi sei ore di ritardo su una scena del crimine figurati poi se perdiamo l’aereo e giungiamo lì dopo dodici ore! Montgomery mi spedirà a dirigere il traffico per il resto della mia vita” piagnucolò lei sconvolgendo il marito che era rimasto stupito dal comportamento della donna, ma pensando che fosse per l’orario non ci diede molto peso.

“Kate, tesoro ma che stai dicendo? Montgomery ha sempre promesso di fare una cosa del genere ma non l’ha mai fatto né quando siamo andati a Los Angeles o quando abbiamo indagato sul caso di tua madre! Tu sei la sua miglior detective, non potrebbe mai fare una cosa del genere, non dopo tutto quello che è successo in quest’ultimo anno” sbottò lui pentendosi un attimo dopo aver pronunciato la frase vedendo gli occhi della donna al suo fianco oscurarsi.

“……”

“Scusami io non volevo” mormorò lui dispiaciuto. “Tesoro mi dispiace sono una lingua lunga. Non avrei mai dovuto ricordarti queste brutte cose, proprio in questo momento in cui avremmo dovuto rilassarci ed essere felici ed io rovino tutto come sempre! Sono solo uno stupido scribacchino logorroico che non sa fare altro che scrivere e parlare a sproposito e………” straparlò a raffica lui interrompendosi improvvisamente sentendo buffi versi provenienti dalla moglie e girandosi si trovò davanti a una scena che non si aspettava di trovare. Kate, infatti, aveva gli occhi lucidi e tenere lacrime spuntavano agli angoli dei suoi occhi minacciando di scorrerle veloci lungo le gote, ma a stonare con esse vi era un bellissimo sorriso che le illuminava il viso e cercava con tutta la sua forza di volontà di non scoppiare a ridere come una pazza. Sforzo invano poiché appena vide la faccia dell’uomo, del suo uomo, proruppe in una grassa risata lasciandolo completamente di sasso.

“Kate che cos…?” iniziò a dire lui venendo prontamente interrotto dalla donna che ancora non si era ripresa del tutto dall’attacco di riso.

“Oddio…anf anf… tesoro…anf… avresti dovuto…anf anf… vedere la tua faccia  ahahahah!”  concluse lei ansimando, dando vita ad un’altra sessione di riso incontrollato.

“Molto spiritosa detective e io che c’ero quasi cascato” mormorò sarcastico lui aspettando che la moglie si calmasse per poter riprendere il discorso “Sul serio Kate mi dispiace tantissimo! Avrei dovuto fare quello che tu mi ripeti da ormai quattro anni e cioè chiudere il becco, scusami tesoro” disse mortificato abbassando lo sguardo. (2)

“Ehi Rick guardami” mormorò la donna aspettando che il marito alzasse lo sguardo verso di lei per poi continuare appena lo fece, “Va tutto bene, stai tranquillo non è successo niente. Certo dovresti imparare a pensare prima di parlare ma è grazie a tutto quello che è successo se ora siamo qui in un aeroporto a Las Vegas, freschi freschi di matrimonio segreto e io sono finalmente felice” disse la detective sorridendo dolcemente e lo scrittore pensò che fosse lo spettacolo più bello che avesse mai visto.

“Uuuh detective devo dedurre che sono io la tua felicità!” esclamò Castle ritornando in un millisecondo a sorridere.

“E riecco Castle il dodicenne! Ma non se ne era andato momentaneamente in vacanza? No eh? Che peccato! Ci speravo così tanto” disse la detective esasperata.

“E’ stata una vacanza lampo come la nostra luna di miele considerando che ti sei presa una settimana di ferie e siamo qui solo da un paio di giorni” rispose sorridendo e alzando le spalle strappando alla donna una risata mal celata da ragazzina alla sua prima cotta.

“Prenditela col nostro assassino quando lo prenderemo”

“Eccome se lo farò! Ci puoi contare tesoro”

“Richard Castle smettila di chiamarmi tesoro in pubblico! E se ti fai scappare qualcosa con Ryan ed Esposito hai presente che seccatura?”

