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Autore: barbabella    02/11/2011    2 recensioni
-No, ti merita un uomo che non riesce a immaginare la sua vita senza di te ,l'uomo che ti sogna e che quando si sveglia prega di non aver detto il tuo nome ad alta voce.-
Questa è la mia seconda fanfiction. Riprende i personaggi di "Consapevolezza di un amore impossibile".
Law & order svu (Elliot&Olivia)
Ps titolo provvisorio
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Anche quest’anno, come tutti gli altri anni, il dipartimento organizzava un ballo di beneficenza.

Seduta alla sua scrivania rileggeva il suo invito, sospirando pesantemente. Non aveva nessuna intenzione di andarci, ma poche ore prima Cragen le aveva gentilmente ricordato, che la sua presenza era espressamente richiesta, in quanto in quell’occasione avrebbe ricevuto un riconoscimento.

Ora, mentre rigirava quell’invito tra le mani, sperava solo di essere chiamata per un caso, per poter così rifiutare.

Non amava particolarmente quelle feste, anche perché si sentiva fuori luogo. Ogni anno vedersi circondata da tutti i suoi colleghi con i rispettivi compagni, mentre lei era da sola, era frustante.

Ma tu non sei sola! Tu hai Peter! Le urlò una vocina nella sua testa.

Peter!

Quest’anno sarebbe stato diverso, forse peggio degli altri anni. Ritrovarsi accompagnata da Peter e incontrare lui con sua moglie!

-Ehi ci sei?- Fin era davanti a lei, mentre le sventolava un foglio.

-Scusa, cosa c’è?-

-Ti ho portato il dossier che mi avevi chiesto!-

-Grazie!-

Fin si allontanò dalla sua scrivania, poi voltandosi le disse –Quest’anno ci verrai?-

-Non posso rifiutare, sembra che dovrò ritirare un riconoscimento!- rispose, con un sospiro di esasperazione.

In quell’istante arrivò Kathy con in braccio Eli. Si guardava intorno in cerca del marito.

-Ciao Olivia, dov’è mio marito?- il suo tono era distaccato, era sempre così negli ultimi anni. Da quando si era separata dal marito, aveva cambiato atteggiamento nei suoi confronti. Nonostante Elliot fosse ritornato da lei, continuava a trattarla come sua nemica.

-E’ fuori per un caso, ma tornerà presto, accomodati!- le rispose Olivia gentile. Appoggiò l’invito sulla scrivania, era a disagio con quella donna accanto, soprattutto dopo quello che era successo con suo marito.

-Tu perché non sei con lui?- le chiese all’improvviso Kathy. Ultimamente aveva notato qualcosa di strano in Elliot, aveva cercato di chiedergli cosa c’era che non andasse, ma come al solito, lui non le disse nulla.

-Sai può capitare di dover lavorare a casi diversi, non stiamo mica sempre appiccicati!- rispose Olivia, mentre continuava a sentirsi a disagio.

Quella donna aveva la capacità di farla sentire in colpa, anche se in fondo non aveva fatto niente.

O quasi…

Erano passati quarantacinque minuti, Kathy era in bagno con il piccolo, quando sentì dei passi arrivare alla sua destra, molto lentamente girò il viso, per ritrovarsi Elliot con due tazze di caffè tra le mani. Con passo deciso si diresse verso di lei e appoggiò le tazze sulla scrivania.

-Oh grazie Elliot, sei il migliore!-

-Visto? Mi chiedo come faresti senza di me!- scherzò con orgoglio.

-Non montarti la testa!- alzò lo sguardo e solo ora vide un bruttissimo taglio al collo.

Oh mio dio!

D’istinto si alzò e mise la mano sulla ferita.

-Cosa ti è successo?- il terrore s’impossessò del suo cuore.

-Non è nulla, solo un graffio!- cercò di tranquillizzarla Elliot.

