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Autore: Angel_Elric    06/11/2011    6 recensioni
A volte confidarsi con la propria migliore amica non è la cosa più saggia da fare e il nostro Kurt lo imparerà a sue spese. Chissà che, però, la cosa non possa avere risvolti positivi?
Tratto dal primo capitolo:
“Kurt li fissò tutti per un momento, in silenzio.
La scena, vista dall’esterno, sarebbe potuta persino risultare comica, con tutte quelle persone in piedi a scrutarlo in muta attesa come tante statue colorate.
Peccato che per il ragazzo quello fosse un incubo.
«Okay. Questo è solo un brutto, pessimo, orribile sogno, quindi ora io chiuderò gli occhi e quando li riaprirò voi sarete tutti scomparsi dalla mia stanza e io mi potrò dedicare ai miei trattamenti di bellezza mattutini» mormorò serio, prima di chiudere gli occhi sotto gli sguardi vagamente perplessi dei suoi amici.”
[Kurt centric]
Possibili cambiamenti di rating.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kurt Hummel, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Avvertenze: mantenere in luogo fresco e asciutto, non disperdere nell’ambiente dopo l’uso, non somministrare al di sotto dei 12 anni, le uscite di emergenza si trovano lì, lì e là – dove l’ubicazione esatta di “lì, lì e là” è a vostra discrezione –, si pregano i signori passeggeri di rimanere seduti e con le cinture allacciate durante l’atterraggio.
Ah, e indovinate un po’? Esatto, ancora non sono riuscita ad ottenere il copyright sui personaggi.
Ma ci sto lavorando.

 
Cap. 4 Do ya think I’m sexy? – Quando un equilibrio precario viene turbato.

Kurt Hummel non aveva mai avuto una particolare predilezione per il lunedì mattina. Era un giorno come un altro: si alzava al solito orario di sempre, dedicava i suoi soliti quarantacinque minuti ai rituali d’idratazione, passava i soliti trenta minuti a rimettere nell’armadio i vestiti scelti con cura meticolosa la sera precedente – ma come poteva aver scelto quell’abbinamento?! Assurdo! – per poi prenderne altri dal suo guardaroba a dir poco immenso, faceva la sua solita colazione – pane integrale tostato, uno yogurt al naturale e una gigantesca tazza di caffè – e usciva di casa per fare la solita strada che l’avrebbe condotto alla Dalton.
Le solite cose svolte nel solito ordine e con la solita espressione neutra di ogni mattina.
Ma quel lunedì, a differenza degli altri, Kurt era allegro come un fringuello a primavera: la domenica si era finalmente conclusa e poteva stare relativamente tranquillo fino al weekend seguente.
Quasi non gli sembrava vero di poter tirare un sospiro di sollievo!
Uscendo di casa, il giovane Hummel lasciò che un piccolo ghigno divertito gli increspasse le lebbra mentre sentiva distintamente lo strillo poco virile del fratellastro provenire dal secondo piano; forse lo stipite della porta della camera di Finn non era il posto giusto su cui appoggiare casualmente un secchio pieno d’acqua gelata. Oh beh, se lo sarebbe ricordato per il futuro.
Sicuramente.
Salì in macchina e, messo il suo adorato cd di Madonna nel lettore, iniziò a canticchiare “Four minutes” con la netta sensazione che quella giornata sarebbe andata dannatamente bene.
 

****

 
 
