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Autore: Pleasance Carroll    05/11/2011    1 recensioni
ciao a tutti!
questa storia parla di tutti i personaggi del Ciclo ma principalmente di Murtagh che, inviato da Galbatorix a sterminare dei ribelli per ottenere degli Eldunarì, pensa di averli uccisi tutti ma...presto si ritroverà tra le mani l'unica superstite di quel popolo decisa a vendicarsi. Nessuno dei due sa però che la reciproca vicinanza è in grado di spingerli al limite...
spero vi piacerà metto il rating arancione per precauzione.
fatemi sapere che ne pensate
marty23
Genere: Erotico, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Eragon, Murtagh, Nuovo Personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Capitolo 17

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Per prima cosa, Isis si precipitò (dal momento che, se Murtagh avesse dato ordine di allontanarla o ucciderla a vista, nulla avrebbero potuto i suo favore, i suoi amici schiavi) nella stanza del Cavaliere, decisa a far valere le proprie parole, ma quando non lo trovò, dapprincipio si sentì in un certo senso sollevata, perché fu libera di riporre il proprio maestro e le sue armi nelle mattonelle sotto il letto; le nascose tutte, eccetto lo Specchio dell’Anima, (il cui manico lasciò le spuntasse dai pantaloni) -perché dopo l’iniziale sollievo avvertì un senso di disorientamento, e d’inquietudine.

Perché mai Murtagh non si trovava lì, intento a farsi il bagno- come soleva, ogni volta che tornava da una battaglia?

Illuminata da un’altra idea, seppur coi nervi a fior di pelle, la ragazza corse da Castigo. Forse il Cavaliere era con lui…

Arrivata nel Giardino, trovò Lara e Simon intenti a cercare di parlare con il gigantesco drago cremisi di Murtagh, ma lui li teneva lontani sputando sbuffi di fuoco- anche se a fatica- e ruggendo.

-         Lara, Simon: allontanatevi.- ordinò loro, con tono preoccupato, comparendo alle loro spalle.

Subito quelli eseguirono, immobilizzandosi. La donna con gli occhi da cerbiatta le lanciò uno sguardo carico di sollievo, e Isis comprese che era arrivata fin lì a chiedere a Castigo sue notizie; ma non si mosse. Sembrava che la comparsa della Dark Angel in quel luogo, avesse fatto fermare persino il tempo.

Isis quindi, avanzò cauta verso Castigo, e più gli si avvicinava più notava che l’’animale sembrava stanchissimo, sfinito, e che centinaia di ferite sanguinolente gli deturpavano la corazza, assieme, sicuramente a decine di ossa rotte.

Con una mano a coprirsi la bocca, per lo stupore, lei si chinò su di lui, fino ad inginocchiarsi a terra, al suo fianco.

Sentì una lacrima rigarle il viso mentre, tremando, avvicinò piano una mano per carezzargli il muso; poi notò che, nonostante lo sforzo che doveva costargli quel gesto, il drago stava scrivendo qualcosa nella polvere, con gli artigli.

“ISIS…CHE CI FAI QUI? CREDEVO AVRESTI APPROFITTATO DELLA TUA RITROVATA LIBERTà PER METTERE QUANTA PIù DISTANZA TRA TE E QUESTO POSTO…”

-         Castigo…se l’avessi fatto…io…- iniziò, tra le lacrime, mentre si chinava su una zampa tremante dell’animale.- non vi posso lasciare un momento soli che…guarda che vi succede…- sembrava un rimprovero ma in realtà era un goffo tentativo di alleggerire la tensione, infatti il drago le leccò subito una guancia, ma la paura, ormai, si era impadronita di lei; ed era terrore puro a causa di un brutto presentimento circa ciò che poteva esser capitato a Murtagh.

-         Ti prego, Castigo…- continuò- dimmi: chi ti ha fatto questo? E dov’è Murtagh? Gli è successo qualcosa?- gli domandò, rabbrividendo.

“GALBATORIX CI HA PUNITI PER AVER ABBANDONATO L’ESERCITO…MURTAGH E IO SIAMO STATI DIVISI…LUI è STATO GETTATO NELLE SEGRETE”

A quella notizia, Isis si asciugò svelta, le lacrime con il dorso della mano ed immediatamente i suoi occhi brillarono, illuminati dalla luce della determinazione…

Dopo aver appreso da Castigo che non avrebbe potuto far nulla, in quel momento, per curargli la corazza, gli promise che gli avrebbe riportato il suo Cavaliere. Quindi, si trascinò dietro, diretta alle segrete, Lara e Simon, lasciandolo solo, a leccarsi le ferite.