Tesoro” disse calcando sul termine, “mi stai sottovalutando! Tranquilla fino alla chiusura del casoniente uscirà dalla mia boccuccia e comunque qui non siamo a New York, chi vuoi che mi riconosca?” (3)

“OH MIO DIO!” un urlo risuonò per tutto l’aeroporto facendo gelare il sangue a un certo scrittore di nostra conoscenza che sospirando, si chiese come mai il Destino ce l’avesse tanto con lui.

“Dicevi?” chiese la detective alzando un sopracciglio mentre lo scrittore sospirava esasperato

 “Oddio ma lei è Richard Castle! Waaaaaaaaaaa sono una sua grandissima ammiratrice!  Il mio nome è Katherine, la prego mi faccia un autografo sig. Castle io adoro i suoi libri e vorrei anche fare una foto se è possibile. La prego, le mie amiche saranno invidiosissime quando sapranno che l’ho incontrata, non vedo l’ora di metterlo su Twitter!”. Era una donna alta, bella, dai lunghi capelli biondi e poco mossi che le arrivavano alla vita, indossava un paio di shorts di jeans molto corti e aderenti e un top a fascia rosso scarlatto che risaltava la sua carnagione chiara e gli occhi azzurri, ma a stonare con l’immagine da modella ci pensava la voce troppo acuta e stridula.

-E questa chi diavolo è? Come osa fare gli occhi mio marito?! Tzè Katherine! Questa mi vuole fregare anche il nome oltre che il marito, ma chi si crede di essere!- la detective stava letteralmente fumando di rabbia e gelosia.

“Mi dispiace ma…” iniziò lo scrittore ma fu subito interrotto dall’oc…ehm dalla ragazza

“La prego sig. Castle non si faccia pregare” disse tirando fuori dalla borsa una penna “e poi io so essere molto generosa, sa se mi capitasse di passare da New York magari potremmo cenare assieme. Sa? Potremmo anche saltare la cena e passare direttamente al dessert, non so se mi spiego” esclamò civettuola mentre Castle deglutiva spaventato per la possibile reazione di Kate, ma lei lo sconvolse con la sua risposta e non solo quella.

“Riiiick, tesoro, il nostro volo è tra pochissimo che ne dici se prendiamo i bagagli e ci incamminiamo? Magari se arriviamo presto a casa potrai avere quella doppia razione di torta alla panna e ciliegie che mi avevi chiesto prima” il maestro del macabro era sconvolto dal comportamento della sua Musa che gli si era quasi appiccicata addosso passandogli maliziosamente un dito sul petto coperto dalla camicia blu notte mentre con una scia di baci percorreva un percorso ben definito che andava dal collo all’orecchio, mordendogli giocosamente il lobo arrivata alla meta e la sconosciuta la guardava attonita strusciarsi addosso al suo mito senza ritegno incavolandosi.

“Scusa e tu chi saresti? Il sig. Castle stava parlando con me e non con te. Non te l’hanno insegnata l’educazione? Ma guardati! Sembri una sgualdrina da quattro soldi! E’ evidente che vuoi portartelo a letto solo perché è bello, ricco e famoso” disse con astio l’oc- ehm la biondina dalla voce stridula, ma a rispondere non fu la bella detective come noi tutte ci aspettiamo, ma il suo fido cagnolino che, irritato più che mai da quella sgradita presenza e arrabbiato per ciò che aveva detto della sua Kate, aveva deciso di intervenire.

“Mi scusi signorina…” iniziò lui e la ragazza ritornò a rivolgere la sua attenzione allo scrittore, “io non ho la più pallida idea di chi lei sia e sinceramente non mi interessa saperlo. Sarà anche una mia fan, ma in questo momento io non ho intenzione né di fare foto né di fare autografi o perlomeno non ho intenzione di farli con te. Ora se non ti dispiace io e MIA MOGLIE dobbiamo andare che stanno chiamando il nostro volo. Bye bye” e detto ciò prese baracca, burattini e detective e si diresse a passo spedito per tornare nella vecchia e cara New York lasciando quell'ochetta sconvolta.

