Avviso:
capitolo un filino tendente al rosso! ;D minorenni avvisate!!
#
L’universo
ha parlato
Richard Castle camminava a testa
alta per la strada.
Dopo la bellezza di soli tre mesi
poteva dire di
averla dimenticata.
Certo, non completamente
dimenticata. Era pur sempre
una delle donne più straordinarie che avesse mai conosciuto
ed era praticamente
la sua migliore amica, perciò no, non poteva farla uscire
del tutto dalla sua
vita.
Ma se la stava facendo passare.
Questa mostruosa e
gigantesca cotta che aveva per lei stava pian piano scemando e il non
vederla
di continuo cominciava a dare i suoi frutti.
Con questi pensieri si
fermò ad un chioschetto a
prendere un caffè caldo. Dicembre era appena iniziato e il
freddo invernale
penetrava nelle ossa. Si scaldò le mani stringendo il
bicchierone di cartone.
Si sarebbe mai autoconvinto di
essersela scordata?
Riprovò a concentrarsi,
meglio non abbassare mai la
guardia.
Avevano ormai riaperto da un pezzo
ma oggi era il
giorno di chiusura settimanale e voleva starsene un po’ in
pace nel suo
seminterrato a scrivere.
Io,
Richard
Castle, NON sono più innamorato di Kate Beckett! Per niente,
nada, nisba, tutto
passato.
Respirò a pieni polmoni
passeggiando distrattamente
verso l’Old Haunt.
Il giorno che fosse riuscito a
dirlo anche ad alta
voce avrebbe dato un party!
Schivò un passante per
un soffio. New York era caotica
per via dell’ennesimo sciopero dei taxi e di conseguenza i
marciapiedi erano
affollati.
Destreggiarsi nella folla e
concentrarsi sulla
negazione dei propri sentimenti era pressoché impossibile.
Tra spintoni e
dribblaggi vari si
schiantò addosso ad
un’altra persona, rovesciandole addosso tutto il
caffè.
Rick si maledì per la
sua goffaggine ma quando alzò
gli occhi sulla sua povera vittima un sorriso stupito e spontaneo
sbucò sul suo
volto.
Io,
Richard
Castle, sono completamente e incondizionatamente innamorato di Kate
Beckett e
NON mi passerà mai!
Kate alzò gli occhi per
vedere chi l’aveva inondata di
caffè proprio quel giorno che andava di fretta. Aveva solo
un ora da concedersi
per mangiare e volle uscire dal distretto per respirare un
po’ di aria fresca.
Al suo rientro l’attendeva l’ennesima riunione del
nuovo capitano. La Gates
adorava le riunioni, neanche fosse una manager aziendale. E non poteva
tardare,
quella non ammetteva sgarri!
Incenerì con lo sguardo
il malcapitato; ora si sarebbe
dovuta scapicollare fino a casa per cambiarsi e arrivare puntuale.
Ma quando incrociò i
suoi occhi l’irritazione sparì
nel nulla e il suo cuore, dopo tanto, ricominciò a battere
regolare. Anzi no,
un pochino più veloce.
Restarono a bocca aperta a fissarsi
per degli
interminabili secondi, come se non si vedessero da tre anni,
anziché tre mesi.
Poi il caos di New York li
riportò alla realtà.
Il clacson di un auto,
l’abbaiare di un cane, il
chiacchiericcio della gente in strada li rese consapevoli di essersi
persi
l’uno negli occhi dell’altra, come un tempo.
Sbatterono più volte gli
occhi per uscire da quella
trance e Rick si costrinse ad abbassare lo sguardo. Fu allora che la
vide.
L’enorme macchia di caffè. Aveva centrato in pieno
il petto della detective.
Vedendo il suo sguardo, anche lei controllò il danno.
La camicetta era inguardabile,
ormai non più bianca,
la sciarpa leggermente macchiata con qualche schizzo
all’altezza della gola
mentre il suo cappotto beige era diventato marrone solo sui due lembi
aperti.
Sfortunatamente non aveva il
cappotto abbottonato. Per
lei non era così freddo il clima, adorava
l’inverno e la neve. E comunque non
era niente in confronto al gelo che sentiva dentro da quando avevano
smesso di
vedersi.
A Kate non importava poi molto.
Rick era davanti a lei
dopo quella che le era sembrata un’eternità. Ma il
ringhio della Gates le
risuonò in testa. Se si fosse presentata così
conciata al suo cospetto avrebbe
fatto una pessima figura oltre che perdere quel minimo di rispetto che
quella
si sforzava di dimostrarle.
