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Autore: giuliacullen95    01/11/2011    2 recensioni
Draco si prepara ad una cena con i Potter, potrà tener fede alla parola data al suo amore? Riuscirà a non punzecchaire Harry per tutta la sera?
Genere: Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Draco Malfoy, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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ANGOLO DELL'AUTRICE: Spero che questo questa One-shot vi piaccia, è la prima che scrivo e soprattutto è la prima Yaoi. Non vedo l'ora di sapere cosa ne pensate.
Buona Lettura



Erano le sei del mattino e non riuscivo più a dormire, Cazzo, eppure di solito dormo più di un gatto e neanche le cannonate riescono a svegliarmi, ma la cena di quella sera sarebbe stata un supplizio e stavo cercando con tutte le forze un qualche imprevisto per eliminarla. Il braccio che avevo intorno alla vita si mosse un po’: - Buongiorno bell’addormentata!- dissi dolce.
- Draco, ma è prestissimo, perché non dormi? Cosa c’è?
- Ma… non si può trovare un escamotage per evitare il nostro impegno serale?- chiesi speranzoso.
- NO! Te l’ho ripetuto almeno dieci volte ieri sera, neanche il sesso ti ha fatto passare le preoccupazioni?- domandò con voce sensuale.
- Lo sai che quello, mi fa passare ogni cosa che sia meno importante di te!- risposi accarezzando la sua mano.
- Allora vuoi dire che Harry vale più di ME!?!?!?!
Alzai gli occhi al cielo e mi girai puntando i miei occhi da cattivo ragazzo sui suoi: - Quante volte devo dirti che ti amo e che non ho mai avuto fantasie erotiche su Potter, mio dolcissimo e stupidissimo Ronald Bilius Weasley?
Corrucciò la bocca e mi guardò sospettoso: - Sei sicuro? Non me la racconti giusta!
- Che palle, Weasley! Smetti di fare la checca isterica!- esclamai esasperato alzando le braccia al cielo.
Ron gonfiò le guance e si voltò stizzito.
- Visto che lo sei! Io ho sempre ragione.
- Fottiti.
- Ma non sono io la parte dominante del nostro rapporto?
- Sì, ma senza di me non fai proprio un bel cazzo di niente!
Dio, già quella si presentava come la giornata più pesante della mia vita, ci si doveva mettere anche lui. Mi accostai e cominciai ad accarezzargli con una mano gli ormai abbastanza lunghi capelli rossi e con l’altra il basso ventre. Portai la mia bocca al suo orecchio e sussurrai: - Mi perdoni?
- No!
- Ah, sii?- iniziai a baciargli il collo. Poi scesi sulla spalla lasciando una scia di baci e morsi.
Un gemito uscì dalle sue labbra.
- Allora, rosso, sono perdonato o no?- chiesi roco scendendo poi con la lingua lungo la sua schiena.
- Dipende- mugugnò.
Entrai con la mano nei suoi pantaloni e accarezzai la sua erezione per tutta la sua lunghezza.
- E adesso?- sussurrai sensuale al suo orecchio.
-Mmmmmm… solo se continui l’opera!- disse lascivo.
- Se continuo, annulli la cena?- domandai furbo.
- Te… lo… scordi!- disse fra un gemito e l’altro.
- Se la metti così…- tolsi la mano e cercai di alzarmi dal letto.
- D-d-dove vai? Mi lasci così?- chiese indicando il cavallo dei pantaloni ormai troppo stretti.
Fissai la sua eccitazione, era davvero un peccato sprecare tutto quel ben di Dio!
- Desideri davvero questa serata?
I suoi occhi blu assunsero l’espressione da cucciolo che mi faceva impazzire:-  Sì, amore!- poi divenne serio e si alzò portandosi a pochi centimetri da me:- Voglio passare una serata con il mio migliore amico, mia sorella e l’uomo che amo più della mia stessa vita.
- Mmm… e va be’, sopporterò Potter per un paio d’ore, ma non può vietarmi di stuzzicarlo un po’!
- Ok, ma non esagerare.
- Io ESAGERARE, ma ti sembro il tipo?- chiesi con l’aria da finto innocente.
Ron mi regalò uno di quei sorrisi che mi facevano sentire una scolaretta alla prima cotta. L’attirai verso di me facendo scontrare le nostre erezioni. Le sue mani si posarono sul mio sedere stringendolo un po’. Un suono gutturale salì dalla mia gola: adoravo quando faceva così.  Misi una mano tra i suoi capelli e lo tirai verso di me per baciarlo. Non un bacino casto, avevo bisogno di lui e poi non ero certo uno delicato. Legai subito la sua lingua alla mia, un gemito uscì dalla sua bocca. Dio, come mi eccitava. Feci scorrere la mano libera lentamente lungo la sua schiena che si inarcava a ogni mio tocco. Mi intrufolai nei suoi boxer da dietro per poi fare il giro lungo l’elastico. Ormai i nostri indumenti erano diventati di troppo.
- D..D..Draco!- Ron mi implorò tra un ansito e l’altro.
Lo portai sul letto. Lo guardai negli occhi mentre scendevo sul suo torace baciandolo e mordendolo. All’altezza dell’ombelico risalii. Adoravo torturarlo un po’, mi eccitava vederlo roteare gli occhi impaziente. Tornai alla sua bocca carnosa e catturai il suo labbro inferiore mordendolo e succhiandolo.
Poi mi bloccai tirandomi su con i gomiti.
Mi godei la vista del volto arrossato e del labbro gonfio, che sarebbe rimasto così per il tempo sufficiente affinché Potter lo vedesse come segno evidente dei nostri attimi di piacere.
Sogghignai maligno.
- Che c’è?- il mio amante mi guardava un po’ perplesso.
- C’è che sei così eccitante!
Mi sorrise riportandomi addosso a lui e facendo combaciare ancora una volta i nostri bacini.
Questo era troppo anche per me, era ora di fare sul serio.
 