Sull’aereo

“Signori e signore vi ringraziamo per aver scelto questo volo, vi preghiamo di rimanere seduti al proprio posto e di tenere allacciate le cinture fino a nuovo ordine. L’aereo partirà tra poco. Vi ringraziamo per la cortese attenzione” la voce graffiata di una hostess proveniente dall’altoparlante ammutolì per poco la classe turistica.
Se Kate Beckett diceva classe turistica, classe turistica sarebbe stata e al nostro scrittore non restò altro che arrendersi al volere della dolce consorte nonostante avesse proposto più volte la prima classe. Però trovare due biglietti di prima classe alle 3 del mattino e in un volo già quasi pieno era impossibile persino per un noto scrittore di gialli quale Richard Castle perciò si erano dovuti “accontentare” di quello che era rimasto. Anche se ciò comportava pianti di bambini, uomini parecchio robusti che occupano anche il tuo posto, un punk da una parte e un hippie dall’altra, un teenager che ascolta musica con le cuffie ma a volume così alto che i vicini di posto riescono a sentire ogni singola nota e molti altri personaggi, ma la nostra detective era una tosta e abituata a un logorroico scrittore, quindi ci voleva ben altro per farle perdere la pazienza. Ma quando un bimbo piccolo seduto con la madre davanti a lei iniziò a frignare, scatenando una reazione a catena con tutti gli altri, la sua pazienza ne ebbe a bastanza:

“Ok hai vinto, trasferiamoci in sta benedetta prima classe” disse lei, la fedele vena pulsante sulla tempia, rivolgendosi ad uno scrittore il cui sorriso andava da orecchio a orecchio.
Un attimo dopo detective e romanziere erano seduti comodamente e con un calice di champagne in mano.

“Togliti quel maledetto ghigno dalla faccia Castle!”

“Quale ghigno detective? Io sto semplicemente sorridendo mia cara, sapevo che avresti cambiato idea”

“Si certo come no! Senti lasciamo stare che è meglio, non ho la minima voglia di mettermi a discutere con te a quest’ora, soprattutto con tutti gli altri passeggeri che dormono” infatti sia Castle che Beckett, ancora molto vispi nonostante la tarda ora, stavano sussurrando. Eh si la prima classe di sicuro non è come la turistica.

“Va bene. Ah! A proposito, mi è davvero piaciuto vederti gelosa prima, per non parlare di quando difendevi così apertamente il tuo territorio! Ti confesso che hai risvegliato alcuni desideri che…… uuuh non ti dico. Non vedo l’ora di avere la mia razione extra di torta alle ciliegie con panna!” disse lui con tono volontariamente provocatorio e malizioso.
“Castle ma di che diavolo stai parlando?!” quasi urlò lei che, accorgendosi della gaffe, proseguì sottovoce “Io non ero affatto gelosa e di sicuro non cercavo di difendere il mio territorio”.

“Ah davvero? E allora perché ti eri appiccicata al mio scultoreo corpo?”

“……”

“Lo sapevo! Quando ammetterai che io ho sempre ragione?” disse lui facendo ricordare alla consorte tristi e dolci ricordi.

“E tu quando ammetterai di morire dalla voglia di saltarmi addosso?”

“Non l’ho mai negato questo mia cara e ora fai la brava e chiudi gli occhi, altrimenti sulla scena del crimine i cadaveri saranno tre e non uno. Buonanotte amore” le rispose e, baciandola teneramente sulle labbra, chiuse gli occhi sistemandosi sul comodo sedile cercando di prendere sonno. La nostra detective invece era ancora lontana dalle calde e confortevoli braccia di Morfeo, le parole di Richard, anche se involontariamente, l’avevano riportata indietro di parecchio, al giorno che aveva segnato l’inizio della sua nuova vita.

