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Autore: Selene Black    03/11/2011    1 recensioni
Ginevra, una ragazza italiana, nei dintorni di Londra. Uno scontro particolare, reale, che cambia lentamente la sua vita.
"- Ah … - diede un ultima controllata in giro e, soddisfatta, ebbe finalmente il coraggio di guardarlo negli occhi. –vuoi qualcosa? Un tè?-
- Veramente preferirei un caffè – stava osservando quel trilocale con aria interessata e si accorse solo dopo un po’ che lei lo stava fissando in cagnesco, come dire: se sei venuto per essere servito, fai prima a portare il tuo bel culo reale fuori di qui.
"Ma sono davvero un idiota allora" Diventò ancora più rosso del solito quando disse: -Scusa, cioè.. quello che vuoi, non volevo…ehm… un bicchiere d’acqua va benissimo.- “Com’è che riesce sempre a sconvolgere i miei piani?”." (Tratto dal capitolo 5)
[Harry del Galles + nuovo personaggio]
Genere: Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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-Allora? Come te la passi, mio Capitano?- ridacchiò Pippa mentre entrava e si dirigeva verso la cucina, come se fosse stata casa sua, e non di sua sorella. Harry avrebbe dovuto immaginarselo che sarebbe arrivata, ma era stato preso da altri pensieri (e cavolo! Che pensieri!) e… l’aveva cancellata dalla lista delle sue priorità. Conseguenza? Ora si trovava nei guai. Come al solito.
Momentaneamente, inoltre, il suo cervello era in pieno black-out, causato dalla scarica di energia pura che lo aveva attraversato mentre baciava quella meraviglia di ragazza di Gin, e si rifiutava di rispondere alla Middleton con un po’ più di lucidità di quanta ne avesse avuta in generale fino a quel momento, tra la notte passata in piedi a sognare ad occhi aperti e le cavolate che aveva già fatto quella mattina in cucina. Fece un sospiro e si sforzò di dire qualcosa.
-Bè..bene.- “Wow, mi sono proprio sprecato eh!?”
 Non riusciva proprio a concentrarsi con Gin lì accanto, visibilmente spiazzata dall’arrivo imprevisto di Pippa. Con la coda dell’occhio la osservò sorridere debolmente a Blame che, scocciato, stava alzando gli occhi al cielo mentre sistemava le valigie dell’ospite vicino alle scale.
Dio. Era bellissima. Bè, bellissima per quanto potesse esserlo una dea che si è appena svegliata e, per come aveva intuito dai capelli scompigliati e gli occhi gonfi, dopo una notte che doveva essere stata abbastanza lunga e tempestosa. Ma era stupenda in ogni cosa. Si sentiva un idiota, un ebete con la bava alla bocca e non avrebbe dovuto farlo notare anche a Pippa, altrimenti sarebbe stato il finimondo.”Diavolo in che casino mi sono cacciato” Facendo uno sforzo enorme riuscì a distogliere l’attenzione da Gin e a entrare in cucina, allontanandosi sofferente dal suo miracolo personale.
-Cazzo! Sono buonissimi Capitano!- Esclamò Pippa in quel momento, facendo rizzare i capelli a Harry, che si bloccò sul posto, interdetto.
“No. Merda merda merda. Non i biscotti di Gin.”
Esatto,i biscotti di Gin. Perché quella mattina si era alzato incredibilmente di buon ora per cucinare. Lui, che non aveva mai fatto granché per una ragazza,praticamente gli erano sempre cadute ai piedi (bè non proprio come aveva fatto LEI stramazzando al suolo svenuta ma….), e che neanche aveva mai toccato i fornelli se non per cucinarsi qualcosa al college… si era messo a fare i biscotti per lei. Era partito pieno di sé, con tanto di grembiulino da cuoco, pensando che “tanto sarà una passeggiata” e si era trovato, a metà dell’opera, ricoperto di farina, con le mani impappettate nelll’impasto appiccicoso, e in caduta libera nella depressione post-disastro culinario, esperienza nuova per lui. Aveva seriamente temuto di vederla scendere dalle scale e beccarlo in quel momento così imbarazzante, ma grazie a dio non era successo. Anche se in fondo non avrebbe importato molto, perché sarebbe scesa prima e lui avrebbe avuto più tempo per guardarla, per potersi perdere nei suoi lineamenti delicati e nei suoi occhi da incanto e… oddio. Com’era diverso con lei. Non voleva saltarle addosso (no. Cioè. Sì che lo voleva. Ma non solo per semplice sesso..), voleva solo che… lo amasse. Dio, com’era cambiato.
