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Autore: KairiXDD    03/11/2011    1 recensioni
“Chi sei?”
... Tutto ciò che tu vuoi io sia.
... Perchè sono una finestra trasparente, attraverso la quale puoi creare il tuo mondo.
Genere: Dark, Mistero, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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È una stanza buia, anche se pieno giorno. Perché tiene sempre le tapparelle abbassate.

Si sveglia con i capelli scompigliati e si guarda allo specchio.

Vede il suo riflesso.

Si fa spazio fra le pile di libri e vestiti e si siede davanti al computer.

Fissa lo schermo nero senza dire niente.

Sulla tastiera c’è una forcina per capelli dispiegata, le cui punte non si toccheranno mai più.

In casa non si sente alcun rumore.

Accende quindi il computer e si connette ad Internet.

“Username: Mado17”

Ha deciso di passare il resto della sua vita come Hikikomori.

Non riesce a trovare alcuna persona che possa comprendere cosa stia passando.

Anche la vittima, oramai, sta perdendo il lume della ragione.

<< Guardo degli anime e poi gioco a NASU. >> –la sua tipica routine quotidiana.

I pixel del LED iniziano a lampeggiare lentamente, in breve tempo Mado si connette alla chat.

Il messaggio di benvenuto.

“Skull1899: We’re all mad here.”

Già, siamo tutti pazzi. Di cosa si doveva preoccupare? Quello che vedeva Mado17 lo vedevano anche gli altri utenti del forum. Era normale, normalissimo. Tutti lì dentro si confortavano e si davan man forte. Facevan tutti parte di una grande famiglia.

Ma più Mado parlava con loro, più si convinceva che tutti oramai stavano diventando uguali agli altri.

Dicevano di essere guariti, ma in realtà avevano semplicemente abbandonato Mado.

Dove era finita la famiglia di una volta?

In fin dei conti l’aveva sempre saputo, che nessun umano avrebbe mai potuto comprendere.

Solo Madotsuki--




Quando dormiva, riusciva ad oltrepassare la porta della sua camera.

C’erano un mucchio di amici che aspettavano al varco.

E loro volevano davvero bene a Madotsuki, accettavano Madotsuki per ciò che era.

Mica come gli altri.

Oh no, loro non avrebbero mai lasciato Madostuki.

E Madotsuki lì dentro aveva trovato il suo vero mondo, la sua vera vita.

Anche se gli esseri non avevano facoltà di parola; riusciva a divertirsi comunque con loro.

Le diverse porte davano l’accesso ad altri infiniti ed incantevoli universi.

Lì si potevano trovare strumenti parecchio utili.

Madotsuki si avvicinava agli esseri ed interagiva con loro.

Ne leggeva l’anima scrutando attraverso gli occhi profondi.

-        Ma dentro di loro trovava solo un pozzo senza fine. Quelli in realtà non avevano un’anima. Si limitavano a vagare per quel mondo vuoto, osservando impotenti il tempo passare.

Ed era felice così, perché aveva trovato qualcuno che finalmente non giudicasse Madotsuki.

Loro capivano.

E Madotsuki era al settimo cielo.

Finché un giorno, passeggiando tranquillamente nel Sogno, non incontrò una persona molto cara.

Che sembrava provare ancora qualcosa per Madotsuki.

“Sei brutto, esile, hai gli occhi storti. Suoni ancora quella stupida melodia. Ti odio, ti odio, TI ODIO!”

Il coltello sfiorò la tuta nera ed oltrepassò il petto.

Madotsuki alzò il viso e fissò l’essere negli occhi; nella speranza di vedergli l’anima affievolirvisi.

Ma i loro volti erano troppo vicini. E quel mostro non reagiva alla violenza di Madotsuki.

Si limitava ad emettere uno stridio, una sorta di pianto.

“No!! NO! Muori, dannato, muori! Perché non sei come gli altri?!”

Continuavano le pugnalate, ma dal corpo non usciva sangue.

L’essere non moriva.

Allora Madotsuki si allontanò e cadde con le ginocchia a terra.

“Perché esisti anche qui? Perché? PERCHE’ NON MI RISPONDI?”

-        Lui non poteva parlare, l’aveva deciso Madotsuki.

Il mostro se ne stava fermo, con il pugnale ancora conficcato fra le costole.

“Perché tutto questo…? PERCHE’?!”



Lo schermo del computer si illumina
 
-lo vede attraverso le palpebre appena socchiuse.

Mado alza lentamente il viso ed osserva il suo laptop.

Una finestra appare.

“Windows errore di sistema:  è stato rilevato un conflitto di indirizzi IP con un altro sistema sulla rete.”



“Mado17 si è disconnesso”

“Madotsuki ha appena effettuato l’accesso.”

Mado non vuole fare caso al suo computer.

Si fa spazio fra libri ed abiti e si dirige verso lo specchio.

Gli occhi sono vuoti, ma il suo riflesso sembra riuscire a scrutare l’anima di Mado.

Il vetro è nero; più scuro del resto della stanza.

Mado si mette a piangere. Dietro al suo riflesso compaiono le sagome di quei personaggi che aveva incontrato nel Sogno.

Ora anche loro avevano tutti un aspetto contorto.

“Non possono esistere due indirizzi IP uguali”

Madotsuki muove leggermente le labbra –Mado capisce che quelle parole che rimbombano nella testa non possono che provenire dallo specchio.

Mado scuote la testa in preda al panico.

Non ci voleva credere; non ci poteva credere.

Madotsuki protende una mano verso Mado, uscendo dalla bidimensionalità del vetro e a prender forma, poco a poco, assieme agli altri, all’interno della sua stanza.

“Unisciti a noi”

-        Un ordine, nemmeno una proposta.

Mado indietreggiò; per la prima volta tremava di paura.

Si prende la testa fra le mani e si strappa via un ciuffo di capelli per sentire se provava ancora dolore.

-        Allora quello non era un sogno.

Del sangue sporcò le sue mani.

 “NO!”

Urla, le gambe che cedono.

Ma le rimane ancora abbastanza forza per opporsi.

“NON VENGO CON VOI.”

Mado si gira ed apre la finestra.

Poi il mondo attorno diventa del suo colore preferito.

Rosso scarlatto.

E per una volta finalmente, è tutto maledettamente perfetto.

   
 
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