Salve
a tutte!
Prima di
lasciarvi al capitolo volevo dirvi una cosa
“importante”. Della mia storia non
c’è molto da “copiare”, visto
che la trama non è delle più elaborate ed
originali, cioè ci saranno altre millecinquecento storie
simili alla mia, ma se
proprio vi piace a tal punto e pensiate che sia così
brava(vostra
personalissima opinione, tra l’altro, della quale sono
onorata xD) da essere
copiata, almeno evitate il “copia-incolla”
delle frasi che scrivo, è davvero squallido. Potreste almeno
sforzarvi di
riformulare le frasi, suvvia!
Detto
questo,
vi lascio al capitolo sperando che vi piaccia e ci vediamo
giù con una notizia
importante!
But
in end it was true:
“friendship
never ends”
Non sapeva più da quanto
era seduta su quelle scale ormai.
Aveva bussato a quella porta, senza
che nessuno le rispondesse, per svariati
minuti, ma non poteva andarsene. Dove sarebbe potuta andare poi? Non
aveva
alcuna voglia di tornare nel suo appartamento freddo e buio da sola, il
solo
pensiero le faceva venire nuovamente voglia di piangere.
Si mise la testa tra le ginocchia e
con grande sforzo ricacciò le
lacrime indietro. Quanto aveva pianto? Tanto da dissetare due terzi
dell’Africa
con le sue lacrime, probabilmente.
Mentre la pioggia scrosciava contro
il legno della veranda, Kate non
riusciva a pensare nemmeno a quello che le era successo poco prima, il
solo
pensiero di Joe o di quella ragazza che si era portato dietro le
facevano
venire disperatamente voglia di sdraiarsi a terra e non alzarsi
più.
Strinse ancora di più
gli occhi, basta lacrime.
Rimase con la testa nascosta,
sapeva che appena avesse fatto un
movimento sarebbe crollata, e non l’alzò nemmeno
quando sentì il rumore di
pneumatici sulla ghiaia, per poi però farlo dopo, quando
sentì una portiera
sbattere violentemente e dei passi veloci procedere verso la sua
direzione.
Ronnie sorreggeva una busta e
procedeva a passo spedito verso la casa,
con la testa bassa per evitare di bagnarsi il viso.
Solo a pochi passi dalle scale
alzò il volto, rimanendo impietrita a
pochi passi dalla porta, mentre la pioggia le cadeva in testa.
Kate alzò lo sguardo
verso Ronnie e questa si spaventò e morte vedendo
gli occhi rossi e gonfi dell’amica e l’espressione
del tutto assente.
-Kate?!- disse titubante, ed al
suono del suo nome la ragazza parve
svegliarsi balzando in piedi e lisciandosi il vestito nero.
-ciao- balbettò tirando
su col naso
-che ci fai qui?- chiese Ronnie
sorpresa –cos’è successo? Jamie, Lexus
stanno bene?-
-si, si- si affrettò a
rispondere la ragazza passandosi violentemente
una mano sugli occhi cercando di darsi una sistemata
A passo svelto Ronnie la raggiunse
afferrandole un polso. Kate la
detestava, gliel’aveva detto esplicitamente, la sua presenza
lì doveva
significare che era successo qualcosa di grave.
-Kate, che succede?-
Kate guardò Ronnie ferma
di fronte a lei con espressione preoccupata e
per un attimo le apparve la visione di lei diciassettenne, quando erano
ancora
migliori amiche, quando bastava uno sguardo per intendersi, quando
condividevano le loro vite, quando lei sapeva chi era
Ronnie.
Poi rivide l’immagine di
una mano delicata che si posava sulla spalla
di Joe e la testa le girò vorticosamente per un attimo,
prima che scoppiasse
nuovamente in lacrime gettandosi tra le braccia dell’amica
sorpresa, che
l’accolse senza dire una parola, stringendola come se tutto
quel tempo non
fosse mai passato, come se lei in realtà fosse sempre stata
lì.
* *
*
Ronnie
guardò con una smorfia il cielo coperto pesantemente da
nuvole
grigie fuori dalla finestra. Era dalla sera precedente che pioveva
ininterrottamente ed, anche se aveva smesso da qualche minuto, il sole
faticava
ancora a farsi spazio tra le nuvole spesse.
Sospirò
pensando alla sera prima, e lei che pensava che quella domenica
fosse la più noiosa della sua vita! Prima Johnny con le sue
chiacchiere che
l’avevano portata a ragionare su cose sulla quale era meglio
non ragionare, poi
Kate, che si era presentata fuori casa sua in lacrime.