Flashback 

Nell’hangar era come se il tempo si fosse fermato non appena Kate Beckett vi rientrò, correndo come una furia verso colui che una volta era il suo capo, il suo mentore, la sua guida, insomma il suo secondo padre (4). Rapida si diresse verso il corpo disteso del suo Capitano, chinandosi su di lui e imbrattandosi le mani del sangue scarlatto che continuava a uscire copiosamente dalle varie ferite d’arma da fuoco, mentre alle sue spalle, Castle osservava la sua Musa disperarsi, negli occhi un profondo senso di colpa e dolore. Lui aveva svegliato il Drago e se ora Montgomery si trovava in un lago di sangue era tutta colpa sua.

“Non piangere Katie, è quel che mi merito per aver tradito la tua fiducia e non solo. E’ la punizione divina che aspettavo da ben 19 anni e non potrei essere più felice di averla finalmente ricevuta perché sono riuscito a proteggerti come avrei dovuto fare con lei” la voce di Roy Montgomery era poco più che un sussurro debole e affannato, ma bastò per far sgranare gli occhi agli altri due e, mentre lo scrittore si precipitava al suo capezzale, il rumore di alcune sirene in lontananza si faceva sempre più vicino.

“Mi dispiace solo che non sarò più qui a proteggerti d’ora in poi, ma hai al tuo fianco delle persone fidate che ti amano e farebbero qualunque cosa per te, dal prendersi una pallottola al disinnescare una bomba sporca a pochi secondi dalla sua esplosione” (5) la smorfia che il Capitano aveva in viso assomigliava tanto a un sorriso, ma sentiva chiaramente che la vita lo stava abbandonando e gli risultava difficile parlare, figuriamoci sorridere! Perciò raccolse le ultime forze che gli restavano e con voce flebile sussurrò a Kate, che stava premendo sulla ferita per fermare l’emorragia, in modo tale che sentisse solo lei nonostante avesse Castle vicino.

“Non aver paura dei tuoi sentimenti Kate, lui ti ama e anche tu lo ami, ma hai paura. Sei
convinta di mostrarti debole o di restare scottata di nuovo se ti lasciassi andare, ma ti sbagli! Lui è stracotto di te, me l’ha confessato la sera in cui avete salvato la città all’Old Haunt……” Montgomery tossì sangue e i suoi occhi si fecero vacui per poco nel ricordare quella sera. 


Flashback nel flashback

Era appena stato chiuso il caso di Amar Al Habi e tutti erano felici che quella brutta faccenda fosse finita nei migliori dei modi: i cattivi in gattabuia e la città ancora intatta, ma non tutti erano contenti anche se per motivi diversi. Richard Castle si stava dirigendo, scuro e mesto in volto, a grandi falcate verso l’uscita del 12°. Vedere la sua Musa abbracciata al suo ragazzo l’aveva completamente distrutto, dopo tutto quello che avevano passato in quei giorni infernali, vederla “felice” tra le braccia di un altro era stato peggio di quanto si aspettasse.

-Eppure io l’avevo già vista baciarsi con Demming e abbracciata a Josh, ma non avevo provato tutto questo dolore- pensò distrutto lo scrittore.

-Perché con Demming non avevi ancora preso coscienza dei tuoi sentimenti, è stato dopo quel bacio che sei finalmente riuscito ad ammettere ciò che provi, mentre con Josh quella volta, come ho già detto in precedenza, fu perché ancora non era successo niente tra voi-

-Ah cara coscienza! Quanto mi sei mancata in questi giorni! Che fine avevi fatto?-

-Mi ero presa una vacanza, sai non volevo saltare in aria. Tanto con te non lavoro mai! E non fare quella faccia perché sai che ho ragione, altrimenti a quest’ora quella donna sarebbe tra le tue braccia e non tra quelle del dottorino motociclista del piffero-

-Ti dispiace? Sono già abbastanza giù di mio, non ho bisogno che contribuisci anche tu!-

-Va bene, ma ricordati che te l’avevo detto!-

“Si me lo avevi detto” sussurrò lo scrittore tra sé.

“Ehi Castle!” quando una voce lo chiamò lui credette anzi sperò, che si trattasse di Kate che lo aveva seguito piantando in asso il dottorino, ma restò profondamente deluso quando si accorse che colui che lo aveva chiamato, altri non era che il Capitano Montgomery in procinto di tornarsene a casa.

