Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Herrmioni    04/07/2006    2 recensioni
“Mi dispiace, Sirius, ma non posso proprio dirtelo. E mi dispiace di averti fatto preoccupare, davvero. Non era nelle mie intenzioni. Ma non posso non andare, Sirius, proprio non posso” disse. Sirius sospirò e posò le sue dita sotto il mento della ragazza, sollevandole delicatamente il viso. Ètoile arrossì sotto la tenerezza di quelle mani, una sul suo volto e una che continuava a stringere la sua. Sirius si perse in quegli occhi simili al mare, umidi e profondi. “È davvero così importante per te?” sussurrò. La ragazza annuì. “Allora va bene, non lo dirò a nessuno. E ti aiuterò a non essere scoperta” “Grazie, ma… perché fai tutto questo Sirius?” Il ragazzo ci pensò un po’ su, ma poi le sorrise. “Perché ti voglio bene”
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Fanfiction

Piccola stella senza cielo

Capitolo I

La nebbia quel mattino era molto fitta. Ètoile strizzò gli occhi azzurrissimi per vedere meglio. Pian piano che avanzavano la striscia di terra si faceva meno sbiadita e i contorni cominciavano a definirsi. Inghilterra. Casa sua. Erano dodici anni che non vi rimetteva piede, esattamente da quando il padre, per motivi di lavoro, era stato trasferito in Francia. E adesso stava per ritornare. Una mano si serrò improvvisamente sulla sua spalla. Sussultò e si voltò di scatto.

"Ah, sei tu" disse calmandosi.

"Sei emozionata?"

"Anche"

L’altra persona rise e la mano si spostò sui capelli biondi della ragazza. Li accarezzò e vi passò le dita.

***

In quello stesso momento al porto di Brighton c’era un insolito movimento. Un gruppo di figure vestite con lunghi cappotti, o tuniche, neri si aggiravano furtivamente intorno al molo. Nessuno di essi mostrava il proprio volto. Ad un tratto uno di loro sollevò il braccio verso il cielo grigio (era passata da poco l’alba). Nella sua mano stringeva una sottile bacchetta di legno e da questa partirono numerose scintille rossastre.

"È ora" bisbigliò uno di questi al suo vicino e un sogghignare minaccioso ruppe l’aria silenziosa.

***

La sirena dell’imbarcazione mandò tre lunghi e lugubri fischi. Ètoile rabbrividì, si aggiustò un ciuffo di capelli dietro le orecchie e si strinse di più nel suo mantello nero. Non era solo freddo che sentiva, ma una sensazione strana. C’era qualcosa nell’aria, e non prometteva nulla di buono. Tutti gli Auror erano stati chiamati sottocoperta, sicché era rimasta sola sul ponte. La nave rallentò bruscamente facendola vacillare. Erano giunti al porto di Brighton. Gli edifici della città emergevano scuri dalla nebbia. C’era silenzio al molo, troppo silenzio. L’atmosfera era così innaturale…

Fu un attimo: una luce brillante apparve sotto di lei e diverse figure, ammantate e incappucciate, saltarono sul ponte. Ètoile li fissò con gli occhi sbarrati e terrorizzati. Un attacco. Gridò con quanto fiato aveva in gola, gridò più che poté prima che uno di quegli uomini le puntasse addosso la bacchetta.

"Avada…"

"STUPEFICIUM!" ruggì una voce e un lampo di luce scarlatta investì l’uomo incappucciato. Egli volò via schiantato. Ètoile si voltò.

"Ray!"

"Vattene via, Ètoile! Va a nasconderti, presto!"

La giovane rimase qualche secondo immobile, a fissarlo con la bocca spalancata, senza riuscire a muoversi.

"Sbrigati!" urlò l’Auror disperato, lanciando incantesimi a raffica, mentre gli altri accorrevano ad aiutarlo. Finalmente Ètoile si mosse e fece per correre verso le cabine quando si sentì afferrare da un braccio robusto.

