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Autore: Fox94    02/11/2011    2 recensioni
A volte ti senti come se il tuo cuore si fosse spezzato in mille pezzi.
Senti freddo e tremi.
Delle lacrime scendono lungo il tuo viso.
Altre invece, di colore rosso, lungo i frammenti del tuo cuore.
Dopo quella che sembrerà un'eternità,
una persona ti asciugherà le lacrime.
Ti stringerà a sé, donandoti calore.
Ed infine rimetterà insieme i pezzi del tuo cuore.
-Come un granello di sabbia.
Le donne sono come fiori: se cerchi di aprirli con la forza, i petali ti restano in mano e il fiore muore. Perché solamente con il calore si schiudono. E l’amore e la tenerezza insieme sono il sole per una donna.
-Fabio Volo
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Image and video hosting by TinyPic Questa storia è dedicata ad una delle mie migliori amiche. Che mi è sempre stata accanto nei momenti di bisogno. Grazie Sara

Aveva piovuto tutta la notte , e non aveva intenzione di smettere. Le gocce si infrangevano sui tetti delle case , sulle macchine , sul mare. Il mare che sembrava osservare la città come un muto spettatore, il mare che abbracciava la città per delimitare i confini. Come se dovesse restare una zona isolata  da tutto e tutti. La gente della zona "apposto" ci definiva dei ladri , poveri , barboni , extracomunitari drogati... Eppure non era così , in quella piccola e desolata città vi viveva povera gente , come  me e mia madre , gente che non poteva permettirsi di più. Gente che si doveva accontentare , di tutto , dal posto ai commenti spregevoli  della gente della zona "apposto" , gente che sopravviveva con quattrocento euro al mese.
Guardai da fuori la finestra appannata e richiusi la tendina azzurra con uno scatto e poi andai in cucina. Non era una casa grande , ma ci accontentavamo , c'era una piccola cucina con una tavola rotonda , un bagno , un salottino e una camera da letto. L'indispensabile , insomma .
Come ogni pomeriggio appena arrivata da scuola , cucinavo io. Il menù era lo stesso : sofficini , bastoncini findus e pizzette , tutto rigorosamente precotto e surgelato. Solo la domenica ci permettevamo qualcosina in più .
Con uno stipendio di quattrocento euro , non ci puoi fare nulla , fortunatamente in quella zona l'affitto era "bassissimo" , cento euro al mese , così dovevamo stringere la cinghia al massimo per sopravvivere. Ancora un anno e avrei finito la scuola , mi ripetevo sempre , volevo un futuro migliore per me e la mamma. Volevo lavorare e non sui libri , ma lavorare per davvero , tornare a casa con qualcosa in più dei miei venticinque euro mensili. La proprietaria del negozio in cui lavoravo , non era messa meglio di noi. Era una persona molto cara che per noi faceva quel che poteva .
Girai il toast che stava friggendo assieme alle uova e aprì la confezione di prosciutto cotto che avevo comprato al negozio sotto casa. Odorava di ... qualcosa di orribile. Lo misi sulla tavola a prender aria e apparecchiai alla meglio. Per domani a scuola dovevo consegnare un tema di cinquecento parole ed ero solo alla metà . Maledetta professoressa di Lettere. Maledetto Ugo Foscolo. Tolsi dalla padella i toast e li avvolsi in qualche fazzoletto assorbente per lasciarli raffreddare. Nel frattempo decisi di darmi da fare con il tema , erano già le due del pomeriggio e di quel passo non avrei finito nemmeno entro un mese, quindi afferrai il foglio protocollo sul quale stavo scrivendo e una penna , mordicchiai il tappo come anti-stress ed iniziai a scrivere .
Mi resi conto di aver fatto tardi solo quando il mio stomaco incominciò a ribattere. Diedi un occhiata all'orologio alla parete e caspita.. erano le cinque . Sgranai gli occhi e andai a mangiare il panino ormai freddissimo, ma non era male. Mamma non era ancora arrivata.
Afferrai il telefono e composi lentamente il numero. La segreteria.
- Sono Iris , mamma . Sono le cinque .. dove sei ? appena puoi richiama al più presto-  posai il telefono e lavai il mio piatto , poi misi il toast e il prosciutto della mamma nel forno a microonde e andai a sedermi sul divano per completare il tema , mi mancavano solo venti parole .
Ecco finito.  Guardai il tema soddisfatta e lo posai in cartella.  Accesi la televisione vecchia di minimo mille anni  e  cercai un canale adeguato , spensi la televisione e mi raggomitolai  su me stessa guardando l'orologio. Erano quasi le sei.
Le sette ... ancora nulla . Le otto . Uno squillo del telefono. Corsi verso il telefono facendo cadere  il barattolo dei risparmi. Diamine. Sbuffando presi in mano la cornetta.