“M-mi dispiace da
morire..i-io non ti avevo proprio
vista..” cercò di giustificarsi Rick.
Kate si sciolse di fronte a quel
balbettio. Era il
solito cucciolone imbranato di sempre.
“Lo so, non ti
preoccupare” rispose gentile “Ti trovo
bene..” aggiunse poi un po’ incerta.
“Anche io”
rispose Rick sorridendo.
Sarebbe restata lì in
mezzo alla strada con lui per
ore, ma doveva scappare a casa per cambiarsi ora, ed era lontana; si
doveva
affrettare.
“Scusa ma vado di fretta.
Ero di corsa già prima e
adesso lo sono ancora di più..” indicandosi il
petto “Devo correre a casa a
cambiarmi e forse riesco a mangiare un boccone prima di tornare al
distretto”
spiegò velocemente spostandosi dalla calca.
Rick la tallonò
prontamente. L’universo aveva parlato,
li aveva appena fatti rincontrare e nemmeno per sogno se la sarebbe
fatta
scappare nuovamente, tanto di dimenticarla non se ne parlava
proprio…
Ci aveva provato, ma era una causa
persa in partenza.
“Come mai? Avete un caso
scottante?” domandò,
aiutandola ad uscire dal flusso di persone che scorreva in
giù, verso Main
Street.
“No, niente di speciale,
ma la Gates è fissata con le
riunioni e ne ha programmata una alle 14:30 e se la perdo sono
guai!”
istintivamente guardò l’orologio “oh,
non ce la farò mai..” non avrebbe fatto
in tempo a cambiarsi nemmeno senza sciopero dei taxi.
Castle si sentì
colpevole e inutile. Aveva combinato
un casino come suo solito e voleva aiutarla a tutti i costi.
“E’ tutta colpa
mia, scusa..” disse tutto sconsolato.
Vederlo così le fece
male. Posò una mano sul suo
avambraccio con l’intenzione di confortarlo ma Castle
prontamente le bloccò la
mano sgranando gli occhi “il golfino!!”
“Come?”
domandò confusa
“Vieni con me!”
e così dicendo la prese per mano
trascinandola pochi metri più in là fino a
fermarsi davanti al suo pub.
Kate guardò
l’insegna dell’Old Haunt. Quanto gli era
mancato! Ma gli avrebbe fatto solo più male continuare a
frequentare il suo
locale.
Con un sorriso enorme, Rick
alzò la serranda e con le
chiavi che aveva in tasca aprì la porta e accese le luci.
La fece accomodare e richiuse la
porta a chiave, per
impedire ai clienti di entrare credendo il bar aperto.
“Perché siamo
qui, devo proprio andare Castle..”
“Abbi fede,
vieni”
La portò in fondo al
locale e con un’altra chiave aprì
la porta del seminterrato che portava al suo ufficio.
“Ma..che fine ha fatto il
passaggio segreto?” domandò
sorpresa guardandosi intorno.
In effetti notò parecchi
cambiamenti e le pareti erano
fresche di vernice.
“Ho dato una rinfrescata
all’ambiente e poi il
passaggio segreto era scomodo. Fico, ma scomodo..” rispose
sorridendo,
tralasciando che si era dovuto tenere occupato in quei mesi senza di
lei e che
aveva riversato parte delle sue energie nella ristrutturazione.
Scesero le scale e Kate
osservò bene anche l’ufficio.
C’era una scrivania con
un portatile, una stampante e
un telefono.
L’armadio che copriva
l’ingresso alle fogne era
sparito e l’ingresso stesso era stato murato.
Vari mobili avevano preso posto
attorno alle pareti
compresa una mini libreria. Sembrava una piccola riproduzione in scala
dello
studio che aveva a casa sua.
Rick la osservò mentre
si guardava attorno, finchè non
la vide posare lo sguardo sul suo mobile preferito.
“Hai un
divano?” domandò scettica
“Si”
“Qui sotto?”
“Si”
Aggrottò le
sopracciglia, incerta.
Ma perché nessuno
capiva. “Mi piace stare comodo..”
“Come vuoi, ma ancora non
ho capito perché siamo qui”
guardando nuovamente l’orologio.
