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Autore: Hika86    02/11/2011    1 recensioni
Un nuovo studente si trasferisce al Johnny's Education Institute. Un tutor, una squadra di basket, cellulari rotti e basi musicali per un ambito premio di fine anno. Ma quale obiettivo comune può unire 5 adolescenti tanto diversi? [fic a DUE MANI: Reruchan e Hika86]
Genere: Comico, Commedia, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quasi tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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'Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, nè offenderla in alcun modo'

Il Johnny’s Education Institute era una delle scuole più prestigiose di tutta Tokyo. Raccoglieva studenti di vari tipi: dai figli di papà particolarmente ricchi, ai giovani geni portati per qualche campo del sapere; chiunque volesse diventare qualcuno nel suo futuro tentava di entrare in quella scuola.

La
"Saltellando sui confini della demenza Production"
presenta

Aiba Masaki, nel modulo di richiesta d’iscrizione, alla voce “Perché vorresti diventare uno studente del nostro prestigioso istituto?” aveva scritto semplicemente “Voglio giocare nella vostra squadra di basket!!”. Chissà perché l’avevano accettato lo stesso.

La seconda fanfiction nata dalle menti perverse delle autrici:
Hika86
Reru-chan

«Oh… Ohno Satoshi» lo notò abbassando lo sguardo su di lui
«Oh, Sakurai Sho» borbottò in risposta quello
«Un sociopatico come te in campo è un evento più unico che raro: a cosa dobbiamo la tua presenza qui?»


Con un cast d'eccezione i soliti cinque:
Aiba Masaki ("Si ricomincia!!")
Sakurai Sho ("Finalmente un po' di virilità")
Ohno Satoshi ("Devo proprio?")
Ninomiya Kazunari ("Dovevo essere io il protagonista")
Matsumoto Jun ("Solito? SOLITO? Non datemi per scontato!")

«Dai, chiunque ha un passatempo. Per esempio, dopo la scuola di solito cosa fai?»
«Pesco»
«Oh... e nei weekend?»
«Pesco»
«E durante le vacanze da scuola?»
«Pesco»


E tutti gli altri vari ed eventuali ospiti illustri che ben conosciamo

Masaki alzò gli occhi al soffitto del corridoio, pensieroso. «Insomma, pescare di piace proprio tanto»

Una grande sfida attende i nostri eroi, ma semplicemente loro non lo sanno ancora

«E’ quello laggiù: alto, coi capelli neri»
«Quale dei tanti?» osò chiedere di nuovo
«Quello che corre credendosi il dio della scuola»


Se siete pronti, anche quest'inverno niente sarà più come prima...

«Però c’è una cosa non mi è chiara: la rete in mezzo al campo devo saltarla o passarci sotto?»

Se però contate che "niente è più come prima" già dalla fine di "Mago Majokko Arashi", allora siamo pronte fin da subito a specificare che qui non stiamo tornando indietro alla normalità: semplicemente sondiamo nuovi livelli della mente umana.


