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Autore: kibachan    04/07/2006    5 recensioni
Mia personale rivisitazione del tradimento di percy alla sua famiglia
Genere: Romantico, Triste, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Molly Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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IL DOLORE E IL CORAGGIO

Erano le dieci di sera, e nella sala comune di Grifondoro una volta tanto si respirava un aria piuttosto tranquilla.
Il trio più famoso di Hogwarts stava pacificamente sprofondato tra divano e poltrona davanti al caminetto a godersi la pace della sala comune semideserta.
Harry stava (oh mio dio, scandalo!) leggendo un libro sulla poltrona seduto sullo schienale, infischiandosene delle scarpe da ginnastica sul cuscino mentre Ron era in uno stato di dormiveglia stravaccato sul divano vicino a Hermione che, raggomitolata tipo Grattastinchi era immersa nella lettura del libro "storia di Hogwarts".
In quel momento un frenetico ticchettare proveniente dalla finestra li riportò tutti e tre alla realtà
-Ron credo sia Leo, dal casino che fa...- disse Harry. Il rosso si alzò dal divano sbuffando, aprì la finestra e subito una piccola scheggia piumata si proiettò a velocità folle nella stanza. Il gufetto atterrò con un sonoro "TOC" sulla copertina di "storia di Hogwarts". Hermione sorrise bonariamente mentre Ron lo agguantava con scarsa delicatezza rivolgendogli parole non ripetibili in questa sede.
Ron prese la lettera legata alla sua zampetta e si buttò sul divano accanto a Hermione che sghignazzava guardando la faccia di Harry sconvolta fissare Leo che pigolava come un forsennato.
-oh è da casa! Non sapevo che fossi stato lì uccello schizzato!- commentò Ron aprendo la busta. Iniziò a leggere con il sorriso sulle labbra. Poi lentamente Harry e Hermione lo videro cambiare espressione: sconvolta, incredula, triste e poi arrabbiata. Lo videro sbiancare e poi di colpo alzarsi e scappare fuori dal ritratto.
-ma che gli è preso!?- chiese Harry stupito al massimo
-Ron?- lo chiamò preoccupata Hermione. Poi senza pensarci due volte si alzò per seguirlo. Anche Harry fece per alzarsi
-no Harry lascia, vado io, lo riporto qui...- lo fermò Hermione uscendo. Harry buttò un occhio a Leo che guardava con aria interrogativa il punto in cui i due ragazzi erano corsi via
-di un po' ma che razza di notizie hai portato?- gli chiese.
Appena uscita dal ritratto Hermione vide Ron in fondo al corridoio e si mise a correre
-Ron!- chiamò ad alta voce.
Niente, nessuna risposta, non si fermò neanche
-Ron che ti prende!? Hei! Aspettami!- urlò cercando di accelerare per raggiungerlo. lo superò correndo e gli si parò davanti mettendogli entrambe le mani sulle braccia per fermarlo
-Ron cosa...- si fermò vedendo la sua faccia: stravolta. Lo lasciò.
-cosa è successo.... Ron, cosa è successo?- gli chiese d nuovo addolcendo di molto il tono della voce. Il ragazzo rimase in silenzio per alcuni secondi guardandosi insistentemente le scarpe. Poi le passò la lettera di prima che teneva ancora accartocciata nel pugno.
Hermione la prese e buttò una fugace occhiata a Ron prima di concentrarsi sul foglio che aveva in mano.
lesse ad alta voce
-oh mio dio Ron! ma è tutta imbrattata di lacrime!- esclamò spaventata. Ron le fece cenno con la mano di andare avanti.
Hermione riprese a leggere mentalmente.
non riesco a credere che ci abbia fatto questo con tutti i problemi che già abbiamo!
Mi dispiace tanto Ron. mi dispiace, so che ti avevamo promesso una scopa nuova per natale, non sai quanto siamo fieri di te per la tua ammissione in squadra, ma purtroppo dovrai arrangiarti ancora con quella vecchia di Charly, spero che capirai.....
