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Autore: Roev_Chan    03/11/2011    1 recensioni
"La musica è l'armonia dell'anima."
Roev è una studentessa del corso speciale per esorcisti. Pessimo carattere, fredda, asociale e silenziosa, quando non studia, lavora in un negozio di strumenti musicali nella città della Vera Croce, nascondendo a tutti la sua incontenibile passione: ama suonare il pianoforte. Ed è proprio questo che la farà cacciare nei guai, entrando (senza accorgersene) a far parte del sadico gioco del preside dell'Accademia, Mephisto Pheles...
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-Facciamo un patto, Roev-Chan? ♥- 
-Un patto?-
-Si, un patto! A te piace suonare il piano, no? Bhe, io ti darò la possibilità di suonarlo ogni volta che vuoi, ma in cambio dovrai sottostrami e obbedire a ogni mio ordine! Ci stai?- [...]
-D’accordo, ci sto.-
-Sapevo che potevo contrattare con te, Roev-Chan! Ma ti avverto: se smetterai di suonare, io mi prenderò la tua anima! ♥-

[cap. 4 - "Il patto"]
Genere: Azione, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mephisto Pheles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza
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Okumura e Suguro correvano a perdifiato cercando di scappare da un Leaper che li inseguiva con fare goffo, ma con una velocità costante e senza dare segni di cedimento. Roev fissava dall’alto della palestra insieme al resto della classe quel grosso demone con le sembianze di ranocchio gigante intento a seguire i due che correvano a perdifiato. Mentre il professor Tsubaki gli dava indicazioni, Suguro urlò qualcosa contro Okumura e gli saltò addosso, facendolo cadere. Prima che il Leaper si avventasse sul ragazzo, il professore per fortuna fu più veloce e richiamò il demone facendo azionare una leva. La catena di ferro che lo teneva legato si tese con forza allontanando il demone dai due.
-Che state facendo?! Volete forse morire?!- Gli urlò dietro Tsubaki. Di nuovo, Okumura e Suguro si scambiarono due parole; fu un attimo: l’uno saltò addosso all’altro e cominciarono a menarsi –Ehi! Ehi! Ehi!- Intervenne Tsubaki insieme a Miwa e Shima. Li divisero mentre il professore fece un discorso a Suguro. Roev, appoggiata al muro perfettamente liscio e di colore grigio, osservò la scena da lontano, insieme al resto della classe.
-Che idioti.- Commentò Kamiki, seduta al fianco di Paku sul ciglio della palestra. Finito di parlare a Suguro, entrambi tornarono sulla cima della palestra, poi toccò a Kamiki e Moriyama. La prima se la cavò egregiamente, mentre la seconda… era un disastro. Roev non riusciva ad evitare di spalmarsi la mano in faccia ogni volta che Moriyama cadeva. E poi, correva con una lentezza che perfino un ghiro in letargo l’avrebbe superata.
-Shima! Akuma! Tocca a voi!- Li chiamò Tsubaki.
-Si!- Rispose pronto il ragazzo coi capelli rosa spento. Roev si staccò da muro e, con le mani in tasca, si avvicinò al ciglio della palestra. Sentì un altro commento di Kamiki.
-Scommetto che sarà un’altra esibizione di incapaci.- Roev la sentì, e si bloccò poco prima di scendere in palestra. Le lanciò uno sguardo truce.
-Non montarti la testa solo perché corri più veloce della Moriyama. Se fosse stato un Ghoul ti avrebbe già presa prima che tu muovessi un passo.- La aggredì Roev, per poi scendere scivolando giù. Kamiki rimase a guardarla a bocca spalancata, molto probabilmente stava parlando male di lei. Si posizionò in riga, pronta per correre, quando sentì Shima che le parlò.
-Roev, giusto? Che vinca il migliore!- E le tese la mano sorridendo. Roev lo guardò. Come mai tutta quella confidenza?
-E’ una sfida?- Chiese la ragazza. Shima ci pensò su qualche secondo.
-Più o meno.- Rise il ragazzo. Roev gli tese la mano e gliela strinse.
