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Autore: delena900    05/11/2011    2 recensioni
Inserire accenno alla trama della storia (breve riassunto o anticipazione) e/o citazione dal testo. No linguaggio SMS, No tutto maiuscolo, No Spoiler! NON C'E' BISOGNO DELL'HTML PER ANDARE A CAPO IN QUESTA INTRODUZIONE.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Damon/Elena, Elena/Stefan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ero distesa su una gradinata e attendevo il suo arrivo perché sapevo che prima o poi sarebbe arrivato.
Ero sdraiata e il mio sguardo vagava verso quell’infinità che era il cielo… un cielo colmo di stelle.
Ho sempre considerato le stelle delle piccole speranze e più luminose erano più quelle speranze per me assumevano connotati di concretezza.
Ma adesso guardo il cielo e quelle speranze che riponevo nella mia storia con Stefan… nel nostro futuro sono andate perse. Non ci spero più!
Si dice che la speranza sia l’ultima a morire… le mie speranze hanno cercato di resistere fino all’ultimo ma alla fine hanno ceduto.
Ed eccolo arrivare… Era diventata la mia ombra.
“Conoscevo tutte le costellazioni… eppure adesso non ne ricordo nemmeno una!”
“Sei ubriaca!” in parte aveva ragione ma non avevo completamente perso la mia lucidità. Farglielo credere era parte del piano. “Devi andare a casa” mi alzai appoggiandomi ad una sbarra per non cadere.
“Fammi cercare la macchina”
“Scherzi, vero?”
“Ecco arrivata il poliziotto anti-divertimento! Pensavo che Stefan lo squartatore fosse l’anima della festa, no?” 
“Beh, d’accordo, ti accompagno a casa. Andiamo!” fece per voltarsi e scendere i gradini.
Azionai la parte successiva del mio piano.
Mi aggrappai alla sbarra e la scalvai. Alle mie spalle il vuoto. Avevo paura ma sapevo di doverlo fare.
Stefan sentendo le mie mosse istintivamente si voltò.
“Cos’hai 5 anni? Forza Elena, scendi!” continuavo a sorridere come una stupida, colpa dell’alcol.
“Perché? Hai paura che…” e feci finta di star per cadere. “Oh… per poco! Klaus non sarebbe felice di te!”
“Sei esilarante!”  la preoccupazione gli si leggeva nel viso.
“Guarda Stefan senza mani!” sembravo davvero una bambina. Le mani non poggiavano più sulla sbarra era innalzate al cielo. Credevo di avere tutto sotto controllo ma poi successe tutto così velocemente. Persi l’equilibrio e caddi nel vuoto. Il mio cuore per un attimo si fermò e in quello stesso attimo mi mancò respiro. 
Chiusi gli occhi e nel momenti in cui li riaprii mi trovai tra le braccia possenti di Stefan.
Se lui non fosse arrivato mi sarei schiantata contro il suolo.
Mi aveva afferrata, non mi aveva lasciato cadere.
I nostri volti si distanziavano di pochi centimetri. Il suo respiro era freddo. Il suo profumo non era più lo stesso.
Mi guardò con molta intensità e quasi un’altra volta mi sentii crollare.
“Sapevo che mi avresti presa” dissi col fiato corto.
Scesi dalla sua presa. Lui non disse nulla. Sapevo che dietro quella maschera era rimasta un briciolo di umanità… Klaus non poteva aver spazzato via tutto.
Rimanemmo a fissarci quando ad un tratto lo vidi piegarsi in due e subito collegai i pezzi.
Alle nostre spalle un altro personaggio era entrato in scena. Il piano si stava svolgendo come quanto avevamo stabilito. 
Alaric alle nostre spalle aveva scoccato delle frecce alla verbena e Stefan adesso era steso per terra.
Avanzò verso di me.
“Stai bene?” ma che domanda stupida. Come potevo stare bene? Mentire era diventato naturale come respirare.
“Si, io…” guardai per un attimo la gradinata dalla quale un attimo prima caddi “Sto bene!”
“Non sembri… sobria!” almeno questo l’aveva capito.
“Il piano ha funzionato! Questo è quello che conta!” annuì e il nostro sguardo prontamente ricadde su Stefan “Portiamolo via da qui!”
Alaric si caricò Stefan dietro le spalle come fosse un sacco carico di roba.
Corremmo verso la sua auto e velocemente aprii il portabagagli dove avrebbe depositato Stefan.
Mi misi a sedere nel lato passeggero.
Alaric stava per entrare quando lo sentii borbottare qualcosa ma non afferrai nulla.
Ad un tratto vidi il suo viso mutare espressione.
“Elena! Elena!” mi guardai attorno e vidi del fuoco. La macchina stava prendendo a fuoco.
Immediatamente cercai di uscire.
“Apri la portiera”
“Non ci riesco. Non si apre!” era come bloccata. Iniziai a scalciare per provare ad aprirla ma nulla.
Stavo entrando in panico. Il respiro stava iniziando a mancare. Mi sentivo quasi soffocare.
Alaric prese un bastone e provò a rompere il vetro ma non ci riuscì.
Iniziai a tossire. Pensai a Stefan. Andai da lui e cercai di svegliarlo.
“Stefan!” mi accasciai sul lato guida priva di forze.
Stefan mi aveva ascoltato e diede un calcio al portabagagli in modo da farmi uscire.
Ero riuscita ad uscire. Alaric mi raggiunse.
“Muoviti prima che esploda!” sapevo che da li a poco la macchina sarebbe esplosa ma non potevo lasciare Stefan li.
“Aspetta, aspetta ti prego! Non posso lasciarlo li!” mi guardò e in un attimo fu li al mio fianco pronto ad aiutarmi. Prendemmo Stefan per le braccia e lo portammo fuori dall’auto. 
Ci allontanammo e la macchina esplose.