Non so come faremo d'ora in poi, tuo padre è distrutto e io...... mi sento molto sola adesso. Non vedo l'ora che tu, Harry, Hermione, Ginny e i gemelli veniate qui per la vacanze di natale, manca solo una settimana ma ti vorrei qui adesso tesoro mio.
Mi manchi, a presto, e perdona questa tua mamma piagnona.
Tanti baci mamma>
Man mano che andava avanti a leggere Hermione sentiva gli occhi che le si riempivano di lacrime. Si portò una mano davanti alla bocca incredula e scosse la testa stringendo gli occhi per impedirsi di piangere.
-Ron.... io.... Non so cosa dire....- esalò guardando l'amico che non disse nulla.
-Ron mi dispiace tanto- disse allungando le braccia per abbracciarlo, ma Ron si tirò un passo indietro
-scusa Hermione...- disse abbassando la testa
-ma preferisco stare solo adesso-
-va bene...- sussurrò Hermione abbassando le braccia un po' stupita
-ti capisco- aggiunse mentre lui le rivolgeva un debole sorriso e si allontanava dicendo
-ti prego non dire niente a Harry-
non era vero che lo capiva, non lo capiva per niente in quel momento. Lei al suo posto non avrebbe desiderato altro che essere abbracciata, lui no, voleva stare solo... era ancora assorta in questi pensieri quando rientrò in sala comune.
-Hermione! Dov'è Ron?- chiese immediatamente Harry non appena la vide entrare dalla porta del ritratto. La ragazza fu colta alla sprovvista, durante il tragitto non aveva pensato a una buona scusa. Fortunatamente il suo meraviglioso cervello le venne in aiuto.
-in guferia per rispondere alla lettera della madre senza usare Leo!- disse immediatamente e con naturalezza complimentandosi da sola con se stessa.
-che c'era scritto nella lettera?- chiese Harry con sguardo indagatore
-la signora Weasley volva sapere se io e te saremmo stati da loro per natale...- rispose questa volta poco convinta distogliendo lo sguardo. Harry fece una faccia scettica
-se non vuole che me lo dici va bene.... Ma non inventare balle con me, io te le leggo in faccia- le disse sistemandosi gli occhiali
-mi dispiace Harry- il ragazzo le sorrise dolcemente facendole capire di non preoccuparsi
-io vado al letto, buona notte-
notte Harry...-

il giorno dopo Ron fece ampiamente finta di nulla, anche se il modo praticamente continuo con il quale sorrideva era a dir poco sospetto, tanto che persino Neville si accorse che c'era qualcosa che non andava.
Hermione lo vide parlare con i gemelli in biblioteca, e a giudicare dal modo in cui i due diedero di matto li doveva aver informati della situazione.
Passò rapidamente l'ultima settimana di lezione e quasi senza accorgersene Ron, Hermione, Harry, Ginny, Fred e George si ritrovarono sull'espresso di Hogwarts diretti a casa.
Arthur li andò a prendere alla stazione con un sorriso tirato sulla faccia. Ginny non fece che chiedere per tutto il viaggio in macchina che cosa avesse il padre finché non si beccò una manata sulla bocca da Fred e i due iniziarono a fare a botte sul sedile posteriore.
Arrivati a casa, verso l'ora di cena, Molly li accolse in casa con un grandissimo sorriso
-ragazzi! Che piacere avervi tutti qui!- esclamò abbracciando Ginny e poi Hermione
-oh Harry caro! Ormai mi hai superato in altezza anche tu tesoro!- aggiunse schioccando al ragazzo un bacio sulla guancia. Stritolò un attimo Ron che ricambiò solo con un -ciao mamma- poi i gemelli la salutarono baciandola contemporaneamente sulle guance.
La cena trascorse in una allegra quanto finta atmosfera. Hermione occhieggiò più volte Ron che sembrava però molto preso in una discussione sul Quidditch con Harry.
La ragazza andò in camera presto quella sera seguita da Ginny che sprofondò quasi subito in una specie di letargo.
Hermione sentì i passi rumorosi di Fred e George
Per le scale che auguravano la buona notte, Harry che diceva a Ron che saliva in camera ad aspettarlo e un possente sbadiglio del signor Weasley che annunciava che stava andando a letto.
