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Autore: Giangie    06/11/2011    0 recensioni
Un guerriero dal potere sconosciuto rinnegato dalla propria famiglia perchè ritenuto un abominio, costretto a nascondersi da tutto e da tutti. Un giorno incontra una fanciulla che cambierà per sempre la sua vita, ma prima dovrà affrontare una serie di prove, una più pericolosa dell'altra e tutto solo per poter sopravvivere, la sua maledizione è la profezia che parla della nascita della sua stirpe. Non si daranno pace nel dargli la caccia, non si fermeranno di fronte a nulla. L'unica sua speranza di salvezza e di combattere contro il suo stesso destino...
Inserito il quinto capitolo modificato.
[...]
“ Chiuse gli occhi
cercando di calmare il proprio cuore che batteva all'impazzata ed il
respiro mozzato, intanto rifletteva sul da farsi. Passò meno di un
minuto ed il viso del ragazzo parve rasserenarsi, non sembrava per
nulla turbato, osservò bene la ferita che gli ricopriva la parte
finale del fianco dove le ultime costole proteggevano la gabbia
toracica, attraverso i cinque tagli provocati dagli artigli del
fratello vide la propria carne pulsare mentre gli estremi
cominciavano a cicatrizzarsi anche se molto più lentamente rispetto
alle precedenti ferite.
[...]
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buio

 

I nove guerrieri rimasti si disposero a cerchio attorno  a Mark e a Brian cercando di creare una specie di barriera tra loro e Alexander. Lui si limitò a fissarli senza pronunciare alcun suono, soltanto un pensiero attraversò la sua mente.

Una formazione difensiva?! Che diavolo hanno intenzione di fare, meglio non abbassare la guardia...“

La cosa lo lasciò molto perplesso, quando i combattenti risvegliano il proprio istinto questi sacrificano la ragione in cambio della forza, della velocità, della resistenza di un lupo allora perché cercano di difendersi l’un l’altro? Era forse il senso del branco o della famiglia che si incarna dentro di loro?

Non riusciva a trovare una risposta e questo fece infuriare ancora di più il ragazzo perché nemmeno quando era bambino avevano dimostrato quel tipo di amore con lui, erano sempre impegnati con gli allenamenti, con riunioni dei clan, persino sua madre dedicava più tempo ai fratelli invece di preoccuparsi di lui.

Ricordando tutto questo, Alexander, sentì un immensa rabbia bruciare dentro di lui, come se una parte di se rimasta sopita per molto tempo ora fosse tornata a vedere la luce, quella parte che da sempre cercava vendetta. Balzò in avanti pronto ad attaccarli frontalmente ma all’ultimo istante questi si separano mandando a vuoto l’attacco del giovane, questi non si fece impressionare, con incredibile velocità riacquistò l'equilibrio e riusci a colpirne uno al fianco con i suoi artigli; arretrò nuovamente così da non perderli di vista.

Guaiti di dolore riempivano l’aria, la pioggia cadeva incessantemente sul campo di battaglia facendo appiccicare i capelli del ragazzo sul viso e lavando via il sangue dalle sue mani. Non fece un passo, aspettò che fossero i suoi avversari ad attaccarlo, come a voler dimostrare la sua superiorità nei loro confronti. Questi ripresero la loro posizione di difesa comunicando al loro compagno ferito di rimanere fuori dalla formazione,  vedendo che non si muoveva si scagliarono su di lui però furono troppo lenti poiché con uno slancio li evitò senza alcuna difficoltà dirigendosi invece verso il soldato rimasto in disparte, ponendo fine alla sua vita.

Ora ne mancano otto e dopo sarà il turno di Mark e Brian!”

Pensando questo Alexander riprese la sua posizione, proprio in quel momento però i suoi fratelli si misero davanti al branco e gli altri guerrieri si disponevano dietro di loro andando a formare una sorta di V.