-Un graffio? Ma hai dei punti! Che cosa è successo?-

Olivia con dita tremanti, iniziò ad accarezzargli la ferita. Era così spaventata che per un attimo, dimenticò dove si trovavano e chi c’era in quella stanza. Quella ferita le fece tornare alla mente un altro episodio. In quell’occasione era lei a essere ferita, era lui a essere terrorizzato. In quell’occasione per la prima volta misero i propri sentimenti al di sopra di tutto e tutti. In quell’occasione per il loro amore, avevano perso un bambino, e avevano rischiato di rovinare per sempre la loro partnership.

-Olivia non è nulla, davvero!- le disse prendendole la mano nella sua. I loro occhi s’incontrarono ed Elliot vide i suoi occhi pieni di paura, proprio come allora.

Un leggero colpo di tosse, li sorprese alle loro spalle. Elliot rimase pietrificato nel vedere la moglie con il suo bambino. D’istinto lasciò andare la mano di Olivia, e fece un passo indietro, per allontanarsi da lei. Olivia abbassò lo sguardo e senza voltarsi lasciò la stanza.

Sentiva un dolore al cuore, un misto tra paura, per averlo quasi perso, e rabbia perché aveva scelto ancora lei!

-Kathy è successo qualcosa?-

-Devi dirmi tu cos’era quello sguardo!- aveva un tono freddo e distaccato.

-Non iniziare, non qui!- Elliot si avvicinò e prese il bambino in braccio, dandogli un bacio tra i capelli.

-Lei allora che ti tocca? A lei non dici niente?-

-Non essere stupida era semplicemente preoccupata e poi lei non mi tocca!-

 

 

Era sdraiata sul letto, dove di solito riposava, quando era di turno la notte. Non aveva proprio voglia di ritornare di là e assistere alla sua conversazione con la moglie. Quando aveva visto quel graffio, si era lasciata prendere dalla paura, da dimenticare della sua presenza. Proprio come aveva fatto Elliot, qualche anno prima, quando vedendola a terra, ferita alla gola, si era completamente dimenticato di quel bambino, per correre da lei. All’improvviso sentì il letto alla sua destra sprofondare e senza aprire gli occhi, capì subito che era lui.

-Mi dispiace per prima, non volevo metterti in difficoltà con lei!- sapeva benissimo che la moglie gli avrebbe fatto una scenata.

-Come stai? Sembravi così terrorizzata! Ma sto bene, non è nulla!-

-Perché non mi hai chiamata? Ti avrei raggiunto in ospedale- si era messa seduta, con le spalle appoggiate allo schienale. Lui la guardava e le sorrise, amava profondamente quando si preoccupava di lui, lo faceva sentire amato.

-Scusami, ma non volevo farti preoccupare!-

Senza riflettere avvicinò il viso al suo, guardandola dritto negli occhi. Appoggiò la fronte alla sua e sospirò pesantemente.

-Ti ha visto mentre toccavi la ferita e si è arrabbiata!- chiuse gli occhi, mentre si riempiva del suo odore.

Non sapeva perché le stesse dicendo una cosa del genere, ma ormai la considerava parte della sua vita e non riusciva a nasconderle nulla.

-Elliot hai ricevuto l’invito per il ballo di beneficenza?-

Sorrise al suo tentativo di cambiare argomento, sapeva benissimo che odiava essere la causa delle sue lotte con la moglie, fu proprio per questo che assecondò il suo gioco, annuendo con la testa, senza staccarsi da lei.

-Elliot io devo andarci-

-Lo so, anch’io devo andarci sembra che dovrò premiare una splendida detective-

Olivia si staccò da lui e sorpresa disse –Sarai tu a darmi il riconoscimento?-

E ora? A quella festa ci sarà sua moglie, ci sarà Peter….

-Perché hai quello sguardo? Cosa ti preoccupa?-

-Lo sai vero che io dovrò venire con Peter?-

-Perché? Puoi sempre lasciarlo a casa!-

-Tu la lasci a casa?-

Elliot sospirò pesantemente, si alzò dal letto e iniziò a camminare per la stanza.

Non riusciva proprio a sopportare di vederla accanto a quello, era davvero gelosissimo. Avrebbe fatto volentieri almeno di sua moglie, ma dopo la scenata di poco prima, non poteva rischiare di alimentare altri sospetti.

