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Autore: micia95    04/11/2011    5 recensioni
Hanno girato la scena di un bacio. Un bacio vero, sulle labbra. Due anni prima. Lei era scomparsa dalla sua vita per due anni e ora lui la sta aspettando. Non le ha ancora detto di amarla e lei non gli ha detto di amarlo. Ce la faranno una buona volta a dichiararsi?
Questa è la mia prima fan fiction su Kilari, spero sia di vostro gradimento.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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RITORNO SULLE SCENE

Sera, ore ventuno e quindici.

Alle ventuno e trenta sarebbe iniziato il consueto programma serale che andava in onda sulla televisione nazionale giapponese. Questo era un programma di varietà che seguiva praticamente tutto il Giappone. Era un programma, adatto per tornare e andarsene. Su quel programma due anni prima l’artista Kilari Tsukishima come ospite aveva detto arrivederci al Giappone e quella stessa sera vi sarebbe tornata in qualità di presentatrice per salutare la sua Madre Patria dopo lungo tempo. “Un bel modo per tornare” aveva detto la signorina Kumoi e per questo motivo Kilari avrebbe presentato il programma che quella serata prevedeva una sfilata di vari artisti.

Erano le ventuno e ventidue e Kilari era ancora in camerino. Hiroto sbuffò, erano passati due anni ma Kilari era rimasta la stessa ritardataria, in più lui odiava dover aspettare, ma odiava ancora di più dover sfilare con indosso gli assurdi vestiti che, secondo lui, qualche pazzo aveva disegnato, nonostante questo suddetto “pazzo” fosse considerato un artista.

“Ehi, Kilari!” sentì che Seiji la chiamava e si girò, per poco non cadde. Kilari era truccata con solo del lucidalabbra brillante, i capelli non erano sciolti ma raccolti in una bellissima treccia. Era vestita in modo semplice: un abito nero a collo alto che le arrivava alle ginocchia, un paio di stivaletti neri bassi e una collana di perle bianche che risaltava sul vestito come gli orecchini con le stesse perle. Era vestita in modo semplice, ma era meravigliosa. Quando Seiji la chiamò, si voltò verso di loro e li salutò con uno dei suoi sorrisi che tanto erano mancati ad Hiroto.

“Allora Kilari, sei emozionata?” le chiese Seiji con un sorriso.

“Un po’ sì. E’ tanto tempo che non partecipo a un programma con voi, ma sono certa che andrà tutto bene perché saremo insieme” rispose sorridendo.

“Na, na, na, na!” li chiamò Na-san in giacca, cravatta e occhiali scuri.

“Andiamo” disse Hiroto avviandosi sul palco.

***

“Ben trovati amici da casa!” iniziò il programma il sig. Daidoji “Ho un’importante notizia da darvi!” continuò tutto pimpante e sorridente il presentatore “E’ tornata dopo molto tempo ed oggi sarà la mia co-presentatrice! Vieni pure!” disse girandosi verso una giovane ragazza vestita di scuro che avanzava sul palco.

Il pubblico cominciò a bisbigliare “Chi è quella?”

“Come non lo sai?! E’ Kilari!”

“E’ ancora più bella di come me la ricordavo!”

“Che eleganza! Che portamento!”

Poi tutti si zittirono quando sentirono la sua voce che li salutava “Buona sera a tutti! Sono stata via per studiare, ma ora sono tornata per restare” disse sorridendo. A quelle parole scoppiò un boato di grida e applausi, qualcuno per la commozione addirittura pianse (esagerato! N.d.Hiroto).

Quella sera Kilari fu spettacolare: era perfetta in televisione ormai, non faceva più gaffe e sorrideva  a tutti, sapeva districarsi benissimo tra momenti imbarazzanti, seri o esilaranti; in più quando alla fine del programma le chiesero di sfilare, lo fece con l’eleganza delle modelle professioniste. La madre Urara fu molto fiera della figlia, perché aveva imparato quello per cui era andata all’estero, ormai ne era certa: Kilari era un’artista completa.

Il giorno seguente sia giornali che televisioni riportarono la seguente notizia:

 

“Kilari Tsukishima dopo un’assenza di due anni dalla TV Giapponese, ritorna sulle scene”

 

Proprio quel giorno era stato deciso che Kilari avrebbe rilasciato un’intervista e, come era stato previsto della signora Kumoi, ci fu un vero e proprio afflusso di giornalisti nello studio scelto per l’intervista.

Kilari sedeva ad un tavolo rettangolare, esattamente al centro; di fronte a lei vi era una schiera di sedie su cui si accalcavano i giornalisti, aiutanti giornalisti, aspiranti giornalisti e group intere di giornalisti e simili, tutti rigorosamente con fogli, matite, penne, gomme e chi più ne ha più ne metta. Sembrava una giungla: fogli che volavano da una parte all’altra, gente che urlava, che si squadrava in cagnesco, gli addetti alla sicurezza che impazzivano per tenere fuori la folla di curiosi che cercava d’introdursi nella sala. Un giungla dove vigeva la legge del più forte: il più forte prendeva il posto migliore e si aggiudicava per primo la parola.

A quella vista Kilari prima quasi scoppiò a ridere, era una situazione assurda da un certo punto di vista, poi si disperò: non ce l’avrebbe mai fatta a rispondere a quella raffica di domande che i giornalisti si preparavano a porgerle.