 

Lungo il tragitto per le prigioni( che Isis ormai, conosceva alla perfezione) la ragazza spiegò ai due amanti di aver bisogno del loro aiuto.

-         So ciò che pensate di Murtagh, amici miei, ma mi serve che Murtagh sia libero, per poter curare il suo drago. Ed ho bisogno di voi. Non potrei farcela da sola…- spiegò, e dopo che quelli ebbero annuito tacitamente, riprese- Simon, tu mi aiuterai a liberare il Cavaliere, e nel frattempo Lara, tu ti procurerai bendaggi e medicamenti per aiutarmi a curarlo. Ci ritroveremo nella stanza di Murtagh, prima possibile…- fece, concisa.

Lara e Simon si guardarono, consapevoli di star facendo qualcosa che contravveniva alle loro regole personali: dopo aver visto quale portatore di Morte era il figlio di Morzan, si erano ripromessi di non aiutarlo mai, in nessun modo. Tuttavia, come potevano rifiutare la richiesta della loro signora, dal momento che lei aveva fatto molto per loro, e dal momento che mai, l’avevano vista così disperata, ed allo stesso tempo così determinata.

 

Giunti davanti alla cella dov’era stato rinchiuso il Cavaliere, Lara si dileguò, diretta in medicheria, e Simon rimase alle spalle della Dark Angel, in ombra, per non farsi riconoscere dal soldato nerboruto che sbarrava loro il passaggio, piazzato davanti all’entrata della cella.

-         oh, Dark Angel.- iniziò quello, con tono irrisorio, vedendola- Galbatorix ci ha detto che avremmo dovuto aspettarci il tuo arrivo, e sinceramente cominciavo a temere che si sbagliasse…fammi indovinare: vuoi vedere il tuo signore?- la sua voce era fastidiosa, tanto che ad Isis prudevano le mani.

-         Sì.- disse, chinando il capo con un atteggiamento sottomesso, al fine di dimostrare che erano davvero quelle le sue intenzioni.

-         Ma…sai, è conciato talmente male che dubito che per un po’…potrai servirlo, perciò, se ti faccio entrare…cosa mi darai in cambio?- la ragazza trattenne il respiro mentre quel viscido sconosciuto le metteva una mano sotto il mento, per sollevarle il viso, poi, dipingendosi repentinamente un ghigno sul viso, replicò:

-         La morte.- con un gesto fulmineo estrasse dai pantaloni lo Specchio dell’Anima, e vi trafisse il soldato(che altro non era, a suo parere che una patetica copia di Thelonius)in un punto della coscia, vicino l’inguine, che gettò copiosamente sangue, prima di farlo accasciare a terra, morto, pochissimo tempo dopo.

Tutto quel trambusto aveva spinto Murtagh a tirarsi su a sedere, per vedere cosa stesse succedendo. Scorgere Isis, vederla che si precipitava nella sua cella come un angelo vendicatore, gli fece sbocciare inconsapevolmente un sorriso sulle labbra, che sperò, lei riconoscesse, dal momento che il suo viso doveva esser diventato un’oscena maschera di tumefazioni e lividi.

Dopo aver incontrato i suoi occhi e ricambiato il sorriso, la ragazza lo aiutò ad alzarsi in piedi e, mentre lei ed un soldato che chiamava Simon, lasciavano che lui si appoggiasse a loro per camminare meglio, uscirono dalle segrete e non si fermarono finchè non si chiusero la porta della stanza del Cavaliere alle spalle.

Una volta al sicuro, resasi conto della gravità della situazione- cosa che invece, Murtagh non riusciva ancora a fare, tanto era il dolore che provava, e che portava con sé non solo il suo corpo, ma anche la sua mente- e, animata da spirito pratico, Isis spinse il ragazzo nella stanza da bagno, dove gli strappò di dosso gli abiti logori, lo fece entrare nella vasca e lo lavò completamente, attenta a non farlo soffrire di più, mentre gli puliva tutte le ferite dalla terra e da qualsiasi altra cosa potesse infettarle.

Murtagh si sentì strano nel rendersi conto che lei non si scandalizzava nel trovarsi a che fare con la sua nudità, né vi prestava attenzione. Il Cavaliere avrebbe voluto chiederle come mai fosse ancora lì, e perché si stesse dando tanta pena per asciugarlo, per prendersi cura di lui…ma ammise a se stesso che quel particolare, gli aveva mandato scosse di sollievo in tutto il corpo, e anche se non potè lasciare che lo invadessero, gli sembrò lo aiutassero a sopportare il dolore lancinante che sentiva alle membra, che gli mandava fitte fino al cervello.