È verità universalmente riconosciuta che uno studente appena trasferito, bello e simpatico, sia necessariamente alla ricerca di nuove amicizie.
Di questa stessa opinione era per l’appunto Il ragazzo appena arrivato davanti ai cancelli del Cazzi e Mazzi Johnny’s Education Institute. Masaki strinse tra le mani il foglio con la cartina per arrivare alla scuola e sospirò rumorosamente. «E se non dovessi piacere a nessuno?» si domandò tra sè «Farsi amici non è mica facile, soprattutto se le persone si conoscono già dal primo anno. Ma io voglio un terzo anno di liceo indimenticabile... non posso finire solo e isolato» mugugnò cominciando ad abbattersi.
In quel momento passò il lattaio in bicicletta «Yeah Yeah Yeah!!». E subito dopo un bidello aprì la finestra di uno sgabuzzino al primo piano della scuola «Yeah Yeah Yeah!» seguito poi da un gruppetto di studentesse in minigonna «Yeah Yeah Yeah Yeah Yeah...». Ridacchiavano tra loro mentre entravano nel cortile e lo fissavano incuriosite. «Il sole nel cielo spende già, è una nuova giornata
Che mi aspetterà? Non lo so: avrò una nuova scuola
e i compagni son sicuro che mi aspettan già
» cominciò a cantare Aiba fuori dal cancello «Sotto questo cielo azzurro son certo che tutto andrà ben
E anche se sarà, si vedrai, gli studenti di quaggiù
Saran miei amici e noi ci aiuterem.
Tu pensa che, io vengo da lontan per il lavoro che facciamo in famiglia.
Sarà la terza o la quarta volta che dobbiamo trasferirci, ma ce la farò!
» concluse chiudendo le mani a pugno. Un gruppo di vecchine di quartiere fecero coretto alle sue spalle «Corri Masaki! Corri Masaki!
Mostra la tua grinta! No, non mollar!
Con la tua allegria certo li conquisterai, nessuno ti può resistere
» poi seguite da una scolaresca di bambini delle elementari con i loro sgargianti cappellini gialli «Dai non ti fermar! Dai non ti fermar!
Solo non sarai se sorriderai
Nessun pregiudizio solo la curiosità
Basta solo un po' di Happineeeeeeeeess!!!!
». I bambini si allontanarono corricchiando e battendo le mani tutti divertiti. «Ehi, ma ti levi?» chiese un tipo che arrivava da dietro le spalle di Aiba, dandogli una spallata ed entrando nel cortile. Il ragazzo contemplò la schiena del cafone sconosciuto senza riuscire a ribattere nulla, ma in quel momento suonò la prima campana per l’inizio delle lezioni. «Perdindirindina! Faccio tardi» esclamò riprendendosi e avviandosi verso la segreteria.

Cognome: Aiba
Nome: Masaki
Altezza e peso: 1,76 metri per 56 chili
Punto forte: il mio carattere allegro
Punto debole: il solletico sotto i piedi
Ama: le persone!
Odia: i broccoli…
Cosa ti aspetti da questa nuova esperienza scolastica? Incontrare tante nuove persone meravigliose!! (*vecchine* Yeah Yeah Yeah)

Il Johnny’s Education Institute era una delle scuole più prestigiose di tutta Tokyo. Raccoglieva studenti di vari tipi: dai figli di papà particolarmente ricchi, ai giovani geni portati per qualche campo del sapere; chiunque volesse diventare qualcuno nel suo futuro tentava di entrare in quella scuola. Aiba Masaki, nel modulo di richiesta d’iscrizione, alla voce “Perché vorresti diventare uno studente del nostro prestigioso istituto?” aveva scritto semplicemente “Voglio giocare nella vostra squadra di basket!!”. Chissà perché l’avevano accettato lo stesso.
Il giovane entrò tutto sorridente nella segreteria che si era già svuotata dato che gli studenti erano andati alle loro lezioni. Si guardò intorno trovando solo una donna libera, mentre le altre erano tutte prese a correre su e giù per l’ufficio, quindi si avvicinò al bancone e preparò uno dei suoi migliori sorrisi. «Buongiorno gentile signora! Potrebbe gentilmente rispondere a qualche mia domanda?» chiese allegro. Quella, lentamente, alzò lo sguardo dal computer e lo fissò da sopra le lenti degli occhiali «Senti giovanotto» sospirò ficcandosi la penna dietro un orecchio «La scuola è cominciata da meno di un mese e io già mi sono stufata di questo lavoro, quindi taglia corto e prendi poco per i fondelli». Il sorriso gli scemò rapido dalle labbra e tutta l’allegria scomparve il secondo successivo «Oh, va bene» pronunciò con il tono di voce abbassato di due ottave «Allora… io sono lo studente nuovo. Avrei bisogno del mio programma giornaliero»
«Ma no, povero caro, guarda: questo è la tua scheda» rispose la segretaria, subito intenerita dallo sguardo afflitto di Masaki «Qui trovi l’orario delle tue lezioni con il nome dell’aula e del professore, le istruzioni per la mensa e… guarda, ti regalo anche una caramella»
«Uh? Sul serio?» chiese il ragazzo stupito «All’arancia? Grazie mille!» esclamò tornando vivace «Allora grazie di tutto» concluse facendo un inchino e avviandosi verso l’uscita
«Aspetta caro!» lo richiamò la segretaria «Ti stai dimenticando del tutor. Assegniamo sempre un tutor ai nuovi studenti per aiutarli ad ambientarsi nella scuola e cominciare ad avere amici» spiegò uscendo da dietro il bancone e facendogli segno di seguirla
«Oh, ma davvero? E chi è il mio?» chiese facendosi condurre in una saletta d’attesa. Lì, seduto su uno scolorito divanetto verde, lo attendeva un ragazzo dai corti capelli a spazzola castano chiari, le braccia incrociate e l’aria assente. «Ohno san, questo è il nuovo studente che aspettavamo per oggi» annunciò lei indicando Aiba al ragazzo «Vi lascio così cominciate il vostro giro» e con ultimo sorriso materno al nuovo arrivato tornò al suo lavoro.