La
ragazza era talmente sconvolta la sera prima che non era riuscita a
spiccicare nemmeno una parola, alla fine si era addormentata tra i
singhiozzi e
gli abbracci confortanti di Ronnie, che era alquanto confusa.
L’unica
parola che Ronnie era riuscita a captare nel mezzo dei lamenti
e sospiri era “Joe”,
ma questo non le
chiariva affatto le idee. Per quanto ne sapesse Kate e Joe erano buoni
amici,
ma lei non conosceva molto della vita della ragazza, anche per questo
quando se
l’era trovata fuori casa era rimasta del tutto spiazzata.
Kate
non aveva dato segni di voler perdonare Ronnie nemmeno
lontanamente, perché quella sera –qualsiasi
cosa fosse successo- aveva deciso di andare proprio da lei e
non da Lexus o
Jamie?
Il
fischio del piccolo pentolino che aveva messo sul fuoco pochi minuti
prima la distrasse dai suoi pensieri e allontanandosi dalla finestra
prese
dalla credenza due tazze.
Sapeva
che l’unica cosa che faceva sentire Kate quando era malata o
giù
di morale, era una bella tazza di the fumante.
Si
avviò verso il piano superiore con le due tazze in mano,
sperando
che la ragazza non avesse cambiato abitudini in quegli ultimi anni.
Aprì
la porta della sua stanza con un piede e invece di trovare Kate a
letto, come si aspettava, la vide seduta mentre le dava le spalle.
-hey-
la salutò Ronnie avvicinandosi
Kate
si voltò e la ragazza rimase paralizzata di fronte agli
occhi
gonfi ed il viso stanco dell’amica.
-ciao-
cercò di sorriderle l’altra, riuscendo a fare solo
una strana
smorfia
Ronnie
si sedette accanto a lei porgendole la tazza fumante, che la
ragazza afferrò con mano tremante.
-grazie-
sussurrò avvicinandola al viso –non te ne sei
dimenticata-
sorrise poi
-già-
sussurrò Ronnie -non ho dimenticato niente -
La
ragazza abbassò lo sguardo sorseggiando il suo the.
-mi
dispiace di essermi presentata qui così- disse dopo minuti
interminabili di silenzio.
–non
dirlo neanche per scherzo!- Ronnie scosse la testa –so che ho
dimostrato il contrario in questi anni e mi sembra anche stupido dirlo-
sospirò
–ma puoi contare sempre su di me, Kate-
Kate
non si mosse di un millimetro, apparentemente concentrata sulla
sua tazza.
-non
dovresti andare a lavoro?- sussurrò
-ho
chiamato- spiegò –ho detto che non mi sentivo bene-
Kate
annuì pensierosa –sicura non ti facciano
problemi?-
-hei-
scherzò la ragazza –il mio capo è
Johnny, basta tirare in ballo
Lex e non ci sarà alcun problema-
Kate
cercò di sorridere, ma inevitabilmente i ricordi della sera
prima
salirono a galla, assieme alle sue lacrime.
-Kate,
che succede?- chiese Ronnie apprensiva vedendo gli occhi
dell’amica diventare lucidi
La
rossa scosse la testa asciugandosi veloce una lacrima che le era
scivolata sul viso con la manica della felpa che le aveva prestato
Ronnie la
sera prima.
-E’
un disastro- singhiozzo –lui…lui
ha rovinato tutto-
Ronnie
la guardò senza capire, si allungò fino ad
afferrarle la mano e
stringergliela forte. Era così che funzionava tra loro due,
restavano in
silenzio fin quando l’altra non si sarebbe decisa a parlare.
Qualunque sia
stato il motivo, Ronnie era felice che l’amica avesse deciso
di andare da lei
la sera precedente, era contenta che Kate si fosse fidata di lei,
ancora una
volta e questa volta lei non avrebbe tradito la sua fiducia, le sarebbe
rimasta
accanto fin quando lei voleva, fin quando ne aveva bisogno.
Dopo
qualche istante Kate si sentì pronta e voltandosi di poco
verso
Ronnie cominciò a spiegarle tutto, dal principio.
Ronnie
rimase in silenzio ascoltando le parole dell’amica,
sorridendo
apprensiva quando vedeva le lacrime salirle agli occhi ed
accarezzandole la
mano quando si bloccava senza riuscire ad andare avanti.
Quando
Kate finì di raccontarle tutto, Ronnie era a dir poco
allibita.
Non
sapeva nulla, non sapeva che a Kate interessasse Joe e viceversa,
non sapeva che erano stati insieme, se pure per poco e, soprattutto,
non sapeva
perché avesse fatto quella sciocchezza.