-Bene tu vai con lui, che io vado con lei!- disse uscendo, sbattendo la porta alle sue spalle.

-Elliot aspetta non fare il bambino!- si alzò e aprì la porta per fermarlo, ma fu tutto inutile, lui era già impegnato in u caso con Munch.

 

Quando tornò a casa, trovò Peter che la aspettava fuori casa. Si avvicinò a lei e la strinse a sé. Erano due giorni che non si vedevano e lui sembrava aver bisogno di lei. Entrarono e mentre Olivia andò a farsi una doccia, Peter cucinò qualcosa per la cena. Trascorsero una serata tranquilla, evitando di parlare di lavoro. Olivia decise di andare a letto presto, visto che il suo turno iniziava presto e senza dire una sola parola, lo afferrò per mano e lo condusse in camera con sé: si addormentarono abbracciati. Era da un po’ di tempo che non avvertiva più la stessa attrazione di una volta, ma non voleva affrontare questo problema, anche perché sapeva benissimo il motivo.

Elliot! Lui era il motivo!

Era ormai arrivato il fatidico giorno del ballo, come previsto Olivia si presentò con Peter ed Elliot con Kathy. Quella sera Kathy si era mostrata stranamente gentile nei confronti di Olivia, forse perché l’aveva vista con Peter. I due si scambiarono pochissime parole, anche se di nascosto continuavano a fissarsi.

La sala era piena di poliziotti e Peter iniziava a sentirsi a disagio, non sapeva esattamente come comportarsi.

-Allora Olivia come ti senti? Sei emozionata?- Olivia si voltò per vedere chi avesse parlato.

-Ash tu che ci fai qui?- chiese con titubanza.

-Quando ho saputo che ci saresti stata anche tu, non ho potuto rifiutare l’invito di una collega!- rispose, avvicinandosi a lei.

-E la tua collega sa che la stai usando per vedere la mia collega?- il tono della sua voce era duro e protettivo. Incurante degli sguardi di sua moglie e di Peter, s’intromise tra i due impedendogli di avvicinarsi a lei.

Ash sorrise beffardo e disse –Sempre possessivo, non sei cambiato affatto. Mi domando come faccia a sopportarti!- Olivia iniziava a sentirsi a disagio, Elliot sembrava veramente sul punto di esplodere. La situazione era davvero critica con Kathy e Peter che assistevano a quella scena alquanto infastiditi.

-Povera la donna che avrà la sfortuna di viverti accanto, credo che solo Olivia abbia la pazienza necessaria per farlo-

Ma cosa diavolo stai dicendo?

Quando Ash collaborò con loro, Elliot sin dall’inizio si mostrò ostile nei suoi confronti. Ricordava ancora benissimo quando la accusò di averlo messo da parte.

“Siamo una squadra e spetta a me guardarti le spalle” le aveva detto, specificando chiaramente che non voleva cederla a lui. Del resto con lui era sempre stato così, anche con Dean.

Un leggero colpo di tosse la distolse dai suoi pensieri.

-Sono spiacente d’informarla che Olivia non è l’unica donna a riuscire a stargli accanto! Vero amore?- sorrise, anche se si vedeva lontano un miglio che era arrabbiata.

-Oh quindi c’è una signora Stabler. Mi scusi non volevo mancarle di rispetto. Visto che lui è impegnato, che ne dici di unirti a me questa sera, Olivia?-

Il viso di Elliot si tinse improvvisamente di rosso, la collera si stava impossessando di lui.

-Mi dispiace ma sono felicemente impegnata- rispose Olivia indicando Peter.

-Oh! Con lui non sei scontroso?-

-Se non la smetti ti faccio vedere davvero cosa significa per me essere scontroso!-

Vedendo che la situazione stava per degenerare, Olivia decise di intervenire.

-Senti Ash, mi fa piacere di averti rivisto, ora però è meglio se torni dalla tua collega-

Tra i quattro scese un silenzio imbarazzante, era innegabile che la reazione di Elliot era stata ben interpretata da tutti.