-tesoro , scusa ma sono a lavoro , sto venendo! a tra pochissimo-
-certo mamma , fai con comodo-
Posai la cornetta del telefono e sbuffando mi chinai verso le banconote e le monete sparse per tutta la cucina ci avrei messo minimo un ora . Afferrai tutte le monetine , una per una  e le riposi nel salvadanaio di plastica  poi le banconote. Erano quasi le nove quando il citofono suonò. Corsi ad aprire e appena sentì i passi di mia madre aprì la porta e andai a scaldare il toast , io avrei mangiato ciò che rimaneva.
Dopo cena corsi in bagno a lavarmi  i denti e mi infilai il pigiama per poi fare la treccia in modo che l'indomani non dovessi lavarmi i capelli di mattina presto . Prima di infilarmi nel letto oppure a stendermi sul divano per guardare la televisione , finì gli ultimi compiti che avevo da fare : una traduzione di dieci righe di tedesco e due problemi di geometria. Alle dieci avevo già fatto tutto.
In televisione trasmettevano un programma chiamato : Stranamore.
Ripensia ad una mia vecchia fiamma : Andrea , con lui era stata la solita storia d'amore... Ci eravamo conosciuti a scuola per caso , poi avevamo iniziato ad uscire ed esattamente un anno prima mi aveva baciato , era stata una fiaba . Poi lui si dovette trasferire a Modena e ci perdemmo di vista.
Sospirai e chiusi la televisione. Svegliai mia madre che si era addormentata vicino a me sul divano e ci dirigemmo a letto. 
 Faceva freddo e continuava a piovere e non riuscivo a dormire. Quindi afferrai il pc che mia madre mi aveva comprato al  mio tredicesiomo compleanno e lo accesi , poi afferrai la chiavetta internet.
Restai circa una mezz'ora sul computer a chattare con i miei amici , ma i soldi della chiavetta scalavano. Quindi misi tutto a posto e mi arrampicai sul davanzale della finestra  , scostai la tendina e guardai la pioggia cadere. Plic Plic Plic.  Era una pioggia più leggera che cullava. Guardai il mare , da casa nostra si vedeva quasi tutta la città ed era splendido. Almeno una cosa buona.  Il vento faceva rimbombare le pareti. Mi stesi nel letto e mi infilai sotto le coperte , mia mamma mormorò un "ti voglio bene" e si addormentò.
Quella notte non riuscì a dormire bene , sentivo una strana sensazione in me , qualcosa di negativo . Forse era per via del tempo...
E poi mi addormentai.
Era mattina presto , troppo presto e mia madre, il suo profumo... non era qui. Strano , oggi non andava a lavoro. Probabilmente aveva avuto qualche contrattempo . Facendo spallucce mi alzai e mi guardai allo specchio. Oh. Oggi era il mio compleanno , oggi compivo diciotto anni. Sorridendo scesi dal letto e a piedi scalzi andai in cucina, non feci nemmeno caso al fatto che la somma del salvanaio era raddopiata. Niente colazione , nessun portafogli sparso in giro. Mi precipitai in bagno e aprì le ante dei mobili. Non c'erano i suoi trucchi , le sue creme... in camera da letto c'erano solo i miei vestiti e il mobile di mia madre era vuoto.
Lentamente tornai nella cucina illuminata da qualche pigro raggio di sole , dopo giorni di pioggia . C'era uno strano odore , come lavanda .
Sul tavolo c'era il salvadanaio zeppo di soldi  ed un fascio di fiori di lavanda. Afferrai i fiori senza esitazioni e con mano tremante riconoscendo la sottile calligrafia di mia madre , con il cuore in gola  strappai il bigliettino. Sapevo già cosa c'era scritto , ma volevo illudermi , volevo credere che fosse un sogno , un incubo.
Sospirando iniziai a leggere con i lucciconi .

Me ne vado.. non tornerò. Ti voglio bene , mamma.

Era un bigliettino , stupido , non vi erano emozioni . Era un addio.
Se ne era per caso andata , con quell'uomo che aveva conosciuto qualche mese fa ?
 Dopo tutto ciò che avevamo affrontato insieme , i dolori , le difficolta , le gioie . Dopo che ci  eravamo ripromesse di contare sempre l'una sull'altra. Questo era il suo addio ? Una frase insulsa ...
Mi aveva mai voluto bene ? No .
Era questa la risposta. Dopo diciotto anni assieme , non si poteva abbandonare una persona così. Una figlia. Il tuo sangue.
Buttai il mazzo di fiori a terra , abbandonandomi ad un pianto disperato ...
Sarei caduta e caduta e caduta , nell'abbisso più profondo. Per anni , senza mai toccare il suolo.
  

Hey gente , sono nuova e inesperta (o.O si capisce u.u ) e mi piacerebbe anche un commentino o non so cosa :3 Per vedere quali sono i miei errori o se vi piace la storia. Grazie di tutto ^^

  
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