-cosa
faccio ora?- chiese Kate in un lamento
Ronnie
la guardò con sguardo contrito, lei non era la persona
più
indicata per dare consigli di cuore, ma provò comunque a
consolarla.
-E’
stato uno stupido equivoco, vedrai che ti chiamerà-
Kate
scosse la testa –no, lo conosco bene- sospirò
–è troppo orgoglioso
per farlo. E’ ancora convinto che io sia andata a quella
festa per divertirmi
alle sue spalle-
-allora
chiamalo tu- tentò Ronnie –sono sicura che una
volta che gli
avrai spiegato le cose, ti chiederà scusa e tutto si
sistemerà-
La
rossa si voltò verso Ronnie, puntando i suoi occhi ormai
opachi e
tristi in quelli della ragazza –a questo punto Ronnie-
sussurrò –che importanza
ha?-
L’amica
non capì, guardandola accigliata.
-mi
ha sostituita in quando Ron? Un giorno, due?- spiegò con un
sospiro
-non
ti ha sostituita Kate!- ribattè Ronnie e la rossa la
guardò con
espressione scettica –non sto dicendo che non ha sbagliato-
chiarì –ma è
evidente che abbia portato quella alla festa solo per farti un
dispetto, non
certo perché è interessato a lei-
Kate
scosse la testa –questo non cambia le cose però-
si portò una
ciocca dietro l’orecchio –quello che ha fatto non
ha nessuna giustificazione-
-e
cosa intendi fare ora?- chiese Ronnie
-non
lo so- borbottò l’altra in risposta
Entrambe
sospirarono restando per un tempo indeterminato in silenzio,
perse nei loro pensieri.
Kate
non poteva fare a meno di pensare all’immenso casino che
c’era
nella sua testa e fuori in quel momento. Da un lato voleva correre dal
ragazzo
ad urlargli in faccia che quella sera non l’aveva preso in
giro, che era stata
costretta ad andare a quella festa e non l’aveva avvertito
solo perché aveva
dimenticato il cellulare in stanza. Dall’altro lato
però, era talmente delusa e
ferita dal comportamento di Joe che non sapeva se avrebbe avuto il
coraggio di
parlargli senza scoppiare a piangere o prenderlo a schiaffi.
Ronnie
d’altro canto era impegnata a cercare una soluzione per
l’amica.
Aveva capito quanto lei ci tenesse a Joe, e non poteva mandare tutto
all’aria
per un semplice malinteso. Certo, Joe ci aveva messo una buona dose
della sua
stupidità per peggiorare le cose, ma non potevano lasciare
andarsi per una cosa
tanto stupida.
Rimasero
immobili, senza proferire parola, fin quando il cellulare di
Ronnie le fece sobbalzare entrambe, rompendo il silenzio con un breve
suono.
-un
sms- soffiò la mora afferrando il cellulare dal comodino
-chi
è?- chiese curiosa l’altra
Ronnie
fissò lo schermo accigliata –N…Nick-
balbettò in imbarazzo
Kate
strabuzzò gli occhi –intendi dire quel
Nick?-
La
ragazza annuì fissando lo schermo del cellulare.
-beh,
cosa dice?- la spronò Kate
Ronnie
aprì l’sms leggendolo, poi guardò
l’amica con aria confusa.
-allora?-
chiese Kate impaziente
-mi
chiede se possiamo incontrarci dopo- spiegò confusa
–al parco-
-wow-
Kate gonfiò le guance –sapevo che eravate usciti
una volta a
cena, ma non credevo la cosa stesse continuando-
-non
c’è nessuna cosa-
gesticolò nervosa Ronnie –ci vediamo ogni tanto
per chiacchierare, tutto qui-
-certo-
sospirò Kate alzando un sopracciglio –come no-
aggiunse –e da
quanto vanno avanti queste vostre chiacchierate?-
-da
un po’- rispose evasiva, cosciente del fatto che ogni parola
sarebbe stata usata contro di lei in futuro –e non so dove tu
voglia andare a
parare- aggiunse previdente –ma le nostre chiacchierate non
hanno un secondo
fine, almeno non quello che pensi tu-
-oh,
certo- sorrise lei –vorresti farmi credere che tu non provi
nessun
interesse per lui?-
Ronnie
aprì la bocca contrariata, ma la richiuse
all’istante, non
poteva mentire, non a lei.
-bene-
sorrise Kate cancellando ogni minima traccia della ragazza che
aveva pianto per tutta la notte –qual è il nostro
piano?-
Ronnie
la guardò accigliata senza capire, ma le piaceva come la
ragazza
aveva usato la parola “nostro”.