Cognome: Ohno
Nome: Satoshi
Altezza e peso: 1,66 metri per 49 chili
Punto forte: riuscire ad addormentarmi ovunque
Punto debole: il cibo
Ama: la pesca
Odia: la gente
Perché hai scelto di fare il tutor al nuovo arrivato? Mi mancavano crediti extra

Lo sconosciuto nemmeno lo guardò, si alzò dal divanetto e si avviò verso l’uscita della sala «Andiamo» pronunciò mestamente. Masaki gli andò dietro obbediente, squadrandolo rapidamente da capo a piedi, notando i suoi abiti un po’ dismessi e larghi, certo non alla moda. «Allora piacere» tentò di dire mentre uscivano «Io mi chiamo Aiba Masaki, mi sono appena trasferito perché i miei hanno cominciato a gestire un ristorante cinese poco fuori Tokyo». Il suo tutor continuò a camminare per il corridoio, diretto verso l’uscita della sezione della segreteria. Non rispondeva ancora nulla alla sua presentazione. «Dunque… mi piace mangiare, qualsiasi cosa va bene, giocare a basket con gli amici e uscire in compagnia» aggiunse mentre uscivano dalla porta e si avviavano al corridoio principale delle aule. Lo sconosciuto continuava a camminare, quasi strusciando le scarpe a terra e tenendo le mani nelle tasche. «Beh, tu come ti chiami?» tentò di chiedergli, mettendosi al suo fianco
«Ohno» rispose quello laconico
«E di nome?» insistè vedendo che almeno alle domande dava una risposta
«Satoshi»
«Oh bene, e a te cosa piace fare Satoshi?» domandò senza accorgersi che l’altro gli aveva lanciato un’occhiata meravigliata al sentirsi subito chiamato per nome. «Niente in particolare» rispose, come risentito da quell’improvvisa confidenza. Si fermarono in quel momento all’ingresso della scuola «Però dai, chiunque ha un passatempo. Per esempio, dopo la scuola di solito cosa fai?»
«Pesco» fece Ohno con un sospiro
«Oh... che attività tranquilla» annuì Aiba. Tacque per qualche secondo: non sapeva come portare avanti la discussione la cartella “pesca” nel suo cervello non conteneva alcun file. «E poi, vediamo… nei weekend cosa fai?» tentò
«Pesco» disse ancora il suo tutor
«Ah. E durante le vacanze da scuola?»
«Pesco».
Masaki alzò gli occhi al soffitto del corridoio, pensieroso. «Insomma, pescare di piace proprio tanto» concluse
«Perspicace» sospirò quello «Bene» cominciò subito dopo « Questa è l’entrata principale. Lì ci sono le aule, laggiù c’è la palestra, a destra il laboratorio. Buona permanenza» concluse facendogli “ciao” con la mano e avviandosi verso la propria aula.
«Come? No, no aspetta!» esclamò Masaki correndogli dietro e piazzandoglisi davanti «Aspetta, aspetta! Hai parlato della palestra: io sono interessato al club di basket. Mi ci accompagni?» domandò
«Ma io veramente…» provò a ribattere senza convinzione Ohno
«Fantastico, grazie!» esclamò prendendolo sotto braccio.

