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Autore: mazza    03/11/2011    8 recensioni
"Due milioni. Il nulla non ha sapore, non ha odore e non ha colore. Nel nulla nessuno ride, nessuno piange, nessuno esiste. Il nulla non è liscio, non è ruvido e non è nemmeno morbido. In realtà non è nemmeno scomodo. Due milioni di non si sa cosa.
[...]
Otto Cioccorane cadono per terra con un rumore sordo, poi, gracidando, si disperdono per la stanza in tanti agili balzi. Sirius le segue con lo sguardo, come incantato, e quando spariscono una sotto il tavolo, una dietro la tenda, le altre sotto un tappeto capisce di essere solo. Solo e morto: benone! Improvvisamente la sua schiena scoperta gli fa sentire la necessità di avvicinarsi di più al fuoco. Perfetto, ora non è solo morto, ma anche nudo. Quasi ride di se stesso."
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Infinito

 

 

Senza tempo

Quell’attimo tra la vita e la morte si dilata verso l’infinito proprio come il suo ultimo respiro. Se sia stato veloce  o lentissimo a lasciare il mondo Sirius non lo sa, e onestamente non se lo è nemmeno chiesto, mentre con un singulto l’aria nei suoi polmoni urta prepotente contro qualcosa dentro al suo petto, senza trovare la strada per uscire.

Una risata stridula, l’urlo strozzato di Harry, esplosioni, luci, colori, vortici, il suo petto che anela aria, frammenti di pensieri, il buio, ancora il suo petto scorticato da un dolore non gridato.

Le sue palpebre stanno chiuse per un tempo indefinito.

 

Due milioni, centomila, seicentosessantaquattro, cinquantuno, ventitré, undici di nulla

 

Due milioni. Il nulla non ha sapore, non ha odore e non ha colore. Nel nulla nessuno ride, nessuno piange, nessuno esiste. Il nulla non è liscio, non è ruvido e non è nemmeno morbido. In realtà non è nemmeno scomodo. Due milioni di non si sa cosa.

Centomila. A che cosa, poi, proprio lo ignora. Centomila e basta, nel suo non sentire nulla.

Seicentosessantaquattro. Che alla fine, a chi interessa che cosa voglia dire? A Sirius no di certo. Solo seicentosessantaquattro.

Cinquantuno. Non respira, non pensa – pensa di non pensare-, non soffre. Soffrire. Nel nulla nemmeno questo verbo ha significato. Nel nulla nessun verbo ha significato. Cinquantuno, e nemmeno il verbo esiste.

Ventitré. E’ da ventitré – ventitré cosa?- che il nulla non è più così nulla. O almeno crede. Intanto si è accorto che qualcosa gli ferisce gli occhi, qualcosa di luminoso, caldo, profumato e che scoppietta.  Ventitré, e improvvisamente può percepire il nulla.

Undici. Forse non sarà così male, pensa. Fin ad adesso non lo è stato, ma cosa verrà dopo? Si gode undici: poi tutto cambierà, in che cosa è da vedersi.

 

Dieci

Dieci respiri prima di rendersi conto che sta respirando di nuovo e che in realtà non ne avrebbe neanche bisogno. Dieci volte il suo petto si alza e si abbassa aritmico, dieci volte percepisce il legno caldo sotto di lui aderire al suo corpo . Sì, è quasi sicuro di avere un corpo di nuovo e con tutte e dieci le dita sfiora lentamente il pavimento, lo accarezza.

Nove

Nove striature sono sul parquet marrone proprio accanto al suo naso, quando riapre gli occhi. Ombre scure si proiettano sul pavimento, allungandosi e accorciandosi nel riscaldarlo dolcemente. Alzare lo sguardo sul fuoco davanti a lui non gli costa fatica. Per nove lunghi attimi si limita a seguire l’ondulare allegro e vivo delle fiamme, lunghe, rosse, calde, sorridenti. Poi, con un sobbalzo, si rende conto di essere morto.

Otto

Non fa nemmeno in tempo a deciderlo che è già in piedi. Sposta il peso da una gamba all’altra, ondeggia per qualche secondo e urta un tavolino di vetro dietro di lui. Otto Cioccorane cadono a terra con un rumore sordo, poi, gracidando, si disperdono per la stanza in tanti agili balzi. Sirius le segue con lo sguardo, come incantato, e quando spariscono una sotto il tavolo, una dietro la tenda, le altre sotto un tappeto capisce di essere solo. Solo e morto: benone! Improvvisamente la sua schiena scoperta gli fa sentire la necessità di avvicinarsi di più al fuoco. Perfetto, ora non è solo morto, ma anche nudo. Quasi ride di se stesso.

