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Autore: Nais    01/11/2011    1 recensioni
Alla fine delle lezioni mi avvio verso casa dopo aver salutato calorosamente Daimos,il quale ha ricambiato,invece che col suo solito sguardo di traverso,con un cenno del capo. Questo può solo significare che anche lui sta rimuginando su qualcosa,molto probabilmente sulle gemelle e su quello che abbiamo sentito in loro presenza....
Una famiglia si trasferisce in una tranquilla cittadina,dove ricominciare una vita e farsi nuovi amici...ma siamo sicuri che la città e i suoi abitanti siano veramente cosi tranquilli e normali?
Una storia fantasy e originale ideata da me e scritta a quattro mani assieme a Nebula216
Genere: Fantasy, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1

 

Rombo del motore.

Uccellini che cantano.

Qualche clacson.

Questo riesco a sentire mentre dormo sul sedile posteriore dell’auto, noncurante del fatto che mi possa venire un torcicollo, o un segno rosso sulla fronte a causa del vetro del finestrino.

Un dosso mi fa sobbalzare violentemente e la cintura di sicurezza mi sega il petto: che male! Penso tra me e me: perché papà ha tutta questa furia? Insomma, la casa l’avevamo già pagata, perché sfrecciare a questa velocità? Mica potevano rubarla! Sento i muscoli del collo indolenziti a causa della posizione in cui mi ero addormentata: dolore, accidenti che male!

Vedo papà inserire un Cd e subito il nostro viaggio viene accompagnato dalle note della sua musica preferita. Sento un brivido percorrermi la schiena: sebbene voglia a mio padre un bene dell’anima, i suoi gusti melodici non riesco a digerirli per niente.

-Allora Ilirra, che mi dici?-

Mi domanda sorridendomi paternamente. Accenno un sorriso alquanto timido e mi stiracchio, decisa a sciogliere le articolazioni anchilosate per il viaggio.

-Non siamo ancora arrivati?-

Gli domando con un tono supplichevole, anche se posso immaginarmi la risposta. Guardo con la coda dell’occhio mia sorella che cerca di dormire: come me, anche lei non ama in particolar modo la musica di papà. Si sveglia di botto, visibilmente arrabbiata per il sonno disturbato: guai in vista.

-Papà abbassa il volume! Togli quel Cd! Buttalo fuori dal finestrino accidenti!-

Ecco, sempre di buon umore. Sospiro, guardando il paesaggio cambiato: addio palazzi giganti, benvenute distese boscose. Penso che mi troverò bene in questa piccola cittadella: niente smog eccessivo, boschi stupendi simili a quelli delle favole e aria pulita. Accenno un sorriso, prendendo dalla borsa il mio I-pod blu metallico e porgo quello verde acqua a mia sorella, visibilmente furibonda: le serve la sua musica preferita, altrimenti non si calma, ormai la conosco. La vedo blaterare mentre seleziona nella playlist le canzoni, nella speranza che possano calmarla; sorrido divertita e mi metto ad ascoltare le mie, in attesa di giungere, finalmente, a destinazione.

La casa è molto accogliente: a due piani con un giardino e numerose finestre. Riesco a scorgere il salotto e la cucina e, confesso, che non sto più nella pelle: qui mi sento davvero a casa, mi sento più tranquilla… tutto il contrario di mia sorella, Aenad. Me la immagino già maledire gli insetti o qualche piccolo mammifero: mi domando che cosa le hanno fatto di male, e come sempre non ottengo risposta. Aiuto i miei genitori a scaricare le ultime scatole di cartone, certa più che mai che avremmo passato la giornata a pulire, disfare e sistemare le cose.

Le ore passano veloci e Aenad, con altrettanta velocità, cammina verso la porta.

-Dove vai?-

Le domando curiosa.

-A fare un giro.-

Mi risponde lei con fare sicuro, atteggiamento tipicamente suo. Mi scosto una ciocca di capelli che mi copre l’occhio destro.

-Non fare tardi.-

-Sembri la mamma Ilirra.-

Mi dice sorridendo, prima di uscire. Sospiro, giusto in tempo per rimboccarmi le maniche e tornare a lavoro: non mi piace lasciare i lavori a metà, è una cosa che mi rende nervosa… per quanto sia possibile, data la mia timidezza incurabile.

Aiuto mamma a pulire le varie stanze, mentre papà comincia a sistemare le valigie nelle camere da letto. Non posso non girarmi intorno e contemplare la nostra nuova casa: il salotto, la zona sicuramente più illuminata grazie alle varie finestre con tende color pastello opaco, presenta un caminetto e tre divani color glicine, disposti intorno ad un tavolino basso. Al centro di esso c’è un vaso con dei fiori appena comprati: mamma ama il giardinaggio, e come non essere d’accordo? Annuso un tulipano azzurro, contemplandone i petali setosi e lisci, per poi tornare alla stanza. Due grandi librerie di mogano occupano una parete intera, lasciando uno spazio per la porta dello sgabuzzino, rigorosamente bianca.

Esco dal salotto e inizio a salire le scale, ritrovandomi davanti alla mia stanza: papà è stato così gentile da attaccare un post-it con i nomi sulla superficie lignea della porta. Stacco il foglietto color giallo evidenziatore ed entro: una porta-finestra si affaccia su un piccolo balcone, illuminando più delle lampadine il mio piccolo angolo di paradiso. Una scrivania con vari cassetti è stata messa alla sinistra di un grande armadio chiaro; il letto è posizionato centralmente a tutto il resto, con un comodino a destra e una piccola vetrina a sinistra. Inizio a disfare le mie valigie, sistemando con cura i vari abiti nel guardaroba: posso perdermi dentro da quanto è spazioso! Per finire, metto lenzuola e coperta al letto ed esco, curiosando nella camera di Aenad: è identica alla mia, l’unica differenza sta nel colore dell’armadio, più scuro del mio.

Mia madre si affaccia, facendomi sobbalzare per lo spavento.

-Ilirra.-

-Dimmi mamma.-

-Vado a fare la spesa, preferisci qualcosa?-

-No mamma tranquilla, mi affido alla tua cucina.-

Sorrido, scostandomi la solita ciocca di capelli noiosa: accidenti, perché sono sempre più convinta che i miei capelli siano la reincarnazione dei serpenti di Medusa?! Insomma, sembrano vivi! Uff, meglio non pensarci adesso, ci sono tante cose da fare, per esempio una bella doccia rilassante: devo sbrigarmi, prima che il bagno venga occupato da qualcun altro. Ammetto che sono nervosa, non la smetto di tormentarmi le mani: dopotutto, la scuola è nuova, io e Aenad ci faremo degli amici nuovi e non so come andranno le cose.

Speriamo bene.





Angolo autrice
Capitolo scritto da Nebula216,che ha introdotto una delle protagoniste,Ilirra.
Speriamo che vi sia piaciuto e vi abbia incuriosito abbastanza da volerci seguire e ,perché no,recensire!
See you soon!^-^

 

  
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