Alla fine, frutto dei suoi sforzi da cuoco inesperto, erano usciti dei meravigliosi biscotti-capolavoro, che aveva affiancato a un paio di toast e croissant. E adesso doveva salvare le sue piccole creazioni dalla temibile divoratrice. Doveva assolutamente fermarla. Si buttò.
-Pippa veramente quelli…-
-Che?-  lo interruppe subito la Middleton, gracchiando sdegnata.
Tentativo di salvataggio fallito.
 - Capitano ho detto a lei di chiamarmi così, non a te! Non ti ricordi nemmeno chi sono?- mugugnò ridacchiando mentre si infilava altri due biscotti in bocca. Harry sorrise.
-La mia Commando.- rispose alzando gli occhi la cielo affettuosamente. Eccola lì. La sua Pippa, sempre pronta a scherzare.
Da quando l’aveva conosciuta, anni prima, aveva sempre pensato che fosse il tipo di ragazza perfetto per lui. Bella, con un fisico da paura, che sapeva divertirsi (tanto!) ma non pretendeva fedeltà assoluta.
Erano la versione della stessa persona al femminile e al maschile. E se si pensava a quante feste avevano rallegrato con le loro performance canore, di ballo e di cazzate in generale (ovviamente ubriachi marci!)…
Poi da grande amicizia il tutto si era trasformato in qualcosa di più, ma di meno dell’amore. Si erano frequentati. Erano andati a letto assieme. Anche quando entrambi erano fidanzati ufficialmente con altri. Ma non si era mai andati oltre, non fino a quel momento. Anche perché nessuno dei due conosceva un oltre né lo desiderava, ma era sempre andato bene così, una sveltina ogni tanto ed erano a posto. D’altronde lui era sempre stato quel tipo di ragazzo. Prima di Gin.
-Quanto mi mancava sentirlo dire da te!- rispose, ridendo e saltandogli al collo, e Harry non poté far altro che rispondere all’abbraccio. Era come se fosse la sua migliore amica, e effettivamente gli era mancata. Ruppe i pensieri teneroni appena  si accorse che stava masticando gli ultimi biscotti sopra la sua spalla, e la allontanò ridacchiando:
-Sei un maiale!- disse scoppiando a ridere quando la vide mentre si ficcava in bocca l’ultima delle sue creature. Si era mangiata in pochi minuti tutti i biscotti che lui aveva preparato!
-Si maa… guarda che linea!!!- masticò fuori lei, mettendosi in posa e indicando il fisico perfetto che aveva. Chili, o forse tonnellate, di dolci nascosti chissà dove. I misteri della natura.
Harry scosse la testa sorridendo, e poi si rivolse a Gin con un tono di scusa misto a  finta scocciatura:
-Dovrai accontentarti del resto..- fece spallucce accennando alle brioches e ai toasts.
-Veramente…non mi sento troppo bene, non ho molta fame.- biascicò lei distogliendo lo sguardo. D’un tratto gli suonarono nella mente campanelli d’allarme: stava male?
