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Autore: MalandrinaFelpata    03/11/2011    6 recensioni
Noi eravamo i MALANDRINI. Sinceramente non so se usare ancora il presente o il passato. Sono cambiate cosi tante cose da quando, quella sera in cui siamo divenuti Animagi, ci siamo proclamati Malandrini e abbiamo deciso i nostri nomi in codice.
Sono cambiate troppe cose: prima di tutto ora c’è Lily, che non ci odia più, Sirius. Beh, mi ama! A me! Incredibile no? Ma si sapeva che io sono incredibile. Il punto è che, fino a qualche anno fa noi vedevamo il mondo in modo diverso. Niente ci spaventava: noi! I mitica malandrini potevamo fare l’impossibile! Io e te Sirius ci dicevamo immortali.
E se James avesse scritto una lettera ai suoi amici... mentre aveva un brutto presentimento??? Ecco a voi questa pazzia uscita dalla mia testa troppo malata... un'altra cosa... c'è una frase dei tre moschettieri.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: I Malandrini
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
- Questa storia fa parte della serie 'Fatto il misfatto!'
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The letter of James.


Cari malandrini,

L’ho capito subito che saremmo stati amici.
L’ho capito da quando ho incontrato i vostri occhi.
Gli occhi dei miei migliori amici : i tuoi Sirius, cosi tristi e preoccupati, oppressi da quella famiglia unita dall’odio.
Noi siamo riusciti a far scomparire quel velo dai tuoi occhi grigi e tu sei diventato quello che eri davvero: un grandissimo testone con tantissimo coraggio e una faccia da schiaffi.
Sei diventato il mio migliore amico, quello che mi capiva soltanto alzando lo sguardo, quello che diceva quello che pensavo prima ancora che io aprissi la bocca.
Sei stato tu a scoprire il piccolo problema peloso di Remus, quel giorno per farti alzare dal letto ti avevo lanciato il libro di Difesa in testa.
Tu quella sera ti sei ritrovato il libro nel letto e l’hai letto. Ha scoperto il tuo segreto, caro Rem.
Infondo l’avevamo capito tutti che nascondevi qualcosa, anche tu come Sirius avevi un velo che ti copriva gli occhi e non ci dicevi che problemi avevi.
Ci raccontavi un sacco di frottole e lo so… ci soffrivi. Ma poi noi, da grandi geni quali siamo, l’abbiamo scoperto e siamo diventati Animagi.
Tu dicevi con dolore che non ce l’avremmo mai fatta e ti deprimevi.
Certe volte credevo che la tua autostima non potesse scendere di più quanto cadevi in quello stato di auto commiserazione che Sirius odiava tanto.
Ti dava un pugno ogni volta che facevi in quel modo.
Te lo meritavi anche se Peter ti difendeva.
Peter, anche tu non scherzavi. Stavi sempre a piagnucolare per ogni cosa, come se fossi una mosca e non una persona. 
Quando noi siamo divenuti tuoi amici sei cresciuto mentalmente e sei diventato una persona. Un po' timido e sinceramente scemo, ma un malandrino.
Noi eravamo i MALANDRINI. Sinceramente non so se usare ancora il presente o il passato. Sono cambiate cosi tante cose da quando, quella sera in cui siamo divenuti Animagi, ci siamo proclamati Malandrini e abbiamo deciso i nostri nomi in codice.
Sono cambiate troppe cose: prima di tutto ora c’è Lily, che non ci odia più Sirius. Beh mi ama! A me! Incredibile no? Ma si sapeva che io sono incredibile.
Il punto è che, fino a qualche anno fa noi vedevamo il mondo in modo diverso. Niente ci spaventava: noi! I mitici malandrini potevamo fare l’impossibile! Io e te Sirius ci dicevamo immortali.
Lo sappiamo entrambi che non è vero…
So che mi posso fidare di voi ragazzi, so che il mio segreto è al sicuro con voi. Beh… io ho paura.
Anzi No… Terrore.
Sono terrorizzato che Voldemort possa fare del male a Lily ed a Harry, che possa fare del male a voi.
Ogni notte mi sveglio, tremante, dopo aver sognato la morte di qualcuno di voi e allora mi viene veramente voglia di morire, al pensiero.
Mi sento un codardo in quei momenti ed avrei voglia di prendere un GiraTempo e tornare ad Hogwarts ad appendere Mocciosus al soffitto.
Non so nemmeno perché sto scrivendo queste cose qui, probabilmente tutto andrà per il meglio e questa lettera finirà in un cassetto e nel cestino dei rifiuti, ma non riesco a far a meno di pensare che qualcosa potrebbe andare storto.
Potrei morire anche oggi stesso.
Potrei perdere tutto. Allora scrivo… si lo so a me non è mai piaciuto scrivere, ma ora lo sento necessario. Voglio farvi sapere che per me siete stati e siete tutto, siete i miei amici, i miei fratelli, la mia famiglia.
Sapete, io ho sempre adorato un romanzo babbano che si intitola i Tre moschettieri, che poi diventeranno quattro!
Mi sono sempre immaginato noi nei panni di quegli eroi e ho fatto mio il loro motto.
Tutti per uno,
E uno per tutti.
Noi siamo sempre stati cosi!
Sempre uniti, come quattro gemelli, sempre pronti a combinarne di tutti i colori, con i prof che ci assegnavano punizioni su punizioni, con Remus, la nostra coscienza che prima di combinare qualcosa con noi dicevi che prima o poi ce l’avresti fatta pagare. Sirius tu ridevi e lo ignoravi con una pacca sulla spalla.
E ora penso che siamo ancora cosi, siamo ancora quel tutti.
Con me e Sirius che da perfetti geni del male organizziamo piani arditi, con Remus che piagnucola un ‘’ perché sono vostro amico? ‘’ quando scopre cosa abbiamo in mente e con Peter che ci segue come un bravo topino.
Allora perché in questi giorni l’ansia mi assale?
Perché non riesco a stare tranquillo?
E se dovessi morire?
Che succederebbe?
Voi cosa fareste?
Non riesco a pensarci e quindi chiudo qui questo delirio dicendovi che noi saremo per sempre i Malandrini. Anche se io morirò o morirà uno di voi. La nostra storia resterà leggenda perché miti come noi non spariscono cosi in fretta. Se leggerete mai questa lettera ricordate che nei momenti di difficoltà basterà credere nel nostro tutti per diventare uno
. E noi saremo insieme, in ogni momento… si anche da morti.
Tutti per uno e uno per tutti, ragazzi!
 
Colui che crederà per sempre che la forza più grande del mondo è l’AMICIZIA.



 
Questa lettera Sirius, Remus e Peter non la lessero mai. Rimase seppellita sotto le macerie di casa Potter finchè un giorno Harry non decise di andare a visitare le rovine. Forse fu l’intuito o forse fu James stesso che gli fece vedere un pezzo di carta candido in mezzo a quel macello.
Harry fece appena in tempo a leggerla che la lettera gli si sbriciolò nelle mani e il vento portò i frammenti in cielo, dove quattro ragazzi di diciassette anni correvano sulle nuvole rincorrendo un ragazzo dagli oleosi capelli neri e una ragazza dai capelli rossi li guardava indecisa se ridere o no. 
I Malandrini erano tornati insieme e niente li avrebbe più divisi.
Quel tutti era diventato uno!

   
  
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