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Autore: JeffMG    04/11/2011    0 recensioni
"Ma che fa?"
"Rompo la pietra" disse come se fosse una risposta ovvia.
"Guardati intorno fanciulla e vedrai altre pietre per te.
Osservale e sorriderai per la varietà.
Ti stanno solo aspettando"
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'anziano e le sue pietre.

Protettori di un grande piano di guerra ci eravamo disposti in cerchio,
per pendere nuovamente dalle labbra di quell’anziano signore da vestiti inconsueti.
Trascinava alle sue spalle un lungo manto dai mille colori,
che mi ricordava le storie di Arlecchino raccontatemi da uno zio italiano nelle calure d'estate, dove solo un racconto salva lo spirito dall'ozio.
Gli abbinamenti erano lasciati al caso, come delle scarpe stringate sotto
quella veste da carnevale ed associavo i due elementi al caos e alla calma. 
Capelli lunghi gli incorniciavano il volto ossuto dominato da macchie di vitiligine,grandi collane gli pendevano al collo segnato dal tempo.
Tutto stava ad indicare i tempi in cui sembrava esser stato lasciato alla sua giovinezza.
Il suo corpo era con noi, intrappolato in un viaggio temporale in cui la carne doveva accontentarsi ma lo spirito gioire nelle belle 
vie della memoria fervida.
Vagava nella stanza osservato da mille occhi e parlava muovendo la mano destra e appoggiandosi con l’altra ad un bastone di legno consumato dai tarli. Si bagnò le labbra  e continuò la recita.

“Avevamo l’amore di un epoca di libertà e sogni, fantasie e ribellioni” 
disse con voce roca.

Notai che qualcuno prendeva appunti di fretta come se avessero dovuto segnarsi il titolo 
di un libro che non si vuole scordare.

Si rivolse a noi con uno sguardo capace di raggelare il sangue,
poiché sembrava possedere il potere di scrutare fin nell'animo e poi
farlo risalire attraverso  la gola come un torrente che risale la riva,
per farti ricordare chi sei e dove sei. Ma oltre a farti raggiungere
questa consapevolezza, potevi vedere in quello sguardo una linea più blu
della tonalità chiara che governava l'iride ed è lì che risiedeva
l'esperienza di una vita passata tra gioie e dolori, ormai stipati nell'inconscio.

“Correvamo nudi per le strade, davamo voce ai nostri ideali!
Ricordo ancora il vento che mi trafiggeva il corpo e la mano di Lily intrecciata alla mia." 

Prese una pausa da un doloroso ricordo che sembrava aver toccato la sottile
stabilità mentale di un nastalgico e poi continuò ciò che nel suo petto fremeva di esser detto.  

"Prendete l’amore come scontato, dovete accarezzarlo come se fosse una pietra preziosa che vi ha appena venduto un mercante di strada.
Come ben sapete i mercanti di strada non hanno pietre preziose ed è per questo che proprio quella pietra fra tante pietre false è capitata nelle vostre mani.  Confondete le pietre false con quelle vere e non dovete! Aprite gli occhi! Osservatele nei minimi dettagli finché non noterete che quella non è la vostra pietra.”

Zoppicante si diresse verso una ragazza e le mise sotto il mento l'indice 
ossuto e tremante. Lei dilatò gli occhi per quell'improvviso contatto.
Il vecchio non ci aveva mai toccati, era sempre rimasto al centro della
stanza come una presenza, come se una voce lontana ci stesse narrando
storie di vita e trucchi per ingannare il tempo che passa.
Vegliava su di noi come una fantasma e mai aveva dato prova di esistere.

“Cosa pensi delle pietre? Ti vedo spenta, suppongo che la tua sia falsa.
Questo è lo sguardo di un amore perso e calpestato mille volte!
Rompi questa pietra, falla cadere a terra!”

Lo guardò perplessa come se quelle parole l’avessero colpita nel profondo.
Ancora una volta l’anziano aveva saputo catturare le nostre emozioni 
nelle sue tremanti mani da uomo vissuto. Tra gli applausi diede un ordine.

“Dammi la foto”
“Come scusi?”
“Dammi la foto”  

Deglutì un blocco di saliva diventando rossa in volto.
Ci guardò con occhi che imploravano aiuto, come se quel povero vecchio la volesse derubare. 
Portò una mano sul fondo della borsa e ne estrasse una foto,
la guardò per l’ultima volta per poi porgergliela.
Egli la guardò attentamente, quasi a perforarla con occhi accusatori e
con decisa lentezza la strappò in mille pezzi che caddero rapidi a terra.

“Ma che fa?” chiese in collera la vittima.
“Rompo la pietra” disse come se fosse una risposta ovvia.

La guardò avvolgendola di un sorriso sincero.

“Guardati intorno fanciulla e vedrai altre pietre per te.
Osservale e sorridi per la varietà, ti stanno solo aspettando.”

Non pronunciò alcuna parola, solo lei poteva sapere la storia che aveva con quel ragazzo. 
Si era affidata alle vaganti parole di quell’uomo di altri tempi e non poteva obbiettare.


“Come faceva a sapere che aveva la foto del fidanzato nella borsa?”
chiese curioso Albert.

L’uomo si mise al centro del cerchio e guardò ognuno di noi sgranando 
gli occhi e alzando l'indice in alto. Sembrava essere elevato a qualche alto stadio di spiritualità, ci aspettavamo qualche trucco magico, qualche pensiero letto nella mente al momento giusto...Eppure la risposta fu semplice.

“Osservazione signori, osservazione!” urlò con il suo tono recitativo.
“Serve l’osservazione nella vita” sussurrò.
“Ma non ha risposto alla domanda” ribatté Albert.

L’anziano lo guardò allibito e fissò un punto vuoto con aria pensante.

“Quando la nostra è entrata nella stanza guardava pensierosa una foto.
Si poteva ben intuire che trattava della sua pietra.
Dubito che con quegli occhi una persona possa guardare un amico o un fratello. Non è così signorina?”

Lei si scosse, affondando il volto roseo nella sciarpa di lana. 
Sembrava esser stata risvegliata da pensieri contorti e immagini
create velocemente da una mente resa attiva dalla vergogna creata dalla troppa attenzione. 

“Credo signore”.

Sorrise soddisfatto e si lisciò la barba bianca. 
In un freddo pomeriggio e in una stanza al riparo dal vento, 
quel misterioso individuo di cui ancora non sapevamo il nome ci aveva donato
una preziosa lezione di vita. 
  
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