Lei poi, fu improvvisamente distratta dall’arrivo della sua ex schiava- che, gli parve di ricordare, si chiamasse Lara- dalla quale si fece consegnare delle scatoline di legno e decine di bende(che la donna aveva tenuto nella gonna dell’abito) e che congedò subito dopo, vedendo che provava disagio.

Rimasero soli quindi, la Dark Angel e il Cavaliere. Lui avrebbe voluto dirle qualcosa, sentiva che voleva farlo, ma il dolore gli faceva solo stringere i denti, e poi, la sensazione delle mani di Isis che gli carezzavano il corpo per cospargergli le ferite di unguento ed in seguito bendarle, era indescrivibile, e gli toglieva il respiro, per la sua bellezza.

 

Isis aveva fatto distendere Murtagh sul letto; il ragazzo aveva tante bende sul corpo da sembrare una mummia, e lei ne avrebbe riso se non avesse avuto tanto i nervi a fior di pelle, nella muta tensione di chi attende qualcosa. Per ore la Dark Angel rimase accanto a lui, mormorando preghiere nell’antica lingua mentre aspettava che gli unguenti iniziassero a fargli rimarginare le ferite. Ma quando si accorse che la situazione non era migliorata e che, invece, il Cavaliere soffriva sempre di più, tanto da rischiare di svenire- scivolando in un oblio dal quale magari non si sarebbe più svegliato- cadde preda della disperazione.

Maestro- lo chiamò, con voce ansante, il respiro accelerato- ti prego, aiutami! Perché i miei rimedi non funzionano con le ferite di Murtagh? Puoi donarmi la tua energia, per guarirlo? Lo implorò

Isis, le ferite di quest’uomo sono state rese più profonde e gravi dalla magia di Galbatorix, e io, che sono solo, anche servendomi di tutta la mia energia, non potrei far nulla per il tuo Cavaliere. Ma non disperare, - la esortò l’Eldunarì da sotto il letto- ricorda quello che hai visto in questo tempo, e osserva ciò che ti sta attorno…cosa ti dice il tuo istinto? La spronò il cuore dei cuori.

Mi dice che Murtagh ha distrutto i Dark Angel perché cercava gli Eldunarì che custodivamo, e questo mi fa pensare che Galbatorix ne ha molti con sé…ciò significa che probabilmente ne ha dati alcuni a Murtagh perché potesse sfruttare la loro energia per essere più potente. Quindi…non mi resta che trovarli!

Quel ragionamento rinvigorì un po’ Isis, che si gettò nella ricerca di quei cuori con lo stesso entusiasmo di un bambino.

Qualche ora più tardi, dopo aver messo a soqquadro ogni singolo palmo della stanza- facendo quel tanto di trambusto che servì a coprire i lamenti e le frasi deliranti di Murtagh- animata da un fuoco che le parve le stesse correndo, sottile, sulla pelle, trovò delle pepite pulsanti di vita, luminose come lucciole- che riconobbe come gli Eldunarì- sotto il pavimento dello studiolo del Cavaliere.

Col cuore che batteva all’impazzata, felice di essere riuscita, Isis aprì la mente verso di loro, ma la loro diffidenza e la loro tristezza la invasero, schiacciandola a terra, gettandola addosso un forte senso di depressione.

Per un terribile momento la ragazza pensò di lasciar perdere, spaventata com’era che potessero trascinarla in un vortice senza fondo; ma poi, memore di tutti i suoi sforzi, non si disse disposta a mollare: inginocchiandosi al loro cospetto fino a toccare il pavimento con la fronte, spalancò ancora la sua mente, e disse.

Salute a voi, nobili Eldunarì, il mio nome è Isis, e sono l’ultima Dark Angel in tutta Alagaesia. Mi dispiace dovervi disturbare, ma ho un disperato bisogno del vostro aiuto…

Nessuno dei tre disse nulla(forse per la paura che, a stare con Galbatorix, si era insinuata, magari permanentemente in loro) tuttavia, Isis avvertì che erano bendisposti nei suoi confronti, così si fece forza e continuò.

Al Cavaliere di Drago, Murtagh, è stata inflitta una pena corporale per una colpa futile, e Galbatorix ha infettato le sue ferite con la magia, perciò mi è impossibile curarle, potreste…ma non ebbe il tempo di completare la frase, perché dai tre cuori, provenne un silenzio allibito.

Poi, all’improvviso uno dei tre Eldunarì borbottò, adirato e spaventato.

