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Autore: Gea_Kristh    06/11/2011    2 recensioni
Questa raccolta è pensata per contenere i missing moments della mia fanfic "Bleeding Sunset - Occhi di Tigre".
1- "Fate - Beneath a Bleeding Sunset" : una drabble che narra il primo incontro tra Shaka e Rajani, anni prima degli eventi di "Occhi di Tigre".
2- "The Awakening - Crying Bloody Tears" : il Risveglio di Visala, così come lei lo ha vissuto; così come lo ricorderà sempre.
3- "Strands of Destiny - La Via della Tigre" : il primo incontro tra Rajani ed i suoi allievi, Arun e Ashwini, visto dagli occhi di uno dei gemelli.
4- "Interlude - Vita al Grande Tempio" : un semplice siparietto, un po' comico e un po' romantico, ambientato dopo l'arrivo di Yashila e Visala al Grande Tempio.
Genere: Generale, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio, Un po' tutti, Virgo Shaka
Note: Missing Moments, OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Bleeding Sunset'
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Preda della folle ispirazione che mi ha colta ultimamente, eccomi qui, a neanche un giorno di distanza dalla pubblicazione del decimo capitolo di .
Oggi vi presento il quarto Missing Moment della mia storia, ovvero un piccolo interludio ambientato in una bella mattinata primaverile, dopo l'arrivo di Yashila e Visala.
Non è un momento importante, solo molto puccioso, molto fluffoso e... molto divertente da scrivere.
Un ringraziamento enorme a chi segue la mia storia: grazie, grazie davvero.
Alla prossima,
Gea Kristh


Peroriamo la causa delle recensioni!
Cliccate la piccola scritta blu qua sopra, e aiutate anche voi a salvare un povero autore disagiato dalla depressione!


INTERLUDE
Vita al Grande Tempio

 Il sole splendeva brillante sullo Sharasoju quella mattina, illuminandolo di calda luce primaverile. Yashila sentì l’erba fresca solleticarle i piedi, e non trattenne una risata divertita. Seduta alle sue spalle, Sheetal sorrise, continuando a intrecciare i capelli biondo rame della piccola.

 Poco distante da loro, Shaka era chiuso nella sua meditazione, immobile e sereno. Sheetal sorrise, pensando a quanto suo fratello non fosse cambiato nel corso degli anni; certo, era cresciuto – la bionda ridacchiò, ripensando a quando Rajani, la settimana prima, si era scontrata con Shaka in un corridoio, mentre lui era a petto nudo; il colore della faccia della poverina aveva assunto tonalità violacee – ma sarebbe rimasto sempre il solito Shaka.

 Anche Yashila guardava il biondo, ma per ragioni completamente diverse. A lei, infatti, piaceva un sacco il fratellone di Sheetal. Le piacevano soprattutto i suoi capelli d’oro, che in quel momento ondeggiavano dolcemente, sospinti dalla brezza mattutina, e rilucevano sotto i raggi del sole.

 Sheetal sorrise, divertita dalle occhiate che la bimba continuava a lanciare a Shaka.

 – Yashila, vuoi imparare a fare le trecce? – Le chiese, illuminata da un’idea malandrina.

 La piccola, riscossa dai suoi pensieri, si voltò verso la Sacerdotessa, annuendo vigorosamente.

 Sheetal batté le mani, estasiata, e si alzò in piedi, prendendo per mano la bambina. Cominciarono a camminare, e Yashila non comprese bene il perché si stessero dirigendo proprio verso Shaka. Sheetal voleva insegnare anche a lui a fare le trecce? La bimba scosse mentalmente la testa: Shaka sapeva fare tutto, quindi probabilmente la bionda voleva solo chiedergli un consiglio in merito.

 Sheetal si accomodò con tutta la tranquillità del mondo alle spalle del fratello, facendo cenno alla bambina perché si sedesse accanto a lei. Prese poi una ciocca dei capelli di lui, sotto lo sguardo scioccato di Yashila.

 La piccola allungò una manina, lentamente, quasi timorosa di commettere un atto sacrilego. Quando toccò quei morbidi fili d’oro, un ampio sorriso si aprì sulle sue labbra.

 Quella fu la prima volta che Yashila toccò i capelli di Shaka, e ne rimase assolutamente folgorata.

 – Vedi, – le disse Sheetal, – dividi la ciocca in tre, così. –

 Yashila annuì, ripetendo l’operazione sul ciuffetto di capelli che aveva tra le mani.

 – Ecco, ora porti le ciocche ai lati verso il centro. Così, vedi? Alternando: destra, sinistra, destra, sinistra… –

 Yashila strinse gli occhi, e provò a copiare i movimenti della bionda, ma non era facile. Sheetal ridacchiò, mostrandole ancora come si faceva.

 – Vedi? Sei bravissima! Ora devi fare solo tanta pratica, e vedrai che nessuno farà trecce belle come le tue! Dai, che tanto Shaka di capelli ne ha anche troppi. –

 Fu allora che successe qualcosa che la Sacerdotessa non aveva messo in conto: suo fratello si voltò verso di lei, soffiando un minaccioso “non ci provare”.

 – Suvvia! Non fare il brontolone e lascia che la piccola Yashila impari. È a scopo puramente accademico! –

 Shaka stava per ribattere, ma fu anticipato dall’arrivo nel giardino di Rajani.