“Cos’è quel muso lungo? Dovresti essere felice, infondo hai appena salvato New York!” sentendo queste parole lo scrittore si adombrò ancor di più e ciò spinse il Capitano a cambiare tecnica d’approccio.

“Ti va una birra all’Old Haunt Castle? Avanti offro io che stavolta te la sei proprio meritata”

“Va bene Roy. E’ sempre meglio che rimanere a casa da solo”

“Ok andiamo allora”.

Arrivarono all’Old Haunt poco dopo e, nonostante ci fossero ancora molti clienti, Castle, dopo aver salutato il barman, si diresse a passo spedito verso la stanza sotterranea che era diventata ormai il suo rifugio personale; aveva capito le intenzioni del Capitano e se proprio dovevano parlare era meglio che fossero da soli, senza occhi e orecchie indiscrete ad ascoltare. Quella stanza non era cambiata molto da quando c’era stato la prima volta, lo scrittore non aveva voluto cambiare l’arredamento completamente,  per preservare la memoria di Donny Hayes. Aveva solo aggiunto un comodo divano di pelle, un’altra libreria con tutti i suoi libri ovviamente e aveva tappezzato la stanza di foto. Passeggiando per la stanza, il Capitano ne vide parecchie, ma tutte rappresentavano su per giù gli stessi soggetti: un Castle neonato tra le braccia di una giovanissima Martha Rodgers, bambino dietro le quinte di uno spettacolo della donna, che imparava ad andare in bici con una Martha assai preoccupata dietro, un Castle di circa otto anni tutto sporco che piangeva disperato a Central Park, il suo diploma, la sua laurea, Castle che teneva alquanto emozionato che teneva tra le braccia una neonata Alexis, i compleanni della ragazza, le feste dal Ringraziamento ad Halloween fino a Natale e Capodanno, le giornate al parco, foto con il Sindaco e i suoi amici scrittori, foto con tutta la squadra del 12° e molte altre ancora. 
Una in particolare lo colpì maggiormente, risaliva a quella sera che, cantando, erano andati a festeggiare con quella deliziosa bottiglia di St. Miriam Rock of Scotland del 1875 la fine del caso e il nuovo acquisto del folle scrittore: era in bianco e nero e raffigurava loro cinque un tantino brilli (6) che, stretti assieme in un abbraccio quasi fraterno, sorridevano e alzavano in alto i bicchieri col costoso nettare verso la fotocamera. Mentre gli occhi dei poliziotti erano puntati verso la fotocamera, tutti con un enorme sorrisone dovuto all’alcol in volto, quelli dello scrittore erano rivolti verso la bella detective dagli occhi verdi. Il suo sguardo era quello di un uomo profondamente innamorato e lui lo sapeva riconoscere perfettamente, era quello con cui aveva guardato la sua dolce consorte ogni giorno della sua vita da quando l’aveva conosciuta, era lo sguardo di un uomo che soffriva per amore, era lo sguardo che una persona ha incontrato la sua anima gemella, ma sa di non poterla avere.
Prese in mano la cornice e carezzò la foto con un dito sorridendo. La sua squadra. Quante ne avevano passate in quei tre anni da quando quello scrittore era entrato nelle loro vite sconvolgendole soprattutto quella della sua detective di punta, ormai lui li considerava come tanti figli e ne avrebbe davvero sofferto se fosse accaduto loro qualcosa logorroico scribacchino compreso. 

-Vorrei tanto che non succedesse loro niente, ma io sono il primo a tradirli e metterli in pericolo- sospirò. -Se lei sapesse cosa ho fatto mi odierebbe e sarebbe in pericolo, metterei tutti in pericolo se il mio segreto verrà alla luce e per questo nessuno dovrà sapere cosa ho fatto 19 anni fa. Non posso permettere che venga fatto loro del male, né alla mia squadra né alla mia famiglia perciò devo mentire anche se prima o poi dovrò fare i conti con ciò che ho fatto e l’odio dei miei cari- sorrise amaramente e sussultò quando la voce dello scrittore lo riscosse dai suoi lugubri pensieri.