***

Eravamo tornati a casa Salvatore. 
Ero nel bagno di Damon e lui voleva prendersi cura di me!
“Dammi faccio io!”
“No” era deciso a farmi da infermiere. “Fallo fare a me, Elena!”
“Damon, dai…”
“Sei quasi arrostita. Il minimo che posso farti è prestarti soccorso.” lo lasciai fare perché avevo davvero bisogno che qualcuno si prendesse cura di me.
Avevo una piccola ferita sul viso e lui si stava apprestando a disinfettarla. 
La sua dolcezza addolciva anche a me.
“Hai recitato molto bene la tua parte, stasera!” aggiunsi ripensando al modo in cui flirtava con Rebekah.
“Oh… davvero?”
“Si! Tu e… Rebekah che sbavavate l’uno sull’altra e sui vostri marshmallow.” ed eccola di nuovo li quella strana sensazione… quella strana gelosia che avverto quando Damon è con un’altra, un’altra che non sono io.
“Si, prima che lei mi infilzasse!”  tirai un sospiro di sollievo “Pensavo fossi troppo ubriaca per accorgetene!”
Era come se nonostante non fossimo stati insieme… non ci fossimo persi di vista neanche per un attimo.
“Fingevo per la maggior parte del tempo!” abbassai lo sguardo e lui fece lo stesso.
“Anch’io!” i nostri sguardi si cercarono, s’incontrarono e parlarono.
Ero innamorata di Damon.
“Elena pronta per andare?” mi voltai di scatto e vidi Alaric.
Un altro momento rovinato… un’altra persona c’ha interrotto.
Forse il destino non ci vuole unire… forse ci sta inviando piccoli segnali per farci capire che non possiamo stare insieme.
“Bel lavoro stasera, Ric! Mi dispiace per la macchina!” aggiunse Damon!
Non rispose e dopo un ultimo sguardo andammo via.
Stavamo per raggiungere l’ingresso.
“Non c’è problema se vuoi tornare ad essere amico di Damon!”
“Non voglio!” erano così tanto amici e adesso mi dispiaceva vederli così.
“Credo che tu gli manchi!” sapevo di dire la verità perché nonostante Damon non l’avesse detto io lo conoscevo e con lui le parole non servivano.
Fummo colti di sorpresa da Stefan.
“Mi avete fregato, stasera! Di certo non me l’aspettavo!”
“Questo prevedeva il piano!” disse Alaric.
“Sai… puoi odiarlo quanto vuoi, ma Elena ha bisogno di me!” sentivo di non aver più bisogno di lui al mio fianco sapevo che adesso la mia felicità non dipendeva da lui. ”La proteggerò sempre! Credo sia meglio che entrambi vi abituate ad avermi intorno.” guardai Ric e gli feci segno di andare.
“Elena, aspetta. Avresti potuto lasciarmi morire in quell'incendio, stasera. Perché non l’hai fatto?” mi fermò per una stupida domanda una domanda che lo Stefan di un tempo avrebbe conosciuto la risposta senza chiedere.
“Perché ci spero ancora!”
“Dopo tutto quello che ti ho fatto…” aveva ragione mi aveva troppo male “tu pensi che io riuscirò a trovare la mia umanità!”
“Si', lo penso. So chi sei veramente. Lo so meglio di chiunque altro, Stefan. E non ho intenzione di rinunciare.” forse qualcosa si stava riaccendendo in lui.
“Elena…” ci sperai “hai idea di quanto questo ti renda patetica?” ma le mie speranze morirono sul nascere.
“No, Stefan… questo mi rende forte!” e gli conficcai un paletto in legno nello stomaco.
Si piegò dal dolore e andai via.