"Tu dove pensi di scappare, ragazzina!" esclamò una voce divertita e crudele.

"Lasciami!" strillò la ragazza, scalciando e dimenandosi come poteva, mentre cercava di raggiungere la sua bacchetta sulla tasca del mantello. L’altro sogghignò.

"Con piacere…" e la scaraventò a terra. Ètoile mugolò di dolore e si toccò la gamba. L’uomo incappucciato torreggiava su di lei e rideva.

"Tu devi essere la piccola Crouch. Tuo padre è ancora vivo, sono contento. Così vedrà la sua piccola stella spegnersi" sollevò la bacchetta, pronto a pronunciare l’anatema che uccide.

"Avada Kedavra!"

Il fascio di luce verde partì ma si scontrò con un'altra luce, stavolta azzurra. Il tutto si diresse verso Ètoile che chiuse gli occhi. Ci fu un’esplosione, e fu violentissima.

Ètoile aprì lentamente gli occhi, che furono feriti da un forte bagliore bianco. Vedeva tutto sfuocato, ma quando essi si abituarono alla luce del luogo vide accanto a sé la figura china del padre. Fu subito invasa da un dolore lacerante su tutto il corpo.

"P-papà" balbettò a fatica. Si sentiva la gola arida. L’uomo, che aveva gli stessi capelli biondi e gli stessi occhi turchesi della figlia, alzò la testa dalle mani sollevato.

"Stella mia, stai bene?"

"Dove sono?"

"Al San Mungo, cara, non preoccuparti. Ma dimmi, ti prego, come ti senti?"

"Insomma… per un momento ho creduto di essere morta"

"Ci sei andata vicina. Tutti quanti abbiamo creduto di morire"

"Papà, cos’è successo?"

L’uomo si chinò sulla figlia e parlò pianissimo, in modo che solo loro due potessero udire.

"Qualcuno ha informato questi ‘Mangiamorte’ del nostro ritorno in Inghilterra. E loro ci hanno teso una trappola. L’ordine di anticipare di due giorni il rientro non è mai partito dal Ministero"

"Mio Dio" mormorò la ragazza, poi d’un tratto sobbalzò "Papà! Ci sono state vittime?"

Marcus Crouch deglutì rumorosamente e si passò un dito sul colletto della tunica.

"Non esattamente…"

"P-papà…" balbettò allarmata Ètoile e il suo sguardo cadde sul giornale posato sul comodino accanto al suo letto.

Attentato al porto di Brighton

Questa mattina, poco dopo l’alba, un gruppo di misteriosi stregoni ha attaccato l’ambasciatore Marcus Crouch e la sua famiglia, di rientro da Parigi… - lesse velocemente quelle righe, finché quello che vide non la fece impallidire - Fortunatamente i nostri preparatissimi Auror, che costituivano la scorta dell’ambasciatore, hanno saputo fronteggiare l’attacco e non ci sono state vittime. Qualche ferito, il più grave dei quali, il giovanissimo Radley Sky, 20 anni, giace all’ospedale di San Mungo in prognosi riservata. I medici però non sono ottimisti ne suoi confronti e…

Gli occhi azzurri della ragazza si velarono di lacrime.

"Mi aveva detto di andare via e io sono rimasta lì come una sciocca. È colpa mia se Radley Sky è ferito" singhiozzò. Suo padre le carezzò amorevolmente i capelli dorati.

"Era il lavoro di Sky starti accanto e proteggerti. Lui era tua guardia e ha svolto egregiamente il suo dovere. Ti ha salvato la vita. La colpa non è tua, piccola mia, ma di quei criminali. So che tu e Sky eravate amici, e ti prometto che li prenderemo e gliela faremo pagare. Ora, però, cerca di rimetterti. Appena sarai guarita ti trasferirai nella tua nuova scuola. Ritengo che Hogwarts sia un posto sufficientemente sicuro per te".

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Herrmioni