La guardò, mentre di colpo la preoccupazione saliva a mille. Era un po’ pallida, e aveva la mascella tesa, i pugni stretti ai fianchi. In un attimo le fu accanto, e le prese le spalle delicatamente, cercando invano di riallacciare lo sguardo al suo, di trovare nei suoi occhi incantevoli qualcosa che lo avrebbe rassicurato, che avrebbe smesso di farlo sentire così agitato. Era stupito del proprio comportamento iperprotettivo ma…magari era solo un po’ stanca o… magari stava per morire di qualche malattia sconosciuta!!!! “Calmati idiota…”
-Cos’hai, devo preoccuparmi?- Si, tanto ormai l’aveva già fatto.
Poi lei lo guardò, prima di rispondergli.
-Non ho niente davvero….-
Si pietrificò. Stava male davvero. Aveva gli occhi lucidi e tratteneva le lacrime, lo vedeva lontano un miglio. Okay, c’era qualcosa che non andava, seriamente. Senza neanche lasciarla finire la frase la stava già trascinando verso la porta della cucina.
-Andiamo in ospedale! Potrebbe essere qualcosa di grave e … Pippa stai dietro di noi e se sviene prendila e ..-
-Harry!- Gin lo strattonò e sfuggi alla sua presa, bloccandosi nel bel mezzo della cucina e guardandolo con gli occhi ancora velati di lacrime come per dire ma che cavolo stai facendo?!!
-Ho solo un po’ di nausea!- squittì, abbassando gli occhi.
“E chissenefrega!!!” Lui stava impazzendo. Nausea, lebbra, aviaria, peste, infarto, pelo incarnito: sempre pericolo! L’avrebbe portata in ospedale anche solo per una sbucciatura sul ginocchio tanto si stava preoccupando per lei!
-..quella delle donne…- aggiunse spazientita non notando alcun tipo di reazione nel principino che era restato fisso a guardarla preoccupato.
Ci fu un attimo di silenzio imbarazzante, poi Pippa si mosse dall’angolo in cui se ne era stata immobile fino a quel momento a osservare la situazione, e si avvicinò a Gin. Erano quasi alte uguali, ma la Middleton superava il suo angelo di un paio di centimetri, merito dei tacchi che portava. Mise una mano sulla spalla di Gin e gli disse con un tono calmo e sorridendogli:
-Capitano, vuoi calmarti? Adesso io e Ginevra saliamo e lei si mette al caldo o fa quello che vuole ma senza avere te che le ronzi attorno preoccupato, okay? Poi torno giù da te,e –aggiunse- stai tranquillo, tra donne ci si intende.-
La situazione gli stava sfuggendo un po’ di mano, pensò, mentre annuiva e cercava di calmarsi. Doveva convincersi che era normale e che non avrebbe potuto fare nulla per evitare di farla soffrire. Era solo un mal di pancia da mestruo. Guardò Pippa mentre la prendeva sottobraccio e usciva, puntando alle scale. Nonostante la preoccupazione che gli stava ancora divorando lo stomaco, era una bella scena. La sua migliore amica, e la ragazza più…più incantevole che avesse mai conosciuto, che camminavano a braccetto, come se fossero amiche. E magari lo sarebbero diventate e sarebbe stato tutto perfetto.
Eppure… c’era qualcosa che non andava nello sguardo di Gin…
 
 
Cercò di reggere la farsa ancora per pochi minuti. Aveva sudato freddo mentre recitava la parte della donnina con le proprie cose e il mal di pancia, ma alla fine ci avevano creduto tutti e due, per fortuna. A parte il fatto che era infuriata con Philippachiamatemipippa Middleton perché aveva interrotto un dolcissimo risveglio, poi che cavolo, quando oltre alla miss ci si era messo anche il suo cervello… Perchè se era stata in un sogno fino a poco prima ora stava cadendo a tutta birra verso un inferno di incubo. Mentre se ne stava in cucina a guardare Harry e la sua amichetta conversare amabilmente, abbracciarsi e fare scenette ridicole aveva desiderato con tutta sé stessa di scomparire, anche perché proprio nessuno la stava calcolando. Si era sentita di troppo, profondamente delusa dalle immagini che si era costruita con la fantasia di una fantastica e romantica colazione irreale, che si erano frantumate miseramente. E poi il legame tra quei due era quasi palpabile, e quando si era resa conto che in fondo lei era soltanto una delle tante, e che il suo rapporto con Harry non sarebbe mai stato come quello che stava guardando ora si era sentita crollare. Avrebbe voluto scoppiare a piangere come una fontana, ma se ne sarebbe pentita in eterno, e quindi aveva inventato una scusa per dileguarsi. E sarebbe andato tutto liscio se il principino non avesse avuto un attacco di panico improvviso (si sentiva ancora in dovere di proteggerla, dal giorno dell’incidente??? O forse teneva soltanto a lei…). Ma grazie a dio Pippa, che nel frattempo le aveva fatto passare l’appetito, oltre ad aver mangiato tutti i suoi biscotti, era venuta in suo aiuto. E ora stava salendo le scale con lei. Bè, in fondo si era rivelata gentile.
