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Autore: Clover GD    04/11/2011    5 recensioni
Una long.
Una long che potrebbe durare molto.
Sì, lo so, sono pazza, ma quest'idea mi viaggia in mente da due settimane.
Dunque.. Siamo a scuola. Lo so che la scuola è il solito ambiente nel quale vengono piazzati i personaggi, ma non potevo fare a meno di metterceli anche stavolta.
Abbiamo una Gwen chiusa in se stessa, un Duncan piuttosto arrogante, una Courtney decisamente odiosa, un Trent abbastanza ingenuo ed un intreccio molto complicato.
Gli altri personaggi compariranno, ma solo brevemente.
Un'ultima cosa: mentre leggete, tenete ben presente che i personaggi sono in un liceo classico: l'ordine delle classi è il seguente:
Primo anno - Quarto ginnasio
Secondo anno - Quinto ginnasio
Terzo anno - Primo liceo
Quarto anno - Secondo liceo
Quinto anno - Terzo liceo
Per cui non storcete la bocca quando leggete che i quartini sono considerati dei veri sfigati.
Detto ciò, vi auguro una buona lettura :)
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Courtney, Duncan, Gwen, Trent | Coppie: Duncan/Courtney, Trent/Gwen
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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Handwriter.

 

- I cannot be without you, matter of fact.

 

Il giorno successivo fu ancora peggio del primo, per quanto possa sembrare impossibile.

Gwen pensò a quegli occhi quasi tutto il tempo, dal momento in cui salì sul 335 per recarsi a scuola al momento in cui si gettò sul letto la sera, passando per le due ore di latino, l'ora di matematica e quella di fisca.

Erano le undici meno venti, la gotica era immersa nell'ultimo quarto d'ora di lezione di latino prima dello squillo della campanella che avrebbe annunciato la ricreazione, quando Trent, uno dei suoi compagni di classe, si girò un attimo a guardarla dal secondo banco al centro.

Il ragazzo si concentrò per sussurrare il suo nome abbastanza forte perchè lei lo sentisse ma non a volume così elevato perchè la professoressa lo captasse, e quello che ne uscì era uno stridulo -Gwen!-

La ragazza trattenne il fiato per qualche secondo. Fra tutti i momenti in cui le sarebbe piaciuto sentire quella voce sussurrare il suo nome, quello era sicuramente il meno adatto: non poteva certo girarsi verso di lui dal quarto banco della fila di destra sperando di non venir beccata, ma d'altra parte non poteva neanche far finta di niente, dopotutto erano mesi che tentava di conquistarsi l'amicizia del ragazzo, di sicuro non poteva buttare tutto all'aria solo per colpa della paura.

La sua mente era, per quanto possa sembrare impossibile, divisa in due parti ben in contrasto l'una con l'altra: una avrebbe voluto girarsi a guardarlo, l'altra aveva paura della reazione che avrebbe causato l'incontro dei loro occhi e, di conseguenza, le suggeriva di far finta di non aver sentito.

Un secondo richiamo da parte del ragazzo dai capelli corvini la spiazzò, frantumandole ogni dubbio: doveva rispondergli, anche solo per cortesia.

Lentamente, molto lentamente, si girò verso Trent, cerando di evitare il suo sguadro ammaliatore e sillabando con le labbra le parole -Cosa ti serve?-.

Il ragazzo cercò di intercettare i suoi occhi e, nel momento in cui ci riuscì, Gwen sentì il cuore mancare un battito.

Tutto quello che voleva evitare era stato reso vano da quelle iridi di giada.

Sempre sussurrando, Trent si accingeva a spiegarle il motivo della sua chiamata.

-No, vedi, è che..-

Si fermò un attimo, come se dovesse cercare le parole per dirle qualcosa che avrebbe in realtà dovuto omettere.

Gwen lo scrutò per qualche attimo, per poi distogliere velocemente lo sguardo, per paura di dare troppo nell'occhio.

Si pentì immediatamente del suo gesto, in quanto aveva spezzato quel filo di platino luccicante che era riuscito ad unire i loro occhi.

La voce di Trent le arrivò, più chiara di prima.

-Non è che mi puoi dare il diario? Non ho i compiti per sabato!-

Gwen si irrigidì.

Non poteva prestargli il suo diario. Non che fosse infantile o pieno di foto di un qualche cantante detestato dal ragazzo, perchè in effetti il motivo principale per cui non solo lui, ma nessuno in generale avrebbe potuto mai anche solo toccare il suo diario era un disegno nella pagina del venti Maggio, ossia il giorno del compleanno di Trent, che ritraeva il volto del ragazzo in questione intento a baciare una ragazza dai capelli neri striati d'azzurro, entrambi con le sopracciglia inarcate e gli occhi chiusi, le braccia dell'uno fra i capelli dell'altra.

Erano giorni che rifiniva quel disegno, eppure non lo avrebbe mostrato a nessuno.

Sicuramente non gli avrebbe passato il diario, sicuramente non il giorno del quindici Maggio e soprattutto sicuramente non quando il giorno del venti Maggio ed il sabato per il quale Trent cercava i compiti coincidevano.

