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Autore: _Veronica    01/11/2011    2 recensioni
Può forse, l'odio di due ragazzi trasformasi in un improbabile affetto?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Draco.



Fine del sesto anno nella scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.
Harry Potter, Ron Weasley ed Hermione Granger erano sconvolti. Sconvolti perché la presenza dell’Oscuro Signore, Voldemort, era sempre più incombente nelle loro vite ma sconvolti soprattutto per la morte di Albus Silente; uomo che nella vita di Harry aveva rappresentato un cardine importantissimo. Uomo di gran cuore, ragionevole, talvolta quasi proibitivo nei confronti del ragazzo, ma lo amava come un padre ama suo figlio, il suo unico figlio.
Tutto ciò sconvolse Harry a tal punto che lasciò Ginny Weasley, il motivo ufficiale era che avrebbe dovuto affrontare una guerra e non voleva perdere la ragazza che amava, avrebbe avuto il terrore di perderla, il motivo ufficioso invece era sì, la paura di perderla, ma la paura quasi di se stesso.
Ormai la cicatrice faceva sempre male e dopo aver visto Draco Malfoy e il suo marchio che si muoveva silenzioso sul suo braccio non poteva fare a meno di pensare all’accaduto.
Era stato scelto per uccidere Silente? E il professor Piton.. L’ira di Harry nei confronti dei due era palpabile, era come un’aura rossa costantemente attorno al corpo del ragazzo.
Piton, come aveva potuto Silente gli aveva dato fiducia e lui l’aveva ucciso?
Quel vigliacco..
Ma i pensieri di Harry erano sempre, continuamente ostacolati da un pensiero più grande, in confronto agli altri impuro; Draco Malfoy.
Dapprima pensava al perché il ragazzo avesse il Marchio, poi perché tempo prima dell’inizio della scuola, insieme a Ron ed Hermione, lo avesse visto aggirarsi in maniera sinistra con la madre Narcissa ed andare da Magie Sinistre e poi, ancora, la storia dell’armadio svanitore?
Tutti questi pensieri affollavano la mente di Harry, che non riusciva a metterli apposto.

Il giorno successivo ai funerali di Silente, Harry era seduto ai piedi della grande quercia, stava incenerendo la prima pagina della Gazzetta, dove Rita Skeeter aveva annunciato che avrebbe scritto un libro sui segreti della famiglia Silente. Harry avrebbe voluto mettere a tacere quella donna, che raccontava solo fandonie per avere la fama di giornalista che non aveva mai avuto.
Guardava il fuoco che avvolgeva l’intero foglio ridotto a una palla di carta ardente, nel riflesso degli occhiali si vedeva quest’immagine e chi gli passava attorno pensava che Harry fosse stato fatturato, il che, di quei tempi, non era nemmeno così sconvolgente, considerando ciò che era stato fatto a Ron e a Katie Bell, tempo prima dell’amico.
« Harry! » era la voce di Hermione che, sebbene la disperazione di quei giorni, era sempre vitale. « Harry che c’è ti si è annodata la bacchetta? »sapeva che Hermione non avrebbe mai menzionato Silente, ne Draco, ne il marchio ne Piton.. Figuriamoci sarebbe stata l’ultima persona sulla faccia della terra, dopo Voldemort che avrebbe voluto sentir nominare.
« Hermione.. Non ho molta voglia di parlare.. » disse Harry con un po’ di dispiacere, non voleva scaricare l’amica così ma quel giorno non era in vena di parlare. Hermione capì e gli diede una carezza sulla testa e sparì con Ron, che era distrutto nel vedere il proprio migliore amico in quelle condizioni.
Harry decise che era meglio sparire dal cortile, evitare di alimentare alti pettegolezzi sul Prescelto e andarsi a rifugiare nell’unico posto dove sembrava che Hogwarts lo capisse, la Stanza delle Necessità.
Evitò di farsi vedere nei corridoi più frequentati con la bacchetta alla mano, e attraversò i vari passaggi segreti che ormai aveva imparato a memoria dalla Mappa del Malandrino.
Passò davanti al familiare muro spoglio dove in pochi secondi si fecero largo i ghirigori della familiare porta in legno, Harry si guardò intorno ed entrò.


