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Autore: sonyx1992    05/11/2011    1 recensioni
Dal capitolo 12:"I sogni sono come i bicchieri: si rompono facilmente.
Vengono chiusi in una scatola su cui viene scritto “fragile” come ammonimento, per ricordarci di quanto sia facile perderli.
Tu prendi la scatola tra le mani, stai attenta ad ogni passo, stai attenta alla stretta sul contenitore, lo appoggi al petto, giusto sotto al mento, per poter cogliere le trappole sul cammino.
Ma stai attenta!
Anche quando mancano pochi gradini i pericoli sono lì, in agguato, nascosti dietro l'angolo, celato dentro due bambini che giocano sulle scale.
Ti incontrano, vi scontrate, cadete; e cadono i sogni.
E quella scatola con la scritta “fragile” ti dimostra la sua fragilità lasciando che i tuoi sogni si frantumino.
GAME OVER.
I tuoi sogni sono distrutti, non vedi? Sono lì, a terra, spezzati in miliardi di pezzi, ormai inutili se non per ferire e tagliare chi posa un piede sopra di loro.
Ed ora cosa fai?
Ti siedi, li osservi, pensi a come andare avanti.
È inutile piangere sul latte versato e sui sogni infranti.
Ti alzi, ti tiri su con le braccia e ricominci, raccogli la scatola, rimetti insieme i pezzi di vetro e vai avanti; cammini fino alla tua destinazione, poi ti fermi e ti siedi di nuovo, vicino ad un cumulo di neve, e con le mani rosse ed infreddolite, inizi a modellarla, a schiacciarla, a toglierla.
Cosa fai?
“Voglio costruire un pupazzo di neve”, mi rispondi.
Ed io osservo la scatola accanto a te, con dentro i tuoi sogni infranti.
Ci guardo dentro e mi accorgo che tra i cocci di vetro un bicchiere è ancora intero; si, te lo giuro, non lo vedi? È ancora lì, si è salvato!
Sorrido perché i tuoi sogni ci sono ancora, nascosti tra i pezzi di quelli infranti, ma ci sono ancora.
Quindi, ti aiuto a costruire il pupazzo di neve."
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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07- LA MIA LINGUA HA CONSEGNATO LE DIMISSIONI ALLA MIA BOCCA

 

Nicola”

 

 

Sono giunto ad un compromesso con Federica: mi ha promesso di non chiamarmi più col tuo cellulare ed io, in cambio, le avrei dato il mio numero di telefono.

Anche se ora, così, ho un nuovo problema a cui pensare: decidere una suoneria per la tua migliore amica.

Tu lo sai, io e Federica non siamo mai stati molto amici ed il nostro rapporto non è di certo migliorato quando io e te ci siamo lasciati, quindi non è che la conosca molto.

Trovare una suoneria adatta a lei sarà un compito davvero arduo.

 

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Sono nel mio ufficio, come sempre.

Capodanno è passato silenzioso, in punta di piedi, senza farsi vedere da me, sentendosi probabilmente in colpa per il cambiamento che mi ha fatto promettere di fare dopo il nostro ultimo incontro.

Me ne sto appoggiato allo schienale della mia sedia, la testa rivolta verso l'alto, mentre i fascicoli sono ancora intatti sulla scrivania di mogano scuro.

Le mie iridi scure riflettono il neutro soffitto sopra di me ma le mie orecchie sono tese, pronte a cogliere al volo quel cigolio fastidioso che affligge la porta della sala riunioni da mesi, ormai.

Forse, è meglio che vi informi che i cambiamenti della mia vita non sono ancora finiti.

 

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Ho sempre pensato che Federica sia una di quelle persone difficili da decifrare, troppo diversa da me e dal mio carattere, al quale è assolutamente incompatibile.

Per questo motivo trovo tanta difficoltà nel trovare una suoneria adatta a lei.

Ho bisogno di distrarmi, di allontanarmi da tutto ciò che mi circonda per concentrarmi sulla sua canzone.