-di
che piano stai parlando?-
La
rossa fece schioccare la lingua –il piano per riprendercelo-
disse sicura –mi sembra ovvio-
Ronnie
alzò gli occhi al cielo –perché nessuno
a parte me sembra
prendere minimamente in considerazione il fatto che lui
ha una ragazza?-
L’amica
sbuffò parlando con sufficienza –è
ovvio che io lo prenda in
considerazione- spiegò –è per questo
che ci serve un piano, altrimenti il
ragazzo sarebbe già tuo!-
Mamma
mia, now I really know,
My my, I could never let you go.
(Mamma
mia – Abba)
Ronnie
smise di guardare il prato verde di fronte a lei dove dei
bambini giocavano allegri con le loro mamme e si voltò a
guardare Nick, seduto
accanto a lei, che guardava nella sua stessa direzione.
Quando
aveva ricevuto quel messaggio Ronnie si era stupita del fatto
che il ragazzo avesse chiesto di incontrarla proprio al parco, di
solito Nick
evitava i luoghi troppo frequentati dove era più che
probabile che fossero
paparazzati.
Questo
significava forse che Allie era a conoscenza dei loro incontri?
-Non
posso credere che Joe sia stato così stupido-
Ronnie
annuì con aria assente. Erano seduti lì da quasi
mezz’ora ormai,
durante la quale Ronnie aveva raccontato a Nick di Kate ed aveva
sperato che
lui potesse dirle qualcosa sul comportamento del fratello.
-insomma,
perché non è andato da lei a chiederle
spiegazioni?!- chiese
retorico
-non
lo so- sospirò Ronnie –tu hai provato a
parlargli?- chiese
speranzosa, ma il ragazzo scosse negativamente la testa.
-è
da quando l’ho visto rientrare nella sala con una faccia da
zombie
che provo a parlargli di Kate e quello che è successo, ma
svia in tutti i modi
il discorso- sospirò a sua volta –sono preoccupato
Ronnie-
La
ragazza annuì comprensiva mentre Nick cercava di darsi una
spiegazione, senza successo.
-io
e Joe abbiamo sempre parlato di tutto- spiegò –non
ci sono mai
stati segreti tra noi, ogni volta che lui aveva un problema ero il
primo a
saperlo, il primo da cui andava a chiedere consiglio- scosse la testa
poggiando
la schiena sulla superficie fredda della panchina –quando si
tratta di Kate
invece, si chiude a riccio e non c’è modo di farlo
aprire-
Ronnie
lo vide abbassare la testa con aria triste, ed avrebbe tanto
voluto allungarsi per confortarlo con un abbraccio, ma non era sicura
che fosse
una buona idea, così rimase immobile al suo fianco.
-forse
è solo confuso e vuole chiarirsi le idee per conto suo-
tentò
Nick
alzò le spalle in risposta, perdendo il suo sguardo nel
prato
verde di fronte a loro.
Improvvisamente
a Ronnie vennero in mente le parole di Kate, riguardo
al loro piano per riprenderselo. Le
guance le diventarono istantaneamente rosse e impercettibilmente si
scostò di
poco dal ragazzo. Si sentiva a disagio solo a pensare ad una cosa del
genere.
-che
c’è?- chiese Nick cogliendo il cambiamento della
ragazza
-niente-
cercò di essere disinvolta
Il
ragazzo le sorrise incerto, di sicuro non era niente quello che
stava facendo andare a fuoco le guance della ragazza.
Nonostante
Ronnie avesse distolto gli occhi da Nick, sentiva ancora il
suo sguardo pesante su di lei, che pareva farle bruciare ancora di
più ogni
centimetro della sua pelle, ed il silenzio imbarazzante che si era
creato tra
di loro poi, di certo non aiutava. Doveva dire qualcosa, qualunque cosa
pur di
porre fine a quel silenzio.
-allora-
balbettò –come va con Allie?-
Appena
pronunciò l’ultima parola sentì
l’impulso di prendersi a
schiaffi. Come va con Allie?! Ma
certo! Perché non ricordare al ragazzo di cui era innamorata
che mentre lui
stava con lei al parco a casa aveva una ragazza che lo aspettava e di
cui,
molto probabilmente, era innamorato?!
Era
incredibile come riuscisse sempre a dire la cosa più idiota
al
momento meno opportuno.
-bene-
rispose incerto lui distogliendo lo sguardo da Ronnie
Ronnie
si rese conto dell’improvvisa freddezza da parte del ragazzo
e
sospirò senza farsi sentire.
