-Come?!- chiedo sconvolta più dalla tranquillità con il quale me lo ha detto che per il fatto in sè.
-Era un periodo in cui non andavamo molto d'accordo, discutevamo spesso. Abbiamo deciso insieme, ed è meglio così.-
-E tu stai bene?-
-Ti devo dire la verità? Sì, è come se mi fossi tolta un peso di dosso.-
Oh, wow. -Beh, allora sono felice che tu stia meglio.- dico arrancando.
Dopo esserci salutate, lancio il telefono sul letto:
-Cosa succede?- mi chiede Nick.
-Lea e Joe si sono lasciati.-
Spalanca gli occhi e inizia a ridere, facendo ovviamente ridere anche me in seguito: -Non ridere!- dico poi seria.
-Lo sapevo.- dice asciugandosi una lacrima da sotto gli occhi. -Nick, ha sempre ragione.
-Cretino.- mi alzo dal letto per dirigermi in bagno.
-Dove vai?-
-A vestirmi.-
-Puoi stare benissimo così.-
Mi volto e lo guardo: -Non giro per casa tua in mutande, signorino.-
-Non sei in mutande, hai una maglia addosso.- mi risponde alzandosi e venendo lentamente verso di me.
-Cosa vuoi?- gli chiedo indietreggiando, fino a quando il muro non mi ferma.
-Andiamo a fare colazione.- esclama per poi prendermi in spalla a mo' di sacco di patate.
-Nick, sei pazzo?!- dico mentre scendiamo le scale. -Ho paura, mettimi giù.-
Facendo finta di niente, entra in cucina e prende qualcosa da mangiare per colazione, continuando a tenermi in spalla:
-Ti si romperà la spalla prima o poi?- chiedo.
-Non credo.- mi risponde lui a bocca piena.
Joe entra in cucina, sul subito non notando la scena che ha davanti: -Nick, buone noti.- si blocca alzando lo sguardo verso di noi. -Che state facendo?-
-Chiedilo a lui!- dico puntando le spalle di Nick.
-Comunque.- continua lui con aria strana. -Ieri abbiamo fatto talmente tanto successo, che i giudici del concorso mi hanno chiamato questa mattina.-
-E..?- chiede Nick invitandolo a proseguire.
-E.. Siamo passati al prossimo!-
-Bravi!- dico alzando la testa e applaudendo.
I due si battono il cinque, poi Joe aggiunge: -Però, c'è un piccolo problema.-
-Cioè?- chiede Nick.
-Il prossimo si terrà a Philadelphia.-
-E qual è il problema?-
-Se li passiamo tutti, saremo sempre in giro per l'America e dovremo trasferirci.-
Nick lentamente mi riappoggia a terra:
-Stai scherzando, vero?- dice.
-Purtroppo, no.-
-Io non mi trasferisco.-
-Perchè?- gli chiedo intromettendomi.
-Perchè non avrei più la mi solita vita, starei lontano dalla mia famiglia e da te.-
-Partendo dal fatto che io devo essere la tua ultima preoccupazione, Nick, se cantare con i tuoi fratelli è una cosa che ti piace fare, perchè perdere questa opportunità?-
-Punto uno.- dice alzando il dito. -Tu sei tra le mie prime preoccupazioni. E due: è una follia.-
-A cosa pensavi di andare incontro scusa?-
-Sinceramente, non credevo nemmeno che avremmo passato il primo concorso.-
-Io vi lascio parlare.- dice Joe uscendo dalla cucina.
-Secondo me, sbagli a comportarti così.-
-Non ti dispiacerebbe che andassi via?-
-Nick, è ovvio che mi dispiace. Ma non trovo giusto che sprechiate le vostre capacità in questo modo.-
-Vieni con noi.-
-Cosa?-
-Avevi promesso che ci avresti seguito ovunque.-
-Non posso.-
-Lo avevi promesso.-
-Lo so, ma io ho solo diciassette anni. E poi i miei genitori non mi lascerebbero mai.-
-Gli parleranno i miei genitori e.-
-Nick, lascia perdere.- esco dalla cucina per dirigermi in camera e rivestirmi: mi chiudo nel bagno e due lacrime mi scendono dagli occhi, rigandomi il volto.
Nemmeno io avrei mai pensato che il concorso fosse a tappe in diverse città e pensare che per un po' non rivedrò Nick, peggiora la situazione.
Mi vesto velocemente ed esco dal bagno, per poi dirigermi ancora in cucina: Nick era in piedi davanti ad una finestra che guardava fisso; mi avvicino e lo abbraccio:
-Nick, scusami.- dico lasciando scendere ancora qualche lacrima.
Lui mi stringe ancora più forte: -Non piangere.-
-Okay.- mi asciugo le guance e continuo. -Tu però, se ci tieni davvero, continua. Ti prometto che ti chiamerò tutti i giorni, mi farò sentire talmente tanto che ti stuferai di me.-
Fa un leggera risata e mi guarda negli occhi: -E io ti prometto che tutte le volte che ne avrò la possibilità, tornerò da te, fossero anche dodici ore di aereo, non mi interessa.-
-Così mi fai piangere ancora di più però.-
-Sono arrivati.- dice mia mamma guardando fuori dalla finestra.
-Calma.- mi dico posizionandomi davanti alla porta e aprendola.
Nick scende per primo dall'auto, seguito dai suoi fratelli e la sua famiglia.
Saluto tutti, cercando di lasciarmi Nick per ultimo.
-Mi mancherai, idiota.- dico abbracciando fortissimo Joe. -Ricordati che ti voglio bene.-
-Anche io ti voglio bene. Prova a trovarti un nuovo migliore amico e ti uccido.- mi dice sorridendo.
Passo poi a salutare Kevin e Frankie e lì inizio a non riuscire a trattenere le lacrime:
-Andatevene, che non ce la faccio più.- dico a Kevin, mentre lui mi toglie una lacrima dal viso.
Ed infine, vado da lui, Nick: mi fermo a pochi centimetri dal suo volto e lo guardo, per quanto posso dato che le lacrime ormai hanno invaso i miei occhi.
Noto che anche a lui iniziano a scendere alcune lacrime, così lo abbraccio:
-Sappi che appena salgo in macchina, ti chiamerò già.- dice lui.
-E io non ti risponderò, perchè non riuscirei a parlare.-
-Torno presto. Nel frattempo, occhio agli altri ragazzi.. E a Jake.-
-Tu piuttosto, stai attento.-
Ci guardiamo ancora, poi prende il mio viso tra le mani: -Ti amo.- mi dice a bassa voce e io lo bacio, fregandomene di tutti gli altri intorno che ci stanno guardando, del silenzio che in un secondo è calato
per tutta la strada, del fatto che mi sono sempre vergognata a baciare il mio ragazzo davanti ai miei genitori, di mio fratello e Frankie che se la ridono sotto i baffi, ma poverini, sono ancora piccoli per capire certe cose.
-Ti amo anche io.- dico appena ci stacchiamo l'uno dall'altra.
-E' ora di andare.- dice Paul avvicinandosi a noi.
Alzo la mano e saluto, lasciando ancora un leggero bacio a Nick.
La famiglia Jonas sale in macchina e partono, diretti verso l'aeroporto che, chissà, magari li poterà al successo.
Rientro in casa e mi siedo sul divano, cercando di calmarmi; sento il mio cellulare che vibra, lo prendo dalla tasca dei pantaloni e leggo il messaggio: "Già mi manchi."