“Ah, si..” lo
vide avvicinarsi all’attaccapanni posto
accanto alle scale. Prese un capo nero e glielo porse
“E’ il golfino che hai
dimenticato l’ultima volta che ci siamo visti qui a bere
tutti insieme..”
spiegò abbassando lo sguardo “speravo che saresti
venuta a riprenderlo..” L’aveva
tenuto con sé per tutti quei mesi come.. un porta fortuna
forse?
Kate se lo ricordava bene. Nei
giorno seguenti aveva
pensato molte volte di usare quel golfino come scusa per rivederlo ma
non lo
aveva mai fatto. Aveva deciso di provare a dare un taglio netto al loro
rapporto, proprio come Rick, perciò si convinse che fosse
meglio smettere di
pensarci e andare avanti.
Afferrò
l’indumento e le loro dita si sfiorarono.
Bastò un attimo. Nessuno
dei due seppe come, ma si
stavano baciando. Con foga, come se avessero fame l’uno
dell’altro.
Gettò a terra il golfino
che le occupava una mano. Una
volta libera lo afferrò alla nuca per attirarlo
più a se. Quasi senza
accorgersene entrambi cominciarono a liberarsi di cappotti e sciarpe.
Il
profumo di caffè aleggiava nell’aria dalla
camicetta di Kate.
Era da tanto che non lo respiravano
assieme. Si
staccarono controvoglia per prendere ossigeno.
Kate ansimava come se avesse corso
al maratona di New
York.
Poche boccate e gli si
scagliò nuovamente addosso,
completamente in balia delle sue emozioni.
In un barlume di
lucidità Rick la bloccò.
“Ferma..ferma..”
disse ancora ansimando per il bacio.
Kate tentò di
divincolarsi e proseguire nel suo
intento ma lui era più forte “Non voglio
fermarmi” sussurrò appena lei,
preoccupata che invece fosse proprio quello che volesse lui.
“Nemmeno io,
davvero” la rassicurò “ma non voglio
fare
l’amore con te per poi vederti scappare via dicendo che
è stato solo un
errore..” le disse guardandola negli occhi.
Kate scosse la testa annegando in
quel mare azzurro
“sono sicura” e la decisione con cui lo disse
dissipò qualsiasi dubbio lui
avesse.
Con il pollice le sfiorò
un labbro schiudendolo
leggermente per poi scendere sul collo.
Lei lo fissava con il respiro
accelerato, ipnotizzata
dal suo tocco caldo e delicato e dal modo in cui le contemplava il
collo.
Quando si piegò a baciarglielo, Kate chiuse gli occhi e si
aggrappò alle sue
spalle.
Ci
pensava spesso, soprattutto in quei mesi in cui l’aveva
evitato sperando di
dimenticarlo.
Pensava a come sarebbe stato se loro due avessero.. ma poi scacciava
quel
pensiero doloroso che le attorcigliava lo stomaco.
Con foga Rick sollevò la sua camicetta sporca premendo le
mani sulla sua
schiena morbida. Finalmente poteva toccare la sua pelle liscia.
Kate si
sentì bruciare sotto quel tocco. Quanto tempo sprecato a
rimandare
l’inevitabile...
Rick
tentò di slacciargli la camicetta ma lei lo fermò
bloccandogli i polsi a
mezz’aria “Piano, Rick...”,
sussurrò al suo orecchio “Lo sai che ci sono
sempre
io al volante...”.
Disse stuzzicandolo, ricordandogli che a lui non era mai permesso
guidare la
sua auto.
Solo una
volta aveva guidato Castle, a Los Angeles, ma quella era
un’occasione
particolare. Sia emotivamente che professionalmente.
Si morse
il labbro provocandolo come solo lei sapeva fare, e poi gli
lasciò i polsi.
Un lampo
di passione transitò nei suoi occhi e lei capì
che acconsentiva a lasciarle il
comando.
Le mani di Kate cominciarono a slacciare la camicia di Rick, un bottone
dopo
l’altro, lentamente, partendo dall’alto. Ad ogni
lembo di pelle scoperto Kate
lasciava una scia di baci umidi e caldi che lo stavano facendo
impazzire.
Una volta
aperta tutta la camicia si rialzò da terra e gliela
sfilò lasciandola al suolo.
Poi fu la
volta della cintura. Rick si lasciò spogliare come fosse un
manichino,
ammaliato dall’intraprendenza della sua musa. Quando anche i
pantaloni furono a
terra, lo aiutò a sfilarsi scarpe e calzini. Kate si
allontanò di qualche passo
per ammirare la visione completa di Rick in boxer davanti a lei.