Una nuova formazione d’attacco… Interessante… Vedremo fin dove sarete in grado di arrivare!!!”

I due comandanti si fecero avanti insieme a al resto dei guerrieri, ora usavano una nuova strategia, attaccavano e fuggivano di continuo impedendo così ad Alexander di mettere a segno un solo colpo. Intanto lui si limitava a schivare tutti gli attacchi avversari anche se questi erano scagliati a gran velocità.

Uno dei guerrieri spiccò un salto e l’attaccò di fronte, il ragazzo lo schivò con una capriola all’indietro e appena atterrò sentì uno di loro cercare di colpirlo alle spalle, si abbassò di colpo e flettendosi sulle ginocchia caricò il colpo con la quale lo uccise, trapassandogli il petto con i suoi artigli più affilati dell'acciaio.

Incuranti del loro compagno, i combattenti tornarono all'attacco con rinnovata violenza, la loro furia sembrava implacabile volevano la testa del loro avversario e non si sarebbero fatti scrupoli per ottenerla; dal canto suo Alexander non demordeva, anzi più i suoi avversari facevano resistenza più la rabbia e l'odio crescevano dentro di lui donandogli un forza senza pari.

Scatenava la furia dei suoi sentimenti in maniera sorprendente ma nemmeno quella bastò a difenderlo da un attacco a sorpresa infertogli da Mark, fu colpito al fianco destro ruzzolando per quasi quattro metri.

Ora era a terra gemeva di dolore e di rabbia, il primo per il colpo subito e la seconda per la sua stessa distrazione, cercò di rimettersi in posizione eretta ma non ci riuscì; la ferita era abbastanza profonda, probabilmente gli si erano rotte tre costole o più.

Chiuse gli occhi cercando di calmare il proprio cuore che batteva all'impazzata ed il respiro mozzato, intanto rifletteva sul da farsi. Passò meno di un minuto ed il viso del ragazzo parve rasserenarsi, non sembrava per nulla turbato, osservò bene la ferita che gli ricopriva la parte finale del fianco dove le ultime costole proteggevano la gabbia toracica, attraverso i cinque tagli provocati dagli artigli del fratello vide la propria carne pulsare mentre gli estremi cominciavano a cicatrizzarsi anche se molto più lentamente rispetto alle precedenti ferite.

Per fortuna che il mio potere mi garantisce una guarigione più rapida rispetto ai normali esseri umani anche se comunque troppo lenta per poter proseguire senza problemi un combattimento di questo livello... “

Per nulla intimorito dai nuovi ringhi che stavano lanciando i soldati ritornò a concentrarsi su di loro, si rialzò e riprese la posizione d’attacco deciso più che mai a porre fine a quello scontro.

Maledizione devo farla finita! Anche perché non reggerò a lungo… Credo che sia finalmente giunto il momento di utilizzare quella tecnica…”

Con questo pensiero in testa Alexander gridò:

- Preparatevi perché è giunta la vostra ora!!! Danza degli Artigli Demoniaci! –

Dopo aver pronunciato l’ultima parola si scagliò contro i suoi nemici ad una tale velocità che per un secondo sembrava essere scomparso, ricomparve davanti a tre guerrieri e con altrettanti colpi li uccise sgozzandoli macchiando così di sangue caldo non solo l’erba della radura in cui combattevano, anche il suo volto e il suo torace.

I quattro combattenti, così come i suoi fratelli, rimasero impietriti di fronte a quell’elevata dimostrazione di abilità, talmente scossi da non accorgersi che il ragazzo stava già di fronte a loro pronto a dilaniarli. Il primo si girò cercando di attaccarlo si espose divenendo però vulnerabile, non fece in tempo ad azzannarlo con le sue fauci che un colpo di inaudita potenza si scagliò su di lui squartandogli il costato; un altro cercò invece di fuggire, se ne accorse subito e dopo nemmeno un paio di metri andò a sbattere contro il tronco di albero a causa dell'attacco appena ricevuto, rivelando così la schiena lacerata dove una fila di candide ossa andavano via via macchiandosi di un rosso scuro.