Ron aveva cucinato tutto il pomeriggio, o almeno ci aveva provato: non era un grande chef, così si era arreso e aveva ordinato qualcosa al ristorante. Di sicuro Potter e la mini-Weasley non erano così stupidi da pensare che l’avesse fatto lui, beh… forse Potter sì, non era mai stato un genio.
Il mio compagno mi aveva ordinato di andare a prepararmi circa due ore prima, che paranoico! Certo, è vero che ci metto un’eternità, un Malfoy deve essere sempre perfetto, come richiede il mio rango, ma così esagerava!
Optai per un abbigliamento tra il casual e l’elegante, pantalone scuro e un maglioncino di microfibra verde smeraldo. Ero veramente bellissimo! Avrei certo fatto sfigurare quello sfigatello di Potter.
Tornai in camera, ma mi bloccai sull’entrata. Ron si stava abbottonando la camicia bianca che gli avevo regalato pochi giorni prima. Non aveva mai avuto un grande gusto nello scegliere i vestiti, per fortuna io ne avevo abbastanza per tutti e due.
Senza fare rumore mi avvicinai e gli cinsi la vita facendo aderire il petto alla sua schiena e appoggiai il mento nell’incavo del suo collo fissando la nostra immagine riflessa sul grande specchio.
- Lo sai che sei veramente sexy, rosso?!- sussurrai al suo orecchio.
- Sì, me l’hanno detto in molti.- rispose indifferente.
Lo guardai arrabbiato, sono veramente geloso delle mie proprietà: - Molti?
- Moltissssimi- disse prolungando la penultima sillaba.
- Sta’ attento a quello che dici, Weasley, potresti pentirti!
Ron sorrise divertito, gli piaceva stuzzicare la mia gelosia.
- Lo sai che amo solo te, Draco, quante volte te lo devo dire?
- In continuazione… oltre a dirmi che sono uno schianto!
- Sbruffone.
- No, sono realista.
 Tossì: - Presuntuoso.
Strinsi la presa sulla sua vita: - Come?
- Cosa?
- Ripetilo se ne hai il coraggio.
- Ma cosa? Io non ho detto niente. Tesoro, hai le allucinazioni?- disse sorridendo furbescamente.
- Ah…sì?
Incominciai a fargli il solletico, Ron lo soffriva da morire.
- Draco… no… smettila!- supplicò ridendo.
- No, no, ora devi dirlo!
- Ti prego… ti prego…
-Allora confessa!- ma il rosso mi prese alla sprovvista e girandosi mi baciò.
Cazzo, sapeva come distrarmi!
Cercai di sbottonargli la camicia, ma velocemente sfuggì alla mia presa.
- Non ci provare, tra pochi minuti arriveranno i nostri ospiti.
Un progetto maligno balenò nella mia mente. Se avessi lasciato aperta la porta dell’ingresso e avessi convinto Ron ad una sveltina in cucina, l’avrei trattenuto finché Potter non ci avesse beccato. Sarebbe stato esilarante vedere la faccia shoccata dello Sfregiato, ma il mio rosso sarebbe morto dall’imbarazzo: uffa, quant’ era pudico!
- Che palle, però!- sbuffai.
- Dai, se fai il bravo poi c’è il premio!
- Posso uccidere Potter?- chiesi speranzoso.
- No, imbecille, parlavo di un altro tipo di ricompensa...- disse malizioso.
- Mmh… preferivo la prima!- dissi guardandolo di sottecchi.
Il rosso mi incenerì con uno sguardo glaciale: - Se la metti così, puoi divertirti da solo per il prossimo mese- e uscì dalla stanza.
- Dai, Ron, aspetta, parliamone.
- Di cosa? Io ho deciso.
- Tesoroooo, dai non fare così, poi te ne penti!
- Scommettiamo?
- D’accordo. Se resisti alle mie avance per il prossimo mese, pulisco la casa per un anno, ma, se vinco io, ho il permesso di fare quel giochino con le manette che ti sei rifiutato di concedermi.
Non sembrava molto convinto, così cercai di incentivarlo: - Su, in fondo hai tutto da guadagnare e niente da perdere. Dov’è finito il tanto esaltato coraggio grifondoro?