Silenzio.
Si mise rapidamente la camicia da notte rosa lunga al ginocchio, si spazzolò un paio di volte i capelli senza cambiare minimamente la situazione e aprì la porta con tutta l'intenzione di andarsi a prendere un bicchiere d'acqua.
Aveva sceso soltanto pochi gradini quando sentì delle voci sommesse provenire da sotto e si fermò di colpo. C'era ancora qualcuno in piedi?
Si sedette sulle scale stringendosi le gambe al petto e sbirciò da un buco sulla fiancata del corrimano.
Ron e sua madre erano seduti uno su un divano e una sull'altro, uno di fronte all'altra
-come sta papà?- chiese Ron guardandosi le mani intrecciate
-come vuoi che stia? Ieri ha detto che è colpa sua..... ti rendo conto?- gli disse amaramente Molly
-è addolorato perché non può garantire alla sua famiglia quello che merita....- continuò
Ron non disse nulla.
e invece è colpa mia..... se Percy si è comportato così è colpa mia. Non ho saputa tenere abbastanza unita la famiglia....... Ho sbagliato tutto....- aggiunse con voce rotta
-NON DIRE STUPIDAGGINI!- urlò Ron alzando di scatto gli occhi a guardarla
-è COLPA DI PERCY! È COLPA SUA, SUA , SUA! CHE NON GLIENE FREGA NIENTE DI NIENTE DI NESSUNO! GLI IMPORTA SOLO DI LECCARE IL CULO A QUELLI DEL MINISTERO E SALVARE LA SUA BRUTTA FACCIA!-
-non parlare così di tuo fratello....- esalò Molly
-IO NON HO PROPRIO NESSUN FRATELLO CHE SI CHIAMA PERCY! QUELLO è SOLAMENTE UN GRANDISSIMO FIGLIO DI..- si fermò appena in tempo prima di dire l'irreparabile. Molly lo fissò impietrita
-perdonami..... lo sai...... è solo un modo di dire.... Scusa....- sussurrò Ron riabbassando gli occhi e arrossendo vistosamente
-lo so.... Non preoccuparti...- sussurrò la madre.
Silenzio.
Hermione sulle scale soffocò un sospiro con il pugno..... era orribile. Quello che aveva fatto Percy era orribile.
Nei loro letti Fred e George, sentite le grida di Ron fissavano con insistenza il soffitto senza riuscire a calmare la rabbia. Hartur steso da solo nel letto enorme aveva il braccio sugli occhi e l'espressone contratta e Hermione era quasi sicura di aver sentito dei singhiozzi provenire dalla camera di Ginny.
-lo hai detto.... a Hermione e ai gemelli.... Non è vero?- chiese dolcemente Molly a Ron spezzando il silenzio
-come lo hai capito?- le chiese lui stupito di rimando. Molly sorrise
-a Hermione si legge in faccia il dispiacere-
-lo so- commentò amaramente Ron
-quanto a Fred e George, bhè loro vengono a baciarmi soltanto quando accade qualcosa di veramente grave- aggiunse Molly strappando questa volta un sorriso al suo figlio più giovane
-scusami se l'ho detto a Hermione che non è della famiglia.... Lei ha insistito- disse Ron tornando serio.
Hermione sentì una fitta al cuore a quelle parole, voleva tornare in camera a quel punto ma la voce di Molly la trattenne
-sono contenta che glielo hai detto invece, hai bisogno di sfogarti anche tu tesoro mio. Ti fidi di lei non è vero?- Hermione voleva sentire a tutti i costi la risposta a quella domanda. Non si fece attendere.
-mi fido di lei più che di chiunque altro..... nessuno nemmeno Harry è come lei per me- disse Ron. Hermione nonostante l'atmosfera triste non riuscì ad impedirsi di sorridere.
-non te lo nascondo tesoro, siamo messi male-
ricominciò Molly
-già prima arrivavamo a stento alla fine del mese, non so come faremo..... adesso- continuò in un sussurro.
