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Autore: Eveline_    05/11/2011    1 recensioni
Jo March, una quattordicenne che scopre il suo primo amore tra i banchi di scuola.
Ha perso il padre in un incidente stradale il giorno del suo compleanno.
Ora la madre è ciò che le rimane.
Ha un’amica sin dall’infanzia si chiama Beth, lei l’ha aiutata a superare il dramma di quell’interminabile sera d’estate.
Ora cerca di vivere al meglio la sua vita cercando il suo amato principe azzurro.
Lo troverà? Sarà una delusione? O una splendida storia d’amore sin dall’inizio?

Salve a tutti, sono Eveline e questa è una nuova storia, prometto che continuerò a scriverla e che ci metterò tanta volontà.
Mi aspetto partecipazione, e iniziate a recensire!
Spero la storia vi piaccia.
Bacini.
Eveline.
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Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Caro diario,
Mi chiamo Jo March, sono nata a Germantownin in Philadelphia, ma ora vivo a New York, ho 14 anni il 4 luglio ne farò 15.
Ho perso mio padre in un incidente stradale, stava tornando dal lavoro quando... non mi va di parlarne, magari più tardi, ora no. Voglio dirti cosa succede ora, tre mesi dopo l’incidente.
Sai, a scuola ho conosciuto un nuovo ragazzo, si chiama Laurie.
Ogni volta che lo vedo ho le farfalle nello stomaco, quando i nostri sguardi si  incrociano è come se il tempo si fermasse e che, esistiamo solo noi, io e lui.
Ma  non so se anche lui è innamorato di me, ho paura di dirglielo, ho paura che mi possa rifiutare.

-Mamma io vado a scuola!
-Ok, ciao tesoro!
-Ciao mamma!

Per andare a scuola prendo la via che passa per degli abeti giganteschi, ed ogni volta che passo sento il loro canto che mi affascina, la chioma di quegli alberi mi fa ricordare la mia infanzia.
Sento la campanella suonare, inizio a correre ed arrivo in classe.
-Scusate per il ritardo.
-March, accomodati.
-Certo.

Eccolo lì, oddio mi guarda.
Mi siedo vicino a Beth, la mia migliore amica, non so cosa farei senza di lei.
-Allora ragazzi, oggi interrogo.
-Cosa? Si sentì un mormorio da parte di tutta la classe.
-Non vi meravigliate, siete alle superiori gente! Svegliatevi. Chi ha studiato storia? C’è qualche volontario o chiamo io.
-Cacchio, io ho studiato, ma faccio la figura della secchiona se vado all’interrogazione. Ok, ci vado, che mi frega.
-Prof vengo io. Dissi con voce tremolante.
-Ok, March, dai vieni.
Laurie  mi guardò per tutta l’interrogazione, cavolo, che fastidio. Lo faceva apposta? O era innamorato di me? Troppo bello per essere vero.
Dissi due capitoli di storia, mi mise 10, cavolo le facce di tutti, spettegolavano a non finire.
Mi mandò al posto e Beth mi disse:
-Jo, ma l’hai visto a Laurie? Ti guardava continuamente! Poi ho sentito che ha scambiato due parole con l’amico accanto. Ha detto, ehm, com’era… Ah, sì!
Ha detto: è in gamba quella. Ha chiesto il tuo nome e l’amico gliel’ha detto.
Oddio, scoppiavo di gioia, tanto che chiesi alla prof di andare in bagno, e quando mi trovai da sola mi misi a ballare.
Arrivò una della 3a C che mi vide e scoppiò a ridere.
Che vergogna, ora racconterà a tutti quello che è successo.
Disse ridendo: -Ma tu sei nuova?
-Sì.
-Ah, ok, mi fai troppo ridere! Non preoccuparti non dirò nulla. Mi chiamo Amy.
-Grazie mille, io mi chiamo Jo.
-Ora devo andare, disse.
-Ciao, a presto.
Avevo l’impressione che non fossi tanto diversa da tutti e questo mi rendeva molto felice.
Tornai a casa, mamma aveva preparato un pranzo a base di pesce, ed il mio dolce preferito.
Ci mettemmo a tavola ed iniziammo a mangiare.
-Senti Jo, hai sempre quella lucina negli occhi, l’espressione felice ogni giorno, ma a volte triste. Sei innamorata? Guarda che con me puoi parlare. Disse la mamma.
-Sì, mamma, scusa per non avertelo detto prima ma... sai…
-Lo so, anch’io ci sono passata, sapessi quanto amavo tuo padre.
-Sì, ti voglio bene mamma.
Tentai di abbracciarla ma feci cadere la saliera, la solita imbranata.