Avevo grande considerazione dei Dark Angel, i Paladini di Alagaesia…fino ad ora. Come puoi, tu, o disonore del tuo popolo, parlare così in difesa d un assassino? È un irrispettoso bastardo che, come il tiranno che serve, ci soggioga per un fine utilitaristico, per servirsi del nostro potere solo per la sua grandezza e la grandezza del suo re. Perché lo vuoi salvare? Meriterebbe la morte per lo scempio che sta facendo del suo ruolo e del ruolo del suo drago!

A quelle parole dure, e secche come frustate, Isis reagì sussultando e tremando come se fosse stata colpita in pieno viso. Scoppiò a piangere, ferita ed umiliata: non era mai stata chiamata “disonore del proprio popolo”, neanche dai Saggi, quando sbagliava in qualcosa…perché quei tre cuori si prendevano la libertà di oltraggiare così il suo onore e la sua memoria, sentendosi giustificati dalla paura di che provavano, d’essere usati, e costretti a far qualcosa contro la loro volontà? Inoltre, se si rifiutavano di aiutarla, lei avrebbe davvero dovuto abbandonare Murtagh ad un destino di morte…

Prendendo profondi respiri, decisa a far valere le proprie ragioni anche con loro, rizzò la schiena, restando in ginocchio e, lievemente arrabbiata, lasciò che scrutassero i suoi ricordi, che vedessero come Murtagh le aveva curato le ferite; la sua delicatezza nel baciarla prima di andare a Dras-Leona; o la sua umiltà nel riconoscere che gli aveva salvato la vita, e ringraziarla.

Vedete? Sono d’accordo con voi nel riconoscere che questo Cavaliere sia un assassino- dal momento che ha sterminato la mia gente)ma visto che sono l’ultima Paladina di Alagaesia, ed il mio popolo ha scoperto il Cavaliere dal Drago di zaffiro,  voglio salvare Murtagh, perché per me lui è prima di tutto un Cavaliere. Perciò, se mi aiuterete a curarlo, a guarirlo, mi offrirò da tramite tra la vostra energia e le sue ferite. Altrimenti, sarete maggiormente colpevoli rispetto a me, di non aver evitato la morte di un Cavaliere! Ascoltandosi, Isis condivise lo stupore dei tre Eldunarì per le sue stesse parole.

Quelli finalmente, senza parlare ma trasmettendole le loro emozioni, decisero di acconsentire alla sua richiesta. La Dark Angel allora, li prese tra le braccia, portandoli con sé fino al letto dov’era disteso il figlio di Morzan. Li depositò sul materasso, vicini l’uno all’altro, poi, impose la mano sinistra su di loro, e la destra sulla fronte di Murtagh…

Immediatamente le parve di venir attraversata dall’elettricità di un fulmine; non le fece alcun male ma la sensazione di potere che provò fu indicibile. La mano destra le si faceva sempre più calda mentre sulla pelle di Murtagh si spandeva un bagliore pari a quello di un lampo che- si accorse, Isis- non fu notata dal Cavaliere, ma aveva fatto sì che tutte le sue ferite sparissero!

Assieme anche alla maggior parte della sua energia, però…

Perché non si sentiva in grado neppure di alzare la testa?

La sua fiacchezza fisica tuttavia, passò subito in secondo piano quando realizzò che Murtagh…era completamente guarito! Stava quindi per stringergli una mano- felice come una bambina- e baciargli la fronte, ma scoprì che batteva i denti, come se avesse avuto i brividi e la sua pelle era tanto febbricitante che quasi si bruciò la pelle, nel toccarla.

Il respiro accelerato di Isis spanse il suo dubbio per quell’avvenimento in tutta la stanza, e fece sì che quando gli Eldunarì lo captarono, uno dei tre rispose.

È accaduto tutto perché non sei abituata a far scorrere in te un tale flusso di magia; perché non sei un Cavaliere. Ma non temere, Dark Angel: presto riacquisterai le forze e la febbre di Murtagh passerà da sé…

Isis sentiva che il corpo stava per abbandonarla, per scivolare via ma avvertì l’energia del suo maestro pervaderla, risollevandola.

Mia coraggiosa allieva, non lasciarti andare proprio ora. Sarò sempre con te e potrai far uso di tutta la mia vitalità, di cui avrai bisogno. La rassicurò. E sia le sue parole, sia la sua forza la rinvigorirono, permettendole di riporre quei tre dove li aveva scovati- leggermente risentita, dal momento che non le avevano detto di quell’effetto collaterale- e di procurarsi tutto l’occorrente per fronteggiare al meglio quella situazione: del cibo- che, Lara le assicurò on le sarebbe mancato ogniqualvolta ne avesse avuto bisogno, dal momento che vi avrebbe provveduto lei, poiché sapeva che la sua signora non se la sentiva di lasciare solo il Cavaliere- ; un catino d’acqua fresca e delle pezze, con le quali inumidiva periodicamente la fronte di Murtagh.