Blaine Anderson, in compenso, si sentiva uno schifo.
Aveva passato l’intera mattinata cercando in tutti i modi possibili di evitare Kurt – arrivando a prendersi la porta dello stanzino delle scope direttamente sul naso.
Cosa piuttosto insolita in effetti, ma il Warbler non aveva potuto fare altrimenti.
Come avrebbe reagito Hummel nello scoprire che… ?
 «Alla buon’ora, Blaine!» sorrise Kurt quando incontrò il ragazzo nell’ingresso, finite le lezioni. Stranamente il più piccolo non era riuscito – con suo gran scorno – ad incrociarlo nemmeno per pranzo. Che l’Usignolo lo stesse evitando?
Naaaah, e perché mai avrebbe dovuto?
Anderson, che gli dava le spalle, trasalì e fece una mezza piroetta, ritrovandosi l’amico ad un palmo dal naso.  «Oh, ehm… ciao Kurt!» rispose con un sorrisetto nervoso, guardandosi attorno con finta nonchalance, riuscendo solo a sembrare molto sospetto.
Il sopraciglio di Kurt scattò verso l’alto: che cosa stava succedendo?
Blaine si mise dietro di lui, posandogli le mani sulle spalle e iniziando a spingerlo verso il portone intagliato della scuola, blaterando «Hai visto che bel tempo oggi? Proprio l’ideale per fare una passeggiata, non credi? Che ne dici di andare a fare un giro?»
«Ma abbiamo le prove dei Warblers, ora» obiettò Hummel, perplesso, sfuggendo alla sua presa e infilandosi nella Sala Prove, proprio alla loro destra: la ben nota fortuna di Mr. Anderson colpisce ancora!
Anderson si portò una mano al viso, gemendo piano: sarebbe entrato nella lista nera di Kurt, ora. Ne era certo.
Lui non voleva spiattellare tutto, maledizione! Lo avevano legato, era stato costretto a parlare!
Dopo un respiro profondo, ripeté mentalmente “Fai l’uomo, Blaine Anderson, fai l’uomo! Puoi salvare la situazione, sicuro!” ed entrò nella stanza, cercando di captare qualche stralcio della conversazione già in corso.
«Cosa proviamo oggi?» stava chiedendo Kurt, allungando il collo verso gli spartiti che erano stati sparsi sul pianoforte laccato. Spartiti che vennero afferrati al volo e nascosti da Blaine.
Hummel inarcò nuovamente un sopraciglio all’ennesimo comportamento strano dell’amico, poi scrollò le spalle decidendo che preferiva non sapere.
Per il momento.
«Beh, noi pensavamo…» iniziò Wesley, interrotto immediatamente da Anderson, che gli posò una mano sulla bocca per zittirlo.
«Non abbiamo ancora deciso» esordì quello, con un sorriso enorme – e decisamente poco convincente –, tanto da fargli socchiudere gli occhi.
«Veramente volevamo cantare…» cercò di dire David, ritrovandosi immediatamente l’altra mano di Blaine sulla bocca.
Peccato che ora avesse finito le mani che aveva a disposizione.
Gli sembrò che il tempo rallentasse mentre, con espressione terrorizzata, si voltava a guardare gli altri componenti del coro.
«Oggi cantiamo “Do ya think I’m sexy”!» esclamò un esaltatissimo – come sempre del resto – Jeff, mettendo un braccio sulle spalle di Kurt «Pensavamo che sarebbe stato d’aiuto per il tuo… problemino»
Hummel s’irrigidì e lanciò un’occhiataccia al suo amico/cotta, togliendosi il braccio del Warbler biondo dalle spalle e mettendosi le mani sui fianchi – ricordando incredibilmente la signora Weasley.
«Problemino, Anderson?» disse mentre la voce gli si alzava di qualche ottava e gli occhi chiarissimi si assottigliavano.
Terrificante.
«Okay, Kurt, posso spiegare…» cominciò l’interpellato, liberando Wes e David e portando le mani davanti al petto con espressione colpevole.
«Non prendertela con lui, non voleva dirci niente» assicurò Nick al giovane Hummel, battendogli piano una mano sulla spalla.
«Sì, è vero, lo abbiamo dovuto costringere» gli diede man forte Thad, annuendo appena.
«Ci dispiace, eravamo preoccupati per te. Insomma… ti abbiamo visto diverso ultimamente, volevamo solo sapere se potevamo dare una mano» aggiunse Wesley.
Kurt sospirò, accennando un sorriso: era stato carino da parte loro preoccuparsi così tanto per lui.
«Mi dispiace, Kurt» mormorò Blaine, passandosi una mano tra i capelli – per modo di dire vista la quantità di gel che li rendeva duri come la pietra – e mettendo su un fantastico broncio ferito.
«Va bene, va bene, basta così» sbuffò Hummel dopo qualche istante di silenzio, agitando una mano davanti al viso come per scacciare un insetto fastidioso. Non poteva urlargli contro quando lo guardava così: sopracciglia – le sue inquietanti e adorabili sopracciglia triangolari, sì – corrugate, sguardo basso ed espressione da sono-un-cucciolo-sperduto-ti-prego-adottami.
Semplicemente adorabile.
Il viso di Jeff venne illuminato da uno dei suoi ampi sorrisi: era sicuro che Kurt non avrebbe resistito all’espressione triste di Blaine!
… il che voleva anche dire che Nick gli doveva venti dollari.
Aaaaah, quanto gli piaceva scommettere su quei due!
Mise una mano dietro la schiena afferrando il denaro che l’amico gli accartocciò con poca grazia nel palmo mentre questi, con una smorfia seccata in volto, lo superava per andare a mettersi tra Thad e Cameron, già disposti al centro della stanza, con la schiena rivolta verso Hummel.
Gli ultimi Warblers ancora sparsi per la stanza si misero in posizione mentre Kurt si accomodava al pianoforte con un sorriso tirato a increspargli le labbra e le gambe accavallate: un’esibizione era sempre gradita, anche in una situazione scomoda come quella.
«Il tuo problema non sta nel fatto di non essere sexy, secondo me» iniziò il riccio, tenendo la voce bassa in modo che nessuno oltre loro due potesse sentire «ma, piuttosto, nel fatto che non vuoi parlare di… sesso, ecco» continuò mentre le orecchie dell’altro si tingevano di un insano rosso violaceo «Perciò, visto che parlarne ti mette a disagio… canteremo!» finì con un sorriso soddisfatto, allontanandosi prima che Hummel potesse protestare in qualche modo – cosa che, in realtà, al più piccolo non era nemmeno passata per la testa: era troppo sconvolto per aprire bocca, decisamente.
Anderson gli fece l’occhiolino, dandogli le spalle appena i ragazzi cominciarono con la base della canzone.
Un membro alla volta, il gruppo si disperse subito dopo le prime note, iniziando a girare attorno al pianoforte e facendo sentire Kurt come un povero naufrago attorniato dagli squali.
Blaine fu l’ultimo a muoversi dalla sua posizione e si appoggiò al piano con il braccio destro, incrociando le gambe.
 