In quei giorni era distrutto, tutti i suoi compagni lo salutavano come l’iniziatore di una lunga battaglia che avrebbero vinto loro, ma Draco, nel suo cuore sentiva che era tutto sbagliato, che stava continuando a sbagliare per amore della fama della sua famiglia e per evitare che declassasse come una stella che ha concluso la propria vita.
Draco faceva tutto questo per loro. I Malfoy, Lucius, suo padre, e Narcissa, sua madre, ma anche un po’ per terrore della zia Bellatrix e dell’Oscuro Signore, Lord Voldemort.
Che ne sapeva lui della guerra?
Cosa poteva sapere un ragazzo di quasi diciassette anni? Assolutamenteniente. Aveva un’immensa paura, terrorizzato dallo sbagliare, terrorizzato da se stesso.
Si trovava nel suo letto, nel dormitorio Serpeverde e stava ammirando il marchio, che fluttuava, in assenza di vento, sul suo braccio marmoreo, guardava quello scheletro dalla cui bocca usciva un serpente. Era magnifico su questo non c’era dubbio, ma cos’altro era magnifico di tutto ciò?
La mente di Draco era affollata di domande senza risposta, pensava lui stesso che la sua esistenza fosse un grande punto interrogativo.
Non sapeva cosa fare ne comportarsi.
« Ehi, Draco.. » la suadente voce di Pansy a quel momento gli provocava solo un immenso mal di testa, la guardò, era bella, la cravatta intorno al collo, la camicetta con lo stemma dei Serpeverde sbottonata tanto quanto basta per far immaginare i momenti successivi, la gonnellina, corta a balze, le lunghe longilinee gambe.. Sul viso di Pansy era dipinto un sorriso beffardo e ammiccante che poco tempo prima faceva impazzire Draco ma al momento lo rendeva solo irascibile, si alzò, prese Pansy per le spalle.
« Non ora Pansy, forse mai più. » disse arrabbiato contro la ragazza che ghignò e uscì in lacrime dal dormitorio maschile.
Si ributtò sul letto, sfatto, e guardò fuori dalla finestra, si vedeva il campo da Quidditch e pensò alla sua prima partita, cercatore anche lui, contro Potter che si ruppe il braccio e Allock cercò inutilmente di metterglielo apposto, sorrise al pensiero di quella disavventura.
Era strano, ma da una parte, forse, capiva Harry, capiva il suo dolore il suo essere perso senza Silente. Draco lo era sempre stato, era ricco, si certo ma non aveva mai avuto una figura come Silente al suo fianco, aveva avuto solo un padre che si era comportato come un superiore nei confronti del figlio e che ora era andato in malora per la sua vigliaccheria. Sì i Malfoy erano una famiglia di grandi Vigliacchi, fatta eccezione per Bellatrix che era la cocca dell’Oscuro.

Si alzò, stufo di quei pensieri e si diresse fuori dal dormitorio e la sala comune, si ritrovò per i corridoi dove girò per almeno mezz’ora senza meta e da solo, le ragazze Serpeverde del primo anno che lo guardavano con estrema ammirazione, lui che le salutava con un’alzata di mano, come al solito.
Passò davanti al muro dove c’era la stanza delle necessità e sentì di doversi fermare. C’era qualcuno la dentro. Mise una mano all’interno della giacca scura, per avere la presa facile sulla bacchetta a appena la porta della stanza di fece largo nel muro entrò.
La prima visione furono le cianfrusaglie, vecchi manichini per  gli allenamenti, vecchie sedie ammassate su se stesse, l’armadio svanitore, distrutto, e una tenue luce che attraversava la stanza.
La seconda fu un ragazzo, dai capelli arruffati, poteva percepire la sua disperazione a miglia di distanza.. “Harry!
Il pensiero diventò realtà quando lo vide davanti a se, con la bacchetta alla mano, sudato, e col fiatone.


Aveva ancora la bacchetta in mano quando vide Draco Malfoy davanti a se, lo osservò qualche minuto, e pensò che comportarsi come aveva sempre fatto sarebbe stato.. convenevole?
« Malfoy, che ci fai qui? » disse Harry col fiatone, rivolto al biondo.

« Mammina non ti ha insegnato l’educazione Potter? » Dal canto suo anche Draco non poteva fare altrimenti che essere il solito ragazzino viziato e arrogante. Se Potter faceva lo stesso perché doveva essere lui il gentile.


