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Autore: Dony_chan    01/11/2011    1 recensioni
Eccomi qua, con questa raccolta salvata nel computer da parecchi mesi…
Mi sembrava carino ripercorrere alcuni episodi da me inventati della preadolescenza e adolescenza dei nostri cari protagonisti!
Spero che l’idea piaccia anche a voi, e se mi lasciaste una piccola recensione, ne sarei contenta!
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Chapter 3 : 14 anni …
 
 
Shinichi sbuffò chiudendosi anche l’ultimo bottone del suo buffo costume. Non avrebbe mai detto che sua madre riuscisse a convincerlo ad entrare lì dentro. Forse era meglio specificare che l’aveva minacciato.
E dire che, arrivato a quattordici anni, pensava che la noiosa ricorrenza della Vigilia fosse terminata. Ma a quanto pareva non per la signora Kudo.
“Shin, sei pronto?” cinguettò Yukiko fuori dalla sua stanza.
Shinichi borbottò qualcosa e poi diede le spalle allo specchio. Con quel costume da Babbo Natale era veramente ridicolo. Se fossero stati solamente in famiglia, poteva anche passare, ma... non davanti a lei.
Shinichi aprì la porta della sua stanza e guardò storto sua madre che, non appena l’uscio fu aperto, scattò subito una foto con l’istantanea.
Yukiko sventolò sorridente la polaroid e poi studiò l’espressione seccata che aveva immortalato a suo figlio.
“Shin, un sorrisino ogni tanto non guasta mai” lo sgridò amorevolmente.
Il ragazzo strinse forte la maniglia della porta e si morse la lingua per non ribattere. Non voleva litigare la sera della Vigilia di Natale.
“Ora che mi hai fatto la foto posso cambiarmi?” domandò invece, quando sua madre si avviò per scendere di sotto.
Yukiko fece segno di no con il dito ed aggiunse: “Non se ne parla minimamente! Dobbiamo seguire la tradizione!”.
“Bè, me ne infischio! Sono cresciuto!” le urlò dietro Shinichi, ma sembrava che Yukiko non l’avesse proprio sentito.
Shinichi arrivò a grandi passi alla balaustra delle scale e gridò di sotto. “L’anno prossimo mi vestirai da renna, mamma?!”, ma anche stavolta non ricevette risposta.
Sbuffando, scese di sotto e, appena fuori dal salotto, prese un bel respiro. Quello era il momento più imbarazzante di tutti: fare il suo ingresso conciato così davanti ai Mouri. Già sentiva le battutine di Kogoro, il padre di Ran...
Si arruffò i capelli, ed entrò nella sala cercando di non essere notato e allo stesso tempo fingendo indifferenza. Ma sua madre rovinò il suo piano.
Appena mise piede in sala diede una leggera gomitata al marito e subito estrasse la macchinetta fotografica, scattando un’altra foto.
Eri Kisaki, la madre di Ran, sorrise condiscendente all’amica e bevve ancora un sorso di vino rosso. Lei stava apertamente dalla parte di Shinichi. Possibile che solo sua madre fosse entusiasta di quella stupida tradizione?
“Però, e il biberon dove lo tieni?” chiese Kogoro, sarcastico.
La moglie gli lanciò un’occhiataccia, come lo stesso Shinichi, mentre Yukiko rise allegra. “Oh, per me sono ancora dei bambini, alla Vigilia. Che ci posso fare?”.
Shinichi, rosso come il suo stesso abito, si lasciò cadere sulla poltroncina di pelle e fu tentato di allungare una mano verso un bicchierino di Sherry, giusto per sentirsi più sciolto.
Fu come se suo padre gli avesse letto nella mente: lo fulminò con lo sguardo e si sporse per spostare lo Sherry di fronte a Kogoro.
Shinichi si strinse nelle spalle e fissò il suo sguardo nel vuoto. Dannazione, quanto mancava a mezzanotte? Ancora tre ore? Cominciò a contare i minuti che lo separavano da quella maledetta ora.
Due ore, cinquantatre minuti, venti secondi...
“Ma quanto sta bene Shin, con quel vestito?” domandò Yukiko a nessuno in particolare.