Fu risvegliata da un ennesimo sussurro del ragazzo.

-Gwen? Gwen? Allora, me lo presti?-

Guardò per un attimo il banco che le stava davanti.

Un astuccio, una grammatica latina aperta alla pagina delle funzioni del genitivo, una matita spuntata, alcuno riccioli di gomma che avrebbe dovuto far schizzare fuori dal mobile il prima possibile, un quaderno di latino con degli appunti presi alla rinfusa ed un libro di epica, la materia successiva, ma nessuna traccia del diario, che se ne stava al sicuro nello zaino.

-Ehm.. Vedi, io l'ho scordato a casa!-

Detto questo, trovò la forza di rialzare gli occhi per immetterli in quelli di Trent, riallacciando quel filo etereo che li univa quando si guardavano.

La parola successiva le uscì spontanea in un sussurro.

-Scusa.-

Trent la guardò divertito.

-Scusa di che? I compiti li prendo da Linsday, tranquilla!-

Da Linsday.

Oh. Porca. Troia.

Linsday Richards, un'oca con così poco cervello che sarebbe sembrato impossibile solamente pensare di mandarla al liceo cassico e che, stranamente, non era mai stata bocciata.

Gwen si rassegnò a rimanere attenta agli ultimi dieci minuti della lezione, sperando che, almeno per una volta, la campanella suonasse in anticipo.

Dopo dieci minuti di sofferenze, che non furono per niente alleviate dal fatto che la professoressa di latino e greco fosse la sua preferita in assoluto, la campanella annunciò l'inizio della ricreazione, e tutti gli alunni schizzarono fuori dal I D.

Gwen stava seduta nel giardino sotto un alberello che aveva tutta l'aria di essere malaticcio ed instabile, quando accanto a lei si sedette una ragazza dai capelli dorati e dagli occhi verdi come il mare, la quale si appoggiò al gracile tronco senza dirle una parola, come del resto Gwen si aspettava, visto che la giovane aveva le cuffiette dell'iPod ad entrambe le orecchie.

In quella ragazza Gwen riconobbe Bridgette, ovvero la persona che, fra tutte le ragazze che conosceva, più si avvicinava alla definizione di 'amica'.

La bionda le porse una cuffietta.

-Vuoi?-

La gotica era incerta sull'accettare: lei e Bridgette avevano gusti alquanto diversi in fatto di musica.

-No, guarda, grazie mille ma mi fa un po' male la testa-, disse, mentendo.

La biondina alzò le spalle, si rimise la cuffietta e prese a canticchiare.

 

Another heart is cracked
In two
I'm on your back

I cannot be without you, matter of fact..

Ohh ohh ohhhhh, I'm on your back..

 

Gwen rimase come folgorata per qualche secondo.

-Aspetta aspetta! Cos'hai cantato?-

Bridgette rimase impassibile, agitando la testa a ritmo con la canzone. La gotica la scosse delicatamente, la ragazza si tolse una cuffietta e la guardò con fare interrogativo. Gwen ripetè la domanda.

-Oh.. Era Walking After You, non la conosci?-

Gwen scosse la testa in segno di risposta negativa, ma le disse subito dopo:

-Non dico il titolo, vorrei sapere le parole!-

Bridgette la guardò.

-Intendi I'm on your back?-

-No, dopo!-

-Allora era I cannot be without you, matter of fact?-

Gwen s'illuminò.

-Esattamente, Brid!-

Detto questo, si alzò e corse verso la classe. Aveva bisogno di scriversi quella frase.

Giunta davanti al suo banco, prese il pennarello blu e impresse quella frase sul suo palmo quasi con foga.

La scritta era malfatta, sbafata e certamente non perfetta come quella del giorno prima, che era stata rimossa dalla mano con grande fatica grazie ai ripetuti usi del sapone, ma a Gwen piacque molto.

Chissà, forse perchè non poteva davvero fare a meno di quel sottile filo di platino che univa i suoi occhi a quelli di giada del ragazzo del secondo banco, fila al centro.

 

 

 

 

Writer's corner.

Ehilà, amici lettori!

Dunque.. Con questa fic sto cadendo nella monotonia, lo so DD: Prima la scuola, poi un Duncan abbastanza prepotente, poi una cotta per un compagno di classe.. Davvero, ci manca che diventino migliori amici.

E se lo diventassero?

Ahah, che spoilerata che v'ho fatto DD:

Vi ricordo che i ragazzi stanno al classico, quindi è NORMALE leggere che i ragazzi escono dal I D e non dal III D.. Il primo liceo classico corrisponde al terzo anno di qualsiasi altro liceo, mentre il terzo liceo corrisponde al quinto anno.

Un'ultima cosa.. La frase significa "Non posso fare a meno di te, è un dato di fatto", ed è presa da Walking after you, dei Foo Fighters.

Beh.. Ora mi congedo, miei cari.. Sappiate che sono molto contenta delle persone che seguono, preferiscono e recensiscono! :3

Clover.

   
 
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