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Autore: annalisaechelon    01/11/2011    3 recensioni
"Mentre correvo via sotto la pioggia, aprendo gli occhi, mi trovai una grossa Jeep davanti. L’unica cosa di cui riuscii ad accorgermi prima di svenire, furono due occhi di ghiaccio, che spaventati, fermarono la macchina."
Per quanto riguarda i capitoli, mi sono ispirata al video di Hurricane, posizionandoli però al contrario. Vedrete, basta solo che aprite!
Genere: Drammatico, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jared Leto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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LIFE

Scese rapidamente dalla macchina, fregandosene della pioggia che gli bagnava l’acconciatura perfetta. Riuscii a scorgere la sua figura solo quando, riprendendo i sensi, aprii piano gli occhi, ma fiondandomi nei suoi, mi persi di nuovo e svenni una seconda volta, tra le sue braccia. Si sfilò il cappotto e lo avvolse attorno al mio corpo. Cercò di svegliarmi accarezzandomi il viso, sistemandomi i capelli, quando poi mi poggiò sul sedile posteriore della macchina, sedendosi al mio fianco. Prese una mia mano tra le sue calde, sperando di sentirsi ricambiare una stretta. Non recependo nessun segno di vita da parte mia, prese il BlackBerry dal cruscotto dell’auto, fissò lo schermo e guardò l’orario.  Le 2.07. Fece per comporre il numero dell’ambulanza, quando all’improvviso mossi leggermente il braccio, aprendo lo sguardo.  Vidi sul suo viso, un’espressione di sollievo farsi spazio. Scossi la testa e poggiandomi sui gomiti, mi alzai delicatamente.
- E chi diavolo sei tu? – chiesi arrogante.
- T’avrei appena salvata, se non te ne sei accorta.. – si fece una risatina.
- E chi te l’ha chiesto? – lo guardai male.
- Il buon senso.. – rise ancora.
- E tu quindi saresti il mio salvatore? –  la sua presenza mi dava fastidio, urtava la mia sensibilità, già parecchio ferita.
- Se vuoi si, ma in realtà, beh, io sarei Jared, piacere.. – mi allungò una mano.
- Piacere! – risposi.
- E il tuo nome? –
- Liz. – non avevo altro da aggiungere.
Cominciai a spogliarmi, per togliermi quei panni fracidi di dosso. Mi sfilai scarpe e calzini, facendo scrollare anche il jeans stretto, rimanendo in slip. Tolsi il cappotto di questo Jared, levai anche il felpone e rimasi in biancheria intima. Avevo il suo sguardo fisso addosso. Quegli occhi innocenti osservavano il mio corpo, da capo a piede. Notai il suo stupore nel guardarmi, bloccandosi sul mio viso.
- Senti! Ti svegli? Non vedi che ho freddo? Accendi l’aria calda, sù! – lo feci distrarre.
- Ssi, ssubito! – rispose con un’aria un po’ inebetita.
Mise in moto l’auto, accese il soffio per farmi riscaldare e senza partire, spostò le mani dallo sterzo e ributtò il suo sguardo su di me. Si sbilanciò, accarezzandomi una guancia.
- Ma che fai?! – gli risi in faccia.
- Sei bellissima.. – sussurrò – Non riesco a dire o fare altro che non sia osservarti.. – continuò a dirmi.
I miei zigomi si arrossirono, facendogli notare il mio imbarazzo. Strinsi forte gli occhi per ritornare in me, scrollandomi quella sensazione di dosso. Un brivido di freddo pervase la mia schiena, non sapevo quanto altro tempo sarei riuscita a resistere in quella macchina, sotto la tempesta, con uno sconosciuto. Le immagini di ciò che avevo subito poche ore prima continuavano ad attraversarmi la mente, la ferita che si era aperta sul mio cuore bruciava come pelle al sole. Nonostante Jared avesse acceso l’aria calda, cominciai a tremare, più per la paura, credo. Ripensai a Stephen, al modo in cui mi aveva trattata, a Jenni e al suo bacio, a George e ai suoi occhi. Mi crollò il mondo addosso. Mi sentì una fitta nella pancia trafiggermi lo stomaco, come se tanti spilli fossero conficcati sul mio ventre. Uno stimolo di vomito attraversò la mia gola, trasformandosi in un pianto isterico. Le lacrime ricominciarono a cadermi sul viso, stavolta lentamente, dolcemente, in maniera delicata ed era proprio per questo che mi distruggevano ancor di più. La rabbia si era trasformata in dolore e quel dolore mi stava uccidendo. Voltai il mio sguardo fuori dal finestrino, non curandomi della presenza di Jared. Pulì il vetro e vi guardai oltre, la tempesta non sarebbe finita presto. Lanciai un’occhiata a lui che mi guardava preoccupato.
- Cos’hai? – mi chiese poggiando una mano sulla mia spalla.
- Non sono affari tuoi, Jared.. – singhiozzai con un filo di rassegnazione.
- Liz, ma almeno dimmi cosa devo fare.. – provò lui, impotente.
- Jared, nulla, niente, stà fermo.. – mi guardo stranito, forse si stava chiedendo come potesse una sconosciuta comportarsi così con uno sconosciuto.
Effettivamente stavo sbagliando, lui mi aveva salvato ed io come lo trattavo?
- Come vuoi.. – si mise a tacere.
Mi spostai la ciocca di capelli che copriva i miei occhi scuri dietro all’orecchio e mi voltai dall’altro lato del finestrino. Vidi la nostra immagine riflessa in quel vetro lucido, pronto ad appannarsi di nuovo per via del nostro respiro affannoso. Mi rigirai verso di lui, tremante.
- Voglio solo dormire, voglio smettere di pensare.. – chiesi.
Inaspettatamente, si avvicinò nuovamente a me per accarezzarmi la chioma voluminosa. Lo guardai con occhi stanchi, mentre una lacrima solcava la mia guancia sporca di trucco. Mi sfiorò il viso, sorridendomi. Spingendogli via la mano, passai sul sediolino posteriore della macchina e mi misi a dormire.
Jared poggiò il piede sull’acceleratore e partì piano. Con gli occhi chiusi e quasi dormiente, non mi accorsi di dove mi stava portando. Seguiva un tragitto preciso, conosceva la strada. Guidò a lungo, fino a quando non si fermò davanti ad un grande palazzo. 

  
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