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Autore: unbound    03/11/2011    4 recensioni
L’ultimo video di noi cinque uniti. Anzi, visibilmente uniti, internamente già distrutti.
Io che guardavo la foto di Josh, per poi buttarla a terra.
Che urlavo in faccia ai Farro di non accusarmi, ed eccoli lì, che dicevano di essere stati membri della band di Hayley. Josh, Zac. Voi sapete che io odio questo termine, la mia non era la band di Hayley, ma era la band di hayley, Josh, Zac, Taylor e Jeremy. Erano i Paramore.
Josh, forse tu non volevi la band di Hayley, Josh, Zac , Taylor e Jeremy, tu volevi la band di Josh. La band dei tipi di Josh Farro, il chitarrista figo. Sei andato via perché volevi essere il protagonista assoluto forse?
-Il volume due di "My heart is yours". I paramore senza i Farro.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'My heart is yours- la serie.'
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Tutto ciò che possedevo era ufficialmente caduto, m’era sfuggito dalle mani, scivolato dritto sul pavimento. Hai presente quando da piccolo, costruisci il fatidico castello di sabbia? Ti sembra stupendo, così ben fatto e messo in piedi da solo due cose: la sabbia e l’acqua. Poi passa quel bambino stronzo e viene a distruggertelo, e magari gode anche delle tue lacrime a quella vista orripilante... Il lavoro di ore e ore, sotto il sole cocente, perso per sempre.
Ecco. Ecco come mi sentivo. Tutto il lavoro che avevo duramente curato era stato schiacciato senza pietà.
Ero seduta su una sedia, probabilmente ero a casa mia ed ero sola, e da ore in quella posizione. Fissavo il vuoto. Persino quel vuoto era pieno più dei miei pugni; ogni cosa mi era scivolata via come sabbia tra le dita e non riuscivo a trovarne i resti.
Mi alzai, sentii le gambe intorpidite e stanche e le braccia iniziarono a tremare; per farmi ancora più del male, mi piazzai davanti allo specchio. L’immagine era tutt’altro che bella.
Fissavo una ragazza davvero triste, nascosta da vestiti di taglie apparentemente enormi: il suo viso era spento e stanco, i suoi occhi socchiusi e impossibili da spalancare. Le sue spalle erano abbassate, il suo collo contratto e la testa appariva pesante, troppo piena di pensieri. Cercai di mettere a fuoco il corpo di quella ragazza e ci riuscii a malapena. Era pelle ed ossa, senza un filo di muscoli. Mi alzai la felpa, notando che ciò che avevo appena pensato era vero, sembravo una lisca di pesce. Osservai il mio busto sdegnata, schifata, quasi senza parole. Le costole potevano contarsi senza problemi, il bacino era sporgente e gli addominali erano in via d’estinzione. Niente di ciò che vidi mi piaceva.
I capelli erano arruffati, la ricrescita era lunga almeno cinque dita, le sopracciglia avevano perso una forma e le ciglia erano maltrattate dalle troppe lacrime.
La vecchia Hayley sentì come un istinto materno nei confronti di quella ragazza. Voleva abbracciarla, e dirle tante belle frasi per farla stare meglio. Amava aiutare le persone, la vecchia me. La nuova me, contro la sua volontà, si rese conto di essere effettivamente ciò che aveva davanti e si sentì ancora più triste, demotivata, senza più speranze.
Le lacrime iniziarono a scendere da sole, una dopo l’altra, tenendosi per mano.
Eccole lì, le vedo anche sulle guance della ragazza di fronte a me. Sono tante, e scorrono veloci; le toccano anche le labbra, ma non ha il coraggio di leccarle e farle smettere, perciò si limita a stare immobile e lasciare che le inondino tutto.
Portai una mano agli occhi. Le dita mi si bagnarono immediatamente, e lasciarono scorrere le lacrime fino ai gomiti. Era una flotta, era incontrollabile. Sicuramente avrebbero vinto di nuovo, su di me.
Ultimamente non ero vincitrice, ero sempre vinta.
Quella Hayley non la conosco. Oddio, non vorrei mai conoscermi, avere a che fare con me.
Ma che dico? Hayls sveglia, non sei più una bomba. Sei bombardata. Non c’hai problemi, hai tutto. Hai tutto quello che una ragazza possa desiderare e ti vedi?! Sei qui, a deprimerti. A lasciarti vincere ancora una volta.
Non ti riconosco più, Hayley.
Cosa c’è che non va? Josh?
Josh.
Ecco che si bloccò tutto.
Al sol pensare il suo nome, sentì lo stomaco contrarsi. Ecco che la scena si ripete: corro in bagno, mi accuccio davanti al lavandino e butto via tutto ciò ho ingerito a malapena durante la giornata.
L’amore è tutto, è vero. Talmente egoista che se non riesce ad essere presente, toglie tutto ciò che hai.
Vuole le tue attenzioni.
Mentre cerchi di non pensarci, eccolo lì. Vuoi pensare al cibo? Bene, te lo farà vomitare.
Vuoi pensare al lavoro? Bene, farà in modo di bagnarti il foglio del testo.
Vuoi pensare a te? Bene, ti disintegra, ti rende quasi un vegetale, e poi scappa entusiasta mentre tu non hai neanche il coraggio di fare un passo.
Afferrai il mio ipod. Giaceva su una mensola, in bagno, da non so neanche quanto tempo. La musica era la mia unica speranza, non c’è giorno in cui si rifiuti di aiutarti.
Ti risolleva, ecco.
Ero abituata a perdere ogni speranza, e sicuramente neanche lei  sarebbe riuscita a tirarmi su in quella occasione. Riproduzione casuale.
Una canzone che non avevo ascoltato quasi mai iniziò... La chitarra era dolce, aveva un suono familiare. Avevo scaricato quel brano da iTunes dopo un suggerimento insistente di Taylor: del tipo “ascoltala. Facciamone una cover. Ascoltala. HAYLEY DEVI ASCOLTARLA” .
Si chiamava Landslide.
“I took my love and I took it down 
I climbed a mountain and I turned around 
And I saw my reflection in the snow-covered hills 
Well, the landslide brought me down
 