“Allora Capitano? Cosa preferisce per iniziare questo discorso? Birra, scotch o vodka? Non so lei ma io ho bisogno di qualcosa di forte” disse lo scrittore e in risposta allo sguardo perplesso dell’altro aggiunse

“Avanti Roy! So che non mi hai invitato a prendere una birra solo per festeggiare. Si tratta di quello che provo per Kate vero?”

“Avrei dovuto saperlo che ci saresti arrivato subito” ammise il poliziotto leggermente sorpreso dalla facilità con cui lo scrittore aveva confessato di provare qualcosa per la sua patner. 

“Coraggio versa un bicchiere di scotch anche a me”

Poco tempo dopo entrambi avevano davanti un bicchiere di delizioso nettare.

“Allora Castle? Che hai intenzione di fare con lei?” chiese Montgomery iniziando a sorseggiare il suo drink.

“Lei chi Capitano?” rispose lui prendendo a sua volta un sorso.

“Sai benissimo che mi riferisco a Beckett. Rispondi sinceramente, è solo un gioco tutto questo per te?” disse serio fissandolo dritto negli occhi.

“Cosa? Certo che no! Come le viene in mente una cosa del genere?!” replicò indignato lo scrittore.

“E allora perché continui ad illuderla? Perché continui a darle false speranze per poi ferire i suoi sentimenti?”

“Cosa?! Ma che diavolo sta dicendo? Io non ho mai fatto una cosa del genere!”

“Ne sei sicuro?” 

“A che si riferisce?”

“Alla scorsa estate quando te ne sei andato negli Hamptons con la tua ex moglie. L’hai ferita profondamente quella volta”

“Cos…? Io l’ho ferita e lei? Sempre a sbaciucchiarsi con Demming ovunque mi girassi! Sembrava me lo facessero apposta. Sa quanto mi sono sentito ferito io? Creda che mi sia piaciuto sapere che mi ha mentito? Che non abbia avuto il coraggio di dirmi in faccia che aveva rifiutato il mio invito per andare col suo fidanzatino a fare una cenetta romantica? Beh sa che le dico? Spero tanto che lei si sia divertita con Demming quest’estate perché io mi sono davvero divertito!” urlò lo scrittore sfogando tutta la sofferenza provata. 

“E’ qui che ti sbagli amico mio” disse Montgomery con voce pacata raggelandolo con lo sguardo.

“Cosa intende dire?” sussurrò Richard quasi totalmente ubriaco, con l’avanzare del discorso avevano pian piano svuotato la bottiglia.

“Kate aveva lasciato Demming la stessa mattina in cui tu sei partito. L’aveva lasciato per venire con te negli Hamptons e mentre lei stava cercando di rivelarti i tuoi sentimenti tu che fai? Te ne vai via dal Distretto a braccetto con la tua ex, ti faccio i miei complimenti! Mio caro amico lei avrà pur sbagliato, ma anche tu hai le tue colpe” gli rese noto e lo scrittore ammutolì.

“I-io io non ne avevo la più pallida idea, perché non me l’ha mai detto?” chiese Castle con voce tremante. 

“Rick…” iniziò il poliziotto con tono paterno  “Conosci Beckett da quanto? Tre anni? Sai quant’è orgogliosa e tu l’hai ferita, non te l’avrebbe mai detto. E’ per questo che ha iniziato la relazione con Josh”

“I-io… Ma quanto sono idiota!” disse coprendosi il volto con le mani.

“Non è colpa tua figliolo” lo consolò stupendo il romanziere per il modo in cui l’aveva chiamato “Dimmi, cosa provi realmente per lei?”

“Io la amo ok? Sono completamente cotto di lei. Non ho mai provato niente del genere in tutta la mia vita. E’ un sentimento talmente forte che mi fa paura ed è doloroso. Non so mai cosa fare con lei, ho sempre paura che dicendo qualcosa di sbagliato lei mi allontani per sempre dalla sua vita e io non potrei sopportarlo. E fa un male cane sapere che se non fosse per i miei stupidi errori a quest’ora lei sarebbe tra le mie braccia invece che  tra quelle del dottorino uscito da ER. Dio quanto sono stupido!”