Le orecchie gli diventarono tutte rosse, come i suoi capelli di fuoco. Sexy!
- Ci sto- disse, subito prima che suonasse il campanello.
Ci scambiammo un bacio fugace a fior di labbra, per sancire il nostro accordo, e andò ad aprire.
Stava per iniziare il mio incubo peggiore.
- Benvenuti, entrate pure. Fra poco arriverà anche Draco, è in cucina a preparare l’aperitivo.- li accolse il mio compagno, cordiale.
- Uh, non vedo l’ora!- sentii borbottare Potter, che si beccò probabilmente una gomitata dalla Weasley, perché si zittì immediatamente.
- Stupido Sfregiato!- risposi io, neanche troppo piano. Sfortunatamente non mi sentirono.
Ron fece accomodare gli ospiti in sala, per poi venire da me.
- Hai finito?- mi chiese.
Si avvicinò alla penisola mettendosi di fronte a me. Senza distogliere il suo sguardo dal mio, prese una fragola dal cesto di frutta, che avevo accuratamente preparato per dopo, e se la portò alle labbra succhiando sensuale il piccolo frutto rosso, mettendo in evidenza il movimento della bocca.
Dannazione! Voleva farmi cedere, ma non gliel’avrei mai data vinta. Certo che però ci stava riuscendo, già sentivo i preludi di un’erezione… Merda!
Lo attirai a me per baciarlo, ma repentino mi imboccò con una tartina, si liberò dal mio abbraccio, prese il vassoio e se ne andò di là.
Stava giocando pesante, mi piaceva!
Presi il vassoio con i flute e lo champagne, feci un respiro lungo e profondo per calmarmi e andai fiero al campo di battaglia.
La schiera avversaria, lo sfigatello, era posizionata sul lato destro, mentre la mia cavalleria e gli alleati, Ron e la Weasley, erano dalla parte opposta.
Appoggiai il vassoio sul tavolino di vetro e mi misi sulla mia poltrona, antica e di cuoio verde, al centro della stanza dando leggermente le spalle a Potter.
Cominciammo con l’antipasto. Io parlai amabilmente con Ginny della loro luna di miele, senza perdere l’occasione di mandare sfrecciatine allo Sfregiato.
Poi ci accomodammo a tavola, non vi propino i vari discorsi dello sfigatello, pieni di pomposo ego contornato da io, me e qualche sporadico noi rivolto a sua moglie. Io ascoltavo appoggiando il mento al palmo della mano con il gomito alzato. Era peggio delle lezioni della Cuman, al tempo della scuola.  Ron, invece, sembrava apprezzare i discorsi dell’amico e partecipava divertito. Perché faceva così? Io sapevo benissimo che, dopo anni passati alla sua ombra, non sopportava i discorsi egocentrici del Marchiato.
Cominciai a prendere parte delle conversazioni levando carta dopo carta per far crollare il castello dell’ormai insopportabile monologo di Potter.
Nessuno sembrava accorgersi del mio progetto, tranne il mio compagno che mi inviava occhiate simili a dardi infuocati.
- Allora Ginny, come stanno andando i lavori per la casa?- chiesi.
- Bene, Harry mi sta dando una mano a scegliere i mobili. È veramente un tesoro!- e sorrise verso il suo novello sposo. Bleah, il mio diabete arrivò alle stelle, Dio, se ero anch’io così col rosso era meglio essere soppresso.
- Davvero? Che tesoro!- dissi sarcastico ridendo sotto i baffi.
- Draco, vieni ad aiutarmi un attimo di là?- domandò Ron, probabilmente leggermente arrabbiato.
- Perché? Non credevo che Potter avesse un interesse per il design, sono curioso di sapere i suoi gusti in merito.
- In cucina, ora.- mi ordinò prepotente.
Quanto era sexy quando cercava di darmi ordini. Mi congedai dalla Weasley con un sorriso scherzoso e segui il mio compagno.