Ho preso il mio amore e l'ho portato giù, ai miei piedi. Ho scalato una montagna, la montagna del dolore. Ho scorticato le mie ginocchia e distrutto le mie dita, e poi mi sono voltata. Ho visto il mio riflesso sulla neve. In questo caso, l’ho visto allo specchio. Ebbene sì.La “frana” mi ha portato giù.
“Well, I've been afraid of changin' 
Cause I've built my life around you 
But time makes you bolder 
Children get older 
And I'm getting older too “

Ho avuto paura di cambiare idee, opinione, ero testarda. Anzi no.. La canzone mi suggerisce il vero: è perché ho costruito la mia vita intorno a te. Ma il tempo ti fa più audace, tu cambi in contrario... I bambini invecchiano e sto invecchiando anche io...
“So.. take this love and take it down 
Yeah, and if you climb a mountain and you turn around 
And if you see your reflection in the snow-covered hills 
Well, the landslide brought it down “

Si, fai così anche tu. Prendi il tuo amore e portalo giù, ai tuoi piedi, come me. Scala quella montagna, distruggiti per un po’ anche tu. Te lo meriti.
E se vedrai il tuo riflesso, ti renderai conto che la “frana” ha portato giù anche te.
 
Quella canzone doveva necessariamente fare parte di una delle nostre cover.
Era la mia vita, parlava di me. Parlava, decisamente, di me.
 
Non avevo voglia di chiamare Taylor in quel momento, e ringraziarlo infinitamente per quella scoperta. In compenso afferrai un foglio, e una penna, ed iniziai a buttar giù le parole.
“And it takes all my strength,
not to dig you up,
from the ground in which you lay,
the biggest part of me,
you were the greatest thing,
and now you’re just a memory,
to let go of!”

Ci vuole tutta la mia forza, per non sollevarti dal terreno nel quale giaci, semplicemente la parte più grande di me. Eri la più magnifica cosa, ma adesso sei solo un ricordo... Da lasciar andare.
Le lacrime non smettevano di cadere giù, ma non mi importava quasi più.
Dopo un po’,Guardai il foglio soddisfatta  e decisi che era il momento di chiamare Jeremy.
 «Hayley.. Iniziavo a preoccuparmi.. Sono settimane che non ti sento.. Oddio come va? Tutto bene? Devi dirmi tutto. Ti ho lasciato almeno 100 messaggi in segret..»
«Ho scritto» lo interruppi. La mia voce era terribile, non la sentivo da parecchio.
«Davvero?» era entusiasta.
«Si. Voglio fare una cover di Landslide.. Magari legarla ad In the mourning. Ho aggiunto una strofa, ma non so neanche come legarla»
«come stai?»
«è una gran bella strofa.»
«come stai?»
«parla di un ricordo amaro.»
«Hayley»
«Jeremy?»
«Come cazzo stai?»
«E’ tutto ok»
«Ahahahah, sii seria.»
«Sto male okay?»
«Arrivo.»
Mi chiuse il telefono in faccia.
Contai per 120 secondi, aspettandolo. Non abitava lontano da me, e sicuramente stava correndo a gambe levate per raggiungermi.
Bussarono alla porta.
Mi alzai, le gambe non tremavano più ed ero stranamente meravigliata; cercai di nascondere la mia magrezza e il mio viso distrutto meglio che potevo e andai ad aprire.
Non appena Jeremy mi vide, scosse la testa. Non riusciva ad accettare ciò che aveva davanti, sicuramente non era abituato a vedermi così.
Mi alzò la felpa scoprendomi la pancia.
Toccò la mia pelle con le sue dita calde, che a contatto con la mia cute gelida rabbrividirono.
Mi accarezzò i capelli, cercando di ordinarli.
Mi sentivo una bambola di pezza davanti a un nuovo bambino, uno mai visto, quello che vuole conciarti bene per farti spazio alla tavola da pranzo e mostrarti alla sua famiglia con faccia fiera e soddisfatta.
«Sei Hayley Williams?»
«Credo di sì»
«Io non conosco nessuna anoressica depressa conciata male. La mia migliore amica è una forte, che ride sempre e fa ridere, che ama se stessa e gli altri ed è sempre pronta a ricominciare.»
«E chi è?»
«Teoricamente tu.»
   
 
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