 – Sheetal! – Esclamò, scioccata. Ma cosa stava facendo quell’invasata al povero Shaka?

 – Raja! Sto insegnando a Yashila come si fanno le trecce. Divertente, no? –

 La piccola si alzò in piedi, cominciando a correre, con quell’andatura un po’ sbilanciata tipica dei bambini, verso la sua maestra. La rossa si concesse un sorriso quando l’allieva le abbracciò affettuosamente una gamba. Le scompigliò i capelli, salutandola, poi tornò a fissare lo sguardo su Sheetal, e sgranò gli occhi: quella peste continuava imperterrita a riempire di treccine la testa del fratello, la cui tensione era quasi palpabile.

 – Sheetal, ti do cinque secondi per sparire, prima che sia io a trascinarti via. –

 – Ma Raja… –

 – Niente ma! Perché non vai a fare treccine a Camus o Aphrodite? –

 Sheetal si bloccò di colpo a quelle parole. Un sorriso quasi maniacale si disegnò sulle sue labbra, mentre si alzava in piedi e, con voce melensa, annunciava che sarebbe andata a fare visita ai “piani alti”. Prima di sparire, ebbe anche l’accortezza di caricarsi Yashila sotto braccio, neanche fosse un sacco di patate.

 Rajani scosse la testa, rassegnata. Si avvicinò con passo lento a Shaka, inginocchiandosi in un gesto fluido alle sue spalle.

 – Mi spiace che abbiano interrotto la tua meditazione. –

 – Non preoccuparti. –

 Passò dita agili tra i suoi capelli, sciogliendo con gesti precisi ma gentili la moltitudine di treccine che la sorella, in appena pochi minuti, era riuscita a realizzare.

 – Grazie, – le disse, voltandosi appena verso di lei.

 – Figurati. –

 Rajani aggrottò le sopracciglia. Spostando i capelli dalle spalle del ragazzo, aveva avuto una chiara visuale della sua pelle. – Shaka, credo tu ti sia bruciato le spalle. – Sfiorò appena il rossore, con la punta delle dita, ma lui non sembrò curarsene.

 – Passerà, – le disse solamente, e Rajani si sentì sbuffare. Borbottò un’imprecazione contro l’orgoglio maschile, a mezza voce, e si alzò in piedi.

 Quello che Shaka non si aspettava fu che lei lo trascinasse con sé, afferrando decisa le sue mani. Non emise un suono mentre lei lo conduceva all’interno della sua Casa, né quando lo invitò ad accomodarsi. Lo fece, per la pura curiosità di vedere cosa avrebbe fatto, la sua bella Rajani.

 La ragazza sparì dietro l’angolo, riapparendo poco dopo, un barattolo tra le mani.

 – Unguento all’aloe, – disse solo lei, mentre gli scostava i capelli, inavvertitamente sfiorandogli la nuca con la punta delle dita; Shaka si sentì rabbrividire a quel contatto.

 Un secondo brivido lo scosse quando l’unguento gelido toccò la sua pelle. Dietro di lui, Rajani ridacchiò, ma non smise di carezzargli, con gesti circolari, le spalle, facendo così assorbire alla sua pelle quella sostanza gelatinosa.

 Shaka pensò che fosse una sensazione piacevole; le piccole mani di Rajani erano lente e delicate, e poteva sentire piccoli brividi scendergli lungo la spina dorsale – che non avevano nulla a che fare con la temperatura a dir poco gelida dell’unguento.

 L’odore dell’aloe era forte e pungente, e copriva parzialmente il profumo di mirra e vaniglia della pelle di Rajani. Marginalmente, si chiese quando era stato, che era divenuto così familiare con la presenza della rossa.

 – So che una semplice scottatura da sole non può darti veramente fastidio, però… –

 Raja era arrossita, percepiva sulle proprie guance tanto calore da pensare di andare a fuoco. Perché doveva essere così dannatamente bello?

 Sentiva sotto le dita le sue spalle forti; i suoi muscoli erano pronti e sodi, sotto una pelle che, al contrario, era liscia come quella di un bambino. A quel pensiero, sentì il rossore aumentare ancora, e il battito cardiaco accelerare.

 Shaka scosse la testa. Era vero, il bruciore non gli dava particolarmente fastidio; però quella dolce sensazione che aveva preso la bocca del suo stomaco, non appena le mani di Raja l’avevano sfiorato…

 – No, – disse, – ti ringrazio, davvero. –

 Rajani non rispose, ma sentì un sorriso aprirsi spontaneo sulle labbra.

 Il momento idilliaco non era però destinato a durare. Raja udì, alle sue spalle, qualcuno schiarirsi la voce, e quasi saltò dalla sorpresa – quasi, però.

 – Se volete ripasso più tardi, – le arrivò alle orecchie la voce ironica di Mu.

 Lei sbuffò e scosse il capo, ma sentiva che il rossore sulle guance non si era attenuato. Il cuore, se possibile, pareva volerle uscire dal petto. Il Cavaliere dell’Ariete ridacchiò, divertito, mentre Shaka si alzava in piedi.

 Rajani, se non altro, si sentì un po’ meglio, nel notare il pallido rossore sul viso del biondo, mentre andava incontro all’amico.

   
 
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