Arrivate in cima alla rampa, nella piccola anticamera, Pippa si staccò da lei e si diresse verso la stanza degli ospiti, dove stava Gin, aprì la porta e entrò. Gin la seguì, si sedette sul letto e le rivolse uno sguardo di ringraziamento, velato da una finta sofferenza.
-Grazie- disse con la voce tremolante. Recitare le veniva proprio bene, pensò orgogliosa.
Ma quando vide l’inespressività assoluto sul viso dell’altra, il suo sorriso si spense. La fissò stupita, chiedendosi cos’avesse. Pippa indietreggiò e chiuse la porta, sempre guardandola negli occhi.
-Mettiamo in chiaro un paio di cose, ragazzina.- disse, con il tono più tagliente che Gin avesse mai sentito, e che ascoltava con gli occhi strabuzzati per la sorpresa. “Che?!? Mi rimangio tutto quello che ho pensato sulla gentilezza e tante palle varie!”
-Cerca di tenere le tue manine e i tuoi occhioni lontano dal MIO principe. – continuò. Okay, da una tipa come lei tutta risatine, urletti e abbracci, Gin si sarebbe aspettata più una scena tipo adolescente mezza andata e esaltata che urla cose senza senso e insulta in tutte le maniere possibili l’oggetto della sua ira. Una cosa del genere l’avrebbe considerata patetica. Invece Pippa era restata glacialmente seria e sicura di sé, con un tono di voce basso e calmo. E questo l’aveva terrorizzata.
-e comunque, non pensare di avere speranze contro di me. Continua così, fa che il tuo mal di pancia duri un bel po’ e lasciaci in pace, da soli. Capito ragazzina?-
Gin aveva capito tutto perfettamente, ma era troppo basita e sconcertata per il cambiamento improvviso e quella minaccia aperta che aveva appena ricevuto. Ma in quella famiglia erano tutti con qualche rotella fuori posto?
Pippa le diede le spalle e fece per aprire la porta, poi si fermò con un ghigno sulle labbra.
-Ehi ragazzina. – “Dio! Chiamami ancora in questo modo e ti spacco la faccia a suon di schiaffi.” –sai perché Commando?-
Commando? Come l’aveva chiamata Harry mentre parlavano tra di loro? No, non lo sapeva e non voleva darle l’impressione di volerlo sapere, quindi rimase di nuovo impassibile.
-Al matrimonio non avevo l’intimo. Sono sempre pronta all’azione, come i commando, e Harry lo sa bene…- disse sottovoce mentre usciva e si richiudeva la porta alle spalle.
Gin restò con gli occhi spalancati e la rabbia che le trapelava da tutti i pori.



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Finalmente riesco a pubblicare qualcosa dopo mesi di stop!!! Scusate ma la scuola mi ha messo sotto e ho scribacchiato frase per frase quando avevo un attimo di tempo.
Spero che nonostante tutto il risultato vi piaccia! In ogni caso lasciate pure una recensione eh, che non mi fanno mai male haha!
Aspetto i vostri pareri, alla prossima
(ovviamente grazie a tuttissime come al solito *_* )

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