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Autore: Rubber Soul    01/11/2011    1 recensioni
I  Queen.
Non so che cavolo dirvi,ma questa storia parla dei Queen. Dei miei Queen,come li vedo io.
E’ tutto.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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9.
 
 
Brian e Tim si incamminavano a passi svelti verso casa. Indossavano entrambi una di quelle giacche lunghe fino alle ginocchia che li facevano sembrare degli impiegati bancari. Lungo la strada,nessuno dei due disse una parola. Ascoltavano soltanto il rumore delle loro scarpe di gomma. Arrivati a casa,Tim si buttò sul divano e accese la radio,Brian si fece una doccia velocissima.
Alla radio passavano Johnny B. Goode di Chuck Berry. Fuori si iniziava a sentire l’imminenza dell’autunno: piccole e fitte gocce di pioggia scendevano dal cielo nero.
- Hai fame?
La voce di Brian arrivava dalla porta aperta del bagno.
- No,ma vorrei mangiare qualcosa. Le birre iniziano a farsi sentire sullo stomaco.
- Va bene,vai a vedere cosa c’è da mangiare,allora.
- Ok.
Mentre Tim alzava pigramente il sedere dal divano,Brian uscì dal bagno in pigiama,con i capelli completamente bagnati. Ogni volta che faceva la doccia non riusciva a non bagnarsi i capelli. Era impossibile,con quella tale chioma.
- Brian,sembri un cazzo di mocio.- fece Tim scoppiando in una fragorosa risata.
- Oddio,grazie,coglione!
- Figurati,cazzo di mocio.
La radio mandava pezzi di Berry a rotazione. I due non ne andavano pazzi,ma la sua musica,tutto sommato,gli piaceva. E poi non era probabile che avessero trovato altre stazioni radio,con quel tempo. Perciò alzarono il volume e si misero seduti a tavola a mangiare il fish & chips che aveva mandato l’amorevole madre di Brian,ben sapendo che il figlio sarebbe morto di fame pur di non perdere tempo a cucinare.
- Allora?
- Allora che?
- Cosa te ne pare del nostro collega?
- Boh. Non lo so,sinceramente. Non mi sta antipatico,ma nemmeno simpaticissimo,a dirla tutta.
- Tim,tu non ti sprechi mai.
- Brian,non l’ho ancora decifrato. Non iniziare a sparare cazzate.
- Beh,a me sembra simpatico.
- Si,a te sembrano tutti simpatici. Poi quando ti prendono a calci in culo ci rimani di merda. Ma,per ora,ti stanno tutti simpatici.
- Almeno io non parlo tramite monosillabi,quando conosco qualcuno. Tu ci fai la figura del cafone di merda.
- Si,sarò un cafone di merda,Brian. Però mi rispettano.
- Rispettano anche la gente educata,se è questo il tuo problema.
- Si,ma la rispettano di meno. Se parli poco,fai intendere al tuo interlocutore: stai attento a quello che dici brutto stronzo che se inizi a sparare cazzate ti ficco un palo in culo e te lo faccio uscire da quella cazzo di bocca così non parli più; però gli fai anche capire che se è un dritto sei disposto a condurre una conversazione che escluda la presenza di un qualsiasi tipo di palo. Se inizi a sparare cose tipo ho imparato i fondamentali dal banjo di papà,allora son fatti tuoi.
Brian fece un’espressione contrariata con le sopracciglia. Tim lo scrutò per un secondo e riprese a mangiare.
- Bene,puoi sparecchiare tu,amico?
- Che cosa? I patti sono io a pranzo e tu a cena e viceversa a rotazione. Stamattina l’ho fatto io.
- Domani c’è lezione e io sono stanco. E poi io ho apparecchiato e riscaldato il fish & chips…
- Anch’io ho lezione,domani. Ricordi? Io e te seguiamo le stesse lezioni,Tim.
- Ma io sono stanco.
- Ricordi? Oggi siamo andati entrambi negli stessi posti e abbiamo fatto le stesse cose,potrei essere stanco anch’io.
- Filosofo di merda.
Brian fece un sorrisetto di approvazione.
  
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