Sette

Un battito di ciglia dopo sul pavimento tutto attorno a lui si materializzano sette mucchietti di vestiti ben ripiegati. Si china meccanicamente su quello più vicino e inizia a vestirsi in silenzio, meditabondo. Benissimo, benissimo, è morto – e fin qui non ci voleva certo un G.U.F.O.  per capirlo -; e quindi? Sirius si rende conto di pensare di nuovo.

Sei

I pensieri ora si affollano veloci e insistenti come api chiuse per lungo tempo dentro una bottiglia della quale finalmente si sta svitando il tappo. Sirius pensa che se ora fosse vivo nemmeno uno dei decotti ricostituenti di Madama Chips potrebbe alleviargli il mal di testa. Invece inspiegabilmente la testa non gli duole, nonostante la calca di interrogativi.

Dove sono?

Merlino, ma sono morto davvero?

E ora?

Lo sto immaginando o da quando sono morto non faccio altro che vedere dei numeri?

Ma cosa significa, poi, sei?

Sei a cosa?

Sei domande vengono concepite contemporaneamente dalla sua mente. Ne ha viste, sentite e pensate di cose strane, Sirius, quando era in vita. Credeva di aver toccato il fondo ad Azkaban quando invece del Dissennatore fuori dalla sua cella si era trovato davanti James, con in mano una Burrobirra e l’altra mano squamata e viscida nascosta sotto un mantello nero. – Se non righi dritto ti bacio e ti succhio l’anima - gli aveva detto.  – Ricordati del dito mancante – aveva aggiunto, sparendo a lasciare il posto alla guardia.

Decisamente questo elenco di numeri – che nemmeno nei libri di Antiche Rune di Remus!- è più strano.

 

Cinque

“ Il cinque non dovrebbe essere un numero alto, giusto? “ si chiede distrattamente, osservando i cinque set da Sparaschiocco sparsi per la stanza. Prima o poi dovrà finire questo conto alla rovescia, e allora finalmente capirà cosa fare. Un po’ è anche curioso. Insomma, non era esattamente nei suoi programmi morire e passare il resto del suo tempo a guardarsi attorno, sentendosi tra l’altro particolarmente stupido. Sembra un posto tranquillo, adatto per divertirsi. Sirius però ha il sentore che manchi qualcosa, perché così è solo un po’ noioso e parecchio strano.

Quattro

Forse sono le quattro poltrone rosse poste a semicerchio. Oppure i quattro vassoi di biscotti alla cannella. No, devono per forza essere le quattro scatole di Burrobirra, una vicino ad ogni poltrona. Non importa, comunque, dopo aver visto tutto questo ha capito. Sirius cade pesantemente sulle ginocchia, accanto alla poltrona più vicina al fuoco.

Tre

Tre lacrime scendono lente, molto lente sulle sue guance. Alza gli occhi al soffitto – non ha mai amato piangere – e attende. Geme per tre volte in un singhiozzo, scioccamente va in iperventilazione. Sì, anche se è morto. Non osa bearsi di quel che succederà.

Due

Quando poi ha il coraggio di abbassare di nuovo lo sguardo due intuizioni sembrano fulminarlo. La prima è che quel posto è sempre più definito, proprio come la sua mente è sempre più lucida. La seconda – e il cuore pare scoppiargli nel petto mentre elabora la cosa – è che si trova indubbiamente nella Stanza delle Necessità, e gli basterà esprimere un solo desiderio per essere felice. Sembra un buon posto per divertirsi, e presto non avrà più il sentore che manchi quel qualcosa.

Uno

Non ha il tempo di formulare un solo altro pensiero: non passa un battito di ciglia. Si è dimenticato persino che non sta respirando. Quasi ha sentito un battito del cuore nel petto. Che sia impossibile, che sia illogico non importa.

James lo abbraccia di nuovo e questo sì, per Merlino, che importa!

 

[Infinito]

Quella stretta sembra durare per sempre. Poi James lo guarda, il suo solito sorriso sul volto e gli occhiali un po’ storti, si alza e gli tende una mano.

- Lily sta arrivando. Giochiamo a Sparaschiocco mentre aspettiamo anche Remus? -

 

E così il suo infinito ha inizio.

 

 

Angolo autrice

E' una storia diversa, indubbiamente, dal mio solito.

Protagonista è sempre lui (<3), ma questa volta mi ci sono impegnata in maniera diversa. Ho cercato di entrare più che potevo nella sua interiorità.

Mi farebbe piacere un parere perché è da tantissimo tempo che non scrivo. Grazie :)

   
 
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