Due ore, cinquantatre minuti otto secondi...
“E Ran? Dov’è Ran?” chiese Eri, guardando a sua volta verso la porta. A Shinichi venne un nodo alla gola.
Due ore, cinquantadue minuti quarantanove secondi...
Yukiko posò il bicchiere di vino e si alzò in piedi. Si sistemò meglio l’abito blu notte comperato apposta per l’occasione e si diresse verso la porta.
Due ore, cinquantadue minuti ventisei secondi...
“Ah! Ran!” esclamò sua madre, appena fuori dalla porta. Shinichi si ridestò e allungò il collo oltre la poltroncina, ma l’unica persona che riusciva a scorgere era sua madre. Yukiko unì le mani a mo di preghiera e sorrise. “Stai veramente benissimo!” disse a quella che doveva essere sicuramente Ran.
Si sentì la tosse nervosa della ragazza e gli ultimi passi incerti giù dalle scale.
Yukiko corse nella sala, acchiappando la sua macchinetta, pronta a scattare. Shinichi, col cuore a mille per l’imbarazzo, si alzò dalla poltrona e si mise le mani nelle tasche dei pantaloni – sua posa ormai abituale – e attese l’ingresso della sua amica d’infanzia.
Quando Ran mise piede nella sala, varie reazioni colpirono i presenti: stupore, sorpresa, soddisfazione...
Ma quello che provò Shinichi fu scetticismo. Guardava a bocca aperta la sua amica d’infanzia, che non sembrava più lei.
Indossava anch’essa un completo da babbo natale, ma in versione vestitino corto poco sotto la coscia e senza spalline o maniche. Un bordo di finto pelo bianco le contornava il decolté e l’elastico delle calze che le arrivavano poco più giù rispetto al tubino. L’unico tocco fanciullesco era il cappello col pon-pon che le ricadeva in testa, un po’ troppo largo.
Possibile che quella botta di femminilità fosse proprio Ran? La sua amica d’infanzia? Con la quale aveva passato quasi tutta la sua vita assieme?
Non ci poteva credere.
Al colpo di mano sul tavolo, Shinichi sussultò e si costrinse a distogliere quello sguardo da triglia dalla sua amica, mentre un rossore piacevole gli colorava le guancie.
A battere era stato Kogoro, che digrignava i denti. “Ma insomma, Yukiko! È ancora una bambina, quel vestito è... è...”
Yukiko sorrise al vecchio amico e trattenne una risatina. “Ho fatto centro, allora!” disse felice. Ma Kogoro non era propriamente della stessa opinione.
Shinichi sbirciò con la coda dell’occhio Ran, che imbarazzata dall’attenzione, stava portando il suo peso da un piede all’altro. Nemmeno lei osava guardarlo direttamente in faccia.
“La malizia sta solo negli occhi di chi guarda” disse Yukiko, versando del vino. Lo porse a Kogoro e sorrise amabile. “Ma qui siamo tutti grandi e vaccinati” concluse.
Kogoro accettò il vino, ma la sua aria burbera non cambiò affatto. “Tuo figlio, quello passa troppo tempo con Ran!” soffiò cercando di non farsi udire da Shinichi, il quale però sentì tutto e allungò l’orecchio mostrando indifferenza.
Yukiko fece una silenziosa risatina, poi commentò: “Stai tranquillo, Kogoro... è ancora troppo giovane per capire come vanno certe cose”.
Shinichi si sentì offeso. Lui capiva tutto, era intelligente. A cosa alludeva sua madre? E perché il suo tono gli suggeriva che comunque lei non si stava riferendo al suo quoziente intellettivo?
“Shinichi?” lo chiamo una voce incerta.
Il ragazzo sobbalzò e si voltò, trovandosi Ran accanto a lui, che gli rivolgeva un sorriso timido. Di colpo il suo cuore cominciò a pompare più veloce e si sentì quasi soffocare. Allentò il colletto del suo costume, anche se non gli era per niente stretto, e mandò giù.
Quella sensazione era davvero strana...
