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Autore: Ghirlanda    01/11/2011    2 recensioni
Se Dean Winchester, dopo il funerale del padre, chiedesse al fratello di tornare a caccia con lui, ma ricevesse una risposta negativa? Quali nuove avventure affronterebbe, in solitudine? Ma soprattutto... potrebbe sopravvivere, da solo?
Vedremo!
Genere: Avventura, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bobby, Dean Winchester, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Non  potevo concluderla in quel modo così… orribile…
Quindi vi lascio qui un piiiiiiccolo epilogo che mi ha tanto divertita, mentre lo scrivevo!
GRAZIE ANCORA DI CUORE A TUTTI, nello specifico a Dart1 e a Ros, per avermi seguita così costantemente…
Grazie.
Ghirly
 
EPILOGO:
Dean si risvegliò il mattino seguente con un profumino di pancetta e di uova ben cotte.
Si mise seduto e lentamente si ricordò dov’era e perché era lì.
-Buongiorno… scusa se ti ho svegliato, ma è uno degli aspetti negativi di avere il salotto e la cucina assieme…- Dean sorrise, poi si alzò e si avvicinò al tavolo. Leira alzò un sopracciglio. –Non ci provare… primo: la colazione si fa sul ripiano, seduti sugli sgabelli. Secondo: almeno mettiti qualc…-
Din don!
Leira andò ad aprire, facendo cenno a Dean di andare a vestirsi, ma il ragazzo non la vide, intento già a mangiare le uova, appollaiato sullo sgabello, con i soli boxer addosso.
Quando la porta si aprì RJ entrò come una furia nell’appartamento, senza nemmeno chiedere il permesso.
-Io… io non ti capisco più, Leira! Prima sparisci per un mese, poi torni come nulla fosse e riprendi a lavorare… poi, nel bel mezzo della serata sparisci con la macchina di Darius e non hai nemmeno la paten… oh.- Dean si voltò, facendo un cenno di saluto, con la bocca piena di toast e bacon. –E POI PASSI LA NOTTE NEL TUO APPARTAMENTO CON UN ALTRO!?- Gridò RJ, viola in faccia.
Leira sospirò.
-RJ lui è Dean, quel mio amico di famiglia di cui ti ho parlato, quello che fa l’investigatore privato e che viaggia per il paese in lungo ed in largo.- Specificò, nel caso Dean avesse avuto in mente di inventare qualcos’altro. –Dean, lui è RJ e… beh, lo sai.- RJ non ci vide più.
-LUI LO SA? Perché lui sa chi sono io ed io non conosco niente di l…?-
Dean si indicò con i pollici interrompendolo, poi ingoiò il boccone.
-Investigatore privato.- Ripeté, semplicemente. Leira scoppiò a ridere, non riuscendo a contenersi, poi fece cenno a RJ di sedersi con loro e gli versò uova e pancetta, con tranquillità.
Sarebbe stato più utile far vedere ad RJ chi era Dean, piuttosto che cercare di dargli spiegazioni.
RJ ci mise qualche minuto per riuscire a trovare qualcosa da dire.
-Perché sei mezzo nudo?- Chiese poi. Dean alzò le spalle.
-Mi piace sentirmi libero.- Leira cercò di trattenere un’altra risata, mentre RJ tornava ad arrossire.
-Santo cielo, ma conosci Leira da… un mese! Ti sembra il caso di…?-
-Ehi, ehi! Lei non si imbarazza più a vedermi in mutande, tu dovresti farci anche meno caso!- RJ sgranò gli occhi.
-Non si imbarazza… più…?- Pigolò. Leira decise di intervenire prima che ricominciasse ad urlare.
-Dean vuole dire che, dato che abbiamo viaggiato assieme per tanto, qualche volta è capitato che lo vedessi in questa… “mise”… e per questo non mi imbarazza più di tanto.- RJ se la prese con lei, a quel punto.
-Leira… io e te ci conosciamo da… da più di sei anni e non ho mai avuto la faccia tosta di farmi vedere da te con questa… “mise”, come la chiami tu. Ed ho anche dormito a casa tua, qualche volta…- Leira sospirò, mentre Dean gli dava una pesante pacca sulla schiena.
-Ehi, ehi! Mica siamo tutti dei timidoni come te! Il mondo è bello perché è vario!- RJ lo guardò truce, poi ringhiò:
-Non si tratta di timidezza, ma di rispetto!- Leira alzò gli occhi al cielo.