“Tu non potevi saperlo e, sembrerebbe una frase fatta, ma se l’amore non ti ha mai fatto commettere neanche la più piccola follia del tipo salire sull’Empire State Building e urlare ai quattro venti i tuoi sentimenti allora non hai amato mai. Coraggio figliolo, prima o poi tutto si sistemerà in un modo o nell’altro. Ne sono più che sicuro, come sono certo che voi due siete fatti l’uno per l’altra”.

“Beh Roy, sperare e sognare non costa niente se nonché un grande dolore nel mio specifico caso” disse il romanziere sorridendo amaramente.

“Non dire sciocchezze!” esclamò il Capitano “Il vostro rapporto non è quello che hanno dei semplici colleghi di lavoro, tutti al 12° e non solo se ne sono accorti! Una volta il parente di una vittima mi ha chiesto da quanto tempo stavate insieme” disse aprendo le braccia per enfatizzare il concetto. “Vi completate le frasi a vicenda, parlate delle stesse cose nello stesso momento ma con persone diverse, siete così sintonizzati che parlate all’unisono e potrei continuare all’infinito. Non puoi dirmi che questo è un comportamento normale! Fai vedere a Kate che il tuo non è semplice affetto da patner e infischiatene del fatto che lei è fidanzata! Noi tutti al Distretto tifiamo per voi due e, occhio a te, ci sono un bel po’ di soldi in palio” in risposta all’espressione perplessa di Castle, Montgomery alzò le spalle “Che c’è? E’ dal primo giorno che facciamo scommesse su voi due”

Lo scrittore scoppiò a ridere. 

“La ringrazio Roy, mi ha davvero sollevato il morale. Cercherò di seguire i suoi consigli e prometto di non deludere né lei né il suo portafoglio”

“Andiamo scrittore, abbiamo bevuto abbastanza. Chiama un taxi e torniamo a casa”

“Agli ordini Sir” disse iniziando ad incamminarsi verso il piano superiore.

“Ah Castle?” lo richiamò il poliziotto.

“Si?”

“Grazie”

“Per cosa?”

“Perché la ami, perché stai riuscendo a farla uscire completamente dal baratro in cui era caduta, perché stai distruggendo quel maledetto muro che si è costruita e perché sei il figlio maschio che non ho mai avuto” e detto ciò superò lo scrittore, che era rimasto completamente senza parole, e salì al piano superiore.

Fine flashback nel flashback/Ritorno al primo flashback

“Di che cosa sta parlando?”

“Chiedilo a lui Kate e…” altro colpo di tosse “e ti prego Katie non aver più paura dei suoi e dei tuoi sentimenti. Fammi quest’ultimo favore per piacere. So di non meritarmi più niente, ma ti prego, il mio ultimo desiderio è che tu sia felice e lui ti renderà felice credimi e…” qualunque cosa Roy Montgomery volesse dire poi non lo sapremo mai poiché chiuse gli occhi pronto per un viaggio di sola andata per l’Eterno Riposo.   
 