Ron rimase in silenzio per alcuni minuti torturandosi le dita. poi Hermione lo vide alzare gli occhi celesti sulla mamma sull'orlo del pianto dall'altra parte del divano, e sorriderle dolcemente così come faceva sempre con lei
-mamma non preoccuparti....... Fred e George tra meno di sei mesi si diplomeranno e il loro negozio avrà sicuramente fortuna, te lo assicuro questo........ e io- aggiunse tentando con un respiro profondo di tener ferma la voce
-io lascerò la scuola...... mi troverò un lavoro anch'io da qualche parte..... qualunque cosa... e vi darò una mano- Hermione, sconvolta, sentì le lacrime solcarle le guance. Un pensiero egoista. Ma non riuscì a reprimerlo. Era colpita dal coraggio di Ron nel fare un'affermazione del genere, ma allo stesso tempo non sopportava l'idea di perderlo così
-così... dovrete pensare solo a Ginny e....- stava dicendo Ron in quel momento
-NON DIRE STUPIDAGGINI!- urlò Molly saltando in piedi come una molla
-COME PENSI CHE POTREI ACCETTARE UNA COSA DEL GENERE!? COME ADULTO, COME MADRE, COME PENSI CHE POTREI PERMETTERTELO! NON TI HO MESSO AL MONDO PERCHE' TU DEBBA AVERE UN FUTURO DEL GENERE!!- urlò talmente forte che Hermione fu quasi sicura che ormai nessuno in tutta la casa stesse più dormendo.
La donna scoppiò a piangere senza controllo
-io....noi..... ogni volta..... che uno di voi nasceva- disse tra i singhiozzi
-abbiamo giurato di darvi una vita.... dignitosa..... io farò qualsiasi cosa.... Per..... per...- non riusciva neanche più a parlare coerentemente
-NON DIRE MAI PIU' UNA COSA DEL GENERE!- gridò mettendosi le mani sugli occhi per tentare di frenare le lacrime. Tentativo inutile.
Ron scattò in piedi, si avvicinò a lei in due passi e l'abbracciò stretta stretta a sé. Molly si aggrappò con tutte le forze alla maglietta del suo figlio quindicenne premendo la fronte sul suo petto e sfogando tutte le sue lacrime, tutto il suo dolore e, per una volta, tutta la sua fragilità davanti al tradimento di Percy. Perché era quello a farla stare più male.
-perdonami.... Perdonami mamma, scusa.... Non lo dirò più, scusa....- le diceva Ron a bassa voce.
Le chiedeva scusa come un bambino che ha appena fatto una marachella, nonostante la tenesse stretta tra le braccia e fosse un sacco più alto di lei. Come un figlio piccolo, nonostante non fosse lui a piangere.
Hermione non resistette davanti a quella scena, e lì seduta sulle scale piangeva soffocando i singhiozzi con entrambe le mani.
-sono davvero patetica..... a piangere tra le braccia del mio figlio più giovane..... patetica- disse Molly tentando di calmarsi
-sei tutto tranne che patetica tu, mamma- le sussurrò dolcemente Ron
-e poi scusa, sennò che te ne fai di un figlio alto un metro e novanta!- aggiunse strappandole un sorriso
-ascolta....- continuò sempre a bassa voce e senza smettere di abbracciarla
-finirò la scuola te lo prometto, ma almeno questo me lo devi far fare..-
-cosa?-
-non comprerò i libri l'anno prossimo, niente, studierò su quelli di Harry e Hermione...... e anche se dovessi crescere altri dieci centimetri userò ancora questa divisa...... anche se forse sembrerà un po' ridicolo....-tentò di scherzare
-sarà umiliante per te tesoro..... mi dispiace- esalò Molly che aveva smesso di piangere ma non riuscì ad opporsi a questa richiesta. Non poteva, anche volendo.
-non importa...- rispose Ron
Hermione si morse il labbro asciugandosi velocemente gli occhi. Ron si stava sforzando. Sapeva quanto sarebbe stato brutto per lui ammettere apertamente una cosa del genere davanti a tutta la scuola, ma se lui lo faceva anche lei doveva trovare la forza di fargli coraggio, doveva essere in grado di essere un muto appoggio per lui. muto perché sapeva che lui avrebbe finto di non averne bisogno.
