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Autore: The Creator    02/11/2011    2 recensioni
Esistono mondi paralleli, mondi simili al nostro ma sostanzialmente diversi, mondi dove esiste un altro Dottore, diverso da quello che conosciamo. Questa è la storia di uno di essi.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Doctor - Altro
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Il Dottore e Leila rientrarono nel Tardis, rilassandosi dopo l’ultimo viaggio appena concluso. La prima cosa che lui fece fu togliersi la corona floreale appena ricevuta.
“ Oh!” esclamò lei, “ Ci voleva tanto a portarmi in un posto carino in cui non provassero ad uccidermi?”.
“ Non è che ti ci porto apposta. Credo che sia il Tardis ad avere una passione per i posti pericolosi”.
“ Il Tardis o tu?”.
“ Tutti e due”.
“ E adesso? Dove mi porti?”.
“ Dipende, tu dove vuoi andare?”.
La ragazza ci pensò un attimo, era difficile scegliere quando sia aveva ogni posto e ogni momento a propria disposizione.
“ Passato! Non siamo ancora andati nel passato”.
“ Ok, allora passato sia!”.
Prese ad affareggiare con i comandi dell’astronave, quando sentì una strana campanella.
TING- TING –TING!
“ Che rumore è?”.
Il Dottore sembrò essere un attimo perplesso, poi si recò a guardare il monitor della console.
“ è arrivato un messaggio”.
“ Un messaggio? Questa nave può ricevere messaggi?”.
“ Cosa c’è di strano? Viaggi nello spazio e nel tempo, ha la forma di una cabina telefonica ma è enorme all’interno e poi ti stupisci che può ricevere messaggi?”.
“ Beh, non l’ho mai vista riceverli”.
“ Ammetto che non capita spesso”.
Leila si avvicinò allo schermo per capire cosa fosse arrivato.
“ E cosa dice il messaggio?”.
“ Dice: “ Vieni qui Dottore, serve il tuo aiuto” e sotto ci sono delle coordinate”.
“ Adesso ti chiamo a domicilio?”.
“ è talmente raro che accada che mi sembra un peccato non andarci”.
“ Mi stai dicendo che il viaggio nel passato è rimandato?”.
“ Se a te non dispiace...”.
“ No vabbè, tanto non mi sembra che manchi il tempo qui”.
“ Bene, allora partiamo, destinazione: persona che ha chiesto il mio aiuto”.
Inserì le coordinate e il Tardis si dematerializzò da quel pianeta di villeggiatura.

 
 
