-Credimi, non puoi riuscire a contare tutte le stelle, sono troppe!-
-Ce la farò, se tengo il conto ogni sera, prima o poi riuscirò a contarle tutte!-
Come ogni sera d’estate, si potevano vedere una bambina e un ragazzino sui nove anni che andavano a giocare nella sterminata prateria verde che si trovava a pochi chilometri dalle loro case.
Quella sera, i due avevano deciso di sdraiarsi l’uno di fianco l’altro per ammirare le meraviglie del firmamento.
La ragazzina sbuffò leggermente, aveva dieci anni ma già conosceva molto bene il concetto di “impossibile”.
-Ti dico che è impossibile, le stelle sono veramente tante, più di quanto tu possa immaginare-
-Mi dispiace Principessa, ma nel mio dizionario la parola impossibile non esiste – le rispose lui con tono di superiorità.
Lei a quel punto smise di insistere, sapeva che quando iniziava a vantarsi era impossibile farlo ragionare.
Guardando le stelle in silenzio, la ragazzina non si trattenne più nel fare al bambino la domanda che avrebbe voluto fargli già da quella mattina.
-Senti Duncan, perché oggi facevi lo scemo con quella macabra della mia vicina?- gli chiese alla fine con voce stridula guardandolo intensamente.
Duncan non rispose subito. Continuò a guardare il cielo con fare passivo, concentrato a contare ogni singola stella, senza curarsi molto di ciò che le aveva appena detto la ragazzina.
-Ehi, mi stai ascoltando o no?!- disse allora lei mettendosi seduta e fissandolo imbronciata.
Lui si limitò a sorriderle, continuando però a non guardarla.
-E va bene, se proprio non vuoi rispondermi io vado me ne torno a casa … -
La ragazzina stava per alzarsi, quando una mano la prese per il braccio e la costrinse a risedersi a terra.
Duncan si era seduto, e non aveva alcuna intenzione di lasciarla andare.
-Ehi, mi fai male … -
-Dimmi la verità, eri gelosa?- le chiese lui guardandola negli occhi.
-Chi, io? Gelosa?! Tu deliri … - cominciò allora lei, distogliendo lo sguardo e diventando tutta rossa.
- E dai, ammettilo che eri gelosa – continuò lui ridendo.
-Non posso ammettere qualcosa che non è vero, va contro ogni logica –
-E tu non dovresti dire le bugie, non è una cosa che fanno le brave bambine come te –
-Io non dico le bugie!!!-
-E allora ammetti che eri gelosa –
- Io … -
Non seppe come continuare. In fondo lo sapeva, era gelosa.
Gelosa per la prima volta che quel bambino che durante la giornata non poteva sopportare ma che incontrava sempre la sera per guardare le stelle, avesse rotto le scatole ad una femmina che non era lei.
E per di più la sua tetra vicina di casa, il cui unico hobby era quello di collezionare lucertole morte.
Ma all’improvviso Duncan cambiò espressione.
Perse quel suo sorriso strafottente che aveva durante l’intera giornata, e assunse per la prima volta un’espressione seria.
-Senti Courntey … -
-Mi hai chiamata per nome?!- lo interruppe lei sbalordita.
-Si, comunque c’è una cosa … -
-O mamma, stai bene?? Non hai mai chiamata per nome …! –
-Accidenti mi lasci finire?!? Ecco, così va meglio … Ad ogni modo, anche io volevo chiederti una cosa … E’ vero che fra pochi giorni ti trasferirai? – le chiese Duncan guardandola negli occhi.
-Oh … Si, penso che ormai sia ufficiale, mamma ha già fatto tutte le valigie, penso di partire far due, tre giorni massimo … -
Silenzio.
Poi Duncan le disse – Perché non me l’hai detto?-
-Perché dicendotelo avrei confermato che tutto ciò stava succedendo veramente, mentre io volevo convincermi che era tutto un brutto sogno … -
Lui le prese le mani, e poi le scostò una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
Il suo sguardo ora pareva perso altrove.
Mentre guardava chissà dove le disse – Sai … Oggi come hai detto tu, ho fatto lo “scemo” con la tua vicina perché volevo vedere quale fosse stata la tua reazione … Speravo ti ingelosissi –
Poi le sue iridi acquamarina tornarono a fissare i suoi caldi occhi color del cioccolato, e avvicinandosi sempre di più al suo viso le sussurra parole incomprensibili.
Poi finalmente arrivò all’orecchio le sussurrò – Voglio avere un piccolo ricordo di te per quando te ne andrai –
Non passò neanche un attimo che le sue labbra erano già sulle sue.
Un  piccolo, innocente bacio che spiazzò completamente la ragazzina completamente inesperta nel campo.
Quella notte per i due sembrò non finire mai, ognuno assorto nei proprio pensieri ma tenendosi per mano, non riuscendo a credere che quel sogno sarebbe durato solo una singola notte d’estate.
-Prometti che tornerai, che appena sarai grande e avrai un’auto verrai a cercarmi – disse Duncan.
-Ti prometto che lo farò. E tu prometti che non starai con nessun’altra bambina finche non ci saremo rincontrati. D’accordo?-
-Te lo prometto.-
-GiurinGiurello?- Courntey  gli porse il mignolo sorridendo per infondergli incoraggio.
Lui lo guardò un attimo perplesso. Normalmente non credeva a quei stupidi giochetti, ma in quel momento sentiva che se avesse fatto quel giuramento con quella bambina che le piaceva tanto lo avrebbe considerato come sacro.
Le avrebbe voluto dire tante cose, cose sdolcinate, o cose da vero duro che avrebbero potuto confortarla, ma invece le rispose semplicemente sorridendo e prendendole il mignolo:
-GiurinGiurello-


Ehm, uno due tre, prova prova, mi sentite?
Bene, vedo che non ce'è nessuno, ma per i pochi che si sono degnati di leggere questo mio piccolo capolavoro un saluto a tutti!
Questa è una delle mie prime FF sulla mia coppia preferita di total drama, la DXC, spero veramente vi sia piaciuta perchè ho intenzione di continuarla fino in fondo ^^ * perfetto, eccone un'altra che si crede di essere una grande scrittrice ...*
Ehm, come stavo dicendo ... Ecco, ho perso il filo del discorso!
Vabbè, le cose importanti le ho dette, mi raccomando recensite! Se non avete capito qualcosa non esitate a dirmelo ;)
Vostra CourtTotalDrama