-se tu farai questo...- disse Molly staccandosi dall'abbraccio e ricomponendosi
-allora anche io mi mangerò una fetta di orgoglio e chiederò un po' d'aiuto a Bill e Charly- Ron sorrise dolcemente
-e tu dillo a Ginny e a Harry!- aggiunse Molly con cipiglio severo
-siamo una famiglia e nessuno sarà tenuto all'oscuro-
-visto? ce la caviamo sempre noi!- disse Ron allargando ancora di più il sorriso
-andiamo a letto tesoro.... È tardi- disse la donna abbozzando anche lei un sorriso.
Hermione si alzò velocemente in piedi non avendo alcuna intenzione di farsi beccare ad origliare.
-non dire a nessuno che ho pianto Ron, non è da me!- scherzò la donna
-sarò una tomba!- disse lui accompagnandola alla porta della camera da letto
-grazie tesoro, veramente.- disse Molly seriamente
-il mio bambino è diventato proprio un bravo ometto!-
-buona notte mamma!- disse Ron alzando gli occhi al cielo e arrossendo sulle orecchie.
Molly chiuse la porta dietro di se.
Ron alzò lo sguardo verso le scale giusto in tempo per vedere la porta della camera di Ginny che si chiudeva silenziosamente.
Salì i gradini due a due e rapidamente spalancò la porta della camera della sorella, trascinandosi dietro anche Hermione che era ancora con la mano attaccata alla maniglia. BECCATA.
La ragazza non riusciva ad alzare gli occhi. In quel momento avrebbe tanto voluto che nel pavimento si aprisse una voragine per inghiottirla.
Ron la fissava con sguardo serio.
Ci furono alcuni minuti di opprimente silenzio, poi Hermione raccolse il coraggio a due mani e alzò gli occhi verso di lui.
-Ron mi dispiace tantissimo non volevo origliare! Ero scesa a prendere un bicchiere d'acqua, poi vi ho visti abbracciati nel salotto- mentì spudoratamente era lì da molto prima!
-non ho saputo cosa fare e sono rimasta ferma come un idiota sulle scale! Scusami!-
aveva parlato a una velocità pazzesca. Non era neanche sicura che Ron avesse capito quello che gli aveva detto.
Il ragazzo la squadrò un momento. A giudicare dalla tonalità di rosso che avevano raggiunto le sue guance doveva davvero essere sul punto di morire dall'imbarazzo.
La sua espressione si sciolse in una risata
-Hermione è tutto ok! Rilassati non fa niente! Tanto per quanto ha urlato mia madre ci avranno sentiti anche gli gnomi in giardino!-
Hermione lo guardò un attimo stupita, poi ricambiò il sorriso.
Ron tornò di nuovo serio, anche un filino triste.
-mamma è a pezzi- disse
-lo immagino-
trascorsero ancora alcuni minuti di silenzio che i due passarono a guardarsi, poi Hermione allungò nuovamente le braccia per abbracciarlo e Ron si tirò un'altra volta indietro.
-Ron non fare il duro con me- gli disse lei sorridendogli dolcemente
-non sei una roccia, io lo so che stai male..... Ron ti prego lasciati abbracciare, hai bisogno anche tu di essere consolato un po' no?- disse ancora con un tono come se si stesse rivolgendo a un bambino piccolo e aggiunse
-io ti voglio bene, siamo amici..... questa non è pietà, fidati-
-lo so- rispose solo lui abbassando gli occhi a terra. Hermione lo interpretò come un gesto di resa. Sorrise e lo abbracciò per la vita iniziando a strofinargli le mani sulla schiena. Ron non ricambiò l'abbraccio, ma gli mise le mani sulle spalle e strinse talmente forte che quasi le fece male. Ne aveva bisogno anche lui...... non era una roccia.... Era vero.