***

Ero tornata casa. Avevo finito di lavare i denti e mettere il pigiama e stavo entrando nella mia camera quando per poco non presi un infarto.
“Oddio Damon l’hai rifatto! Devi smetterla di intrufolarti nella mia camera a mia insaputa nel cuore della notte. Che ci fai qui?”
Damon era seduto sul cornicione della mia camera più bello che mai.
“So che è tardi ma… volevo assicurarmi che tu stessi bene!” 
“Sto bene!” 
“Elena non mentirmi! Ho ascoltato ogni singola parola che ti ha detto Stefan! Ti ha considerata…”
“Bene… allora sai che non sto bene perché si, mi ha considerata patetica e lo sono stata davvero per tanto tempo!”
“Elena… Stefan non tornerà più indietro! Devi fartene una ragione!”
“Damon non è così! ti ho sempre detto che continuo a sperare in un possibile ritorno di Stefan”  tirai un lungo sospiro e continuai “beh è vero non ti ho mentito!” sul suo viso apparve come un’espressione di sconfitta.
“Io spero che Stefan ritorni ad essere..”
“Elena io l’ho capito e non capisco perché tu continui a ripetermelo!” mi aveva interrotto.
“TI prego fammi finire!” annuì e ripresi “Voglio che Stefan torni ad essere se stesso! So che uccidere e nutrirsi della gente è teoricamente quello che comporta la vostra natura ma lui non è così. Io so chi è Stefan! Stefan è l’uomo che avrebbe potuto ucciderti quando tu hai ucciso la sua migliore amica Lexi, ma non l’ha fatto perché tu sei suo fratello! Stefan è l’uomo che antepone la sua natura da vampiro all’amore, all’amore per tutti! Voglio che tu continui ad aiutarmi… Io voglio che Stefan torni Stefan!
Credo che nella mia vita non ci sia più posto per lui! 
Credo che il mio cuore abbia smesso di battere per lui dal momento in cui i suoi denti hanno penetrato la mia pelle ma nonostante questo io non voglio che lui si perda… Voglio che lui ritrovi la sua strada e io ho bisogno del tuo aiuto!
Damon io e te abbiamo passato tanto… tantissimo tempo insieme! E mi sono accorta che più il tempo passava più io iniziavo a sentire una strana sensazione alla quale sul nascere non ho badato ma adesso è diventata insistente e mi spaventa.
È una sensazione alla quale non sono riuscita a dare un nome.
È un qualcosa di strano e mi capita ogni volta che tu mi sei accanto.
Inizialmente era un misto di malinconia e tristezza ma col passare del tempo si è trasformata.
Quando sto con te entro in uno stato di ansia, seguito da una strana e inspiegabile felicità.
Ho avuto paura di parlarne.
Ho avuto paura di ammetterlo.
Ho paura di ammetterlo a te.
Ho avuto paura di affrontare per la prima volta i miei sentimenti.
E adesso siamo di nuovo qui… uno di fronte all’altro e so che non posso più scappare, non posso più tornare indietro e so che nessuno potrebbe interferire con questo momento esclusivamente nostro.
Si, Damon… mi stanno sudando le mani, il mio cuore sta scalpitando e mi sento terribilmente in imbarazzo!
Mi sento mancare il respiro… 
Vorrei solo che tu adesso mi stringessi tra le braccia e mi dicessi che tu non mi faresti mai del male che tu non saresti mai capace di nutrirti del mio sangue nonostante rappresenti un richiamo irresistibile vorrei che mi dicessi che tu non potresti mai abbandonarmi perché io… Damon io non potrei sopportarlo!
Non potrei sopportare di vedere sparire dalla mia vita anche te! 
Ho dimenticato il passato e non so cosa ci attende il futuro ma so che tu sei qui… io sono qui ed è tutto quello che conta!
Voglio respirare appieno l’attimo interminabile di questo bellissimo presente… di questo nostro presente!” si avvicinò a me, annullando quella breve distanza che ci separava e dolcemente prese il mio volto tra le mani, lasciò strofinare i nostri nasi per poi far incontrare ed unire le nostre labbra ponendo fine alla loro disperata ricerca.
Le sue labbra erano così morbide, così calde, così mie!
Era come se i miei piedi si fossero staccati dal suolo… era come se stessimo danzando.
L’eccitazione mi pizzicava le vene.
“Damon scusami… questo è sbagliato!” disse allontanandomi da lui.
Mi guardò intensamente.
“Elena io… penso di essere la persona meno adatta nel dirti ciò che è giusto o sbagliato perché nella mia vita ho sbagliato una miriade di volte ma so che adesso… è questo quello che voglio! Voglio te e non vorrei essere in nessun altro posto e con nessun’altra donna se non qui e con te, Elena!
Pur quanto sbagliato possa essere ricommetterei questo sbaglio altre mille volte!”
Sentivo il mio sangue pompare ad un velocità smisurata e il mio cuore martellava . 
Desideravo le sue labbra più di ogni altra cosa.
Le sue labbra arrivarono a scontrarsi con le mie in una lotta che di casto non aveva nulla.
  
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