-D’accordo, che vinca il migliore!-
-In posizione! Via!- Il professore liberò uno dei Leaper che cominciò ad inseguire i due. Renzou e Roev partirono praticamente alla pari, ma la ragazza correva di gran lunga più forte del compagno.
-Quella Akuma corre proprio veloce!- Commentò Okumura –Mi piacerebbe sfidarla!- Suguro lo guardò male. Shima cercava di correre più veloce che poteva, ma Roev era il doppio più veloce di lui. Non sembrava nemmeno sforzarsi al massimo.
-Akuma e Shima! Rietrate!- Ordinò Tsubaki richiamando il Leaper. Roev si fermò di colpo, alzando un leggero polverone.
-Come mai?- Chiese Shima col fiatone.
-Devo assentarmi un minuto, torno subito! ARRIVO GATTINA MIA!- Urlò il professore dileguandosi dalla palestra.
-Gattina?- Chiese Roev perplessa.
-Centrerà sicuramente una donna!- Ridacchiò Shima divertito. Mentre Roev e Renzou salivano le scale per raggiungere il resto della classe, un rumore di delle scarpe che strisciavano sul pavimento interruppe i pensieri della ragazza. Vide Suguro avvicinarsi al Leaper in mezzo alla palestra.
-Ma che sta facendo?- Fece Shima confuso mentre continuavano a salire. Suguro cominciò a urlare contro il Leaper, e proprio mentre Roev raggiunse la sporgenza in cima alla palestra, sentì il ragazzo urlare.
-…IO SCONFIGGERO’ SATANA!- Kamiki scoppiò a ridere, seguita da Paku. Roev le guardò storte entrambe. Quelle risate si diffusero in tutta la palestra. Poi, il Leaper ruggì. Suguro doveva aver esitato.
-BON!- Urlarono Miwa e Shima.
-Ehi, punk! Scappa, stupido!- Lo intimò Roev, ma Okumura saltò verso il rivale e si mise in mezzo tra lui e il Leaper, che spalancò la bocca, mordendolo. Passarono pochi istanti che il demone allentò la presa e lo lasciò andare.
-Ehi, sarò io a sconfiggere Satana!- Gridò il ragazzo. E ricominciarono di nuovo a litigare. Kamiki tirò un sospiro, esasperata.
-Sono circondata da idioti…- Borbottò. Roev evitò di commentare. Si limitò a fissare quel Leaper che spostò lo sguardo su di lei. Lei lo guardava impassibile. Si lasciò scappare uno sbuffo, rimanendo a fissare il demone con occhi di ghiaccio.



Dopo qualche giorno dell’incidente con il Leaper, la classe era stata promossa al livello di Esquire. Roev aveva ottenuto ottimi voti nel campo Knight e Doctor. Aveva passato una notte da inferno in compagnia di un grosso Ghoul e l’aveva letteralmente trucidato dal nervoso. La sera stessa, incontrò per la prima volta il Principale che veniva spesso citato dai professori: era un uomo alto, dai capelli viola e scuri con un buffo ciuffo a spirale. Dopo quella notte, Roev non era riuscita a studiarlo bene, ma ne ebbe l’occasione di farlo la sera, quando il preside decise di festeggiare la promozione della classe andando a mangiare del monja. Aveva discusso un attimo con il professor Okumura Yukio, per poi andare a litigare con  il gemello del professore. Roev ebbe la possibilità di studiare lo sguardo dell’uomo: occhi piccoli di un verde spento segnati da profonde occhiaie, che gli davano una nota di furbizia quasi crudele. Il punto era che la ragazza non si era accorta che lui gli aveva lanciato una quantità di occhiate colme di curiosità. Il nome dell’uomo era Mephisto Pheles. Per tutta la sera, Roev rimase sulle sue scambiando due parole con Shima e Okumura e, un poco con Shiemi. Ma per quasi tutto il tempo, rimase zitta muta, incrociando gli occhi con un diavolo di uomo. 



