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Autore: littleAlice90    04/11/2011    4 recensioni
Sono passati tre anni da quando è tornata la pace nella riserva. Da quando Bella ha scelto di avere Jacob al suo fianco, per sempre. Da quando Leah se n'è andata da La Push, in fuga da un sentimento più grande di lei. Qual è il confine tra l'amore per un amico, un fratello, un cugino...e l'amore per l'unica persona che vorresti al tuo fianco contro tutto e tutti?
Genere: Erotico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Isabella Swan, Jacob Black, Leah Clearweater, Quileute
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Gotta go Non posso confessare con sincerità qual è il sentimento che mi ha spinto a scrivere queste poche parole, ma sono sicura che se qualcuno tra coloro che leggeranno ha vissuto una volta nella vita un'esperienza simile alla mia, non ci sarà bisogno di spiegazioni. Ringrazio tutti quelli che dedicheranno alla lettura di questo mio sfogo una parte preziosa del loro tempo, e in particolare quelli che lasceranno un segno del loro passaggio.

Dedicato a M., che ha avuto sempre un posto speciale nel mio cuore. E sempre lo avrà.

Leah's POV

Tre, gli anni che sono passati dall'ultima volta che ho incrociato il tuo sguardo. Chissà quanto sarai cambiato...
Due, i bambini che sono nati dal tuo amore coronato con lei. Chissà se avranno i tuoi stessi occhi, neri e caldi...
Una, la vita che non mi basterà per rassegnarmi a quanto tutto questo sia assurdo. Chissà se mi hai pensato almeno una volta...

Credevo che ci fossimo persi per sempre, che l'assurdità e l'ingiustizia del mio sentimento per te fossero sbiaditi con l'immagine del tuo viso nella mia mente, sempre meno nitida con il passare del tempo. Ma sarebbe stato troppo facile.

Basta un tuo messaggio, un'invito ad una bella rimpatriata di famiglia, a cancellare tutto in un secondo, a darmi l'impressione che questi tre anni non siano mai passati.
Il cuore si agita furioso nel mio petto, senza volerlo, la gioia e l'impazienza di riabbracciarti mi travolgono. Tutto questo è sbagliato, è malsano. Dovresti essere come un fratello per me, e questo è quello che hai sempre creduto tu. é così che avrebbe dovuto essere.
Non avrei mai confessato a nessuno, nemmeno sotto tortura, che per me eri sempre stato qualcosa di più.
Il mio sguardo rimane fisso su quelle tue semplici parole; la mente, in un ultimo breve sprazzo di lucidità, mi suggerisce di cancellare quel messaggio e tornare alla mia vita, fingendo di non averlo mai ricevuto. Ma il mio cuore è già lontano, è già da te. Nel tuo abbraccio forte, nella tua voce roca e melodiosa, nei tuoi occhi così profondi da potermici perdere.
Zittisco l'ultimo barlume di ragione ed esco.
In un lampo esplodo, e corro.
è sbagliato.
Corro con tutta la forza che ho, la gioia selvaggia al pensiero di rivederti mi arde dentro, è un incendio che non riesco a domare, e corro.
Non arriverò da nessuna parte, non arriverò dove vorrei con tutta me stessa.
Ma tendo i muscoli e corro, ancora più forte.
Corro, e non mi importa se non sarai mai mio. Devo essere una un'amica? Una cugina? Una sorella? Vengo da te per essere quello che vorrai tu, come sempre, e corro.
Corro, e il profumo dell'aria diventa inebriante e familiare, è profumo di te. Sono ormai nel tuo territorio, Capo, e allora volo.
è una droga a cui ho rinunciato per troppo tempo, e volo.

Mi fermo.

Il fiato è corto, il cuore martella come impazzito, ma non per la corsa. Non conosco la fatica, sei tu che mi provochi l'affanno.
Ti vedo da lontano e ogni pezzo del mio essere torna al suo posto. Sei lì, non più un'immagine evanescente nei miei ricordi, ti vedo.
Sei lì, al di la del riparo sicuro dll'ultima fila di alberi che delimita la foresta. Steso sul prato, due sagome più piccole si lanciano su di te. Le afferri al volo e le stringi, e loro ridono.
Sono i tuoi bambini, e io piango.
Solo poche lacrime silenziose.

Le asciugo e mi prendo qualche minuto per sistemare la maschera giusta sul mio viso di nuovo umano.

Cammino verso di te. La maschera è al suo posto, ma il cuore no, mi tradirà. Invece no, ubbidiente a un pensiero non ancora formulato, si calma anche lui, riprende un battito regolare. Ti accorgi dei miei passi ed alzi lo sguardo. I tuoi occhi incrociano i miei e a questo punto non ho più bisogno di nulla, potrei anche morire e non avrei rimpianti. Cosa potrei mai chiedere di più alla mia vita, se non vedere quel sorriso per me? Quello sguardo emozionato per me?

Non mi vieni incontro, mi aspetti fermo, in piedi, con le braccia aperte. E io cammino.
A pochi passi da te, mi fermo, e lo stesso fa il mio cuore.

