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Autore: SimplyBeth    05/11/2011    0 recensioni
Alcuni hanno detto che sono pazza, altri che ho una fervida immaginazione, altri ancora che soffro solo di solitudine. Ma non sono nessuno di queste tre cose. A mio parere sono fortunata. Molto fortunata.
Genere: Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Quando arrivò lui ero ormai rassegnata, pensavo che non ci fosse più speranza per me, ero convinta che sarei morta sola, uccisa dal mio stesso egoismo, divorata dalla solitudine nel mio appartamento di Brooklyn. Eppure non è andata così, non so come abbia fatto a risollevarmi da quel baratro senza fondo che era diventata la mia vita, non so come sia potuto accadere che sia riuscito a farmi mettere da parte l’ orgoglio a far cadere ogni mia barriera e a leggermi dentro come fossi un libro aperto. Non lo so come è successo ma ora lo guardo dormire beato accanto a me, il suo respiro lento e calmo guida il mio e quasi involontariamente chiudo gli occhi sperando che il sonno sopraggiunga velocemente. E’ qualche giorno che fatico ad addormentarmi, non sono ancora riuscita a darmi una spiegazione, eppure nemmeno da bambina avevo di questi problemi. Meglio non pensarci, domani andrò dal dottore e mi farò prescrivere qualcosa per addormentarmi. Nemmeno i miei stessi pensieri mi trattengono dal desiderio di riaprire gli occhi ed osservarlo ancora, forse se ascolto con più attenzione riesco perfino ad udire i suoi pensieri, ad entrare nella sua mente e ad intrufolarmi nei suoi sogni. La mia mano si muove da sola verso il suo viso per regalargli una carezza. Come può, se esiste un Dio, aver creato una creatura tanto perfetta e poi averla donata a me? Cosa ho fatto per meritarmi una fortuna tale? Come per tanti altri quesiti che mi sono posta nel corso degli anni nemmeno questo troverà mai risposta. Sorrido di me stessa nella penombra della camera da letto, forse ho capito perché non riesco a dormire: dormire non mi permette di godere della fortuna che ho nell’ essere al fianco di questa creatura tanto celestiale da sembrare fittizia. Ho voglia di latte al cioccolato, il suo preferito, mi costrinse a berne nonostante gli dissi più e più volte che il latte non mi era mai piaciuto, me ne innamorai al primo sorso e da quel momento lo preferii anche all’ acqua. Volto il capo dall’ altro lato del letto per controllare la sveglia che segna le 4.37. Un lungo sospiro prima di contrarre i muscoli addominali quanto basta per sollevarmi dal letto. Alla sveglia manca ancora troppo, meglio mettere fine a questa arsura notturna e poi tornare a letto e continuare ad aspettare di addormentarmi. In cucina c’ è un barattolo colmo di cioccolato amaro in polvere che non aspetta altro che essere immerso in un bel bicchiere di latte freddo. E’ stata un’ idea sua sistemare il cacao in un contenitore così grande, mi disse che così sarebbe stato più facile infilarci il cucchiaio per prendere la polvere color legno. Apro il frigorifero lentamente cercando di evitare che lo sportello cigoli, non c’ è molto in realtà la dentro, siamo sempre fuori ai pasti e le uniche cose che occupano lo spazio nel frigorifero sono gli snack e il latte. Ne verso quattro dita in un bicchiere e lo rimetto al suo posto per poi dirigermi in punta di piedi verso l’ angolo della cucina dove riposa la grossa biscottiera adibita a porta-cacao. Sollevo il coperchio di porcellana e lo appoggio lentamente sul marmo della cucina, con un cucchiaio pendo una notevole quantità di cacao e lo tuffo nel latte richiudendo con attenzione il coperchio. Faccio fare al cucchiaio sei o sette giri in modo che il cacao si sciolga completamente prima di berlo tutto in un sorso e lasciare bicchiere e cucchiaio sporco dentro al lavandino, verranno lavati dopo la colazione. Con molta calma torno in camera da letto e nuovamente mi corico facendo attenzione a non smuovere troppo il letto per paura di svegliarlo, mi volto dalla sua parte e lo osservo meravigliandomi ancora una volta di quell’ espressione pacata e quasi felice che assume quando dorme. Finalmente chiudo gli occhi e comincio pian piano a seguire l’ andare del suo respiro, sempre più lento e tranquillo, le palpebre sono sempre più pesanti, anche se ormai sono chiuse, lascio distendere i muscoli del mio viso e finalmente mi addormento, mi concedo qualche ora di sonno prima della sveglia.
  
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