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Autore: _Lightning_    03/11/2011    4 recensioni
Cosa succederebbe se Altaïr dovesse fare i conti con un allievo imprevisto? Sarebbe il suo orgoglio o la sua rovina?
Dal Capitolo 4: [...] rimase ad osservare le sue strane e goffe acrobazie sul filo del rasoio per raggiungere la sporgenza superiore, troppo in alto per la sua bassa statura; più volte sporse il piede e cercò di tastare con la punta di esso una qualunque crepa nel muro sotto di sé, ma la fessura più vicina era due metri più sotto, del tutto irraggiungibile e la gamba priva di appigli si ritrovava a ciondolare comicamente in aria.
[...] -... sono bloccata.- annunciò infine, nel sentire un improvviso cedimento sotto le punte dei piedi in preda ai crampi e le sue mani scivolose di sudore e sangue che stavano per perdere la presa.
-E cosa ti aspetti che faccia?- le arrivò sarcasticamente in risposta.
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altaïr Ibn-La Ahad, Altro personaggio, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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La Freccia e l'Aquila
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Capitolo 3: Nice to meet you, Master
 

Dopo mezz'ora di attesa, Altaïr era decisamente irrequieto, cosa piuttosto strana vista la sua costante freddezza.
Aveva ripreso a giocherellare con la lama celata e Zahira iniziava a chiedersi il motivo del suo nervosismo: poteva essere seccato per il fatto di dover avere un novellino a carico, ma le sembrava che stesse reagendo in modo un po' troppo esagerato.
Comunque fosse, non dovettero aspettare ancora molto: in quel momento un Assassino risalì le scale fino alla piazza, avanzando verso di loro; dalla veste più corta e dall'assenza di armi ne dedusse che fosse un Apprendista.
Altaïr l'aveva già notato e lo osservava con interesse controllato, come se non volesse esporsi al suo nuovo allievo prima del dovuto.
Il nuovo arrivato si fermò a circa un metro da loro e lanciò una breve occhiata ad Altaïr prima di rivolgersi a Zahira:

-Salute e pace, Maestra.- salutò ed era evidentemente diretto solo a lei, cosa che punzecchiò l'orgoglio dell'altro Assassino.

Zahira ricambiò il saluto e le fece cenno di presentarsi ad Altaïr.
Era tradizione tra gli Assassini scoprire il capo in segno di rispetto prima di presentarsi, così l'Apprendista si tolse il cappuccio, rivelando una corta e arruffata chioma corvina, insieme a un paio d'occhi altrettanto scuri e profondi.

-Sono Siham Bint-Said.- annunciò la ragazza con un misto di orgoglio e circospezione.

Nei suoi pozzi neri si leggeva una grande diffidenza.

-Altaïr Ibn-La'Ahad.- snocciolò freddamente l'Assassino.

Non si tolse il cappuccio.
Il silenzio regnò per quella che parve un'eternità, mentre nella mente di Altaïr si faceva strada un'idea che era pronto ad applicare all'istante:

-Ora che abbiamo finito le presentazioni, ho un assassinio che mi aspetta a Damasco.- disse, con noncuranza; sentì lo sguardo di Zahira trapassarlo da parte a parte.

-Avete un assassinio.- lo corresse, gelida.

-Il fatto che sia mia allieva non implica la sua partecipazione a tutte le mie missioni.- replicò, risoluto.

-Gli ordini del Maestro non erano questi.- 

Siham lanciava occhiate fulminee a entrambi, non sapendo bene come inserirsi nella discussione per dire la sua.
La presenza di Altaïr le incuteva timore, disagio e rabbia allo stesso tempo e in quel tumulto di emozioni contrastanti non riuscì a spiccicare parola.

-Ora però il suo Maestro sono io e le ordino di rimanere a Masyaf.- scandì, senza rivolgersi direttamente a Siham.

-Questa missione è fin troppo importante e pericolosa: non ho proprio bisogno di ulteriori intralci.- puntò gli occhi sulla ragazza, alludendo palesemente alla sua giovane età: non dimostrava più di diciassette o diciott'anni.

A quelle parole la diretta interessata arrossì violentemente, ferita, e desiderò di avere ancora il cappuccio a coprirle il volto adesso paonazzo.
Segretamente compiaciuto per essersi liberato così facilmente di quello sgradevole intoppo, Altaïr svicolò tra le sue compagne, dirigendosi a passo veloce verso la porta del villaggio.
Non si preoccupò neanche di ricambiare il saluto delle guardie ed entrò nel recinto adiacente alla palizzata, afferrando i finimenti dalla rastrelliera mentre passava e iniziando a sellare un cavallo con gesti rapidi e decisi.
L'animale era un sauro del tutto anonimo, piccolo e piuttosto tozzo: non proprio quel che avrebbe definito "elegante" o "rapido".