Decisamente
aveva un bel fisico. Spalle larghe e stomaco piatto. Pensò
che si fosse messo a
dieta, perché lo trovò molto meno appesantito di
come se lo ricordava.
Non che
l’aspetto esteriore le importasse più di tanto,
quello che c’era tra loro
andava ben oltre il mero lato estetico; comunque non le dispiaceva
affatto che
si tenesse in forma e quello che aveva davanti a sé la
spinse a mordicchiarsi
nuovamente il labbro.
Questa
volta lo fece spinta dalla voglia e dalla passione.
Rick non
resistette oltre, la afferrò per un braccio e se la
tirò letteralmente addosso.
“Tocca a
me guidare ora” le sussurrò all’orecchio
nello stesso modo usato poco prima da
lei.
Come in
un passo di danza figurato le sollevò il braccio destro
sulla testa e la fece
ruotare su se stessa, per poi ritrovarsi abbracciato a lei di spalle.
Pareva
scomparire dentro quelle braccia muscolose.
Lasciò la
presa e lei non si mosse di un centimetro. Non ne aveva la minima
intenzione.
Le mise
le mani attorno al collo accarezzandole la gola, per poi scendere sulle
spalle
e proseguire lungo le braccia fino ad intrecciare le loro dita.
Posò le
loro mani unite sul ventre di Kate, completamente rilassata sul suo
petto.
Slegò le
loro dite per cominciare a slacciarle la camicetta. Con una mano
sbottonava e
con l’altra accarezzava la pelle che man mano gli si rivelava
sotto gli occhi,
fino a ritrovarsi nuovamente con entrambe le mani attorno alla sua gola.
Kate
inarcò la schiena e reclinò la testa
all’indietro. Rick ne approfittò per
salire ancora di più e
infilare le mani
tra i capelli, massaggiandole la testa.
Un gemito
gutturale le sfuggì dalla gola. Adorava i brividi provocati
dalle carezze ai
capelli.
Fiero di
quel gemito, Rick le tolse la camicia accompagnandola sulle spalle,
abbassando
anche gli spallini del reggiseno e affondando il viso nel suo collo.
Kate,
sentendo le sue labbra su di sé, gli afferrò le
mani e se le portò sul seno,
che lui strinse prontamente. Lo massaggiò e
torturò per qualche secondo,
infilandosi anche sotto la stoffa, per poi abbandonarlo e spostare
entrambe le
mani verso il basso.
Con
l’indice tracciò il contorno del bottone dei
jeans, con l’altra mano trovò
invece la zip.
Stette
per un attimo fermo e immobile ad assaporare il momento.
Respirò forte il
profumo di ciliegia dai suoi capelli “Rick..” la
sentì sospirare. Lei non
voleva che si fermasse.
“Lo so,
lo so, hai fretta...” rise lui contro il suo orecchio,
sapendo bene che non era
la fretta di tornare al distretto per la riunione quella che aveva Kate.
Cercava
di mantenere un tono giocoso, per alleggerire la tensione e
perché era così che
voleva fare l’amore con lei.
Le baciò
la nuca e da quel punto fece partire una lunga scia di baci che
terminarono sul
fondo schiena, appena sopra i jeans.
In
ginocchio alle sue spalle Rick slacciò i jeans e lentamente
li fece scorrere
lungo le sue lunghe gambe fino ai piedi. Kate scalciò in
avanti le scarpe col
tacco, perdendo così almeno dieci centimetri. Una gamba alla
volta l’aiutò a
sfilare i pantaloni.
Con le
mani rifece il percorso al contrario, rialzandosi.
La sua
musa era perfetta, sotto ogni aspetto.
Una volta
in piedi lei si voltò per essere nuovamente di fronte a lui
e lo aggredì,
letteralmente, con un bacio, spingendolo verso il divano.
Quando Rick ci sbattè contro con i polpacci la
fermò nuovamente “Solo un
secondo…” dandole un altro bacio “.. un
secondo..” la allontanò di poco, si
piegò su divano e infilò le mani fra i cuscini.
Con un
colpo di braccia ben assestato tirò verso di se, arretrando,
permettendo al
materasso di spiegarsi davanti a loro.
Kate
sorrise maliziosa “non scherzavi quando dicevi che ti piace
stare comodo..”
avvicinandosi nuovamente a lui.
“Visto
che si può, non vedo perché non
approfittarne” concluse la frase a fior di
labbra, depositandovi un bacio.