Mi tappo le orecchie con le cuffie, mentre il mio i-pod scorre la musica, mentre aspetto quel brivido piacevole che mi percorre tutte le volte, aiutandomi a scegliere anche questa volta.

 

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Il Grinch non è l'unico ad odiare Gianfranco Savino.

In ufficio, l'8% condivide la sua opinione ed il restante 92% la nasconde bene dietro a lingue troppo abituate a leccare fondoschiena; mio malgrado, la prima volta che arrivai in quell'ufficio, fui assoldato dalla maggioranza, obbligando la mia lingua a vergognarsi di se stessa finché, un giorno, non ha consegnato le dimissioni alla mia bocca; e, quel giorno, è oggi.

Ho rifiutato la sua richiesta di licenziamento, promettendole che, d'ora in poi, non avrebbe più leccato il culo di nessuno; ed, ormai, dovreste saperlo che sono un uomo di parola.

Ve l'ho detto che i cambiamenti non sono ancora finiti.

 

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Capretti. Caffè?”

I miei occhi sbattono le palpebre ma la testa evita lo sforzo di abbassarsi per riconoscere la voce grave e monotona che mi ha appena chiamato.

Luigi Scalvenzi è il capo della fazione dei 'Leccaculo', colui che mi ha assoldato appena ho messo piede in quel luogo.

Qualche settimana fa quelle due parole sarebbero state come una molla che mi avrebbe lanciato dalla sedia fino alla macchinetta del caffè, pronta a distribuirmi la sua droga quotidiana; tuttavia, ora, non mi fanno nessun effetto; perfino il soffitto bianco mi sembra più interessante di una passeggiata in ufficio con il mio comandante per arrivare ad una stupida macchinetta, luogo d'incontro di tutti i membri del club dei 'Leccaculo'.

Non mi va...” mi lamento col soffitto che resta in silenzio alla mia risposta; un po' come Luigi.

Abbasso, finalmente, la testa per vedere se sia già andato via ma lui è ancora lì che mi guarda con quella sua espressione da ebete e col suo corpo possente.

Che schifo: ogni fibra del suo corpo sembra contenere da sola tutto ciò che, improvvisamente, inizio ad odiare.

Oh-oh! Capretti che rifiuta un caffè!”

Ci credo, brutto stronzo, visto che te lo fai offrire sempre!

Mi trattengo stringendo i pugni e ritorno con la testa buttata indietro, guardando di nuovo il soffitto bianco.

Infine, un'illuminazione: riabbasso lo sguardo ed accetto l'ultimo invito del capo dei 'Leccaculo'.

 

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Sono immobile: lo sguardo fisso sulla porta scura, le orecchie tese, una mano nella tasca dei pantaloni mentre l'altra accompagna il bicchiere col caffè alla mia bocca.

Alle mie spalle, i miei compagni formano un semicerchio intorno alla macchinetta, forse scommettendo con lei su quanti fondoschiena possono arrivare a leccare in un solo giorno; Luigi Scalvenzi punta su 9.

Le mie iridi scure sono pazienti, calme, mentre la mia testa si ripete per la terza volta il piano; non devo commettere errori.

Luigi Scalvenzi mi appoggia malamente una mano sulla spalla, come se barcollasse perché ha bevuto troppo caffè, che lui, a quanto pare, considera come un potentissimo alcolico: “Capretti, giuro che la prossima volta il caffè te lo offro io.”

Va al diavolo, brutto figlio di puttana.

La mano nella mia tasca si chiude di nuovo a pugno, stritolando un anti-stress invisibile.

E, finalmente, quando ormai i miei nervi sono al limite della sopportazione, il mio udito coglie quel cigolio fastidioso e la porta scura si apre.

Mi tolgo la mano di Luigi dalla spalla e guardo il 92% dell'ufficio con un sorriso di soddisfazione sul volto: “Preferirei restare senza caffè a vita piuttosto che offrirne ancora uno a voi, brutti Leccaculo di merda.”

Vi sembrerà una minaccia ridicola ma io, il caffè, lo amo davvero e non vi rinuncerei per nulla al mondo in una situazione normale; ma, ora, sono davvero disposto a tutto.