Gelosia. Lui era geloso!

Peter sembrava particolarmente infastidito e con una stretta intorno al braccio di Olivia, la condusse in un posto meno affollato.

-Mi vuoi spiegare cosa significava quella scena?-

Non sapeva come rispondergli, era la prima volta che Peter si mostrava in qualche modo alterato.

-Sai com’è fatto, non prendertela!- cercò di giustificarsi Olivia.

-Io so benissimo lui com’è fatto. Quello che non capisco è il tuo comportamento. Non fai nulla per fermarlo, anzi sembra quasi ti faccia piacere che sia così geloso!-

Oh cavolo e adesso?

La situazione le stava completamente sfuggendo di mano, se anche Peter iniziava a infastidirsi del loro comportamento, era la fine.

-Ma che dici?- era incerta su come affrontare quella discussione.

-Non cercare di sviare le cose. Quando sei con me, cerchi sempre di non farlo ingelosire, quando in teoria dovrebbe essere il contrario. Anche prima, non ti sei minimamente preoccupata di presentarmi a quel tuo collega, ma hai cercato solo di non far ingelosire lui!-

-Qual è il tuo problema? Vuoi che ti presenti ai miei colleghi?-

Peter rise sarcastico captando il suo tentativo di cambiare le carte.

-Con me non attacca, se è lui che vuoi, prenditelo, io mi faccio da parte. Ma abbi il coraggio di dirmelo in faccia!-

-Peter ne possiamo parlare dopo, per favore!-

Con sua enorme sorpresa non fece obiezioni, anche se avvertiva un certo distacco da lui. Era stufa di continuare questa farsa, non poteva continuare così. Il suo cuore aveva già sofferto abbastanza.

Quando tornarono in sala, Elliot e sua moglie erano impegnati in una conversazione, Olivia si avvicinò a loro e gli sussurrò :-Ho bisogno di parlarti!

 

-Cosa diavolo credevi di fare? Lei era lì, ma sei completamente matto?-

-Perché ti scaldi tanto? Volevi forse restare con lui?-

Lui la guardava, era davvero bellissima quella sera. Quell’abito nero fasciava alla perfezione il suo corpo. Perché non riusciva a capire che era pazzamente geloso di qualsiasi uomo le si avvicinava?

-Non essere stupido!-

Elliot si avvicinò a lei e le sussurrò –Mi dispiace-

-No Elliot non pensare di cavartela con un “Mi dispiace”. Lui ha capito tutto, Elliot! Perché fai sempre così, perché riesci sempre ad allontanare tutti da me!-

-Io non ti lascio!- le sussurrò, avvicinandosi a lei per accarezzarle il viso.

Olivia allontanò la sua mano, mentre aveva gli occhi lucidi.

-Tu hai lei, Elliot! È lei che non lascerai non me! Non posso certo competere con la tua famiglia!-

Avvertiva un nodo alla gola che minacciava di trasformarsi in lacrime. Dopo quella sera di sicuro si sarebbe ritrovata di nuovo da sola. Non poteva certo continuare così, non era giusto.

Tra i due c’era un silenzio insopportabile, nessuno dei due sapeva cosa fare.

…E’ giunto il momento di consegnare un riconoscimento a uno dei nostri migliori Detective dell’Unità Vittime Speciali…

-E’ il tuo momento, vai!-

Quando salì sul palco, sentì su di sé gli occhi di tutti gli invitati. Riuscì a intercettare lo sguardo deluso di Peter e uno strano senso di angoscia la invase. Quell’uomo moriva per lei, le aveva addirittura chiesto di sposarlo, accettando senza alcuna protesta la sua richiesta di più tempo per riflettere.

 E lei cosa stava facendo? Stava giocando con i suoi sentimenti!