1. Dovete sapere che i due si sono concessi una doccia alquanto lunga ndMe maliziosa, Ehi! E tu come fai a saperlo? ndCastle&Beckett rossi dall’imbarazzo, Me l’ha detto il drago ndMe con aria innocente, Ma i draghi non esistono ndBeckett, Qualcuno mi ha chiamato? ndKilgarrah, *silenzio tombale alla vista dei denti aguzzi di Kilgarrah* Nonononono ndCastle&Beckett completamente terrorizzati, Ok ndKilgarrah volando via, Visto? Comunque Beckett mi spieghi come ha fatto a convincerti? ndMe, Che domande! Lei non sa resistere ai miei occhioni da cucciolo e al mio corpo perfettamente scolpito e meraviglioso! ndCastle, *fulminandolo con lo sguardo e tirandogli una gomitata* Quale colpo scolpito Castle? Ti servirebbero due mesi e mezzo solo per smaltire metà di quella pancetta che ti ritrovi e comunque si è infilato nella doccia prima che io potessi aprire bocca e… beh hai capito ndBeckett arrossendo all’ultima parte del discorso, Ti amo anch’io dolcezza ndCastle, CASTLE! Quante volte te lo devo dire che no…… ndBeckett, Ok ok andiamo avanti altrimenti questa parentesi diventa più grande del capitolo ndMe, Oooook ndCastle&Beckett
2. Ecco avete presente quando i cani sgridati dal proprio padrone abbassa le orecchie, fa quello sguardo da cucciolo e guaisce dispiaciuto? Beh lui in questo momento ha la sua identica espressione ndMe, Ehi! Ma perché tutti vi divertite a chiamarmi cagnolino? ndCastle offeso, Che c’è tesoro? Preferivi essere chiamato ga…? ndBeckett, Ah! Ti ricordo che avevi promesso di non chiamarmi più così ndCastle, Così come? Gattino? ndMe, Streghe tutte e due ndCastle, Qualcuno mi ha chiamato? ndMorgana, NOOOO ndTutti, Ora perché mi hai salvato la vita parecchie volte sarò sempre in debito con te? ndBeckett furente, Ovvio che si mia cara ndCastle, Ma ti rendi conto di quanto sia stup…? ndBeckett, Ragazzi ragazzi per quanto voi siate carini quando vi mettete a litigare in questo modo, non vorrei protrarre questa parentesi all’infinito quindi andiamo avanti ndMe
3. Le ultime parole famose! ndMe, Dì la verità, tu ci godi a mettere in imbarazzo la gente vero? ndBeckett irritata, Sì in effetti è molto divertente e poi non la gente in generale, le mie vittime preferite siete voi due ndMe, Yuppi ndCastle&Beckett, *parlando sottovoce* Non è che potremmo confrontare le nostre tecniche per metterla in imbarazzo? Mi piacerebbe imparare altre tecniche ndCastle, *ha sentito tutto* Caaaaaaastleeeee!!!! ndBeckett
4. Abbiamo capito ndTutti, Era tanto per rendere l’idea ndMe, -.- ndTutti
5. Ok che hai cercato di proteggerla, ma proprio tu parli di fiducia? -.- ndMe, Hai ragione, però avevo i miei buoni motivi ndMonty,Nessuno lo ha messo in dubbio questo, ma è anche vero che se avessi parlato prima magari il Drago sarebbe già stato catturato da tempo. L’unico motivo per cui ti perdono, è perché se Lockwood e l’altro fossero stati già in prigione, non ci sarebbe stato il bacio Caskett. Anche se ora capisco il motivo di quell’espressione che avevi sulla faccia quando hai visto Jack Coonan avviarsi verso l’ascensore del 12° con Castle e Beckett! Sapevi già che era perciò non hai avuto nessun dubbio sul fatto che li avesse presi in ostaggio e l’hai voluto fermare a tutti i costi! ndMe tutta eccitata perché crede di averci preso in pieno, ………… ndCastle&Beckett rossi in viso per il pensiero del loro bacio “sottocopertura”, Come come? Si sono baciati?! Wow sento odore di scommesse vinte! ndMonty, Ma di tutto il mio discorso hai sentito solo questo? Comunque, non credo che i soldi ti serviranno nell’aldilà; sai non so se te ne sei accorto, ma tu sei morto ndMe, Ah già è vero ndMonty, Ok chiudiamola qua. Questa dovrebbe essere una parte drammatica, con questa parentesi l’abbiamo trasformata in tragicomica
6. Facciamo parecchio brilli ndMe, Ma tu senza metterci bocca in ogni situazione e in ogni momento non ci sai stare vero? ndTutti, Ovvio che no ndMe, Oh poveri noi! ndTutti
  
 
Angolino mio 
Salve sono riuscita a finire sto benedetto capitolo alla fine. Non ho molto da dire, come al solito ringrazio le mie gentili consulenti  (Angol, bice_94, cucciola99 e cristy01) e tutte coloro che leggeranno e commenteranno questo capitolo.
Baci,
Marta


  
   
 
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