Il giorno dopo andai a scuola, cacchio Beth era assente e Laurie si mise vicino a me.
Ok, calma ripetevo nella mente.
Avevo un’espressione al quanto fuori dal comune, cavolo sembravo uno zombie.
Mi fa:
-Tu sei Jo vero? Ma hai per caso paura di me?
-Sì, sono io. No, non ho paura di te, dissi guardando fissa il pavimento.
-Bene, perché se vuoi mi sposto avanti.
-No! Dissi, quasi urlai. Ero felice che stesse vicino a me, anzi felicissima.
Lo guardavo ogni volta che lui si voltava e quando si accorgeva che lo fissavo diventava rosso e si girava verso di me.
Cavolo, ma se fosse anche lui innamorato di me, mi ripetevo in mente.
-Jo, senti, so che non ci conosciamo da molto ma ti va di scambiarci i numeri di cellulare?
-Certo.
Gli diedi il mio numero e lui mi diede il suo. Cavolo aveva fatto il primo passo, in quel momento le mie illusioni aumentarono.
Beth mi chiamò durante la lezione, dovetti andare in bagno, mi disse che aveva avuto la febbre stanotte e che domani sarebbe venuta. Poi aggiunse:
-Jo, ti va di uscire oggi pomeriggio io, tu, Laurie ed un mio amico che ho conosciuto?
-Sì certo, ma, tu sarai con me vero?
-Certo Jo.
-Senti Beth, devo andare, ci sentiamo oggi, ciao.

Mi sentivo che c’era qualcosa sotto, e se ci fosse stata non sapevo proprio come mi sarei comportata.
Ritornai in classe, suonò la campanella ed uscimmo.
Laurie mi guardò, io guardai lui e cavolo, mi perdevo in quei suoi occhi.
Uscirono tutti dall’aula, tranne io e Laurie, mi erano caduti i libri dallo zaino e mi aiutò a metterli a posto.
-Ti aiuto, disse.
-Grazie.
Le mie mani sfiorarono le sue prendendo il libro di fisica.
-Scusa. Dicemmo tutti e due in quell’istante.
Mi sorrise e poi ce ne andammo.

2 ore dopo…
Mi squillò il cellulare, era Beth. Il messaggio diceva:
-Sei pronta? Siamo tutti al vecchio molo, raggiungici.
Cavolo, ero pronta ma non ero truccata.
Odio truccarmi per delle stupidaggini, un po’ di matita leggera e basta, devo essere chi sono veramente.
Arrivai al molo, erano lì.
Dio quant’è bello Laurie.
Beth, c’è Beth.
Corsi verso di lei e l’abbracciai, mi era mancata un mondo.
-Jo, noi ci facciamo una passeggiata lungo il mare, voi state qui se volete, torniamo presto.
Sapevo che ci avrebbero lasciati da soli.
E ora che faccio?
-Ehi Jo, so che non è il massimo del rilassamento stare in piedi quindi fai come me.
Si alzò i pantaloni fino al ginocchio ed immerse i piedi nell’acqua.
Lo imitai, l’acqua non era fredda, anzi, con lui affianco tutt’altro.
Mi tese la mano, appoggiai la mia dolcemente.
I nostri sguardi si incrociarono, lui si avvicinò a me, era intento a baciarmi.
Nella velocità di quell’attimo, le farfalle nello stomaco si fecero sentire a non finire.
Mi avvicinai anch’io e ci baciammo.
La leggerezza di quel bacio, le sue labbra che si immergevano nelle mie, era tutto perfetto.
-Ti amo, mi sussurrò.
-Io sin dal primo momento.


Buonsalve a tutti, appena sfornato il primo capitolo.
Spero vi piaccia, iniziate a recensire.
Bacini.
Eveline.
  
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