Perde un colpo, forse anche due, quando sento di nuovo la tua voce, infinitamente più bella di quanto ricordassi.
"Negherò di averlo detto, ma mi sei mancata!" Sorridi della tua battuta e mi abbracci.
Non riesco a pensare, non riesco a parlare. Vedendo che non riesco a gestirlo, il mio corpo reagisce da solo e risponde.
"Anche tu, Jake."
"Ragazzi, salutate la zia Leah!"
Una fitta di dolore, acuto, intenso. Dura un istante, perchè lo metto a tacere. Non me lo posso permettere.
Sorrido alle due piccole figure che si avvicinano a me e mi abbracciano. I loro corpi sono caldi come il tuo, la loro pelle dello stesso incredibile colore.
Il pomeriggio passa veloce, tra una chiacchiera e l'altra. Recito bene la mia parte, scherziamo, parliamo del più e del meno.
Arriva Bella. Mi stupisco di me stessa, dentro mi sento morire ma rido e scherzo anche con lei, la maschera è sempre e perfettamente al suo posto.
Arrivano Billy, Sam, Quil, Embry, Paul, Jared... Seth. Altri tuffi al cuore, che sembra scoppiare di gioia da un momento all'altro. Sono la mia famiglia, e io sono di nuovo lì con loro.
I loro sorrisi, le loro battute... mi sono mancati come l'aria, anche se con il mio caratteraccio non ero mai riuscita ad ammettere nè con me stessa nè tantomeno con loro quanto fossero importanti per me.
Vola anche la serata, il tempo sta per scadere. Non posso rimanere, la maschera minaccia di scivolare.
Saluto uno ad uno i miei fratelli che tornano alle loro case. Billy mi abbraccia forte e se ne va anche lui, con Sam.
Saluto anche Bella che entra in casa, porta a letto i bambini. Un bacio anche a loro.
La mia espressione è ancora composta, ma ora che siamo solo io e te, nella penombra  di una notte di luna piena, il dolore inizia a montare dentro. Mi corrode l'anima, inesorabile. Tu sei ancora lì, davanti a me, in silenzio. Sorridi.
Respiro a fatica, me ne devo andare.
"é stata una bellissima serata, grazie."
Mi avvicino per salutarti, sorrido anche io.
"grazie a te di essere venuta"
Quella vicinanza, dopo una giornata di sforzi, è la goccia che fa traboccare il vaso.
Perdo il controllo sul mio cuore, sul mio dolore. La sofferenza mi invade, mi travolge con ondate insopportabili e il cuore comincia a battere all'impazzata.
Me ne devo andare.
Ti avvicini anche tu, ci abbracciamo e ci diamo due baci sulle guance. Il secondo bacio è più lento del primo. Ti soffermi un'istante in più sulla mia guancia destra e poi, all'improvviso, le tue labbra scivolano sulle mie. Le sfiorano dolcemente, lentamente, calde e morbide. Sembri titubante.
Io resto immobile fuori, ma dentro scoppio. La gioia furiosa che non ho il diritto di provare mi scuote e mi sconvolge, mi sprona a reagire, ma non ci riesco.
Sei tu, allora, a prendere coraggio. Il contatto è ancora leggero, ma le tue labbra di schiudono e la tua lingua calda e morbida cerca un varco per incontrare la mia.
Ho desiderato troppo questo contatto per riuscire a resistere, e cedo. Il tuo calore e il tuo profumo sono ovunque, non c'è scampo. L'unica aria che riesco a respirare sei tu.
Accarezzo il tuo viso, ti abbraccio, ma non riesco a stringerti, non ne ho la forza. Mi sento debole e vinta dalla tua dolcezza, dalla magia tremendamente sbagliata di questo momento.

é un attimo eterno, non riesco a ragionare e so che nemmeno tu puoi. Mi spingi indietro, un passo alla volta, verso il buio sicuro della foresta. Lì, dal punto in cui poche ore fa ero in piedi da sola e ti osservavo, ora sono a terra, sconfitta dal sentimento devastante che mi impedisce di fermarti, di farmarmi. Di fermarci.

Sei sopra di me, sotto di me, intorno a me. Ti sento ovunque, nel cuore e negli occhi, nell'anima e nel corpo.
Ti sento nel dolore di sapere che non sei mio, nella forza della disperazione con cui mi aggrappo alla tua schiena tentando di non annegare, mentre ti muovi dentro di me.
Ti sento nei sospiri, nel tuo nome e nel mio che si rincorrono nel buio, si perdono nel vuoto.
Ti sento nel tuo piacere e nel mio, che esplodono insieme.
Insieme all'immagine dei tuoi bambini, di Bella che ti aspetta nel vostro letto, a pochi metri da un "noi" che non esiste, a pochi metri da me.

Il dolore mi travolge, il buio mi circonda.

Apro gli occhi e prendo il telefono dal comodino. Cancello quel messaggio, soffoco nel buio dell'oblio la tentazione di venire da te, la tentazione che mi ucciderebbe.
Esco e grido con tutto il fiato che ho nel petto.
Il grido diventa un ululato di dolore. Esplodo.
E corro.


   
 
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