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Autore: ClaryMorgenstern    04/11/2011    2 recensioni
Nuvole nere di tempesta. l'acqua cadeva giù a fiumi, facendo sembrare il diluvio universale una pioggerellina. Lampi di luce improvvisi e poi il rombo di un tuono facevano tremare il cielo e la terra. Le anime delle persone, quelle tremavano già.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ginny Weasley, Neville Paciock
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
- Questa storia fa parte della serie 'Rain must fall.'
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Preannuncio che questa è la mia one-shot preferita, tra quelle che ho scritto.
Ad Arianna. Grazie, per tutto.
Ti voglio bene

 


-Still Burnin'-

Nuvole nere di tempesta. L'acqua cadeva giù a fiumi, facendo sembrare il diluvio universale una pioggerellina. Lampi di luce improvvisi e poi il rombo di un tuono facevano tremare il cielo e la terra. Le anime delle persone, quelle tremavano già.

Ginny credeva che quando le persone come lei fossero tristi, scoppiassero certi temporali, con fulmini e saette, da far scappare anche Merlino in persona per la paura di affogare. Eppure quello che faceva splendere i suoi capelli rossi era un raggio di pura luce solare, cosa rara in Inghilterra ai primi di Novembre. Gran parte degli studenti di Hogwarts, però, erano all'interno del castello. Ginny li immaginava chinati sui libri come mai prima d'ora. Senza parlare, senza ridere, quasi senza nemmeno respirare per la paura.
La ragazza non sapeva se provare rabbia o soltanto pena per Hogwarts.
Paura di qualche mangiamorte. Ma per favore.
Se quello fosse stato un giorno normale molti studenti avrebbero saltato le lezioni per godersi il tepore che il capolino di sole regalava. Al limitare del giardino, vicino al lago ci sarebbe stato qualche Serpeverde dell'ultimo anno a tormentare qualche piccolo Tassorosso. Vicino ai roseti sotto la torre di Grifondoro ci sarebbero stati i Corvonero ad approfittare della luce giusta per leggere o dipingere.
Ginny sarebbe stata sotto quello stesso faggio. Avrebbe usato i libri di Hermione come cuscino e avrebbe gentilmente ignorato le lamentele dell'amica con un dolce sorriso. Avrebbe insultato un po' Ron, perché era questo che facevano i fratelli che si vogliono bene. Avrebbe sorriso a Neville che cercava il suo rospo tra i tanti altri vicino al lago e Riso insieme a Luna, mentre lei cercava di convincerla dell'esistenza dei Nargilli.

E avrebbe accarezzato i capelli di Harry, mentre lui parlava con Ron di Quidditch. Poi l'avrebbe guardata con gli occhi verdi brillanti di malizia e l'avrebbe baciata con le labbra tremanti, come se lei potesse scappare via da un momento all'altro.

Ma quello non era un giorno normale. E lei era sola, sotto quel faggio. Ad assimilare il veleno che aveva in corpo da tempo. A immaginare momenti come quello che aveva paura non ci sarebbero stati mai più.
Dei passi lenti fecero scricchiolare l'erba secca dietro di lei. Non si girò nemmeno; Quando fuori c'è una guerra, si impara a riconoscere il passo dei propri amici.
Neville si sedette vicino a lei, stringendole una mano. I capelli scuri ricadevano incolti sul viso stanco. C'erano nuovi tagli e lividi sul volto dell'amico, occhiaie scure sotto gli occhi come pennellate di fard troppo cariche. Anche il suo sorriso, quando si voltò verso di lei, era stanco. A Ginny mancava il ragazzino confuso che, per errore, faceva entrare potenziali assassini nei dormitori di Grifondoro.
«L'amor che move il sole e le altre stelle»
Ginny lo guardò confusa. «Come?»
Neville sorrise, anche sanguinante e contuso com'era, sorrise. «E' il verso di una poesia babbana.» spiegò. «Continui a guardare il cielo come se potessi muovere il sole con lo sguardo.»
Ginny abbassò lo sguardo sulla mano intrecciata a quella di Neville. Accarezzò la sua mano con un dito, dove un livido stava delicatamente passando dal viola scuro al rosso.
«Ginny. Mi è venuta un idea.»
La ragazza alzò il capo, quello che vide brillare nello sguardo di lui era felicità. « Dicemmo che l'esercito di Silente sarebbe rimasto per sempre» Tirò fuori dalla tasca una rotonda e scintillante moneta d'oro che catturò i raggi del sole come un piccolo faro dentro la mano paffuta e ferita. Era evidente che Neville la lucidasse con cura, con la speranza, un giorno, di leggervi un nuovo messaggio. «E' ora di mantenere la promessa»
Ginny guardò l'ultima incisione sulla moneta d'oro. Erano passati quasi due anni, ma se chiudeva gli occhi riusciva a vedere la luce argentea dei Patronus scivolarle accanto, ed il cervo d'argento insieme al suo protetto che insegnava a tutti come fare ad ricordare la felicità.
Ginny scosse la testa piano, ma un debole sorriso si faceva spazio sulle sue labbra. «I Carrow ci uccideranno»
«Sai? Credo di saperla usare anch'io la maledizione Cruciatus adesso.» Le scompigliò la chioma rossa già indomabile posando in tasca la moneta. Ginny fece un risolino, e quando riaprì gli occhi Neville la stava guardando con una serietà che era rara sul suo viso come un sorriso su quello di Piton.
«Non ti sentivo ridere da un po'.» mormorò piano. L'abbracciò con foga e affetto, ancora un po' impacciato come dopo averla riaccompagnata al dormitorio dopo il ballo del ceppo. «A volte penso che tu abbia gettato via il cuore dopo che Harry se n' è andato.» Le accarezzò una guancia, prima di alzarsi e avviarsi verso il castello. «E' bello sapere che non è così.»
Promettevano dolore, quelle nuvole. Magari non erano reali, magari le vedeva solo lei. Ma Ginny non riusciva a vedere il sole. Sentiva la pioggia cadere e il freddo nelle ossa. Sentiva che non c'era calore. Non senza Harry.
Ginny sorrise con tristezza e si lasciò cadere sull'erba scricchiolante di Novembre.«Ma è Lui, il mio cuore

  
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