Una mezzora abbondante dopo, tutti si sistemarono, ognuno al proprio posto con il proprio blocco di appunti e penna e, soprattutto, ognuno con le sue domande per la giovane idol.

Kilari deglutì sentendosi tutti quegli sguardi addosso, cercò di ricordare che cosa le era stato insegnato, la cosa non era tanto difficile (dato che sua madre glielo aveva fatto ripetere tutti i santi giorni e adesso lo sapeva a memoria), quanto piuttosto di mettere in pratica le “regole”:

-calmati e respira in modo regolare

-NON farti prendere dal panico

-sorridi sempre

-non mostrare imbarazzo e/o difficoltà di alcun genere

-rispondi SEMPRE in modo gentile.

Dopo pochi minuti nei quali Kilari si ripeté le “regole” e si calmò mentalmente, o almeno ci provò, e nei quali i giornalisti si preparavano a sparare domande a raffica e a gridare più forte le prorie domande per sovrastare la voce degli altri presenti; l’intervista iniziò.

“Com’è stato ritornare dopo due anni?”

“Com’è stato andarsene?”

“Che cosa l’ha spinta a tornare?”

“Dove è stata?”

“Cosa ha fatto?”

“E’ vero che ha lavorato per grandi stilisti francesi ed italiani?”

“Ha trovato lavoro facilmente in America?”

“Ha davvero partecipato a cerimonie reali in Spagna e Inghilterra?”

“Che tipo di film ha girato in questo periodo?”

“Verranno presto trasmessi anche qui in Giappone?”

Ok…. Calma e rispondi. Dopo un iniziale impaccio Kilari rispose a queste e altre domande che le furono rivolte nel corso dell’intervista che durò ore. Mentre rispondeva alla curiosità dei giornalisti, le venne da pensare che due anni prima sarebbe andata in completo panico ad una raffica di domande come quelle (in più sarebbe sicuramente arrivato Hiroto a tirarla fuori dai guai, il che in realtà non le sarebbe affatto dispiaciuto); adesso invece rispondeva con calma a tutti e non si sentiva minimamente agita o confusa (cioè prima lo era, adesso stava mettendo i pratica le “regole” che tanto l’avevano fatta penare), questo le fece capire di essere davvero cambiata molto.

Riuscì a rimanere abbastanza calma anche a domande più difficili e personali come:

“Hai trovato un fidanzato mentre eri all’estero?”

“No” fu la risposta

“Ti è capitato di dover baciare qualcuno in uno dei film girati in questi anni?”

“No”

“Mmm… ti sei presa una cotta per qualcuno in questo periodo di assenza?”

“No” fu la solita laconica risposta.

Kilari rispondeva a monosillabi, perché se avesse lasciato spazio ai sentimenti non se la sarebbe più cavata con i giornalisti. Ma alla domanda “Ti sei dichiarata al ragazzo su cui hai scritto la canzone ”? non seppe rispondere. Non ne ebbe la forza. Fortunatamente intervenne la signora Kumoi con un secco “Basta così” che lasciò intendere chiaramente ai giornalisti che l’intervista era definitivamente conclusa.

Quando tornò a casa Kilari prese a pugni il proprio cuscino e con le lacrime agli occhi si diede della stupida “Che sciocca, che stupida! Adesso come faccio? Chissà cosa scriveranno? Che penseranno? Come ho potuto fare scena muta? Se mi fossi dichiarata avrei saputo rispondere con un sorriso!” finito di dire queste parole affondò la tessa nel cuscino singhiozzando più forte di prima. Na-san le si avvicinò e accarezzandole la testa le disse “Na, na, na, na…Na, na, na, naa!”

“Hai proprio ragione Na-san, piangere non mi servirà. Dovrò dire ad Hiroto quello che provo per lui! Però… se mi respingesse? E poi ci vuole il momento giusto e io sono una frana in queste cose!” Disse Kilari ancora più sconsolata di prima e riprendendo a piangere.

“Na, na, na, na na na!!1” le disse Na-san arrabbiato.

“D’accordo, ci proverò.”

“NA na, na!2

Na-san forse era stato un po’ duro con la padroncina, ma voleva aiutarla e infatti fece in modo che l’occasione giusta si creasse, in fondo un po’ di aiuto al destino (sì perché, Na-san ne era convinto, quei due erano destinati a stare assieme) non guastava.

***

La vita di Kilari continuò tra il lavoro e la scuola e il tentativo di dire ad Hiroto quello che davvero sentiva nei suoi confronti. Purtroppo, un po’ perché era una pasticciona, un po’ perché entrambi erano sempre impegnati e un po’ per colpa della timidezza dei due, l’occasione giusta si presentò una sera di fine giugno…

 

 

 

Le parti di Na-san:

1= Smettila di piangere, quando sarà il momento il tuo cuore te lo dirà devi solo ascoltarlo!

2= Ascolta il tuo cuore e smettila di piangere!

Spero che questo capitolo sia piaciuto e spero anche di avervi incuriosito. Ah, ringrazio tutti di cuore (non me ne ero dimenticata, non preoccupatevi, siete sempre nei miei pensieri! Mi date la forza di continuare a scrivere!) In particolare:

aleinadp, Mariolina1811, PoppiLoppi, rafxsulfusxsempre, ChibiRobi, SailorKilari, _Silvia123_, KIA99_LIZzY15, kariri97, Leoncina22, miki99 e tutti coloro che leggono soltanto!

micia95

  
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