Il giorno dopo, invece di rimanere a casa a dormire, la ragazza dovette alzarsi per andare in negozio. Si portò dietro dei libri di testo, i prof  l’avevano riempita di compiti. Quando arrivò davanti alla porta del negozio, si voltò alla sua destra per rivedere il cagnolino bianco che quasi tutte le volte la aspettava lì vicino. Roev aprì la porta del negozio e il cagnetto sgattaiolò tra le sue gambe, andando ad accucciarsi sotto il pianoforte. La ragazza si sedette dietro al bancone per consumare un paio d’ore e tra un cliente e l’altro, un po’ di studio, giusto per prepararsi per le prossime lezioni. Poi, si alzò in piedi e raccolse un po’ di polvere qua e là. Nel bel mezzo del suo lavoro, sentì il cagnolino che sbuffò, impaziente. Roev appoggiò lo straccio sul bancone e si posizionò davanti al pianoforte. Si sedette e il cagnolino le saltò vicino, sedendosi vicino a lei. Roev aprì con delicatezza maniacale il piano, e appoggiò le dita sui tasti, cominciando a suonare alcuni pezzi di brani che sentiva spesso alla radio. Per alcuni doveva fermarsi a cercare le note, ma apprendeva in fretta e in pochi minuti aveva trovato le note della canzone. Fu un rumore improvviso ad interromperla: il gestore, che la stava fissando dall’ingresso del negozio. Roev si alzò in piedi di scatto, e si accorse che, per fortuna, il cane bianco era sparito.
-Ma che brava, ti ho forse dato il permesso di usarlo?- Chiese l’uomo andando verso lo strumento musicale e chiudendolo. Roev rimase immobile tenendosi per la felpa color crema, con lo sguardo chino. L’uomo si avvicinò alla ragazza e la spintonò, facendola cadere –Sei proprio una buona a nulla, per forza che andiamo in bancarotta, perché non fai il tuo lavoro!- Estrasse un’accetta e si diresse verso lo strumento musicale –Questo stupido pianoforte…- Alzò l’arma, mentre il cuore della ragazza fece un tuffo nel vuoto.
-Non farlo!- Lo implorò disperata. L’uomo colpì il pianoforte, ma questo non si scalfì: al posto dell’accetta, c’era un mazzo di gigli bianchi.
-Che cazzo significa?! Fiori?!- L’uomo si girò verso Roev che fissò i fiori basita –Sei stata tu, brutta strega?!- La prese per il colletto della felpa, pronto per sferrarle un ceffone, ma qualcosa bloccò l’uomo: il professor Noihaus e un altro lo avevano bloccato, l’uomo aveva mollato la presa da Roev, che cadde per terra; mentre i professori lo trascinavano fuori dal negozio. Roev si guardò attorno e si alzò con gli occhi lucidi per lo spavento. Era successo tutto talmente in fretta che non sapeva che fare, oltre a rimanere in piedi in mezzo al negozio. Fu il mazzo di gigli a farla tornare in sé: se li era ritrovati sotto al naso, e c’era una mano coperta da un guanto viola che li teneva. Alzò piano la testa e video il Pricipale, Mephisto. D’istinto si ritrasse, cercando rifugio dietro al bancone. Si guardarono a lungo, poi l’uomo appoggiò i fiori sul tavolo, con un mezzo sorriso.
-Non ti darà più preoccupazioni, puoi starne certa.- Le disse. Roev si ricompose, imbarazzata dal gesto precedente.
-Grazie…- Disse flebilmente. Il preside la studiò accarezzandosi il pizzetto.
-Perché lavoravi per quel tipo?- Le chiese.
-Perché… io amo la musica.- Rispose la ragazza, indicando il pianoforte –Suono il piano.-
-Davvero?- Mephisto appoggiò piano la mano sullo strumento –E lo suoneresti?- Roev arrossò. Non aveva mai suonato davanti a qualcuno, tantomeno nessuno le aveva chiesto di suonare. Si avvicinò piano allo strumento musicale e si sedette. Trasse un respiro profondo e appoggiò le dita sulla tastiera. Fu come qualcosa di automatico, le suo mani cominciarono a muoversi, suonando “Evil Eater Conchita” di Meiko Sakine, un brano che Roev ascoltava spesso quando andava a casa di una sua amica, sua fan sfegatata. Dopo il primo minuto di musica, Mephisto cominciava a tenere il tempo con la testa, fino alla fine del brano. La guardò sorridendole quasi perverso.