Hermione con l'orecchio poggiato sul suo petto, ascoltando il ritmo regolare del suo cuore attraverso la maglietta leggera, pensava che comunque la si vedesse quella scena sembrava sempre che fosse lei quella da consolare essendo tanto più piccola di lui, così, stretta alla sua vita.
Gli strofinò più energicamente le mani sulla schiena. Ron poggiò la guancia sulla sommità della sua testa
-io e Percy non ci siamo mai sopportati- esalò con la voce che gli tremava
-io gli stavo più qui dei gemelle, e lui, bhè lo avrei preso a pugni tante di quelle volte che ormai ho perso il conto- continuò
-eppure..... gli volevo bene.....- aggiunse abbassando il tono della voce quasi si vergognasse di quello che diceva
-è mio fratello.... Gli volevo bene.... Cazzo siamo la sua famiglia! Come ha potuto farci questo!- disse stringendo ancora di più la presa delle mani
-vedrai che andrà bene lo stesso Ron- intervenne Hermione in quel momento
-ho sentito quello che dicevi a tua madre riguardo il prossimo anno, è stato davvero ammirevole da parte tua dire così................. Ron le mie cose sono le tue, potrai prenderle anche senza chiedermele, così si noterà di meno....- gli disse
-vedrai che andrà bene........ io e Harry siamo qui. siamo amici, avete tutto il nostro appoggio-
-grazie..... Hermione- disse a quel punto Ron
-lo sai che non serve neanche questo con me- rispose subito la ragazza.
-mi dispiace solo...- aggiunse
-di non riuscire ad accarezzarti i capelli come fai sempre tu con me per consolarmi...... non ci arrivo!- disse con l'intendo di farlo ridere.
Ron sogghignò sommessamente sussurrando un
-nanerottola- poi si abbassò improvvisamente. Hermione, sorpresa, lo sentì poggiare la fronte sulla sua spalla. Sentì il suo respiro caldo nell'incavo del collo nudo e arrossì violentemente rimanendo immobile
-ci arrivi adesso?- sussurrò lui
-he??- seppe dire soltanto lei troppo deconcentrata dai brividi che le avevano causato le sue parole sulla pelle sensibile del collo
-accarezzami dai....- la esortò lui
si era messo così apposta per farsi toccare i capelli??? Hermione non ci credeva.
Inconsciamente mosse le mani dalla sua schiena e gli affondò le dita nei capelli di fuoco massaggiandogli delicatamente la nuca. Rimasero così alcuni istanti imbambolati da quel dolce contatto. Poi Ron fece un profondo sospiro
-è piacevole..- disse non accennando a muoversi
-ora capisco perché piangi così spesso, miri a questo allora!- aggiunse ridacchiando.
Hermione fintamente offesa gli tirò uno schiaffetto sulla testa. Ron si alzò di scatto
-ahi! Ben tornata Hermione manesca! Cominciavi quasi a mancarmi!- scherzò toccandosi il collo.
Hermione si pentì all'istante di averlo fatto. Poteva tenerselo un altro po' così vicino! Che stupida! Ma ormai era andata.
-sarà meglio dormire un po' adesso altrimenti col cavolo che domani mi alzo- sentenziò Ron facendo cenno alla porta alle spalle della ragazza
-già e poi cerchiamo di essere un po' più allegri, tra due giorni è natale!- disse Hermione facendo per rientrare
-grazie Hermione- disse Ron fermandola con quelle parole
-di tutto quanto.... Anche.... Di aver pianto al posto mio- aggiunse sfiorandole con un dito la pelle sotto l'occhio.
Hermione arrossì furiosamente, allora si vedeva così chiaramente che aveva pianto? Doveva essere davvero orribile in quel momento.
Vide Ron arrossire leggermente anche lui. forse si era imbarazzato del suo imbarazzo? Pensò Hermione. Non esattamente.
-notte 'Mione- sussurrò Ron. e si chinò su di lei dandole un timido bacino sulla guancia. Poi si voltò (anche se un po' troppo rapidamente per le circostanze) e salì a due a due i gradini fino alla sua porta
-notte Ron- disse a se stessa Hermione leggermente impietrita sulla porta della camera.

 
  
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