Era pronta, quindi, a prendersi cura di lui: lo coprì bene, perché le sue condizioni non peggiorassero, ma non potè far altro che asciugargli il sudore che gli imperlava il viso, e bagnargli la fronte, tuttavia, non appena gli metteva la pezza contro la pelle, la stoffa si riscaldava tanto che lei riusciva a malapena a toccarla.

Furono tre giorni d’inferno. Murtagh non smise mai di digrignare i denti, dimenarsi, tremare, o lamentarsi in maniera straziante, in preda al delirio; ed Isis non riuscì ad allontanarsi da lui per tutto il tempo.

Il suo maestro di tanto in tanto le consigliava di riposare, ma come poteva riuscire a dormire, con tutta la tensione che sentiva addosso? E la sua agitazione era tale da paralizzarla.

Non aveva mai provato quella sensazione: seppur minimamente, aveva sembra saputo fronteggiare qualsiasi situazione le si fosse presentata. Ora, invece, per la prima volta in tutta la sua vita, era dilaniata dai dubbi: perché non riusciva ad abbandonare quel capezzale? Perché non poteva semplicemente voltare le spalle e far morire quell’assassino? Ed in quei momenti le tornava alla mente la promessa fatta a Castigo, ed arrivavano lacrime sconosciute a lavare via le sue esitazioni, assieme ad una chiarezza che le toglieva il respiro, tanto la colpiva nel profondo: la paura che la pietrificava non era per il disgusto verso ciò che aveva ipotizzato di fare, né per sé, ma per qualcun altro, e quel “qualcun altro”sarebbe potuto morire da come tremava da quanto era rovente ogni centimetro del suo corpo. Sarebbe potuto morire per colpa sua.

Quell’idea, l’idea di vederlo pallido e definitivamente morto, senza aver più la possibilità di specchiarsi nelle sue iridi penetranti, e scorgervi la sua anima; la terrorizzava. Ed allora comprendeva che non riusciva a staccarsi dal suo letto, da lui, né a smettere di pregare le stelle; né poteva cessare di prendersi cura di lui, per farlo star meglio; perché Murtagh per lei era innanzitutto un uomo. Un uomo che aveva scelto di stare dalla parte sbagliata, ma pur sempre un uomo; un uomo che Isis non si rassegnava ad abbandonare all’oblio ed alle tenebre per un motivo a lei sconosciuto, perché sapeva solo che, altrimenti, al solo soffermarcisi con il pensiero, le si faceva pesante il cuore.

Ed inoltre, era un Cavaliere, perciò…se fosse morto avrebbe portato con sé anche il proprio drago…e allora, Eragon sarebbe rimasto l’ultimo Cavaliere in tutta Alagaesia; e lei, la Dark Angel che aveva giurato di far perpetuare le tradizioni del proprio popolo, non avrebbe mai potuto perdonare a se stessa di aver lasciato morire un Cavaliere, anche se stava dalla parte sbagliata.

-         ti prego, Murtagh…non lasciarmi…- bisbigliò, sul far del quarto giorno, ed in quelle parole lei stessa avvertì il proprio tormento, all’idea che quell’ipotesi si potesse verificare; mentre gli carezzava i ricci, delicata, e piano, gli baciava la fronte.

 

Fece per abbandonare la testa sul materasso, tra le sue stesse braccia, sentendo che le palpebre stavano per scenderle, implacabili, sugli occhi…

D’improvviso però, il Cavaliere sentì quella voce chiamarlo dall’oscurità e quei baci, quelle carezze, riportarlo indietro, da un nulla fatto solo del suo dolore e di quello del suo drago; quindi, riemerse dalle tenebre…

Isis avvertì una mano che le sfiorava il braccio, quasi solleticandoglielo. Sollevò la testa a fatica, tanto era stanca…ma ciò che vide le mandò in circolo tanta adrenalina da farla quasi saltar su a sedere.

Per qualche secondo non riuscì a dire nulla, aveva il respiro incastrato in gola- convinta com’era che quello che stava vivendo fosse un sogno- ma i suoi occhi brillavano- come se avessero saputo che era tutto reale- come stelle, come mai Murtagh li aveva visti brillare, prima. Ed anche lui rimase senza respiro per la bellezza di quel momento: quella donna sembrava emanare felicità e mille altre emozioni- nonostante fosse chiaro che ormai lottava per non farsi vincere dalla stanchezza- ed il Cavaliere  si lasciò contagiare. Così, nonostante avesse i capelli incollati alla fronte, nonostante fosse madido di sudore, osò sfiorare con le dita, le profonde, scure occhiaie sotto gli occhi di Isis:

-         Devi essere stanca…- constatò, mentre si metteva a sedere, posando la schiena contro il cuscino.