She sits alone waiting for suggestions

 
Iniziò a cantare indicando Hummel con un gesto della mano sinistra e ricevendo in risposta una scrollata del capo e un paio di occhi azzurrissimi rivolti verso l’alto.

He's so nervous avoiding all the questions

 
Continuò, staccandosi dallo strumento e stringendosi appena nelle spalle, sfoggiando uno dei suoi sorrisetti sghembi.

His lips are dry, her heart is gently pounding

 
I Warblers si portarono le mani al petto mimando il battito cardiaco mentre tornavano a disporsi al centro della stanza con dei gran sorrisi stampati sui volti. Come al solito, si stavano divertendo da morire – nonostante Nick apparisse ancora leggermente corrucciato.
“Chissà perché” pensò Jeff, sadicamente divertito.
 

Don't you just know exactly what they're thinking?

 
Kurt deglutì rumorosamente quando Anderson gli fece l’occhiolino; sapeva fin troppo bene dove volevano andare a parare e il suo viso – solitamente abbastanza chiaro da fare una discreta concorrenza a Biancaneve – avvampò improvvisamente quando, attaccando il ritornello, i ragazzi davanti a lui presero ad allentarsi la cravatta con sguardi ammiccanti.
Okay, forse non era psicologicamente pronto per questo.
 

If you want my body and you think I'm sexy
come on, sugar, let me know!