Il terzo invece aveva tentato di sfuggirgli superandolo di lato ma un sibilo, simile a quello di mille spade, gli perforò i timpani rendendolo una facile preda per Alexander che con i suoi artigli lacerò il petto e la pancia facendone fuoriuscire le interiora ormai ridotte in poltiglia. Quel suono era prodotto dai capelli del giovane che frustavano l’aria e dagli artigli che, data l’alta velocità, premevano su di essa.

Intanto Mark e Brian, seguiti  dall'ultimo guerriero si erano già inoltrati nel folto della foresta sperando di riuscire a sfuggire a quella furia argentea ma fu inutile. Non fecero in tempo a muovere un solo passo che un ombra proveniente dal lato di un pioppo ferì il combattente prima una volta e poi di seguito altri mille colpi, sembrava che ci fosse un esercito a scagliare proiettili su quel malcapitato e non un solo ragazzo.

Morì dissanguato a causa delle troppe ferite , mentre i due generali continuavano a guardarsi intorno spaesati cercando di prevenire il prossimo punto da cui l’ombra potesse scagliare l’attacco, ogni tentativo era inutile: la scarsa visibilità rendeva gli occhi del tutto inutili, il vento che soffiava copriva i passi del giovane mentre la pioggia cancellava il suo odore.

Comparve davanti a loro gridando:

- RAISEN! –

All’ultimo i due fratelli incrociarono le braccia e fu solo grazie alle protezione che indossavano sugli avambracci che riuscirono a parare il colpo senza che le braccia fossero ridotte in brandelli. Proprio quando il giovane fece per saltare di nuovo su un albero colsero al volo quell’occasione e vi si scagliarono contro.

Non gli diedero nemmeno il tempo di pensare ad una possibile contro misura che l’avevano già colpito alla bocca dello stomaco mozzandogli il fiato, dopo di che cominciarono a graffiarlo e a morderlo su tutto il corpo finché non divenne completamente rosso a causa di tutto il sangue perduto. A quel punto ritornarono normali e lo guardarono mentre, a fatica, cercava di rialzarsi e ringhiava contro di loro.

Si guardarono e con un muto assenso si voltarono dandogli le spalle, poi però si girarono nuovamente e guardandolo negli occhi dissero contemporaneamente:

- Oggi ci hai dato dimostrazione della tua forza, non solo hai sconfitto e ucciso tutti i nostri combattenti ma sei persino stato in grado di metterci in difficoltà… Complimenti! Non credevamo che fossi capace di questo, ci hai veramente colpiti, per questa volta ti lasceremo andare ma sappi che non ti andrà sempre bene, un giorno dovrai fare i conti con tutto il casato degli Ancestral e allora dovrai vedertela non solo con noi ma anche con nostro padre. Ti consigliamo di allenarti se vuoi arrivare vivo per quell’incontro altrimenti malediremo il giorno in cui abbiamo deciso di lasciarti in vita. Addio Alexander, ricordati che la prossima volta non sarai così fortunato... –

Così dicendo se ne andarono, sparendo poco dopo nel fitto della foresta, il ragazzo li guardò avviarsi verso un sentiero nascosto dove nemmeno i suoi occhi di lupo potevano arrivare, si lasciò cadere sulle ginocchia e guardò la terra sotto di se intrisa del suo stesso sangue poi cominciò a tempestare di pugni il terreno reso morbido dalla pioggia che ancora cadeva instancabile.

Urlava e imprecava contro di loro perché non lo avevano ucciso quel giorno poi le forze lo abbandonano, senti una voce, era così vicina eppure per lui sembrava solo un eco lontano: qualcuno stava chiamando il suo nome… Ma chi? Cadde sul terriccio con tonfo sordo e li il buio.



   
 
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