-         Sì, cioè no…non importa ora, perché sei salvo, sei guarito!- iniziò a snocciolare lei, svelta mentre si rese conto di non riuscire a staccargli gli occhi di dosso, né a smettere di baciargli le mani.- vieni…dovresti fare un bagno.- lo invitò, mentre lasciava che si appoggiasse a lei per camminare, ed insieme raggiunsero la stanza da bagno.

 

La Dark Angel lavò il suo Cavaliere con calma, ascoltando il ciaffettìo prodotto dall’acqua ogni volta che vi immergeva la spugna; contava i propri respiri ed i suoi; di tanto in tanto gli sfiorava le cicatrici sul petto, e seguì con la punta delle dita quella che gli deturpava la schiena, dalla spalla al fianco; attenta e delicata, ammaliata, mentre tratteneva il respiro.

E quel tocco, era così dolce, eppure tanto intenso, per Murtagh, da fargli girare la testa, da arrivare a sentirlo fino all’angolo più recondito del suo animo. Quindi, spinto dall’istinto, prese la mano di Isis nella sua, e se la portò alle labbra, baciandola.

Nel vedere le loro pelli accostate, così diverse, per il colore, il ragazzo notò anche che quella di lei era segnata da cicatrici biancastre, mentre la sua non riportava segni dell’ultima, straziante punizione inflittagli da Galbatorix? dov’erano le tracce di quella tortura? Che fosse stato tutto un sogno?

-         Che strano…ricordo di esser stato punito da Galbatorix, come anche Castigo; ma non ho cicatrici addosso…mi chiedo se non ho sognato…- mormorò tra sé, ma non a voce sufficientemente bassa perché la Dark Angel non lo sentisse. Infatti replicò, in un sussurro, dolente:

-         No, Murtagh, non è stato un sogno. Era la verità, ed è stato…terribile. Vederti lì, sofferente sapendo di non poter far nulla, è stato…straziante. Ci credi, ora, a ciò che ti ho detto su Galbatorix?- gli spiegò, ma si accorse che il ragazzo non la guardava. Annuì, assente, facendo rimbalzare lo sguardo da lei, al proprio corpo.

-         C’è una cosa soltanto che può fare quest’effetto…- costatò, seguendo un suo filo di pensieri.- un Eldunarì.- decretò infine, trafiggendola con lo sguardo.

-         Non guardarmi in quel modo, Cavaliere. Pensi che non sappia che hai distrutto i Dark Angel perché cercavi i cuori dei cuori dei draghi del passato? Esatto: so che li custodivamo, tuttavia, non so dove, e anche se lo sapessi non te lo direi.- replicò dura, Isis. Avrebbe voluto lasciarlo lì, ma aveva i riflessi lenti a causa del sonno perso, perciò Murtagh non ebbe difficoltà ad afferrarle il polso e avvolgerlo in una morsa stritolatrice.

Stava per intimarle qualcosa, ma Castigo lo fermò.

Murtagh, che cosa stai facendo? Hai perso il senno? È questa la riconoscenza che dimostri alla donna che ti ha salvato la vita per la seconda volta?

Castigo, non capisci? Siamo perduti: Isis ha scoperto il nostro segreto… sibilò, adirato

E allora? Non vedo la gravità delle tue parole, nella realtà, visto che gli Eldunarì ti hanno guarito, annullando l’incantesimo di Galbatorix che rendeva più gravi le tue ferite…vergognati, stai maltrattando non solo colei che ti ha salvato la vita due volte, ma anche la Dark Angel che ti ha appena dimostrato di aver ragione, circa Galbatorix. Complimenti, Cavaliere! lo rimproverò il drago, con tono irrisorio e pungente.

Quelle parole colpirono Murtagh nel profondo, tanto che ebbe la sensazione che gli avessero squarciato il petto, mentre gli penetravano a fondo, sotto la pelle. Era vero. La sua rabbia era ingiusta nei confronti del coraggioso e lodevole gesto di quella Dark Angel. Avrebbe potuto lasciarlo morire, e invece, non solo aveva vegliato su di lui, in ogni momento- il ragazzo ne ricordava le carezze, i baci, la sua voce melodiosa che pregava in elfico per la sua salvezza- ; ma aveva persino trovato i suoi Eldunarì per convincerli a curarlo.

La sua rabbia era decisamente ingiustificata, perché lei era Isis.