Non mi trattengo per memorizzare le reazioni dei miei ex-compagni e mi avvicino a Gianfranco Savino, appena uscito dalla sala riunioni; appena mi trova a bloccargli la strada mi guarda con cipiglio severo, intimandomi a spostarmi dalla sua strada, ma ormai non mi ferma più niente, o meglio, non mi sposta più niente.

Al diavolo lei e il suo lavoro del cazzo. Preferisco licenziarmi piuttosto che accettare le dimissioni della mia lingua.”

Ancora non ci credo di aver detto quelle parole per davvero; ma l'ho fatto e non me ne pento.

Ritorno dai miei ex-compagni e gli dico addio con un cordiale: “Mi state tutti sul cazzo.” e poi me ne vado.

Finalmente.

Il Grinch sarebbe orgoglioso di sapere che ha un nuovo membro nel suo gruppo.

 

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A 27 anni trovo il coraggio di riprendere in mano le redini della mia vita e con un colpo deciso con i talloni nei suoi fianchi, la faccio partire al galoppo verso il mio nuovo futuro.

Tranquilla, non mi dimentico di te; prima passerò a prenderti e, una volta che mi avrai finalmente perdonato, cavalcheremo insieme nelle immense praterie.

 

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Fuori piove, ma sono senza ombrello; mi metto entrambe le mani nelle tasche dei pantaloni e sbuffando, fisso il cielo plumbeo che continua a perdere acqua da tutte le parti; mi toccherà aspettare che smetta di piovere per completare la mia fuga.

Le macchine sfrecciano veloci e sicure nonostante l'asfalto bagnato, come se i guidatori non si fossero neanche accorti che sta piovendo; beati loro.

A me, invece, tocca prendere sempre la metro o i servizi pubblici per spostarmi, quindi un ombrello mi è davvero necessario per arrivare alla stazione.

Una macchina arresta la sua corsa e si ferma sul lato della strada; la portiera si spalanca ed una donna inizia a correre verso di me, dimenticando di aver lasciato la macchina ancora accesa e completamente incustodita: “Nicola!!”.

Federica mi raggiunge e si ferma a qualche metro da me, preferendo restare sotto la pioggia.

La guardo inebetito sempre con le mani nelle tasche, non capendo proprio perchè sia venuta a cercarmi.

Lea si è svegliata.”

 

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Non ci crederai, ma ci sono riuscito: ho trovato la canzone per Federica.

Pioggia scendi su di noi, lava l'anima dal male, finché ogni traccia sparirà, pioggia sopra la città, su milioni di persone, scie di fari, fumo, corse al riparo e su ogni storia, cruda realtà, sulla serenità, su un sorriso, un dolore, sulla gioia”.

Bella, vero?

Si, hai ragione, lo ammetto, ho mentito: più che una canzone adatta alla tua migliore amica, questa è per ricordare questo bellissimo giorno di pioggia, in cui ho saputo che tu ti sei svegliata.

 

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Buongiorno a tutti voi!!
Purtroppo sono di fretta e non posso fermarmi..
Voglio solo chiedere scusa per qualche brutta parola che ho scritto in questo capitolo...l'ho fatto per esprimere al meglio i sentimenti di Nicola ed anche perchè, come dice il titolo: la sua lingua ha consegnato le dimissioni alla sua bocca...;D
Ho voluto che Nicola, in questo settimo capitolo, si distaccasse un attimo dalla situazione di Lea per portare avanti la sua vita.
Penso che d'ora in poi pubblicherò, in media, un capitolo a settimana...
I prossimi 3 li ho già scritti, però devo ancora sistemare bene soprattutto quello di Federica, perché c'è qualcosa che non mi convince molto...
Anticipando qualcosa vi dico che parlerà del risveglio di Lea e delle conseguenze del suo incidente...
Nella speranza che lasciate qualche piccolo parere riguardo a questa storia, vi saluto e...
...al prossimo capitolo! ;)
Un bacio.

=S=
 

P.S.: La canzone alla fine è di Raf e s'intitola: "La danza della pioggia"

   
 
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