-La sai fare “Trick and Treat” dei gemelli Kagamine?- Le chiese. Roev fu colta alla sprovvista.
-Non la conosco.- Rispose scuotendo la testa.
-Imparala!- Roev non sapeva se prenderlo come un ordine o un consiglio, così si limitò a fare brevi cenni, poco convinta –Fantastic! ✩ Adesso devo scappare, ci vediamo!- La salutò Mephisto, uscendo dal negozio. Roev rimase sola. Si guardò attorno e chiuse il pianoforte, alzandosi in piedi. Sistemò alcuni spartiti e ne approfittò per cercare la canzone che le aveva consigliato di suonare l’uomo. Trovò gli spartiti, che erano esposti in vetrina e li mise insieme ai suoi libri nella borsa. Osservò il bouquet  e lo prese in mano, notando un bigliettino legato tra i fiori. Lo prese: c’era scritto il numero e la e-mail di Mephisto. Sospirò: si aspettava qualcosa del genere, ma pensò solo una cosa. “Che pedofilo.” Uscì dal negozio e lo chiuse a chiave. Si sorprese nel vedere il cagnetto bianco a pochi metri da lei.
-Ma tu sei sempre a zonzo? E il tuo padrone?- Gli chiese la ragazza. L’animale fece un leggero sbuffo –Va bhe, fa come credi.- Roev gli diede le spalle e si incamminò verso il dormitorio delle ragazze. Salì le scale e quando aprì la porta della sua stanza, sentì un abbaio quasi sforzato. Si voltò di scatto: il cagnolino l’aveva seguita fin lì –Ma tu non mi dovevi seguire…!- Gli disse –Adesso se ti vedono andare in giro per la scuola ci rimetti tu e nei casini ci vado io.- Brontolò prendendolo in braccio. Roev era nota per la sua forza, ma quel cagnetto bianco pesava come una damigiana piena di vino -Accidenti che ti danno da mangiare i tuoi padroni? Pane e mattoni?- Fece la ragazza appoggiandolo sul letto. Lasciò la sue cose in stanza e afferrò il termos -Se ti allontani giuro che non ti vengo a cercare!- Lo minacciò chiudendo la porta. Andò a prendere dell’acqua calda in dormitorio e tornò nella stanza; il cagnolino non si era mosso, ma la stava aspettando seduto sul tappeto scodinzolando. Roev lo ignorò alla grande e aprì un cassetto della scrivania, estraendo del Junk Food e delle bacchette. Il cagnetto sembrò andare in escandescenza. Cominciò a saltellare implorando la ragazza di farglielo mangiare pure a lui –No a te fanno male questo cose, e poi l’acqua mi deve bastare entro domani, la pago, sai? E adesso che non ho più il lavoro…- Si bloccò. È vero, non ci aveva pensato: con l’arresto del gestore, piuttosto che affidarlo a lei, una ragazzina di sedici anni, il negozio sarebbe stato chiuso. Il pianoforte, gli spartiti… Roev non riuscì a trattenersi: prima le lacrime cominciarono a rigarle il viso, poi arrivarono gli singhiozzi e infine, anche versi strani che la ragazza faceva per reprimere quella scena penosa. Meno male che non c’era nessuno a vederla in quello stato pietoso, altrimenti avrebbe fatto la figura dell’imbecille. Guardò il cagnolino bianco -Che cosa posso fare…?- Piagnucolò in preda le lacrime, abbracciandolo.
 

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Spazio autrice:
Sta venendo una vera merda, lo so. E ho davvero le idee poco chiare su come farla continuare...
Bhe, spero che riguardando un po' Ao No Exorcist mi venga in mente qualcosa!
Un saluto a tutti!
Verox_XVIII
   
 
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