Immediatamente, il figlio di Morzan lasciò andare il polso della ragazza e contrito si scusò:

-         Ti prego, Isis: perdonami.-

-         Scusami, ho vegliato su di te per tre giorni, sono stanca. Vorrei riposare ora.- replicò acida lei, gli occhi ridotti a fessure mentre si massaggiava il polso, lievemente arrossato.

Si allontanò dalla stanza a grandi passi, ma il Cavaliere, lesto, mosso da un impulso irrefrenabile, spaventato di aver rovinato tutto ciò che aveva condiviso con Isis, uscì dalla vasca con un balzo e, repentino si coprì, avvolgendosi un telo di lino pulito attorno ai fianchi:

-         Isis, aspetta!- mormorò, ansioso, ma lei non si fermò e se ne sarebbe andata dalla stanza del Cavaliere, se lui non avesse accelerato il passo in una corsa, fino a riuscire ad afferrarle l’altro polso, costringendola a girarsi, ed infine la spinse con le spalle contro il muro, premendole i pettorali nudi contro i seni.

-         Isis, aspetta.- continuò.- Ti prego scusami se ho perso il controllo, lascia che ti spieghi: hai scoperto il segreto del mio potere.- le rivelò.

-         Non me ne importa nulla del segreto del tuo potere, ma sì, lo so, perché gli Eldunarì che hai me l’hanno spiegato, e se vuoi saperlo, ti detestano perché li usi senza rispettarli; infatti, nonostante abbia appreso dagli elfi che erano tra i Dark Angel, come bisogna comportarsi con un drago, non hai idea di quanto sono spaventati e di quanto, quindi, abbia dovuto pregarli perché ti curassero: erano molto reticenti e volevano lasciarti morire, ma ho offerto loro la mia energia, mi sono offerta come tramite tra il loro potere e le tue ferite.

Ma non mi importa più nemmeno non avere le forze, o aver perso giorni di sonno, perché ho avuto una tale paura che potessi morire, che potessi perderti, che per me ora, l’unica cosa che conta è sapere che tu sia salvo.- gli spiegò, aprendogli il proprio cuore.

-         Anche se…anche se sono l’assassino della tua gente?- le domandò, allibito.

-         Sì, perché anche quello non mi interessa. Il passato ormai è passato, per me, tu adesso sei un uomo, e un Cavaliere.- sussurrò, guardandolo negli occhi.

Murtagh rimase senza parole per l’intensità di quella frase. Visto ciò di cui lui l’aveva privata, si sarebbe aspettato che lei lo avesse ucciso, o l’avesse fatto soffrire il più possibile, non appena se ne fosse presentata l’occasione. Invece, era cambiata, dal momento che ora desiderava il suo bene, ed aveva scelto di perdonarlo. O forse era sembra stata d’indole buona e saggia, ed incline al perdono, ma lui aveva scelto di vedere solo l’odio e la rabbia che si erano impadroniti del suo cuore, per un po’, forse per paura di lei, perché era troppo…perfetta.

-         Ti prego, Isis, perdonami per prima. La verità è che, nonostante io ti desideri alla follia, ho paura di aprirmi veramente anche con te- come con qualsiasi altro che non sia il mio drago- perché sono stato tradito troppe volte.- le confessò.

La Dark Angel allora, lo abbracciò. Voleva che lui capisse che non aveva nulla da temere, da lei. Sollevò quindi il viso, per dirglielo- come anche per assicurargli che, anche lei, a suo tempo, aveva avuto paura; tuttavia, ciò non le aveva impedito, di rivelargli il suo nome. Poi aggiunse:

-         Ti prego, Murtagh, baciami, fai l’amore con me. Voglio sentirti vicino al cuore, non potrei sopportare di nuovo la paura di perderti…- ed il ragazzo stava per esaudire quel suo desiderio, felice come mai si era sentito prima, piegando le labbra in un sorriso che trafisse il cuore della ragazza…ma quasi subito lei lo bloccò perché, senza curarsi del fatto che lui fosse perplesso, si ricordò di Castigo. Rammentò che Murtagh ed il suo drago erano due metà di uno stesso intero, e lei non avrebbe potuto far nulla ad uno, senza prima chiedere il consenso all’altro.

-         Ti prego, Murtagh, prima di fare qualsiasi cosa chiedi a Castigo se non ne è infastidito…- lo supplicò, e quella spiegazione, per il suo repentino cambio di comportamento, avrebbe fatto scoppiare a ridere il ragazzo, se non fosse rimasto colpito dal sommo rispetto che lei dimostrava nei confronti dei Draghi.

Quando perciò, lasciò che il suo drago ascoltasse le parole della Dark Angel attraverso di lui, quello replicò.