 I due uscirono dal Tardis e osservarono dov’erano arrivati.
“ Che diavolo di posto è?”.
“ Non lo so, sembra... una fabbrica!”.
“ Sei sicuro delle coordinate?”.
“ Io sono sempre sicuro delle coordinate”.
Lo spettacolo davanti a loro era piuttosto inquietante. Erano in un enorme androne pieno di macchine strane che sbuffavano fumo e facevano un rumore assordante. Inoltre, l’aria cupa rendeva tutto molto più inquietante.
Cominciarono a camminare per le strade di quell’immensa fabbrica, sperando d’incontrare qualcuno e infatti, quando videro un operaio, lui li guardò e li raggiunse.
“ Oh perfetto! Venite venite!” disse facendo loro strada verso una stanza più silenziosa.
Appena entrati in quello che sembrava un ufficio il rumore si attenuò, permettendo loro di parlare.
“ Piacere, sono Dolman, il capo di questa fabbrica, sono felice che abbia risposto alla mia chiamata!”.
Il Dottore sorrise compiaciuto e pronto a stringere la mano dell’operaio, se non che lui la tese a Leila.
“ è un piacere conoscerla! Lui deve essere il suo assistente”.
“Ehm, veramente...”.
“ Veramente sarei io il Dottore!” fece osservare con aria leggermente piccata.
“ Eh?” rispose stupito, “ Strano... non l’aspettavamo... così!”.
“ Senta, è vero, ogni tanto cambio faccia, ma credo di non essere mai assomigliato ad un donna”.
“ Beh, noi abbiamo contattato una donna, quindi mi sembrava logico aspettarmene una”.
“ Una donna?! E da quando il Dottore è una donna?!” esclamò infastidito.
“ Dottor chi, mi scusi?”.
“ Come chi? Il Dottore”.
Lui lo guardò strano, fino a quando la porta dell’ufficio non si spalancò e comparve un’altra donna.
“ Eccomi! Sono arrivata!”.
Il Dottore la guardò, era una donna, più bassa di lui, capelli corti castani sparati in aria, piuttosto magra e vestita in tuta mimetica.
“ Piacere” disse lei tendendogli la mano con un grosso sorriso, “ Sono la Dottoressa!”.
“ C-cosa?! La Dottoressa?”,
“ Si, c’è qualcosa di strano, Dottore?”.
Lo sguardo di lui fu uno dei più indecifrabili che Leila avesse mai visto e sinceramente la divertì molto vedere per una volta il suo compagno in difficoltà.
“ Tu invece sei...?”.
“ Leila! Leila Walker”.
“ Ah! Perfetto!” esclamò con un sorriso, facendo sembrare che si fosse ricordata di lei.
“ Dottoressa, mi scusi, è arrivato questo tizio e noi non sappiamo come...”.
“ Non si preoccupi, l’ho chiamato io”.
“ Tu cosa?!” esclamò ancora lui, “  Sei stata tu a inviare il messaggio al Tardis?”.
“ Si esatto. Pensavo potesse servirmi una mano”.
“ E come avresti fatto?”.
Lei lo guardò, come se avesse appena ricevuto una domanda stupida.
“ Tu viaggi da sempre a bordo di una macchina del tempo dalla forma improbabile, hai visitato centinaia di pianeti e pensi di non aver lasciato tracce del tuo passaggio? Ti assicuro che rintracciarti non è così difficile”.
“ Ok, e quale sarebbe il problema?”.
“ Tremor!” esclamò l’operaio.
Il Dottore lo guardò perplesso. “ Tremor? Qui? In una fabbrica? E cosa starebbero facendo?”.
“ Distruggono tutto! Compaiono, spaccano le macchine e uccidono i miei uomini e noi non sappiamo perché”.
“ è strano” esordì la dottoressa, “ I tremor sono creature pacifiche, attaccano per difesa. Per caso state facendo trivellazioni?”.
“ No! Niente di tutto ciò”.
Leila li guardò esterrefatta, aveva entrambi la stessa faccia pensosa e la cosa li rendeva inquietanti.
“ Ma cosa sarebbero i tremor?”.
“ Creature che vivono sottoterra” rispose il Dottore.
“ Vermoni enormi, pacifici ma dalla spaventosa forza distruttiva” specificò l’altra.
“Ah... bene!” aggiunse ironica.
“ Dottoressa, volevo sapere se sa cosa fare, se può occuparsene!”.
“ Si certo, sono qui apposta”.
“ Mi hanno detto che lei è la migliore nel campo di disinfestazioni e abbattimento mostri, è così?”.
“ Ma certo che no!” rispose il Dottore, “ Quello sono io”.
“ Beh, vediamo” rispose con un sorrisetto di sfida.
“ E sentiamo, cosa vorresti fare?”.
“ Rilevazioni del terreno e analisi per trovare la loro eventuale tana, non si può agire a caso, i Tremor potrebbero diventare violenti e attaccare per difendersi e nonostante la loro stazza sono piuttosto veloci”.
Il Dottore avrebbe voluto rispondere alla donna, ma non gli venne in mente nulla da dire, il suo piano d’azione era perfetta.
“ Ok... può andare”.
“ Grazie!”.
“ Ce la farete?”.
I due Dottori si girarono, entrambi con l’aria di supponenza stampata in faccia.
“ Ha ancora qualche dubbio?”.
Presero e uscirono dalla stanza, con Leila che li osservava senza capire cosa esattamente legasse quei due.
“ Allora,” disse la donna, “ A mio parere le rilevazioni dovrebbero iniziare dai piani bassi, dove abbiamo più possibilità di scoprire qualche eventuale tana, che ne pensi?”.
“ Che è una buona idea!”.
“ Si grazie, lo so. In realtà la domanda era retorica!” ammise sprezzante e muovendosi verso le scale che portavano al piano di sotto.
Mentre la seguivano scendendo, Leila non riuscì a trattenere la curiosità.
“ Ma la conosci?” chiese all’orecchio di lui.
“ No, mai vista!”.
“ Beh, sembra che ti conosca”.
“ Non è così strano. Insomma, quando hai più di settecento anni è facile che sappiano chi sei”.
“ Però sembra saperne quasi quanto te”.
“ è solo il suo lavoro, è ovvio che ne sappia. Ma sapere quello che so io... non le basterebbe una vita” concluse.
Appena scesi al paino inferiore, notarono che le macchine erano ancora più grosse e fumose di quelle già viste.
“ A proposito, non mi ha ancora detto, Dottoressa chi?”.
“ Smith! Brenda Smith!” rispose al volo, “ Ora che abbiamo finito le presentazioni, direi di iniziare le rivelazioni”.
“Ottima idea, comincia ad usare questo!” disse estraendo dalla tasca il suo cacciavite dalla tasca.
“ No grazie, non mi serve, ho il mio” concluse estraendo un cacciavite sonico più grande e dalla punta viola.
“ Ma quello dove l’hai preso?!” esclamò stupito. “ Ed è pure una versione più avanzata della mia!”.
“ Vega Tetis! Sai, li hanno un supermercato fornitissimo”.
Cominciò ad usarlo nel terreno per sondarlo, ma poco dopo si fermò, vedendo che il Dottore aveva ancora una faccia perplessa.
“ Sei così stupito che nell’universo esista un’altra persona che usa un cacciavite sonico quando lavora?”.
“ No! Però trovo  che tu sia una persona strana”.
“ Strana in che senso?”.
Avrebbero continuato a parlare se la terra non avesse cominciato a tremare e i due non si fossero resi conto del pericolo incombente.
“ A quanto pare non servirà cercarli!”.
“ Cosa sta succedendo?” urlò Leila cercando di aggrapparsi.
L’istante dopo il pavimento di squarciò e un enorme verme, alto quindici metri, con la bocca piena di denti aguzzi e senza occhi, comparve davanti a loro.
“ Ecco” sorrise la Dottoressa, “ Questa è una normale giornata di lavoro”.

P.S. A me piace molto scrivere questa FF, però mi piacerebbe sapere quanti realmente la stanno seguendo, perchè si tratta di un lavoro lungo e impegnativo. Quindi, se potete, vi chiederei di lasciare un commento, una recensione, per far sapere all'autore (cioè me) che siete interessati alla storia. Grazie :)
  
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