“Stai veramente bene, vestito così, Shinichi” disse Ran, le mani intrecciate dietro la schiena e la postura leggermente inclinata verso di lui.
Shinichi balbettò qualcosa in risposta di non molto comprensibile e si lasciò cadere sul divanetto, certo che Ran raggiungesse i suoi genitori. Ma non fu così.
La ragazza, ora stringendosi nelle proprie braccia, seguì Shinichi fino a sedersi vicino a lui. Il giovane sentì la pelle del braccio stranamente caldo dell’amica contro la stoffa leggera del suo costume e incrociò le braccia, cercando di mantenere un certo distacco.
“Mi sto vergognando” ammise Ran, la testa china e le gote rosso fuoco. “Questo costume non mi rappresenta”.
Shinichi annuì e allentò la presa delle sue braccia. Forse, Ran era sempre la stessa. Era solo quel vestito a farla sembrare diversa.
“Ti prometto che questo sarà l’ultimo anno” le disse Shinichi, poggiando i gomiti sulle ginocchia.
Ran alzò il capo e scosse la testa, decisa. “A me piace passare la Vigilia con voi!” rivelò, e questo lasciò Shinichi spiazzato.
Sì, lo sapeva che Ran si divertiva quando stavano assieme la notte di Natale, ma... il suo tono l’aveva sorpreso. Era stato come irremovibile.
“Bè, io... io intendevo che sarà l’ultimo anno con questa ridicola tradizione” spiegò il ragazzo, allungando il braccio verso i salatini che erano sul tavolo.
Ran capì di aver frainteso e arrossì, pentendosi di essersi rivelata. Annuì e si lasciò sprofondare nel divanetto.
Passarono qualche minuto in silenzio, ascoltando i discorsi dei loro genitori e spiluccando tutte le arachidi che servivano da stuzzichini per l’happy hour  dei grandi.
Yukiko stava raccontando all’amica Eri che lei e Yusaku stavano finalmente decidendosi ad acquistare una casa in America, dove Yusaku avrebbe voluto passare almeno un anno per poter scrivere il suo nuovo giallo, mentre Kogoro stava raccontando all’uomo di casa di un caso strano che era successo nei giorni scorsi.
“Folletti” disse Ran, all’improvviso.
Shinichi si voltò a guardarla, interrogativo.
Ran, notando la sua espressione, scoppiò a ridere. “Scusa, ma mi è tornata in mente la scorsa Vigilia. Tua madre ci aveva travestiti da folletti del Natale. Chissà dove è finito il mio costume...” e si fece pensierosa.
“Probabilmente l’avrai buttato, come tutti gli altri” suggerì Shinichi, allungando la mano furtiva per bere un sorso di liquore.
Yusaku, per la seconda volta, intercettò il fare del figlio e lo ammonì con lo sguardo. Shinichi, sorridendo colpevole, prese invece un bicchiere d’acqua e tornò imbronciato con la schiena sprofondata nel divanetto.
“Io non ho mai buttato un solo vestito, da quando abbiamo cominciato!” esclamò Ran, risentita.
Ancora con questa storia?
“E hai intenzione di tenere anche questo?” la punzecchiò Shinichi, bevendo un sorso.
Ran arrossì, ma tenne uno sguardo fermo. “Certamente!... a meno che...” e si bloccò. Abbassò lo sguardo e si perse in chissà che pensieri.
Shinichi affondò il suo indice nella guancia dell’amica e chiese: “A meno che, cosa?”.
Ran guardò accuratamente da un’altra parte, e disse: “A meno che non lo porterai con te in America, per darlo alla tua nuova amica con la quale continuerete la tradizione!”.
Ran era stata secca nel rivelarlo, e Shinichi non poté fare a meno che rimanerne basito. Era sembrata quasi... gelosa.
“Ran...” mormorò appena.
La sua amica si alzò e andò a sedersi al fianco di sua madre, che stava continuando a chiacchierare con l’amica amabilmente.
Shinichi, spiazzato e voglioso di una spiegazione, la seguì e, per non farsi sentire dagli altri, mormorò ancora.
“Ma che sciocchezze vai dicendo?” domandò. “Io non andrò in America”.