Le
raccolse le gambe passandole il braccio dietro le ginocchia, la prese
in braccio
e la depositò sul letto.
Con
infinita dolcezza le accarezzò i capelli, scendendo sul
viso, disegnando con
l’indice il contorno del naso per poi finire sulla bocca. Non
aveva mai
staccato gli occhi dai suoi. Era certo che lei lo volesse, ma aveva
sempre
quella paura che lei potesse scappare da un momento
all’altro, che la sua
maledetta razionalità sbucasse fuori e ripensasse a
ciò che stavano per fare.
Ma Kate aveva
dimostrato ampiamente che non voleva essere in nessun altro posto se
non lì,
con lui, ad accarezzarsi, baciarsi e fare l’amore.
Baciò il suo indice, facendo
aderire le sue labbra.
Richard
la fissava ancora. Lui non aveva fretta, voleva godersi il momento
appieno,
perché finalmente poteva essere libero di amare la sua musa.
Con la
mano continuò ad accarezzarle lentamente il collo, scendendo
sulla clavicola.
E poi non
resistette. Avvicinò la sua bocca ad essa, lasciando una
lunga scia di baci
infuocati lungo il collo.
Kate
aspettava una sua mossa.
Gli aveva
accarezzato le braccia e il petto, ma voleva che fosse lui a fare la
prima
mossa. Quando sentì le sue calde labbra lungo la sua
clavicola, non capì più
nulla.
Gli
afferrò il viso e lo costrinse a guardarla, e finalmente
unirono di nuovo le
loro bocche.
Rick
ruotò un po’ di più ritrovandosi
completamente sdraiato su di lei, reggendosi
con le mani, per paura di farle male.
Le loro
lingue erano fuse insieme, e in quella stanza si udivano solo i loro
respiri
profondi uniti a lunghi e prolungati gemiti.
Rick
scese con la mano, sfiorandole nuovamente il petto. Voleva liberarla di
quell’inutile pezzo di stoffa che intralciava la vista su
quel corpo perfetto.
Infilò
una mano dietro la schiena per poterlo sganciare, ma con sua sorpresa,
il
gancio non c’era.
Rimase un
attimo perplesso e allo stesso tempo confuso. Kate invece
capì subito, e
portandosi un dito sul labbro, maliziosamente esclamò
“La chiusura… è sul
davanti…”
Rick
sbattè le palpebre incredulo, ma ancora non muoveva un
muscolo. Così Kate, con
una voce estremamente sexy, che mai lui aveva potuto udire, gli disse:
“Guarda..”
Portò
entrambe le mani sull’incavo del seno, proprio dove stava la
chiusura e con una
lentezza infinita sganciò il gancetto.
Rimase
ammaliato da quella visione, ma si riprese subito in modo da non dover
far
attendere oltre la sua musa.
Allontanando
da lei il reggiseno, iniziò la sua lenta tortura. Con una
mano le sfiorò uno
dei seni, iniziando a massaggiarlo con cura, stuzzicandolo il tanto che
bastava
per farla sospirare di piacere. Invece sull’altro seno
concentrò la sua bocca,
assaporandolo, eccitandola come non mai. Si bloccò in quel
punto per
interminabili secondi, prolungando l’attesa.
Si spostò
poi sullo stomaco, mentre con la mano scendeva sul suo ventre piatto,
per poi
fermarsi quando arrivò al bordo degli slip di cotone.
Avrebbe
voluto sfilarglieli e farla gemere di piacere, ma come gli aveva
ricordato poco
prima, era lei a guidare.
In un
rapido gesto, Kate, cambiò le posizioni, ritrovandosi sopra.
Si
inchinò su di lui per baciarlo e Rick avvertì il
calore e l’eccitazione del suo
seno contro il suo petto.
Rick la
teneva forte a se, non la lasciava andare, stringendola per la schiena,
sentendole la pelle liscia sotto le sue mani.
Le sfiorò
i glutei, ma l’obiettivo delle sue grandi mani erano le sue
cosce vellutate,
che attendevano solo di essere toccare e accarezzate da lui.
Kate
muoveva il suo bacino contro il suo avvertendo la chiara eccitazione
maschile
farsi sempre più presente, contro di lei, tanto che non
riuscì proprio a
nascondere un gemito di frustrazione per tutta quella lunga attesa.
Attesa
dei preliminari. Attesa repressa in questi 4 lunghi anni.