Si
avvicinò di poco a Nick, sperando che lui non si accorgesse
del suo
movimento. Voleva solo sentirlo più vicino, voleva solo che
i suoi occhi
tornassero a bruciare sulla sua pelle.
-mi
è sembrata una brava ragazza- balbettò e per la
seconda volta
dovette stringersi le mani per impedirsi di prendersi a schiaffi.
Tanto
valeva a questo punto chiedergli perché non la sposava!
Questa
volta il ragazzo non rispose, restando a fissare il vuoto avanti
a se con aria vaga.
Ronnie
sospirò ancora, silenziosamente, avrebbero potuto darle il
Nobel
per la furbizia.
La
ragazza lo guardò di sottecchi, lo sguardo basso,
l’espressione
pensierosa, i denti che mordicchiavano nervosamente il labbro
inferiore, a cosa
stava pensando? La ragazza avrebbe tanto voluto entrare nella sua testa
in quel
momento, e non solo.
Avrebbe
voluto entrare nel suo cuore per scoprire se l’aveva amata in
passato e se, anche un minimo di quell’amore fosse resistito
alle intemperie
degli anni e lui l’amasse ancora, almeno un po’.
Ancora
una volta sentì bisogno di sentirlo più vicino,
di sfiorare la
sua pelle, di sentire il suo calore. E questa volta non
riuscì a frenare quell’impulso
di sfiorarlo e, con mano tremante, allungò il braccio fino a
sfiorare con le
dita il dorso freddo della mano di Nick che sobbalzò a quel
contatto inaspettato.
Ronnie
si voltò verso di lui mentre sentiva uno strano formicolio
alla
bocca dello stomaco, questa volta gli occhi di Nick non erano persi nel
vuoto,
ma erano puntati diritti in quelli di Ronnie che, ne era sicura, aveva
uno
sguardo pressoché da pesce lesso.
Nick
le sorrise teneramente stringendole la mano e Ronnie sentì
chiaramente il suo cuore bloccarsi per qualche secondo.
Una
folata di vento li fece rabbrividire, scompigliando i capelli di
Ronnie che le ricaddero disordinatamente sul viso.
La
ragazza fece per scostarseli con la mano libera, ma Nick la
precedette allungando la sua verso il suo viso.
Ronnie
trattenne il respiro quando le dita fredde di Nick le
accarezzarono la punta dell’orecchiò e
rabbrividì quando sentì le sue dita
indugiare sulla sua guancia bollente.
Non
riusciva più a respirare, non riusciva più a
pensare, non riusciva
più a far nulla, era completamente bloccata in quegli occhi
marroni che la
fissavano.
Era troppo vicino.
Era
così vicino che se si fosse allungata di qualche centimetro
le
punte dei loro nasi si sarebbero sfiorate, era così vicino
che sentiva il suo
respiro sul viso, era così vicino da poter notare i suoi
occhi bruciare dall’interno,
era così vicino che ora aveva la certezza
di volerlo.
Se
solo avesse voluto le loro labbra avrebbero potuto sfiorarsi in un
istante, se avesse voluto avrebbe potuto stringergli le braccia al
collo e stringerlo
tanto forte da non lasciarlo più andare.
Se
lui non avesse avuto una ragazza, se lui l’avesse amata
ancora, se
avesse potuto, forse
l’avrebbe fatto.
-ti
va un gelato?- sospirò allontanandosi dal suo viso mentre
sentiva
uno strano vuoto impossessarsi del suo stomaco.
-certo-
sussurrò lui lasciandole la mano con
un’espressione
indecifrabile in viso
Ronnie
lo osservò mentre si alzava dalla panchina e, sospirando, si
rese conto che era stata davvero una stupida a lasciarlo andare via.
* *
*
Eccoci qui!
Allora, vi
è
piaciuto? Per la gioia di Luciana e con vostra sorpresa vi dico che a
me non
piace molto xD Non lo so, è lungo e
“vuoto” e molto “boh” .-. Il
giorno che
scriverò qualcosa che mi piace sarà una data da
segnare!
Al ogni
modo! La
notizia importante è che VADO A DUBLINO!
Fvojhfiohdoizhfdiohoidhoivhdfjdvglojfoidjgvijfdsigjfozpgjvokjgvopfdjogpjojdfgobkjd.
Starò
via per
due settimane durante ovviamente la quale non potrò postare,
non vedo l’ora *-*
Cercherò
di
postare un capitolo prima di partire, ma non vi prometto nulla!
Come
sempre,
grazie a tutte per aver recensito lo scorso capitolo e per seguirmi **
Vi amo
tutte
<3