Ran lo guardò con occhi cattivi. Era veramente arrabbiata.
“Credi che non lo sappia? Quando i tuoi si trasferiranno, tu dovrai seguirli” sputò fuori, tenendo difficilmente il tono della voce basso.
Shinichi, sempre più stupito, guardò prima sua madre e poi suo padre.
Lui, di andare in America, ne aveva proprio una gran voglia. C’era già stato, da piccolo, e si ricordava con piacere i soggiorni passati in quel paese estremamente occidentale. Passare qualche anno là non gli dispiaceva affatto, ma... c’era qualcosa che lo frenava.
Il Giappone era la sua casa: lì aveva i suoi amici, la sua scuola, la sua squadra di calcio. E lì c’era Ran. Si vedevano praticamente tutti i giorni, anche fuori dall’ambito scolastico, e pensare di non poterla più vedere per uno, due, tre anni... non gli sembrava fattibile.
“Io non andrò in America” ripeté Shinichi, più convinto di prima.
Sembrava che Ran non lo stesse più ascoltando, però in realtà non si perdeva una parola.
“Io rimarrò qui, con o senza genitori. Non posso trasferirmi” ammise Shinichi, senza però rivelarle che uno dei motivi fosse lei.
Ran spostò lo sguardo ancora arrabbiato verso il suo amico di sempre e i suoi occhi rimandavano una certa ansietà. “Sei sicuro? E come faresti, sentiamo. Sei ancora minorenne, non puoi stare senza un tutore”.
“A questo non c’è problema! Il mio vicino, il dottor Agasa, può controllarmi ogni tanto. I miei si fidano di lui!” disse Shinichi, sorridendo.
Ran non sembrava molto convinta, ma si rasserenò un poco.
“E poi...” iniziò Shinichi, la voce seria e lo sguardo basso, “Come potrei iniziare la tradizione con qualcun altro? Sei l’unica che si lascerebbe vestire in modo bizzarro da mia madre. Dovresti...” e qui alzò lo sguardo, puntando i suoi occhi in quelli della ragazzina, “dovresti proprio raggiungerci ogni Vigilia”.
Le sopracciglia di Ran si alzarono, dandole un’espressione stupita. Le sue guancie si colorarono un poco e il sorriso più dolce che Shinichi avesse mai visto fino allora si dipinse sulle sue labbra.
“Davvero?” chiese, in un soffio.
Shinichi annuì, convinto e con la stessa espressione inebetita. “Davvero”.
Gli occhi di Ran si illuminarono e, in uno slancio di felicità, si aggrappò forte al collo dell’amico. Shinichi, all’inizio turbato, si sbrigò ad approfittare del momento e strinse forte a sua volta la vita dell’amica.
“Ti voglio bene, Shinichi” sussurrò Ran.
Shinichi lo sentì come un soffio, forse non era nemmeno tanto sicuro di quello che aveva udito. Forse se l’era immaginato, però aveva comunque la certezza che Ran tenesse veramente a lui.
I due si separarono, sorridendo ancora.
“Qui! Qui!” esclamò Yukiko.
I due si voltarono a guardarla, con ancora il sorriso sulle labbra, e fu in quel momento che Yukiko scattò la foto più bella di quell’intero anno.
 

 
 
 
 
A quanto pare, sento la voglia del Natale in anticipo ;)
Ma che ci posso fare, è un momento troppo dolce da catturare per questa giovane coppia! ^^
Ecco il terzo capitolo postato.. il prossimo sono i quindici anni, e la faccenda comincia ad essere un po’ più complicata, visto l’inizio dell’adolescenza ;)
Spero di non farvi aspettare molto, spero di pubblicare presto!
Non posso non ringraziare Sailor Kilari e Stefy Pan per aver commentato il secondo capitolo! :) grazie, senza le vostre recensioni mi demoralizzerei!!
E grazie anche a micia95, VRSB e (ancora :) ) a Stefy Pan per aver inserito la raccolta tra le seguite!
Ci si vede ai quindici anni, spero!! ^^
Un abbraccio grande,
 
Dony_chan 
  
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