Andarono avanti così per una buona mezz’ora a scambiarsi inutili frecciatine, non arrivarono mai al duello, ma le parole che si dissero l’un l’altro erano forse più dolorose di una Maledizione Cruciatos.
Già si odiavano perché essere gentili?
Questo pensiero li accumunava entrambi, così simili quanto diversi.
Un Serpeverde, spavaldo, ricco, sempre al centro dei pettegolezzi per le sue svariate storie e una famiglia di grandi alle sue spalle.
L’altro, un Grifondoro, coraggioso, che darebbe la vita per i suoi amici, gentile e simpatico, anche lui però spavaldo, e legato al mondo delle serpi più di quanto si creda.
Si scambiarono sguardi, urla, offese, fino a che arrivarono a sedersi l’uno davanti all’altro nel tentativo di essere civili.
« Malfoy, sei uno di loro, io lo so. » annunciò solenne Harry.
« Non posso darti torto.. » disse con voce flebile Draco.
« Ma perché? Draco.. » sospirò « Lo sappiamo entrambi che la tua famiglia non vanta una fama così invidiabile nel vostro mondo.. »
« Che scelta avevo?? » disse Draco, prossimo alle lacrime, trattenendole però davanti ad Harry. « Quella di farmi ammazzare o marchiarmi sebbene sapessi a che scempio andassi incontro? »
A quelle parole Draco sembrò più umano ad Harry che aveva sempre pensato che fosse fiero di ciò che aveva sul braccio. Sospirò.
« Avresti potuto comunicarlo a qualcuno dell’Ordine se tutto ciò non ti andava bene, Tonks è sempre una tua parente, no? Ti proteggeranno! » disse Harry con un barlume di speranza nella voce.
« No, Harry non capisci. La mia famiglia odia Ninfadora, soprattutto Bellatrix e vi ucciderebbe tutti convinta che il suo unico nipote sia stato rapito dall’Ordine.. » abbozzò una risata. Harry scosse la testa e cercò di dar forza a Draco con un sorriso.
« So che hai lasciato la Weasley, Potter, perché l’hai fatto? Non era abbastanza carina per il prescelto? » ridacchiò Draco cambiando repentinamente argomento, Harry basito prima arrossì poi rise, cercò di pensare a Ginny ma tutto quello che gli veniva in mente era Draco.
« E tu con Pansy, ancora storie di letto o ti ci sei impegnato sul serio? » scoppiarono a ridere entrambi. « A dire il vero ho altro per la mente.. » aggiunse Harry.
« Diciamo che anche per me potrebbe essere così. »
Harry guardò Draco, il suo profilo, i suoi occhi azzurri e si maledisse per guardarlo con tanta attenzione.
Draco dal canto suo, mentre parlava, non poté fare a meno di osservare gli occhi verdi di Potter, le sue mani ancora salde alla bacchetta, la camicia stropicciata nei confronti dei suoi perfetti, puliti e stirati vestiti.

I due parlarono ancora e ancora, parlarono di se stessi, si avvicinarono, trovarono dei punti in comune nella loro esistenza, mentre altri punti in disaccordo cercarono di essere, come dire, risolti, senza troppe frecciatine.
Harry osservava Draco e viceversa, fino a che i due non si trovarono così vicini da essere ostacolati dal vischio.
« Si dice che il Vischio cresca sopra a due innamorati.. » disse Harry in un sospiro.
« Non credo ci siano altri in questa stanza, Potter.. » disse con tono furbo Draco.
« Sai Draco, devo confessarti una cosa.. »
« Tipo? »
« Il motivo per il quale ho lasciato Ginny.. Non perché non fosse abbastanza carina, solo perché pensavo ad un altro tipo di persona.. Tipo te. » l’imbarazzo e l’eccitazione fra i due erano alle stelle.
« Oh andiamo.. » tagliò corto Draco, mettendo una mano sulla nuca dell’ormai storico nemico e posando le labbra sulle sue. Quel bacio, un semplice bacio durò un’infinità, le labbra dei due che si increspavano, il fatto che stessero facendo qualcosa di così proibito ma bello li rendeva suscettibili, entrambi desideravano altro ma non erano sicuri di ciò che stavano facendo, Harry posò una mano sul petto di Draco, sfiorando la morbida camicia di cotone, mentre Draco, strinse a se Harry stropicciando ancora di più l’ormai sfatta camicia del ragazzo.
Harry si staccò un secondo, si guardarono, l’incrocio di quei quattro magnifici occhi era qualcosa di indescrivibile. « Alla faccia Malfoy.. » risero.
Stettero a coccolarsi, a baciarsi e a raccontarsi l’uno all’altro la propria vita.
Rimasero in quella stanza così tanto tempo da perderne il conto.
« Potter.. È meglio che vada, è quasi ora del banchetto di fine anno.. » disse Draco abbottonandosi la camicia.
« Già.. » annuì Harry osservando la propria camicia, mantello e cintura sparsi per la stanza. « È meglio che tu vada, io uscirò tra diversi minuti.. » Draco annuì diede un lungo bacio a Harry che ricambiò con dolcezza e sparì dalla stanza. Harry rimasto solo rimuginò parecchio, sorrise, quasi pianse, aveva scoperto un ragazzo che non credeva nemmeno potesse esistere in un essere come Draco, si vestì, prese le sue cose e dopo una ventina di minuti uscì dalla stanza guardandosi intorno ed andando, non volutamente nella direzione opposta a quella di Draco.
Così diversi quanto simili, così tanto odio da trasformarsi, forse, in amore

Note dell'Autore:
È la prima volta che faccio le "note dell'autore" hanno un'aria così solenne..
Va beh parlando di questa one-shot, devo dirvi che è la mia primissima Drarry e che spero ne sia uscito qualcosa di buono.
Non ho molto altro da dire se non che l'ho scritta in un paio d'ore a metà mi è venuto il blocco dello scrittore.. Ma sono dettagli :)
Enjoy it.
  
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