Un nitrito lo fece voltare e vide Abiad, il purosangue bianco riservato ai Priori, scalpitare al palo per raggiungerlo, avendolo riconosciuto.
Altaïr gli lanciò un'occhiata di rammarico, soppesando l'idea di appropriarsene pur essendo nuovamente un Novizio, ma poi scrollò le spalle, dicendosi che sarebbe stato meglio non dare nell'occhio, avendo il diritto di armarsi della sola lama celata.
Balzò agilmente in sella e uscì al trotto dal recinto, salvo trovarsi la strada sbarrata da Siham e Zahira, quest'ultima con un'espressione omicida dipinta in volto.
Il cavallo scartò, innervositò dall'aria di tensione che si respirava nel terzetto.
Le successive parole dell'Assassina furono pronunciate nell'evidente sforzo di non urlare:

-Altaïr, ti ricordo che adesso sei un Novizio e di conseguenza ti sono superiore; in più, oltre che a me, stai disobbedendo anche agli ordini diretti di Al Mualim.
Non mi sembra una mossa saggia... dato quel che è successo.-

-Non posso permettermi di avere il fardello di un allievo proprio in un momento simile, considerando che questa missione mi permetterà di poter ignorare di nuovo i tuoi ordini.- replicò lui, facendo avanzare il cavallo e costringendole a scansarsi per non essere calpestate.

-Tornerò da Damasco al più tardi domani sera; allora mi prenderò le mie responsabilità di Maestro.- dichiarò, prima di spingersi al piccolo galoppo lungo il sentiero e scoparire oltre la curva.

Finalmente solo.

L'ira di Al Mualim sarebbe stata terribile, certo, ma se avesse svolto a dovere il suo compito avrebbe probabilmente chiuso un occhio e forse avrebbe deciso che lui non era certo la persona più adatta per addestrare un allievo... anzi.
In parte sollevato da quel pensiero, spronò il cavallo, deciso a compiere il viaggio nel minor tempo possibile, ma subito fu costretto a rallentare nel sentire un rumore di zoccoli dietro di sé.
Girandosi, vide la ragazzina lanciata a tutta velocità verso di lui.

Sul suo cavallo.

Stizzito, scartò con un gesto secco delle briglie, scansandosi così dalla sua traiettoria e facendola inchiodare pochi metri più avanti.
Siham si voltò di scatto, evidentemente alterata e pronta alla rissa con quello che avrebbe dovuto essere il suo Maestro, ma questi non si scompose, osservando con sufficienza le sue reazioni a parer suo del tutto inadeguate a un Assassino.
Doveva però ammettere che adesso, col cappuccio calato e in sella a quel (suo) superbo animale, aveva assunto un'aria più minacciosa, che Altaïr faticava ad associare alla ragazza mingherlina di poco prima.
Si fronteggiarono per qualche istante, come valutando l'uno la forza dell'altro, poi Altaïr diede un leggero colpo di talloni nei fianchi del cavallo e si affiancò a Siham, fissandola di sottecchi senza celare un certo sdegno.

-Così, sei l'allieva di Kadar.-

-Se lo sai già, perché me lo chiedi?- scattò lei, stizzita, come se l'avesse colpita fisicamente.

Altaïr si adombrò per quella rispostaccia e si trattenne dal far scattare la lama celata.

"E questa dovrebbe essere la mia allieva?" pensò, alquanto inorridito al pensiero di doversela trascinare a zonzo per il Regno.

-Come osi pronunciare il suo nome, piuttosto? E' colpa tua se è morto.- lo accusò, riuscendo a scatenare con quell'accusa quasi infantile l'ira di Altaïr, che come sempre rimase celata sotto la sua maschera d'impassibilità. 

-Non pensare di essere il solo a trovare sgradita questa situazione.- continuò ancora, forse scambiando il suo silenzio come un atto di provocazione, ma in realtà l'Assassino l'ascoltava a malapena, adesso sinceramente preoccupato realizzando che a quel punto non avrebbe più potuto togliersela di torno.

-Trovo sgradito il fatto di averti tra i piedi dopo averti ordinato di rimanere a Masyaf.- osservò infine, con calma glaciale e senza lasciar trapelare completamente la sua irritazione.

-Tra i tuoi ordini e quelli di Al Mualim, credo di dover obbedire a questi ultimi.- ribattè lei, come a voler sottolineare il fatto che la sua autorità fosse notevolmente calata; allo stesso tempo nei suoi occhi si leggeva la paura di disobbedire a un ordin del Maestro.

Altaïr soppesò i pro e contro della situazione, iniziando a trovarla estremamente scomoda e complessa, poi con un gesto secco spronò il cavallo e superò Siham senza guardarla in faccia.

-Tieni il passo: non abbiamo tempo da perdere.- le ordinò, prima di lanciarsi al piccolo galoppo sul sentiero deserto.