Attesa di
non aver saputo aprire le braccia all’amore molto tempo
prima, e aver sprecato
tempo prezioso.
Ma ora
non aveva nessuna intenzione di perdere altro tempo con lui.
Era lui
l’uomo giusto.
Era lui
che c’era sempre.
Era lui
che l’amava davvero per quello che è. Sempre.
Gliel’aveva
detto svariate volte.
E ora
erano lì, beandosi di un piacere che solo le persone davvero
fortunate
riuscivano a capire, la completa fusione, non solo fisica ma anche di
anime.
Perché
lui ci credeva. Se lo ricordava bene, lui credeva negli unicorni e nei
doppi
arcobaleni, ma soprattutto nelle anime gemelle.
Sempre
guardandosi negli occhi, si tolsero reciprocamente gli ultimi indumenti
intimi.
Rick si
tirò su a sedere e la prese in braccio.
Fece un
respiro profondo.
“Ne sei
davvero sicura, Kate?”
Lei gli
si avvicinò e premette nuovamente le sue labbra sulle sue.
“Se non
fossi stata sicura, sarei scappata via subito. Sono sicura,
Rick.” disse, ma
poi abbassando il tono di voce continuò “Sono
sicura, perché ho sognato questo
momento così tante volte”
Felice
come non mai di sentire che anche la sua musa attendeva da tempo che
accadesse,
la baciò di nuovo, con passione, con amore. Era davvero
innamorato di lei e
quei tre mesi di lontananza non avevano fatto altro che incrementare i
suoi
sentimenti.
Kate si
sedette a cavalcioni su di lui, e Rick lentamente la
penetrò, cercando di non
farle male.
Quando fu
completamente dentro di lei, entrambi emisero un gemito di piacere, ma
lui notò
che in quel suono oltre al piacere Kate nascondeva anche un
po’ di dolore.
Il panico
s’impossessò di lui, aveva troppa paura di farle
male e non voleva che lei
soffrisse a causa sua.
“T-ti ho
fatto male?”
“….no.”
“Ma…se ti
faccio male dimmelo e io…” ma Kate lo
bloccò.
“Rick…
sta zitto!” disse sorridendo maliziosamente, iniziando a
muovere il bacino
contro di lui in segno che ormai era pronta.
Iniziarono
quella che era una danza antica come il mondo, baciandosi e muovendosi
insieme,
simultaneamente, come se i due corpi fossero stati fatti per
incastrarsi alla
perfezione come due pezzi dello stesso puzzle.
Rick la
strinse a se, e la fece sdraiare sul materasso, ancora preoccupato che
quella
posizione potesse arrecarle dolore.
Continuava
a sfiorarle ogni centimetro del suo corpo, avido di averla tutta per
se. Era
sua.
Le spinte
si fecero più veloci, incitate da lei, che non avvertiva
ormai nessun dolore.
Solo passione, calore e amore.
Gli
allacciò le gambe dietro il bacino, avvicinandolo
maggiormente e facendo
aderire il petto sudato e ansante contro il suo.
I gemiti
da prima soffocati si stavano trasformando in urla di piacere che
nessuno dei
due poteva nascondere.
Quando le
unghie di Kate scavarono la sua pelle sulla sua schiena, lui
capì che era molto
vicina al piacere supremo, e alcune spinte dopo entrambi raggiunsero
l’apice,
di quello che era un piacere che mai con nessun altro avevano provato.
Le urla e
il fiatone si spensero un po’ più tardi del
previsto. I loro corpi sudati
aderivano l’uno all’altro, come se non volessero
staccarsi.
Kate
tremava ancora per le forti emozioni appena provate, e Rick, staccatosi
da lei,
la strinse in un abbraccio, facendole posare la sua testa sul suo petto.
E lì Kate
sentì il cuore di lui, battere per lei, e lei soltanto.
Si
coprirono maldestramente e rimasero lì, abbracciati, con le
gambe intrecciate,
poco importava se la Gates avrebbe urlato contro Beckett.
In quel
momento esistevano loro due. Rick e Kate.
Angolo
dell’autrice:
Mariiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii grazie
mille per avermi
gentilmente arrossato il capitolo!!!
Fatele tutte un
bell’appaluso!!!
CLAP CLAP
Ahahahaha e detto questo sotto con
i commenti!
Sbaglio o questo chapter lo
aspettavate da tanto?? xD
Un bacione grosso a tutte!!!!
Ivi87