-Ora basta, voi due. RJ smettila di criticare Dean, è un ragazzo per bene, non ha mai approfittato per un solo istante di me, anche se siamo stati soli a lungo. E, in più, è un mio grande amico. Dean, tu…- Rimase un secondo a pensare. -…non insultare RJ e mangia composto. E magari vatti a vestire, hai creato fin troppi danni, stamani.- Dean annuì, poi ingurgitò l’ultimo pezzo di bacon e si diresse nel bagno, afferrando dei vestiti al volo.
-Leira ma quel tipo… è davvero un amico di famiglia?- La ragazza sospirò.
-Purtroppo… però sono sincera: è davvero un bravo ragazzo.- RJ abbassò lo sguardo.
-Ok, mi scuserò con lui quando torna.- Leira gli sorrise, poi lo abbracciò, facendolo arrossire.
-È per questo che ti adoro!-
RJ si mise a lavare i piatti e Leira ricompose il letto di Dean.
Il ragazzo tornò poco dopo, stavolta vestito. RJ fece per andargli incontro per scusarsi.
-Ehi, Leira, ti ho usato lo spazzolino, scusa. Il mio l’ho dimenticato in macchina.- Poi la guardò, con un ghigno. –Certo che sei una grande bugiarda! Avevi detto di aver comprato quei vestiti per somigliare a mia sorella, ma nel tuo cassettone ci sono solo camicie di flanella e jeans dello stesso genere! Oltre a dei tanga meravigliosi, ovviamente. Quelli non li ho.- RJ aveva stretto i pugni fin quasi a ferirsi i palmi con le unghie e fronteggiò Dean dall’alto dei suoi dieci centimetri in più.
-TU…- Gli ringhiò. Dean lo guardò dal basso con un sorriso strafottente sul volto.
-Sì?- Chiese, con voce angelica.
-TU SEI UN PORCO E MALEDUCATO!- Gridò RJ, tirandogli un pugno sull’occhio sinistro.
Dean barcollò e cadde all’indietro, gemendo e ridendo allo stesso tempo. Leira corse nella loro direzione, aiutandolo a rialzarsi.
-RJ!- Esclamò. –MA SEI IMPAZZITO?!- Dean sorrise.
-Lascialo stare, aveva ragione, in effetti. E poi doveva sfogarsi.- Le sussurrò nell’orecchio. Lei lo guardò, con un’occhiata del genere: “l’hai fatto apposta a provocarlo? Ma sei matto?” e lui le sorrise, come a risponderle: “lo scopri solo adesso?”.
Ma tutto questo avvenne solo nelle loro teste, mentre RJ blaterava delle scuse piuttosto goffe a Dean. Il biondo gli diede una manata sulla schiena, poi gli sorrise.
-Tranquillo, RJ, ti capisco. A volte mi darei un pugno anch’io!- Lo giustificò. –Ora, però, sarà meglio che io parta. Le indagini non si svolgono da sole…-
Leira sentì una punta di freddo al centro della spina dorsale ma fece buon viso a cattivo gioco e sorrise.
Con RJ alle costole i due scesero dabbasso, alla macchina di Dean e lui salì a bordo. Leira si morse un labbro per cercare di calmarsi.
-Dean… promettimi che se avrai bisogno mi chiamerai…- Lui sorrise.
-Tranquilla, bambola. Nessun problema.- Leira alzò un sopracciglio.
-Dean… non hai il mio numero.- Lui sorrise.
-Ma tu hai quello di Bobby, se dovremo rivederci accadrà.- Poi le sussurrò: -Ora fammi partire, prima che mister simpatia mi dia un altro pugno.- Leira gli sorrise, complice, poi lo baciò sulla guancia, evitando abilmente l’occhio con il ghiaccio secco che gli aveva dato.
-Torna, Dean.- Lui annuì.
-Contaci.- Poi mise su il nastro dei Queen, le sorrise e diede gas, facendo un cenno con la mano prima di sparire del tutto.
RJ attese qualche secondo, poi sospirò.
-Lo rivedremo mai più?- Leira soffocò un singhiozzo.
-Io penso proprio di sì.- Rispose.
Poi si voltò e rimase impietrita.
-Che c’è?- Le chiese RJ. Leira lo guardò.
-La macchina di Darius…- Disse, indicandola. RJ alzò un sopracciglio.
-Sì, e quindi?-
-Ieri sera… avevo una botta di adrenalina ed era l’unico modo per… aiutare Dean, ma adesso… non me la sento di guidare…- RJ le sorrise, dolcemente.
-Dammi le chiavi, la porto io al locale.- Leira gli sorrise, sollevata.
-Grazie, RJ…- Poi si incamminarono verso il portone e tornarono al nido.
Finalmente, al nido. 
  
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