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Autore: __delirium    05/11/2011    14 recensioni
Quando stai a lungo con qualcuno i corpi è come se si memorizzassero a vicenda, sai? Il calore che emanano, il battito del cuore, le tue ciglia che mi fanno il solletico sulla guancia quando ti addormenti, le tue dita che si piegano una dopo l’altra quando gioco con il palmo della tua mano. A volte mi sembra di averti ancora qui. E alla fine capisci che conoscere una persona nuova è faticoso, insomma, è come trasferirsi in un paese senza sapere la lingua. Fa paura, proprio perché è diverso da tutto ciò a cui eri abituato. E poi lei mangia i cavoletti di Bruxelles di sua spontanea volontà; chi è quel pazzo che lo fa?
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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(amo questo colore D:) Okay, sono tornata alla carica con l'ennesima OS, perdonatemi lol. Innanzittutto Zayn Malik non mi appartiene ( sfortunatamente, aggiungerei), non è scritta a scopi di lucro e blah blah blah. Poi, non è completamente farina del mio sacco, nel senso che ho preso spunto da un shot film di youtube, ma la cosa più importante è che va dedicata alla mia Sharon (bethfuckoff) per motivi che lei certamente sa ma sono sicura che a voi non interessino minimamente.  Bom, detto ciò, grazie per aver aperto questa OS e buona lettura. Se lasciate una piccola recensione non mi offendo C:
Enjoy.


 


Dear Beth,
Non so da dove cominciare, ma ho talmente tante cose da dirti che non potevo non scriverti. Non so nemmeno se ti arriverà questa lettera, probabilmente la sto scrivendo solo per me stesso, ma in ogni caso, lo sto facendo. Quando parlo di te con i ragazzi scoppiano sempre litigi…forse perché ci manchi da morire, forse perché nessuno ha il coraggio di affrontare la situazione o forse perché dovrei veramente arrendermi; ad ogni modo, i  ragazzi finiscono sempre col dirmi che è una cosa stupida, scriverti, che se voglio sfogarmi ho loro, ma non ci riesco. Loro non sono te. Oggi è il 21 Febbraio, esattamente due anni e sei mesi fa il cuore mi batteva all’ impazzata, il mio respiro era irregolare e non capivo più nulla. Esattamente due anni e sei mesi  fa ti tenevo per mano per la prima volta. Probabilmente se qualcuno mi vedesse, adesso, alzerebbe gli occhi al cielo sbuffando, dicendomi di finirla perché ormai è un anno da quando tu, uh, mi hai lascito. Bhè, un anno  e dodici giorni per l’esattezza. Credo di essere arrivato ormai all’ ultima fase, quella in cui mi rendo conto che non tornerai, mai. E credo anche di aver completamente superato la fase in cui me ne sto seduto per terra, con qualche tuo oggetto fra le mani, sperando di vedere un tuo messaggio, o di sentire la tua voce provenire dalla porta dicendo: “ Amore, sono a casa!”. Anzi, sai una cosa? Sto bene, sto andando avanti, passo dopo passo.  Mi sto anche sentendo con una ragazza, più o meno, non mi va di dare un  nome a ciò che ci lega; tutti mi ripetono che è una cosa positiva, sai, andare avanti e tutto, anche se a me non importa più di tanto.  E, non fraintendermi, Eve è una brava ragazza, ma è…diversa. E’ strano, sai, i muscoli è come se avessero una memoria tutta loro, per quello possiamo legarci le scarpe o suonare il piano senza guardare. Quando stai a lungo con qualcuno i corpi è come se si memorizzassero a vicenda, sai?  Il calore che emanano, il battito del cuore, le tue ciglia che mi fanno il solletico sulla guancia quando ti addormenti, le tue dita che si piegano una dopo l’altra quando gioco con il palmo della tua mano. A volte mi sembra di averti ancora qui. E alla fine capisci che conoscere una persona nuova è faticoso, insomma, è come trasferirsi in un paese senza sapere la lingua. Fa paura, proprio perché è diverso da tutto ciò a cui eri abituato. E poi lei mangia i cavoletti di Bruxelles di sua spontanea volontà; chi è quel pazzo che lo fa?
Tutti quanti mi dicono “Oh, troverai qualcuno come lei, non ti preoccupare! Ci sono tanti altri pesci nel mare!” Bhè, sai una cosa? A me piaceva il pesce che era dentro al secchiello.
Molto spesso vorrei raggiungerti. Salgo su un aereo e chiudo gli occhi, sperando che quando li riapra mi abbia portato da te. Ma non succede mai. Allora ho iniziato a leggere parecchio, perché a te piaceva e mi sono sempre chiesto il perché. Ora lo so. Lo sai che c’è una teoria che dice che c'èuna quantità infinita di universi paralleli al nostro che ipoteticamente contengono una  serie di circostanze possibili. Questo mi ha fatto pensare. Significa che da qualche parte, ci potrebbe essere un mondo in cui quel 20 Febbraio, non abbiamo mai avuto quel litigio, e io non ho detto tutte quelle cose che non pensavo, e tu non te ne sei andata senza dire una parola. O forse c'è un altro mondo in cui io ti ho rincorsae ti ho chiesto scusa. E forse saremmo ancora insieme seduti sulla nostra panchina, mentre parliamo e io ti stringo le mani, che sono perennemente fredde, o faremmo tutte quelle cose che fanno le coppiette,  e tu prepareresti il tuo solito tea con i piccoli pezzi di gelatina sul fondo, che odio.
A volte, quando sono da solo, passo davanti a casa tua, e provo una voglia pazzesca di bussare alla porta, il che è stupido, perché so che non risponderai. Comunque non ha senso, perché tecnicamente è la tua vecchia casa, adesso. Ormai sei abbastanza lontana, con la tua nuova vita e tutto. A volte mi chiedo se ti ricordi di me, o se mi pensi almeno un po’. Vorrei che mi parlassi, o che mi dicessi qualcosa, o almeno che mi dessi un vago segno che non ti sei dimenticata di me. Perché la sai una cosa? Non sto bene.Anzi, la vita fa abbastanza schifo. E poi guardami, ho scritto un’intera letterasenza usare il verbo che inizia per A e che ci ha sempre spaventati tanto. Ma oggettivamente io ti amo ancora. Non ho mai smesso e credo che mai smetterò.
Spero che ti stiano trattando bene lassù, perché mi manchi più che mai.
 
Con amore,
Zayn.
 
 
Richiusi la lettera, mentre le lacrime cadevano secche dagli occhi per poi fiondarsi sul cemento, senza nemmeno sfiorare le guancie. 
Guardai il suo volto, sorridente come sempre, e per un momento forzai un sorriso anche io. «Spero ti sia piaciuta. Ti prometto che tornerò.» mormorai con voce roca, aggiustando qualche fiore qua e là. «Ciao Beth…ti amo.» Accarezzai un’ultima volta la sua foto e poi mi alzai in piedi, uscendo dal cimitero. 
  
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