 
Gli Usignoli presero a slacciarsi lentamente la giacca blu notte sotto lo sguardo scandalizzato di Hummel, sin troppo attirato dalle mani di Blaine alle prese coi lucidi bottoni scuri.
Che stesse ancora dormendo? Magari quello era solo un sogno molto, molto vivido.

If you really need me, just reach out and touch me
come on, honey, tell me so!

 
Nuovamente di spalle, i Warblers lasciarono che la giacca scivolasse loro lungo il braccio, salvo poi essere rimessa a posto con un movimento fluido delle spalle. Blaine girò attorno a Kurt, cantandogli – o meglio, gemendogli – direttamente nell’orecchio «Tell me so, baby!».
Kurt prese un respiro profondo, chiudendo gli occhi e costringendosi a contare il più lentamente possibile fino a dieci senza prestare attenzione al resto della canzone. Gli stava venendo un embolo, accidenti!
1…


He's acting shy looking for an answer

 
2…


Come on, honey! Let's spend the night together…

 
Un piccolo brivido gli fece tremare lievemente le spalle; non gli pareva che nella versione originale quella specifica frase venisse cantata in quel modo… osceno.
Dannato Blaine!
Ennesimo respiro e riprese a contare.
3…


Now hold on a minute before we go much further

 
4…


Give me a dime so I can phone my mother

 
5…


They catch a cab to his high rise apartment

 
Non ti deconcentrare, Kurtie, coraggio!
6…

At last he can tell her exactly what his heart meant

 
Il ragazzo cercò di tenere gli occhi chiusi, davvero! Peccato che le palpebre si alzarono da sole, come dotate di vita propria, proprio nel momento meno opportuno.
«Oh, ma andiamo!» gemette piano un Hummel color aragosta.
 

If you want my body and you think I'm sexy
come on, sugar, tell me so!
If you really need me, just reach out and touch me
come on, honey, let me know!

 
Le giacche degli Usignoli volarono dritte sul pavimento, sparpagliandosi disordinatamente su tutta la superficie disponibile.
Kurt lasciò definitivamente perdere la storia del contare nel momento in cui una giacca gli planò con poca grazia sulla laccatissima testa castana. Imbarazzato e – Santa Barbra! Eresia! – scompigliato come un pulcino dalle piume arruffate, non poté fare altro se non arrendersi all’evidenza: Blaine stava cercando di fargli venire una sincope.
E lo stava facendo in modo alquanto spudorato.


His heart's beating like a drum
'cause at last he's got this girl home

 
Il maggiore tornò ad avvicinarsi, prendendo la cravatta dell’altro tra le dita e tirandola appena, con un sorriso.
 

Relax, baby, now we are alone…

 
Ad un palmo dal viso congestionato di Kurt, lo stomaco di Blaine fece una cosa curiosa: iniziò a formicolare. La sensazione si acuì quando gli occhi chiari del ragazzo più piccolo incontrarono i suoi.
Fu solo un istante, lo spazio di un paio di note, ma quella frazione di tempo bastò a turbare entrambi.
Come se nulla fosse, però, la performance andò avanti.
“The show must go on”, giusto?
 

If you want my body and you think I'm sexy
come on, honey, tell me so!
If you really need me, just reach out and touch me
come on, sugar, let me know!

 
Le cravatte andarono a fare compagnia alle giacche in un turbinio di strisce blu e rosse mentre il ritornello si ripeteva per l’ultima volta e i ragazzi tornavano a raggrupparsi ordinatamente.

If you want my body and you think I'm sexy
come on, honey, tell me so!
If you really need me, just reach out and touch me
come on, sugar, let me know!

Oh, if you want my body!