Siham ebbe un attimo d'incertezza, stupita da quell'improvviso cambio d'atteggiamento, poi strinse i denti e si gettò sulle sue traccie, decisa a non rimanere indietro.
 
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Al Mualim liberò nell'aria il piccione viaggiatore, guardandolo allontanarsi e diventare un punto lontano nel cielo limpido.

-L'uomo che mi avete ordinato di uccidere è morto, Maestro.-

Lui si concesse un fulmineo sorrisetto, prima di girarsi e riprendere la sua solita espressione austera.

-Molto bene, Zahira. Un ostacolo in meno sul cammino dell'Ordine.- 

-Hai incontrato Altaïr, come ti avevo ordinato?- riprese, dopo una pausa studiata per dare tempo all'Assassina di godersi il suo successo.

A quelle parole infatti s'incupì improvvisamente e la sua soddisfazione svanì come scacciata via da un vento polare.

-Sì.- rispose, tagliente e con una luce astiosa che le brillava negli occhi, ora non coperti dal solito cappuccio.

Rendendosi conto di aver parlato in tono troppo aspro e troppo alto, la ragazza fece un rapido inchino di scusa, timorosa.
Il Maestro non potè far a meno di notare compiaciuto come ogni singolo Assassino che si presentava al suo cospetto mostrasse un enorme reverenza nei suoi confronti, arrivando a scoprirsi il volto e a inchinarsi di fronte a lui.

Tranne Altaïr, ovviamente.

Da quel che ricordava, non si era inchinato una sola volta da quando aveva superato il grado di Novizio e allo stesso modo non si era mai preoccupato di scoprirsi il capo di fronte a lui.
Tutte quelle forme d'insolenza erano naturalmente passate in secondo piano, sovrastate dalla sua enorme abilità come Assassino e dal fatto che in effetti preferisse lui a molti altri.
Al Mualim si passò una mano tra la barba candida, pensando con malcelato appagamento che forse l'ultima lezione che gli aveva impartito avrebbe modificato radicalmente il suo comportamento.
Le sue riflessioni furono smentite all'istante da Zahira:

-A quanto pare non ha la minima intenzione di addestrare Siham.-

-Quindi, non l'ha presa bene... pensavo di essere stato chiaro, ieri.- riflettè, con amarezza; non attese commenti o risposte dall'altra e continuò:
-Non importa: è caparbio e ribelle, ma quest'esperienza contribuirà a smussare il suo carattere così intrattabile e irrispettoso, che ha ormai superato ogni limite.-

-... questo non riporterà in vita Kadar, né restituirà il braccio a Malik.-

-Ne sono consapevole, ma preferisci che continui a mettere in pericolo la vita dei suoi Fratelli perseverando su questa strada?-

Zahira ammutolì, troncando i commenti pungenti su Altaïr che premevano per uscire e limitandosi a covarli dentro di sé, conservandoli per quando si sarebbe trovata di nuovo faccia a faccia con lui.

-Immagino che tu lo sappia, ma devi essere paziente: il vento impiega secoli per corrodere la roccia, ma infine tutto quel che ne rimane è la sabbia del deserto.-

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Note Dell'Autrice:

Terzo capitolo! *squillo di trombe* 

Il vecchio Al Mualim-Gandalf ci regala le sue perle di saggezza di fine capitolo... qual giUoia.
Seriamente, come già detto, cerco di mantenermi sul tono pseudo-aulico di AC e spero di riuscirci più o meno bene.

Vorrei sapere che ne pensate del nuovo personaggio, Siham :)
Ok,  è un po' banale il fatto che sia una ragazza, ma vi assicuro che gli sviluppi in un certo senso non saranno per niente scontati.
Insomma, se avete fatto il calcolo "Altaïr + Allieva = Ammmore spassionato", la risposta è NO.
Altaïr è un ghiacciolo, l'equivalente di Leon, per chi conosce Resident Evil (Shadow mia, tu capirai), quindi niente sentimentalismi vari! Sono allergica al Fluff ingiustificato, insomma.
Giusto per chiarire; mi eclisso.

Un grazie enorme alla mia Beta, _ Shadow _, a SkyDragon e Satiel che hanno recensito e a Vanny2003 che l'ha aggiunta alle seguite :D

-Light-

P.S. Piccole note sui nomi: Siham vuol dire "freccia", da qui il titolo della FF; Zahira vuol dire, all'incirca, "splendente/radiosa" e l'ho scelto perché in un tempo molto lontano (a.k.a. la nonna racconta) conoscevo una bambina che si chiamava così :) Magari passerà di qui e capirà chi sono!  Ok, ne dubito, ma non si sa mai.
Abiad, il nome del caro ronzino, vuol dire "bianco" e non brilla per originalità, ma è solo un cavallo quindi amen.

 
   
 
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