Sono molto colpito dal rispetto che mi porta, ma dille di lasciarsi andare, ed anche tu, lasciati andare, perché condividete gli stessi desideri.

Al Cavaliere scappò un risolino nervoso, e distolse lo sguardo quando riportò quei pensieri in parole, per Isis. Lei arrossì, ma infine abbandonò ogni resistenza, ed ogni paura e in un batter d’occhio si ritrovò ad avvolgere le braccia attorno al collo di Murtagh, e premette le labbra sulle sue, in un bacio dapprima timido, di esplorazione, di conoscenza, poi dolce, delicato, ed in seguito esigente, passionale…il tutto mentre la testa di Murtagh vorticava- perso com’era in quel vortice di sensazioni mai provate, tanto belle da mozzare il fiato- e sentiva la sua donna sciogliersi nel suo abbraccio. Per paura che le cedessero le ginocchia, la sollevò piano da terra, e la depositò sul materasso, senza mai interrompere il bacio.

Con movenze lente e sensuali(che neppure sapeva di avere)quindi, Isis si distese sul letto, guardandolo, sorridendogli, carezzandogli le guance e baciandogli il viso, mentre l’alba ricopriva i loro corpi nudi, come una coperta variopinta e tenue.

Murtagh allora, capendo che non aveva mai chiesto altro che vivere quel momento, iniziò a baciarle gli occhi, le labbra, il collo ed i seni, delicatamente, mentre esplorava quel corpo magnifico per la prima volta. Isis fu pervasa da centinaia di brividi caldi ed il respiro di entrambi accelerò quando le labbra del suo uomo continuarono a sfiorarle, in un percorso infuocato, ogni centimetro di pelle; poi però, quando la ragazza realizzò che il suo Cavaliere stava per abbandonarle il ventre, per scendere più in basso, contrasse i muscoli dell’addome, di colpo, tirandosi su, lievemente, e prendergli il viso tra le mani, per bloccarlo.

-         Murtagh, cosa stai facendo?- i suoi occhi limpidi lo fecero sentire in colpa mentre spiegava:

-         Mia dolce, splendida Isis, vorrei solo dimostrarti che non ti farò del male come fece Thelonius, e che posso invece, farti provare un piacere immenso.- sembrò un po’ a disagio, ma nell’udire quel dolce pensiero, gli occhi di Isis si riempirono di lacrime di gioia, e subito bisbigliò:

-         Murtagh, io provo già un immenso piacere nello stringerti tra le braccia, nel condividere con te l’intimità di questo momento, che rimarrà per sempre soltanto nostro, e non voglio in alcun modo che tu ti sottometta. Vorrei solo assaporare assieme a te, quest’attimo, da pari a pari.- la sua voce delicata, le sue carezze ed i suoi occhi lucenti, spinsero Murtagh ad interrompere quanto stava facendo, ed a tirarsi su, facendo leva sulle braccia, per far combaciare le labbra con quelle di lei. Infine, si adagiò sul suo corpo, beandosi della sensazione delle loro pelli a contatto…sarebbe potuto rimanere così per sempre se Isis non avesse piegato le labbra in un sorriso birichino, ricordando qualcosa: con un unico movimento ribaltò le posizioni e lasciò cadere come una cascata, i propri capelli sul torace di Murtagh. In quel momento credette di aver vissuto nella sola attesa di quell’attimo, solo per sentire il proprio nome fuoriuscire in una sorta di invocazione, dalle sue labbra; solo per i suoi gemiti, mentre gli solleticava il petto con la chioma. Poi entrambi presero a muoversi seguendo il ritmo lento della risacca del mare, che si fece via via più frenetico, fin quando non si accolsero a vicenda, l’uno nell’altra, corpo e anima.

E rimanendo per un po’ abbracciati, completi, mentre si scambiavano qualche bacio, guardarono fuori dalla finestra, sapendo che il giorno che era sorto, per loro era un nuovo giorno.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ANGOLO AUTRICE

Ciao a tutti!

Mi davate per dispersa? E invece eccomi qua, con un nuovo chappy!

Spero vi sia piaciuto, ma soprattutto vorrei sapere se devo inserire che può essere considerato a rating rosso. Perché secondo me non lo è, ma se pensate di sì, dite pure.

 

A proposito, vorrei ringraziare Renesmee94 per aver inserito la storia tra i preferiti, roby_lia per aver inserito la storia tra le seguite e per avermi aggiunto tra i suoi autori preferiti; e Diosmira per aver inserito la storia tra le preferite.

Grazie a tutti/e! (spero di non aver dimenticato nessuna “new entry”)

E naturalmente un grazie va a tutti i lettori silenziosi!

  
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