 
«Woooh!» esclamò Trent, iniziando ad applaudire, presto imitato da tutti gli altri, compreso Kurt «Era perfetta!»
«Potremmo riproporla alle Regionali, in effetti» fece Nick, massaggiandosi il mento. «Mi sembra un’ottima idea!» Jeff annuì vigorosamente, recuperando i propri indumenti e lanciando all’altro i suoi. In testa, ovviamente.  
«Ne riparleremo alla prossima riunione generale» asserì David recuperando gli spartiti e sistemandoli accuratamente in un raccoglitore – decorato con un motivo a cowboy e cactus –, preciso e scrupoloso come sempre «Direi che per oggi abbiamo fatto abbastanza».
«Quello da dove sbuca?» chiese Wes, divertito, indicando il raccoglitore.
Cowboy e cactus?
L’altro borbottò qualcosa di incomprensibile – molto simile a un insulto, in effetti –, facendo sparire l’oggetto incriminato con una velocità degna di Speedy Gonzales o, come amava ripetere Blaine ogni qual volta se ne presentava l’occasione, “veloce come Severus Piton davanti ad un flacone di shampoo”.
Li avrebbe Potterizzati tutti, un giorno, poco ma sicuro…
«Capatina da Starbucks?» propose Blaine a Kurt, ignorando la conversazione in atto tra gli altri membri del gruppo, con ancora quello strano formicolio alla bocca dello stomaco.
«Non posso, scusa. Devo aiutare mio padre con delle fatture per l’officina» inventò sul momento Hummel, sistemandosi la tracolla sulla spalla. «Facciamo un’altra volta, magari» aggiunse subito dopo con un sorrisetto che voleva sembrare naturale.
«D’accordo» acconsentì Anderson con un sospiro «A domani, allora» lo salutò, ricevendo in cambio un leggero gesto della mano.
Guardando la schiena di Kurt che si allontanava velocemente, Blaine ebbe la netta sensazione di aver combinato un disastro.
 







 
*Il Sottoscala*
Ebbene sì, anche se con mesi di ritardo, sono tornata.
Perché ci ho messo così tanto? Beh, non ho intenzione di accampare scuse inutili: mancanza di voglia e mancanza di ispirazione.  Ah, c’è stata anche la faccenda del rapimento alieno, ma quella è un’altra storia. Poi è arrivata lei, l’amore della mia vita, la mia Musa personale nonché mia maggiore fonte giUoia: la caffeina. <3
Perciò, tastiera alla mano, ho scritto questo benedetto quarto capitolo. E indovinate?
NON MI PIACE. :D Comunque, come sempre, a voi il giudizio.
Per le lettere minatorie potete benissimo contattare il mio agente, Charlie il Monocorno, che sarà più che lieto di farvi recapitare in risposta una fantastica piñata con le mie fattezze.
Vorrei ringraziare di cuore quelle adorabili persone che recensiscono: vi adoro davvero. Sono felice che palesiate la vostra presenza, spero solo di non deludervi!
Ai lettori fantasma, un grande bacio. E che non si dica che faccio preferenze!
Un paio di precisazioni veloci:
- La fanfiction, come avrete sicuramente notato, si distacca dalla serie televisiva. Sono possibili degli accenni agli avvenimenti relativi alle puntate seguenti la 2x15, ma non ve lo posso garantire con certezza assoluta.
- Blaine è più grande di Kurt di qualche mese, nella mia testa. Ergo, farò finta che Ryan Murphy non sia impazzito durante la stesura della trama per la terza stagione e continuerò sulla “retta” via. u.u
E direi che posso fermarmi qui per ora, dai. Per dubbi, angosce o perplessità potete chiedere, ovviamente.
Mi scuso con tutti i non Klainers che seguono la storia per il contenuto di questo capitolo. Perdonatemi se potete! xD
E infine…
Dedichina: vorrei dedicare questo capitolo a Giulia, la mia Kurt personale nonché “colei che si lamenta con stile”, per avermi convinta a non cancellare la storia, a pubblicare questo capitolo e, soprattutto, perché è sempre con me quando ho bisogno di qualcuno su cui contare. Grazie Giù, un bacione dal tuo Blaine!

Un ultimo (ennesimo) grazie a tutti voi per essere arrivati sin qui. Vi amo grandemente, sappiatelo – e se vi suona come una minaccia potete stare tranquilli: avete ragione.
Al prossimo capitolo!
   
 
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