In palestra si stavano già svolgendo alcune attività e infatti un bel po’ di gente correva a destra e a sinistra per il campo da basket, ancora diviso in due dalla rete da pallavolo. Masaki sapeva perfettamente, anche senza che il suo asociale tutor glielo dicesse, che quelli in divisa rossa erano i giocatori titolari della SMAP, la squadra di basket dell’istituto. «Sono loro» sospirò sognante «Ho sempre sognato di giocare a basket con gli SMAP». Erano una delle squadre migliori di tutto il Giappone a livello scolastico e i suoi giocatori, una volta diplomati, godevano di ottime borse di studio o di raccomandazioni della scuola per entrare nelle migliori università del paese. Un paio di matricole si lamentavano in un angolo canticchiando «Senti che hight tension, l'aria si scalda già» sospirarono, per poi notare i due nuovi arrivati «Guarda che situation, noi ci stiamo ad allenà.
Del basket son campioni. Vuoi entrar? Vuoi giocar? A-ah, a-ah! A-ah, a-ah!
» chiesero cantando verso di loro, poi altre matricole si unirono «Questi gli SMAP, che squadra in-su-pe ra-bi-le! Ooooh!» fecero in coro. I giocatori titolari si mettessero in formazione in una metà campo per ballare e cantare tutti in coro, minacciosi «In attacco e in difesa voi
Boom Boom Non potrete Boom Boom Batterci mai
Una volta in vantaggio, voi
Boom Boom Avrete ormai Boom Boom Perso tutto
Ci alleniamo dalla mattina fino a sera Il nostro livello Nessuno raggiungerà
Anche se ci provate voi
Boom Boom Non potrete battere gli SMAP Boom Boom Boom!!
» conclusero battendosi il cinque tra di loro. Le matricole sudavano freddo, terrorizzate da quella specie di danza di battaglia: indubbiamente quella era una delle squadre più abili e più selettive di tutta la prefettura. «Come mai giocano durante le lezioni?» domandò curioso Aiba. Satoshi alzò lo sguardo a fissarlo (era giusto un po’ più basso di lui) «E lo chiedi a me?»
«Hai ragione, scusa» sorrise alzando gli occhi al cielo «Almeno sai chi è il capitano? Già che ci siamo vorrei annunciare la mia iscrizione»
«E’ quello laggiù: alto, coi capelli neri» rispose con un sospiro e un cenno del capo. Guardando in campo però almeno il 70% dei ragazzi presenti erano alti e coi capelli neri. «Quale dei tanti?» osò chiedere di nuovo
«Quello che corre credendosi il dio della scuola» e guardando i presenti con quell’informazione in più fu ben chiaro di chi stesse parlando. «Tu lo conosci?» indugiò sulla soglia della palestra, indeciso su come presentarsi
«E’ dell’ultimo anno come me» rispose semplicemente facendo spallucce «Adesso io…» fece per tornare al corridoio
«Bene! Allora andiamo da lui e presentami!» esclamò Masaki riprendendolo sotto braccio prima che lui potesse allontanarsi abbastanza da fuggire. I due non in divisa o tuta vennero subito notati dai giocatori che smisero di correre. «Ehi che succede? Si batte la fiacca?» domandò il capitano vedendoli tutti fermi
«Intrusi in campo» gli venne risposto mentre Aiba passava sotto la rete da gioco invece di girarci intorno
«Ehilà! Salve, mi chiamo Aiba Masaki e vorrei iscrivermi al club di basket» esclamò alzando il braccio come se non fosse già stato sufficientemente notato. Il ragazzo indicato da Ohno lasciò la sua postazione in campo «Ehilà! Salve, io sono il capitano. Mi chiamo Sakurai Sho» disse con lo stesso tono di voce di Aiba mentre gli andava incontro «Molto piacere!»
«Molto piacere!» rispose il nuovo arrivato, tutto contento, sentendo di aver trovato un’anima a lui affine.