Il rosso si appoggiò al bancone, incrociò le braccia e cominciò a guardarmi in cagnesco.
- Cosa c’è?- chiesi con tono innocente.
- Che ti avevo chiesto Draco? È così difficile comportarti a modo. Non sei tu Mr Galateo in questa casa? – era evidentemente scocciato
- Ma cosa ho fatto? Credo di essermi comportato bene fino ad ora.
- Solo perché Harry non ti punta la bacchetta addosso, non vuol dire che tu non lo stia irritando. Non fai altro che cercare pretesti per innervosirlo.
Abbassai per un secondo gli occhi. In effetti, mi ero un po’ lasciato andare, ma non riuscivo a stare così a stretto contatto con Potter, era come un’allergia, di quelle veramente odiose.
- Sembra che tu non riesca proprio a rispettare una promessa!
E no, questo no: - Senti, rosso, è già tanto che lo faccia entrare a casa mia!
- Mia, Draco? Questa è casa nostra, è tua quanto mia, e, se non vuoi rimanere, sai dov’è la porta!
- No, dolcezza, quello che se ne deve andare, caso mai, è Potter!- ora non ne potevo veramente più.
I suoi grandi occhi blu si riempirono di lacrime: - Allora, visto che non riesci a stare con i miei amici nemmeno per un paio d’ore, tanto vale che me ne vada io! – si scostò dal balcone e si diresse verso l’uscita. Lo afferrai per un braccio: - Cosa fai, te ne vai via? Ron ora stai esagerando, non fare l’idiota.
Il suo sguardo mi colpì come una pugnalata, non stava scherzando, voleva andarsene, voleva lasciarmi. Non potevo permettermelo, avevo lottato per fargli capire quanto l’amavo, avevo combattuto con i suoi parenti per far loro vedere quanto tenevo a lui, non potevo farmelo scivolare via.
- Aspetta, non fare così. Parlerò con Potter, da soli, gli chiederò scusa!- lo strinsi forte a me e sussurrai: - Io ci tengo a te e farei qualsiasi cosa pur di tenerti con me.
Tornai in sala, evidentemente gli ospiti avevano sentito tutto: - Potter, verresti con me a comprare un po’ di vino, l’abbiamo finito.
- Non credo che…
Maledetto Sfregiato fallo e basta.
- Harry, Draco ha ragione, vai con lui.- Ginny mi sorrideva benevola. Lei era stata la prima a comprendere i miei sentimenti ed a difendermi con gli altri.
Uscii e lui mi seguì silenzioso, ad un certo punto mi fermai dandogli le spalle: - Tu non mi piaci, non mi sei mai piaciuto, ma sfortunatamente sei importante per Ron ed io lo amo e…
- Lo so, Malfoy…- mi girai arrabbiato: - Non interrompermi, Potter, fammi finire.
Stranamente mi diede retta. Ripresi il mio controllo: - Come stavo dicendo io amo quel rosso e non posso permettermi di perderlo per te. Quindi io cercherò di essere più gentile con te, ma per favore, non rendermi tutto più difficile, già lo è ed anche parecchio.
- Lo ami così tanto?- mi guardava dritto negli occhi serio.
Sostenei il suo sguardo: - Sì, Harry, più della mia stessa vita.
- Va bene, allora siamo d’accordo. Torniamo indietro Ron ci starà aspettando ansioso.- mi sorrise.
Ci incamminammo verso casa.
-Potter, ma se chiedessi a Ronald di sposarmi, mi schianteresti seduta stante?- chiesi senza guardarlo. Non l’avevo detto a nessuno.
- Solo se non gli permetti di avermi come suo testimone.
- Ok, possiamo accordarci.
Ero felice di non aver avuto grandi problemi.

Quella sera prima di andare a dormire feci la mia proposta. Il mio rosso mi rispose saltandomi al collo e baciandomi bramosamente e poi facemmo l’amore.
La mattina dopo avevo un braccio del mio amore sopra il mio petto, mentre l’altro era ammanettato alla testiera del letto. Com’era bello vincere.
 
 
 
 
 
 

   
 
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