Quando Elliot le consegnò la medaglia di riconoscimento, nei suoi occhi lesse tutta la sua ammirazione. Quell’uomo era unico e insostituibile per lei. Lo ringraziò abbracciandolo forte e con sua sorpresa lui ricambiò l’abbraccio, stringendola forte. Era davvero contenta di poter ricevere questo riconoscimento, proprio da lui. La persona che tanto avrebbe voluto al suo fianco in quell’occasione. Ora era nelle sue braccia proprio come in quel giorno, quando Sonya Paxton era morta e lui l’aveva raggiunta per stringerla forte a sé.

Ringraziò tutti i presenti poi aprì le danze, ballando proprio con lui, il suo partner.

Elliot la stringeva forte tra le sue braccia, mentre Olivia gli appoggiò le mani sulle spalle. Iniziarono a ballare al tempo di musica, Olivia lo strinse forte per il collo, appoggiando la testa sulla sua spalla.

-Perché deve essere così difficile?- sussurrò con la voce incrinata dall’emozione. In quel momento avrebbe mandato volentieri tutto all’aria per coronare finalmente il suo amore.

Si guardavano negli occhi senza dire una sola parola. Il suo sguardo poi si posò di nuovo su quella cicatrice, senza pensarci allungò la mano per sfiorarla con dita tremanti.

-Non è ancora guarita?-

Elliot le sorrise e con un tono di superiorità rispose –Ti ho detto che non è nulla, non devi preoccuparti!-

-Parli facile tu, ma quando capitò a me, anche tu eri terrorizzato!-

Lo sguardo di Elliot s’incupì, aveva ragione, quella volta aveva rischiato di perderla per sempre.

-Hai ragione, ho avuto davvero tanta paura-

-Scusami non volevo aprire vecchi ricordi- sussurrò Olivia, togliendo la mano.

Dopo un attimo di silenzio riprese –E’ buffo come tutto sia iniziato per una ferita al collo e ora sembra che tutto finisca proprio per una ferita al collo!-

Tutto finisca proprio per una ferita al collo!

Elliot si fermò di colpo, la guardò e disse –Cosa stai cercando di dirmi?-

Olivia sospirò e alzando il viso rispose:

-Elliot promettimi che starai sempre bene, promettimi che non rischierai più la tua vita!-

Le accarezzò il viso e avvicinandola ancora di più sussurrò –Vorrei farlo, ma non posso-

Sorrise triste e rispose –Hai ragione, ma io non potrei vivere se tu…-

Vederla così triste fece nascere in lui il desiderio di stringerla forte e di baciarla. Incapace ormai di controllarsi, l’afferrò per il braccio e la condusse fuori da quella stanza. Entrò in uno stanzino e incominciò a baciarla. Olivia chiuse gli occhi incapace ormai di allontanarlo. Sentire le sue labbra era una sensazione davvero incredibile. Non voleva in nessun modo lasciarlo andare

 In tutti questi anni aveva represso i suoi sentimenti, ora non ne aveva più la forza. Schiuse le labbra per permettere alla sua lingua di invaderle la bocca.

Elliot continuava a baciarla, spingendola con delicatezza al muro. Intromise una gamba tra le sue, costringendola a divaricarle. I loro corpi erano completamente appiccicati e questo portò Olivia a gemere nella sua bocca. Le mani di entrambi viaggiavano nell’esplorare l’altro. Poteva sentirlo gemere sotto il suo tocco e la cosa le regalava tanto piacere. Il loro respiro era ormai affannoso, le mani toccavano parti del corpo mai toccate prime.

All’improvviso però Elliot si staccò da lei e cercando di riprendere fiato le disse:

-Non possiamo farlo! Non qui appoggiati a una parete. Tu meriti di meglio!-

-Elliot…-

-No dico sul serio Olivia! Io voglio fare l’amore con te più di qualsiasi altra cosa, ma non in questo modo!-

la interruppe lui.

Gli sorrise, ringraziandolo in silenzio, queste sue parole le fecero capire che non era solo desiderio, ma qualcosa di più profondo. Rimasero in quella stanza, giusto il tempo per ricomporsi poi decisero di uscire. Quando aprì la porta, rimase paralizzato.

-Cosa diavolo state facendo rinchiusi lì dentro?-

  
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