Cognome: Sakurai
Nome: Sho
Altezza e peso: 1,71 metri per 60 chili
Punto forte: la potenza fisica!!
Punto debole: i posti alti
Ama: vincere
Odia: gli snob arroganti
Molti dicono che sei un gasato presuntuoso, come rispondi a queste accuse? Non mi interessa ciò che pensano gli altri, anche se fosse sappiamo bene che non sarò mai peggio di un certo damerino di nostra conoscenza

«Bene, non puoi iscriverti» esordì il capitano l'attimo successivo
«Cooooosa? Perché?» domandò Masaki sgonfiandosi dalla delusione
«Devi fare la selezione prima» gli rispose indicando le matricole del primo anno, senza divisa «Oh… Ohno Satoshi» lo notò abbassando lo sguardo su di lui
«Oh, Sakurai Sho» borbottò in risposta quello
«Un sociopatico come te in campo è un evento più unico che raro: a cosa dobbiamo la tua presenza qui?»
«Sono il suo tutor» rispose con una smorfia, indicando Masaki
«Per un momento ho avuto il terrore che volessi iscriverti anche tu» ridacchiò Sho, in risposta Satoshi fece solo un’altra smorfia. Ad un cenno del capitano gli altri continuarono a giocare mentre lui accompagnava i due a bordo capo «Adesso stiamo facendo degli allenamenti speciali e siamo esonerati dalla lezioni solo se ci diamo da fare, quindi non possiamo poltrire. Se vuoi provare ad entrare in squadra trovi la bacheca con il foglio su cui scrivere il tuo nome all’ingresso. Domani mattina alle 6 facciamo l’appello degli aspiranti e un allenamento di prova» gli spiegò Sho lasciandogli in mano il volantino di promozione degli SMAP «Potrai mostrarci le tue capacità e se ci piacerai sarai dei nostri»
«Uh d’accordo, allora mi presenterò domani mattina» annuì Masaki «Grazie mille!» esclamò alzando il pollice
«Mi raccomando!» gli rispose Sakurai imitando il suo gesto e facendoli un sorriso smagliante «Buona continuazione» canticchiò salutando Ohno, immaginando la gioia che doveva provare nell’avere a che fare con chicchessia.
Mentre uscivano dalla palestra, lasciandosi alle spalle il fischio delle scarpe da ginnastica, i tonfi dei palloni e un "Boom Boom" molto sinistro, Satoshi si infilò le mani in tasca con un sospiro e poi prese fiato. «Lungi da me voler smorzare il tuo dilagante entusiasmo, ma gli SMAP sono selettivi: da quanto tempo giochi a basket?»
«Io? Mai provato in vita mia» rispose tranquillo «Ma non può essere così difficile no?» si strinse nelle spalle e mise le mani nelle tasche, imitando la posa di Ohno. Dopo qualche secondo si picchiettò l’indice sul mento, con aria dubbiosa «Però c’è una cosa non mi è chiara: la rete in mezzo al campo devo saltarla o passarci sotto?».

FINE DEL PRIMO CAPITOLO

Fanfiction written by

Hika86 & Reruchan

Original music by
Arashi
(Happiness & Boom Boom)

Terrible lyric by
Hika86


Il grande ritorno de...
Saltellando sui confini della demenza: le autrici di confessano.
(prima della pubblicazione)
Zukky: ooh però ci vuole il solito corner finale
Reru: cazzo è vero. Facciamolo domani
Zukky: oh cazz XD ho già formattato il capitolo per pubblicarlo XD
Reru: eh sei un genio del male XD Ecco, metti questo scambio di battute
Zukky: °_° ma che scambio di battute del piffero. Se dobbiamo confessarci allora dovremmo rispondere a domande... anzi no. O forse sì: domande stupide
Reru: oh diamine, quindi oltre alla fanfiction facciamo anche il "post fanfiction" serio? AccidOnti, potremmo quasi diventare delle scrittrici degne di questo nome XD
Zukky: no, direi che possiamo rispondere con la nostra nuova risposta standard appena clonata *_* Tipo... perchè avete cominciato a scrivere questa ff?
Reru: pesco
Zukky: AHAHAHAHAH!!! Cosa pensi succederà nel prossimo capitolo?
Reru: qualcuno pescherà.
Zukky: YODA!

  
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